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Il trattamento con N-Acetilaspartato

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI (pagine 35-42)

2. Capitolo 2

2.2 Il trattamento con N-Acetilaspartato

Già numerosi autori hanno dimostrato che in quasi tutti i casi di patologia delle cellule del sistema nervoso vi erano modificazioni, più o meno accentuate, sia nell’ampiezza dei metaboliti tipici delle cellule del sistema nervoso sia nei loro rapporti rispetto alla creatinina. Se si tiene conto che la colina è indice della produzione di membrana cellulare, mentre l’ NAA è indice della produzione di mielina, si può formulare con buona

probabilità l’ipotesi che, al variare di tali intensità di segnale spettografico, si creino in loco dei difetti di funzionamento biochimico che daranno luogo all’insorgenza di una patologia.

Il deficit di NAA nel tessuto neoplastico cerebrale rende interessante verificare, utilizzando una linea cellulare di neuroblastoma umano, se l’azione dello stesso N-Acetilaspartato, somministrato ad opportune concentrazioni, favorisca l’evoluzione di tali cellule dalla condizione di cellule indifferenziate (caratteristica tipica delle cellule tumorali) a quella di cellule differenziate2.

La valutazione della concentrazione opportuna di NAA per il trattamento delle colture cellulari (cellule di neuroblastoma) è stata effettuata presso i laboratori della struttura di ricerca dell’ IRCCS-CROB di Rionero in Vulture (Pz), dalla dott.ssa Mazzoccoli Carmela, su indicazioni della prof.ssa Piccoli Claudia di Unifg.

Il test eseguito è noto come MTT test, ovvero un test di vitalità cellulare che consiste nell’effettuare un saggio colorimetrico, ponendo in piastre a multipozzetto (Figura 2.1) campioni di coltura cellulare trattati a diverse concentrazioni di NAA e misurando la reazione a tale trattamento, mediante la lettura spettrofotometrica dei diversi campioni, a lunghezze d'onda solitamente comprese fra i 500 nm e i 600 nm. Il confronto con campioni di cellule non trattate (controlli), consente così di valutare l’incidenza dell’agente somministrato nel causare la morte delle cellule, mediante la realizzazione di una curva di risposta.

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Le cellule sane sono differenziate fra loro. Il differenziamento è il fenomeno per cui da una cellula iniziale, attraverso meccanismi di moltiplicazione, si originano tipi di cellule diverse che, a seconda

Figura 2.1 – Esempio di piastra multiwell per colture cellulari (96 pozzetti)

Per le colture di cellule tumorali utilizzate in questo lavoro di tesi, il test di vitalità ha restituito per la concentrazione di NAA da somministrare un valore ottimale di 4 mM.

2.3 L’elettrostimolazione

L’elettrostimolazione è stata effettuata simulando con una TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulator) un segnale del tipo potenziale sinaptico, al fine di verificare, utilizzando tempi crescenti del trattamento, eventuali mutazioni indotte in tali colture cellulari di neuroblastoma, sia trattate con NAA che non trattate.

L’apparecchiatura utilizzata è uno stimolatore della Nuova Elettronica, mostrato in Figura 2.2.

Figura 2.2 – Tens della Nuova Elettronica

In generale un apparecchio TENS è costituito da un generatore di corrente, alcuni strumenti di controllo, settabili da parte dell’operatore e canali di output per il segnale generato. I parametri selezionabili sono i seguenti:

• larghezza del segnale: da 5µs a 250µs;

• frequenza dell’impulso: bassa, media e alta, in un intervallo compreso fra i 2Hz e i 250Hz;

• ampiezza del segnale: da 0 V a 90 V;

• durata del ciclo di elettrostimolazione: il timer è regolabile da 0 a 60 minuti;

• forma dell’impulso: selezionabile con il pulsante “function”.

Il modello originale della TENS utilizzata (unica tipologia di modello prodotta dalla Nuova Elettronica) è stato modificato aumentando il condensatore a monte del circuito integrato che controlla la RF, in modo da accentuare la tipica onda del potenziale di azione.

Dei vari tipi di impulsi di corrente che si possono utilizzare in questo lavoro sperimentale è stata settata l’ esponenziale invertita (Figura 2.3).

Questo impulso di corrente ha un andamento parabolico, con spike di depolarizzazione, raggiunge il valore massimo per poi ritornare a zero con un tempo di discesa ad andamento esponenziale uguale alla larghezza

dell'impulso (cambia la pendenza). Possiede una riconosciuta netta azione stimolante sul sistema neuro muscolare e risulta essere particolarmente adatta per stimolazione selettiva ed in casi di parziale o totale denervazione.

Figura 2.3 - Andamento temporale della corrente pulsata esponenziale invertita

Al fine di settare tutti i parametri della TENS in modo da generare un segnale elettrico del tutto simile a quello corrispondente al potenziale d’azione delle cellule, discusso ed illustrato in precedenza, si è provveduto ad accoppiare l’elettrostimolatore ad un oscilloscopio (LeCroy – WavePro 7300A) per studiarne il segnale in uscita.

In Figura 2.4 è mostrato il segnale derivante dalla TENS, ottenuto impostando la larghezza del segnale sui 200 µs, la frequenza sul valore medio e la forma dell’impulso su “normal”.

Figura 2.4 – Segnale della TENS visualizzato con oscilloscopio LeCroy (WavePro 7300°), settando un accoppiamento di impedenza di 1 M

L’elettrostimolazione è stata effettuata su 6 piastre, 3 controlli e 3 contenenti cellule trattate con NAA. Le piastre utilizzate (Figura 2.5) hanno una capienza di 14 ml, diametro di 6 cm e altezza pari a 1,3 cm (generalmente sono colmate fino ad un’altezza di circa 1 cm). Su ciascuna piastra dedicata all’elettrostimolazione sono stati precedentemente praticati due fori, distanziati di 5 cm, per l’inserimento degli aghi utilizzati come elettrodi.

Figura 2.5 – Piastra per colture cellulari

In Figura 2.6 è illustrata una schematizzazione del set-up sperimentale approntato in questa fase di elettrostimolazione.

I parametri settati sulla TENS sono stati i seguenti:

• larghezza del segnale sui 200 µs;

• frequenza sul valore medio;

• forma dell’impulso settata su “normal”;

• ampiezza del segnale su 1V.

Ogni piastra è stata collegata alla TENS mediante cavi e morsetti fissati ai due elettrodi, costituiti da due lunghi aghi sterili, inseriti nei fori praticati su ciascun coperchio. Si è fatto in modo di non far toccare i due aghi (per evitare cortocircuiti) e di mantenere all’interno della piastra stessa i due aghi il più distante possibile, al fine di elettrostimolare quanta più regione fosse possibile (Figura 2.7).

Figura 2.7 - Nella parte sinistra sono riprodotti i morsetti utilizzati per la fase di elettrostimolazione e le barrette di rame. Nella parte destra un’immagine delle piastre posizionate nell’incubatore.

I 6 campioni sono da considerarsi “accoppiati”, ovvero ciascuna delle 3 piastre contenenti cellule trattate con NAA è stata abbinata ad un controllo (cellule non trattate). Le tre coppie di campioni sono state elettrostimolate rispettivamente per 10 minuti, 20 minuti e 40 minuti.

Poiché all’interno dell’organismo esistono specifici sistemi di controllo che regolano funzioni vitali come nutrizione, controllo del pH, mantenimento della temperatura, quando si utilizzano colture cellulari bisogna sempre

operare assicurando il mantenimento delle stesse condizioni fisico-chimiche. Per questo motivo tutte le piastre in fase di elettrostimolazione sono state poste in un incubatore (Thermo Scientific). La temperatura nell’incubatore viene mantenuta su un valore costante pari a 37°C (temperatura tipica per la crescita delle cellule di mammifero) . Inoltre, poiché la pressione parziale di CO2 adatta alla coltura in vitro di cellule animali deve essere vicina a quella misurata all’interno dei tessuti (pari al 4.6- 5.9% di CO2), l’atmosfera all’interno degli incubatori è costituita al 95% da aria e al 5% da CO2.

Terminata l’elettrostimolazione, le 6 piastre sono state lasciate nell’incubatore per le successive 24 ore, per permettere il “rilassamento” delle cellule e mantenere costanti le condizioni sopra citate.

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI (pagine 35-42)

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