• Non ci sono risultati.

SULLE RELAZIONI FAMILIARI MOLISANE I PRIMI ANNI VENTI DEL NOVECENTO.

4.3 Il primo dopoguerra tra tendenze all’innovazione e controtendenze nella famiglia molisana

4.3.2 Il volto della violenza in tempo di guerra

Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo

(Lev Tolstoj, Anna Karenina)

Tra il 1911 ed il 1921, l’alto tasso di conflittualità registrato all’interno della famiglia molisana, secondo la numerosa documentazione d’archivio, indurrebbe a credere che i mutamenti storici di ruolo e di condizioni sociali ed economiche avessero riportato le donne al loro posto di subordinazione e di maternage secondo la logica di asservimento al potere paternalistico a cui avevano cercato di sottrarsi a fine Ottocento, quando avevano svolto ruoli di solito propri degli uomini che erano emigrati. Stando alle fonti di archivio, insieme ad una maggiore responsabilità nella gestione degli affari di famiglia, si andava manifestando anche una maggiore consapevolezza della propria vita sessuale, di cui è prova l’alto tasso di adulteri dell’epoca. Adulteri che comunque mettevano in cattiva luce le donne che li commettevano, che dovevano fare i conti con il controllo sociale oltre che con la legge penale. Nonostante questi rischi, per alcune di loro il tradimento del legame coniugale rappresentava effettivamente una rottura degli schemi e degli equilibri inerenti alla loro condizione domestica, nelle lontane campagne del Molise. Segnalavano per vie traverse, insomma, quello che altre donne in altre parti d’Italia e del mondo avevano già segnalato: l’istanza della loro emancipazione.

Due sono i referenti storici per confermare tale ipotesi: il primo riguarda gli indicatori della nascita dell’amore romantico tra le coppie proletarie, poi diffuso nei vari ceti sociali, indicatori segnalati da Medick e Sabean; il secondo riguarda l’attenzione alla soggettività e ai processi di “sentimentalizzazione” e “erotizzazione dei rapporti di coppia”, secondo i contributi di Shorter e Stone. La ricerca di Medick e Sabean ha

153 portato alla conclusione che alla base del legame di coppia per amore romantico c’è il bisogno di relazione d’affetto532

.

Se consideriamo che la popolazione molisana ha preso parte alla “grande migrazione” con contributi notevoli e, tra i tanti effetti di quella esperienza, vi erano valori nuovi mutuati dalla società dei paesi di accoglienza, si può dedurre che le pratiche liberali assimilate all’estero influirono anche sui rapporti di coppia durante l’espatrio e al ritorno, con mutamenti che hanno favorito il superamento della famiglia estesa patriarcale a favore di una famiglia nucleare o estesa modificata e comunque vicina al modello di famiglia coniugale intima, ridefinendo le relazioni tra i due generi sulla base di sentimenti come l’affetto e la fiducia e promuovendo una maggiore realizzazione personale delle donne. Durante l’assenza dei mariti, come ho già documentato, le donne ebbero modo di sperimentare nuove funzioni, un tempo esclusivamente maschili, una maggiore responsabilità nella conduzione delle terre. Vissero esperienze contrastanti tra chi riceveva lettere e denaro dal marito espatriato, chi restava in contatto ma non migliorava la propria situazione economica, chi ne perdeva le tracce; al di là di fatti contingenti più o meno gravi dal punto di vista economico e sentimentale, quelle donne non potevano essere esenti da quel bisogno della relazione di affetto che secondo gli storici citati fu alla base della nascita della famiglia coniugale intima. Tuttavia, in una terra in cui le scelte sono state per lo più di tipo individualistico, nelle circostanze della solitudine causata dall’emigrazione, in diversi casi, la risposta al bisogno di affetto è stata vissuta con l’adulterio, anche a costo di pesanti conseguenze dal punto di vista del controllo sociale e giuridico- penale. Altro mutamento da non sottovalutare era quello della maggiore attenzione per la soggettività533 piuttosto che per la tradizione, che gradualmente si faceva strada nella costruzione dell’identità di genere delle donne e degli uomini e nei loro comportamenti legati alla quotidianità. Una maggiore consapevolezza della soggettività femminile preludeva alla famiglia coniugale intima, basata sull’amore

532

Cfr. H. Medick e D. Sabean, Note preliminari su famiglia e parentela: interessi materiali ed emozioni, in «Quaderni storici», n. 45, dicembre 1980, p. 1087.

533

Cfr. L. Stone, Famiglia, sesso e matrimonio in Inghilterra tra Cinque e Ottocento, Einaudi, Torino, 1983, pp. 301- 359 Cfr. E. Shorter, Famiglia e civiltà, Milano, Rizzoli, 1978, p. 144 e ss.

154 romantico, non su contratti per lo più di tipo economico propri della famiglia patriarcale. In tal senso le donne molisane che avevano sperimentato l’assenza dei mariti emigrati sperimentavano, insieme al dolore, nuove possibilità di azione e di affermazione, sia nella gestione della famiglia che di se stesse come persone, sino ad assumersi la responsabilità dell’adulterio e delle sue conseguenze nella vita privata e pubblica.

Il prolungarsi della guerra aggiungeva un nuovo elemento di complicazione a quello dell’emigrazione. Anche in questo caso i mariti erano assenti, perché impegnati al fronte e le donne, in casa, a salvaguardia del focolare domestico. Apparentemente, questo rientro nei ruoli tradizionali garantiva un’immagine di sicurezza e stabilità familiare che l’emigrazione aveva in parte minacciato, ma comprimeva il rapporto delle donne tra spazio domestico e mondo esterno.

Secondo il censimento del 1911 nella provincia di Campobasso 15.504 donne erano dedite all’agricoltura, la maggior parte su terreni propri o della famiglia, per il resto giornaliere di campagna534.

Durante la guerra, come durante l’emigrazione, esse gestivano la vita familiare, ma non avevano più il cipiglio delle donne emancipate proprio delle mogli degli ‘americani’, erano stanche per il lavoro domestico ed extradomestico, avevano bisogno di essere sostenute sia a causa delle paure legate agli uomini al fronte, sia a causa della penuria di generi di prima necessità535 e non sempre comprendevano le ragioni del patriottismo536. Tale contesto risultava ancora più drammatico di quello che faceva da sfondo ai flussi migratori se si prende in considerazione, oltre allo scoraggiamento provocato dalla guerra come distruzione e morte, anche la maggiore propensione per la violenza e la sopraffazione come ‘disvalore’ aggiunto a quello di chi sosteneva i motivi della guerra537. Fu così che i mutamenti, pur effettivamente

534

Cfr. Censimento della Popolazione Italiana al 10 giugno 1911, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione Generale della Statistica e del Lavoro, Ufficio del Censimento, Vol. IV, Popolazione presente, di età superiore a 10 anni, classificata per sesso, per professione e condizione, ripartita in province, Tavola VI, in

https://ebiblio.istat.it/digibib/censpop1911/IST7958cp11vol3.pdf

535

Cfr. A. Gibelli, la Grande Guerra degli Italiani 1915-1918, cit. p. 187. 536

Cfr. D. Leoni – C. Zadra, La Grande Guerra. Esperienza memoria immagini, Il Mulino, Bologna, 1986, p. 278. 537

155 registrati durante la grande migrazione, non trovarono conferma nel clima politico e sociale che tendeva a ripristinare gerarchie ed autorità familiari come fonti di sicurezza538.

L’assistenzialismo patriottico, di stampo caritativo, poi, rinforzava questi vincoli, reiterando lo stereotipo della donna adusa ai sacrifici, al risparmio e al riciclaggio, come risposta ai tempi di restrizioni e privazioni539. Insomma, varcare i confini chiusi della famiglia era per le donne, e per quella donna molisana in termini molto accentuati, un’impresa ardua che pagava a prezzo caro, con sopraffazioni ed angherie di ogni genere. Già dall’anno 1910 si registrava un’ascesa della violenza e dei maltrattamenti verso le donne, sia in famiglia che per strada, ad opera di amici, compaesani, parenti o conoscenti, in una spirale di coazione e virulenza, perpetrata soprattutto verso le minorenni. Queste ultime erano infatti più inermi, perché più esposte mentre attendevano a incombenze domestiche, come il rientro di conigli nella conigliera540o al lavaggio dei panni alla fontana541.

Tabella n. 9* ANNO 1910

FORME DI VIOLENZA MARITO PADRE

AMICI, COMPAESANI,