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CAPITOLO QUARTO I protagonist

4.1 Ilarion Trockij

4.1.2 Ilarion e il Concilio di Mosca

La presenza di Ilarion ai lavori del Concilio locale della Chiesa ortodossa del 1917 non fu di certo marginale, egli infatti è annoverato tra i più grandi sostenitori della restaurazione del patriarcato assieme a padre Sergej Bulgakov120 filosofo, teologo, professore e studioso.

Nel 1917, anno di profondi cambiamenti politici e religiosi per la Russia per l’inizio della rivoluzione, fu convocato un Concilio nel quale si tentò di risolvere vecchi conflitti ed equivoci che si erano creati nel corso degli anni, in particolare ci si pose il problema della restaurazione del patriarcato, abolito nel 1917 da Pietro il Grande che aveva affidato il governo della Chiesa ad un Sinodo organizzato su modello di altri dipartimenti statali e, così facendo, aveva fatto in modo che la religione fosse sottomessa e controllata dallo Stato.

“Reintroducendo il patriarca - diceva il vescovo Mitrofan - noi gli diamo una costituzione che era sconosciuta ai precedenti patriarchi. Questa costituzione

Sergej Bulgakov (1871-1944) 120

stabilisce dei principi che lo designano… come l’organo esecutivo del concilio ed egli sarà forte in quanto collegato al concilio” . 121

Il governo provvisorio non si aspettava dal Concilio una tale proposta e auspicava che in quell’occasione si stabilisse soltanto una nuova direzione sinodale ma, i membri del clero e i laici che si erano riuniti, presero in mano lo spinoso problema del rapporto tra Stato e Chiesa tentando di riproporre in modo nuovo i principi in base ai quali regolare le relazioni di entrambi le parti.

Il primo articolo della Costituzione Conciliare del dicembre del 1917 non intendeva instaurare una separazione radicale tra Stato e Chiesa ma affermava la supremazia della Chiesa ortodossa sulle altre religioni, prima di tutto sociale, in quanto era la confessione alla quale apparteneva la maggior parte dei fedeli, in secondo luogo storica poiché non bisognava dimenticare che era stata proprio la fede ortodossa a determinare la nascita dello Stato russo.

Ilarion durante il Concilio tenne un celebre discorso, che conta 263 righe, pronunciato senza interruzione con il quale seppe esprimere i sentimenti di chi vedeva nel ripristino del patriarcato un segno di patriottismo e riconosceva nel patriarca un capo spirituale del popolo ortodosso russo, primus inter pares, (il primo tra eguali).

Grazie a questo discorso Ilarion contribuì a smuovere coloro che appoggiavano il governo sinodale della Chiesa e le parole che utilizzò si rivelarono profetiche al fine della deliberazione della restaurazione del patriarcato che avvenne nel novembre dello stesso anno, uno stralcio di questo importantissimo discorso merita di essere letto integralmente in lingua originale per coglierne i sottilissimi riferimenti alle sofferenze dei credenti nel corso della storia:

Il’ja Solov’ev, Il consiglio e il patriarca. La discussione sul governo ecclesiastico superiore in: Aa.VV, Il Concilio 121

di Mosca, Atti dell’XI convegno ecumenico internazionale di spiritualità russa a cura di Adalberto Mainardi, Edizioni Qiqajon, Bose, 2003, pag. 159.

“Есть в Иерусалиме «стена плача». Приходят к ней старые правоверные евреи и плачут, проливая слезы о погибшей национальной свободе и о бывшей национальной славе. В Москве в Успенском соборе тоже есть русская стена плача — пустое патриаршее место. Двести лет приходят сюда православные русские люди и плачут горькими слезами о погубленной Петром церковной свободе и о былой церковной славе. Какое будет горе, если и впредь навеки останется эта наша русская стена плача! Да не будет! Зовут Москву сердцем России. Но где же в Москве бьется русское сердце? На бирже? В торговых рядах? На Кузнецком мосту? Оно бьется, конечно, в Кремле. Но где в Кремле? В окружном суде? Или в солдатских казармах? Нет, в Успенском соборе. Там, у переднего правого столпа должно биться русское православное сердце. Орел петровского, на западный образец устроенного, самодержавия выклевал это русское православное сердце. Святотатственная рука нечестивого Петра свела первосвятителя Российского с его векового места в Успенском соборе. Поместный Собор Церкви Российской от Бога данной ему властью снова поставит Московского патриарха на его законное неотъемлемое место. И когда под звон московских колоколов пойдет Святейший патриарх на свое историческое священное место в Успенском соборе — будет тогда великая радость на земле и на Небе” . 122

“C’è in Gerusalemme il «muro del pianto», si avvicinano ad esso i vecchi credenti ebrei e piangono a calde lacrime sulla perduta libertà nazionale e sulle glorie del passato. Pure a Mosca, nella chiesa dell’Assunzione, esiste un muro del pianto russo: la cattedra patriarcale vuota. Da duecento anni qui giungono i russi ortodossi e piangono lacrime amare sulla libertà ecclesiale soffocata da Pietro I, e sulla passata gloria della Chiesa. Quale dolore, se anche per i secoli a venire dovrà continuare questo nostro muro del pianto! Così non sia. Mosca è detta cuore della Russia. Ma dove batte a Mosca il cuore russo? Alla Borsa? Nelle vetrine dei negozi? Nel Kuzneckij-most? E’ nel Cremlino che esso batte, naturalmente.

Православный интернет-магазин Русский Паломник, Святитель Тихон. Патриарх Московский и всея 122

Ma dove precisamente? Nel tribunale distrettuale? Oppure nelle caserme dei soldati? No, è nella chiesa dell’Assunzione. Li’ presso la prima colonna a destra, deve battere il cuore ortodosso della Russia. La mano sacrilega dell’empio Pietro tolse il Sommo Pontefice della Russia dalla sua secolare cattedra nella chiesa dell’Assunzione. Il Concilio locale della Chiesa russa, con la potestà concessagli da Dio, di nuovo dovrà porre il patriarca di Mosca sul suo legittimo e sempiterno trono. E quando, al suono delle campane di tutta Mosca, il Santissimo patriarca avanzerà verso la sua sacra e storica cattedra nella chiesa dell’Assunzione, allora ci sarà grande gioia in terra e in cielo.” 123

La restaurazione voluta dal patriarca non fu il motivo principale per cui fu indetto il Concilio di Mosca ma, a causa della rivoluzione molti altri erano i problemi posti in esame alle autorità ecclesiastiche che, purtroppo, non sono stati risolti e tuttora non hanno ancora trovato soluzione.

La forte personalità di Ilarion e le sue eccellenti capacità oratorie avevano dominato durante le sedute conciliare tanto che fecero sì che, qualche anno dopo, egli fosse nominato dal neoeletto patriarca Tichon, vescovo di una diocesi di Mosca ed in quell’occasione egli pronunciò un celebre discorso che manifesta l’amore e la passione con cui si accingeva a svolgere l’importante incarico assegnatoli:

“Fin dall’infanzia ho deciso di servire la Chiesa e fino a oggi ho servito essa soltanto, per quanto me l’ha consentito la mia ignavia. Ho considerato tutta la mia attività di studioso e di docente come un servizio alla Chiesa e in questo servizio ho visto l’unico e supremo significato di tutto il nostro lavoro all’Accademia. Ma il servizio che finora ho reso alla Chiesa è completamente diverso dal ministero di vescovo che mi attende ora. Prima leggevo libri, ora dovrò leggere nel cuore degli uomini ” . 124

Traduzione di Lev Regel’son, La tragedia della Chiesa russa 1917-1945, La Casa di Matriona, Milano, 1979, pag 123

25-26.

Giovanna Parravicini e Ol'ga Vasil’eva, Tre vie, op.cit, pag 84. 124