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Nel Giugno 1998 il Consiglio dei Ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea ha stabilito gli obiettivi di riduzione per gli Stati Membri in grado di

consentire il raggiungimento dell’obiettivo comune dell’8% fissato dal Protocollo di Kyoto; all’Italia è stato assegnato un obiettivo di riduzione pari al 6.5%. Considerato che nel 1990 le emissioni nazionali di gas serra ammontavano a circa 548 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, tale

riduzione potrebbe apparire poca cosa, comportando una stabilizzazione nel 2010 a 512 milioni di tonnellate annue. Tuttavia occorre valutare che dal 1990 le emissioni di gas serra sono continuate a crescere e il tendenziale al 2010 in assenza di interventi è stimato in circa 618 milioni di tonnellate di CO2

equivalente. Dunque, per ottemperare all’impegno di Kyoto, l’Italia deve porre in atto azioni tali da ridurre le proprie emissioni annue di gas serra di circa 100 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, ovvero, in termini relativi rispetto al

tendenziale, ridurle di circa il 17%[17].

Il settore energetico rappresenta una delle maggiori sorgenti di inquinanti atmosferici e di gas climalteranti: la figura 1.12 riporta gli andamenti del consumo interno lordo di energia e delle emissioni di CO2 fatti cento i valori del

1990. Essendo il primo fortemente dipendente da fonti fossili (una quota del 90%), la correlazione tra le due curve è molto stretta. Ciò evidenzia che l’aumento dell’impiego di gas naturale, che ha un coefficiente di emissione per unità di massa inferiore a quello del carbone e del petrolio, non è stato sufficiente ad invertire la tendenza. Pertanto in Italia nel decennio 1990-2000 le emissioni complessive di CO2 sono aumentate del 4% a causa del notevole

contributo apportato dal settore energetico, responsabile del 95% di quelle totali[6].

In particolare il settore dell’energia elettrica è una delle principali fonti concentrate di inquinamento atmosferico in Italia, così come a livello a livello europeo e mondiale. Le principali emissioni prodotte sono: CO2, CH4, gli ossidi

di zolfo (SOx), gli ossidi di azoto (NOx) e le polveri. Si tratta di sostanze che

determinano fenomeni di inquinamento sia locale che globale, quali piogge acide e cambiamenti climatici. Nel 1996 il settore elettrico in Italia ha emesso in media 522g di CO2 per ogni kWh prodotto, risultando ampiamente al di sopra

della media europea, pari a 370g di CO2. Questo divario è il risultato della

combinazione di una molteplicità di fattori, ma è dovuto principalmente alla diversità del mix di combustibili impiegati nella produzione elettrica nazionale e al grado di efficienza delle centrali.

Dunque l’adesione dell’Italia agli impegni assunti a livello europeo nell’ambito del Protocollo di Kyoto comporta l’attivazione di interventi mirati di politica energetica, quali: l’aumento dell’efficienza del parco termoelettrico, la riduzione dei consumi nel settore dei trasporti, la produzione di energia dalle fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi nei settori industriale, abitativo, terziario.

Conclusioni

Dunque il sistema energetico nazionale presenta le seguenti caratteristiche:

- il grande ricorso agli idrocarburi; - la loro scarsa disponibilità interna;

- la conseguente notevole dipendenza dalle importazioni; - l’assenza dell’energia nucleare;

- il limitato uso del carbone;

- il grande potenziale, non sfruttato appieno, delle fonti rinnovabili; - la bassa efficienza energetica.

Qualsiasi strategia di intervento in quest’ambito non può prescindere dagli elementi suddetti e in particolare dagli ultimi due. Infatti una sostenibilità energetica è la realizzazione, attraverso un percorso di transizione della durata di alcuni decenni, di un sistema energetico nazionale fondato principalmente sulle fonti rinnovabili. Il raggiungimento di tale obiettivo sarà possibile se l’Italia attuerà uno sforzo per diminuire progressivamente il proprio consumo di combustibili fossili e per condurre efficaci programmi di ricerca e sviluppo sulle fonti alternative.

Pertanto il primo passo da compiere è il miglioramento dell’efficienza, sia dal lato dell’offerta che dal lato della domanda, mediante tecnologie già oggi disponibili. Il settore degli usi finali di energia è quello che presenta i maggiori sprechi e conseguentemente i maggiori potenziali di recupero. Ciò è particolarmente vero nel settore civile (residenziale e terziario), nel cui ambito la consapevolezza delle possibilità di risparmio, energetico ed economico insieme, è bassissima. Quindi speciale attenzione merita la sensibilizzazione dei singoli alle tematiche energetiche e ambientali per la diffusione di una cultura dell’efficienza. Una società matura è quella in cui, a parità di benefici, si fa uso della minor quantità possibile di energia.

Bibliografia

[1] AA.VV., World Energy Outlook 2000, International Energy Agency, 2001. [2] AA.VV., Green Paper – Towards a European strategy for the security of energy supply, European Commission, 2001.

[3] AA.VV., Green Paper – Technical Document, European Commission,2001. [4] AA.VV., European Energy and Trasport Trends to 2030, European

Commission, 2003.

[5] AA.VV., Energia: controlliamo la nostra dipendenza, Commissione Europea, 2002.

[6] AA.VV., Rapporto Energia e Ambiente 2001, ENEA, 2001.

[7] AA.VV., Previsioni di domanda energetica e petrolifera 2003-2015, Unione Petrolifera, 2003.

[8] AA.VV., Libro Bianco per la valorizzazione delle fonti rinnovabili, Ministero dell’Industria, 1999.

[9] AA.VV., Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta, Autorità per l’energia elettrica e il gas, 2001.

[10] AA.VV., L’energia e i suoi numeri: Italia 2000, ENEA, 2001.

[11] AA.VV., Documentazione del Convegno Nazionale, Assocarboni, 2001. [12] AA.VV., Energy Policies of IEA Countries: Italy 1999, International Energy Agency, 2000.

Siti consultati

[13] International Energy Agency www.iea.org

[14] Commissione Europea http://europa.eu.int [15] Enea www.enea.it [16] Unione Petrolifera www.unionepetrolifera.it [17] Ministero dell’Industria www.minindustria.it

[18] Autorità per l’energia elettrica e il gas www.autorita.energia.it

[19] Assocarboni

Capitolo 2