Le importazioni italiane di prodotti agroali- mentari dalla Russia riguardano sia i prodot- ti del settore primario che quelli dell’indu- stria alimentare ma, almeno a partire dal 2002, con una prevalenza piuttosto netta dei primi. Per questi, infatti, la tendenza di mediolungo periodo è verso l’aumento, anche se i dati decisamente elevati dei primi anni di questo decennio rappresentano una importante eccezione. L’altro dato molto rile- vante dal lato delle importazioni è rappre- sentato dalla loro forte concentrazione mer- ceologica: con riferimento al 2007, su 118 milioni di euro di importazioni di prodotti del settore primario ben 94 milioni (pari all’80%) derivano dai soli cereali, e di questi
più di 83 milioni dal solo frumento tenero. Il ruolo centrale dei cereali nelle importazioni italiane di prodotti agricoli russi è confermato per tutto il periodo successivo al 2000; in par- ticolare, il boom delle importazioni del 2002 è stato determinato dal frumento tenero, i cui acquisti hanno raggiunto un valore di 208 milioni di euro, pari all’89% delle importazio- ni totali di prodotti agricoli dalla Russia in quell’anno. Il secondo aggregato per impor- tanza in valore, tra quelli appartenenti al set- tore primario, è quello definito, in modo resi- duale, «altri prodotti»: scendendo a un livello maggiore di dettaglio (secondo i dati riportati nell’appendice statistica), si tratta quasi esclu- sivamente di «prodotti non alimentari della caccia», cioè pelli.
Le importazioni relative all’aggregato sono rimaste sostanzialmente stabili fino al 2000, per aumentare poi progressivamente e fer- marsi a 14 milioni nel 2007; di questi, nell’ul- timo anno considerato, solo 100mila euro non erano imputabili alle pelli.
Il terzo aggregato per importanza dal lato delle importazioni nazionali è quello di «semi e frutti oleosi», il cui valore ha mostrato forti oscillazioni tra un anno e l’altro. Per poi por- tarsi a 7,2 milioni nel 2007. Si tratta preva- lentemente di «altri semi oleosi» (diversi dalla soia), cioè, soprattutto, semi di girasole e di colza. L’unico altro aggregato di prodotti tra quelli del settore primario a superare la soglia del milione di euro di importazioni nel 2007 è quello dei «prodotti della silvicoltu- ra», con due componenti in evidenza: il legno, con scambi in diminuzione costante (poco più di 600 mila euro nel 2007), e i pro- dotti forestali per uso alimentare, in leggera ma costante crescita (poco meno di 600 mila euro nello stesso anno).
Passando all’analisi delle importazioni nazio- nali dalla Russia di prodotti dell’industria ali- mentare, si conferma anzitutto la forte con- centrazione merceologica degli scambi: in questo caso due aggregati, «oli e grassi» e «panelli e farine di semi oleosi», rappresenta- no la quasi totalità del valore: nel 2007 essi hanno raggiunto, rispettivamente, 55 e 30 milioni di euro su un totale pari a 94 milioni di euro. Va segnalato che, per entrambe le categorie di prodotti, il valore delle importa- zioni nazionali ha subito un significativo incremento solo negli anni più recenti. Le importazioni dalla Russia di oli e grassi sono state trascurabili fino al 2003, mentre negli anni successivi hanno cominciato un trend di crescita che ha portato ad un valore delle importazioni pari a di 55 milioni di euro, come precedentemente ricordato.
Importati verso l’Italia prodotti trasformati per 94 milioni di euro: guidano la classifica i 55 milioni di “oli e grassi” seguiti dai 30 milioni di “panelli e farine di semi oleosi”
Marconi Umberto
Più in dettaglio la voce principale è rappre- sentata dagli oli di semi e grassi vegetali. Anche per i panelli e le farine le importazioni sono rimaste al di sotto del milione di euro fino al 2000 per avviare un percorso di forte crescita solo nell’anno successivo (9,5 milioni di euro), fino ai 30,4 milioni di euro nel 2007. L’aggregato che ricopre la terza posi- zione per valore nelle importazioni dalla Russia di prodotti dell’industria alimentare è quello definito «altri prodotti dell’industria ali- mentare», costituito essenzialmente dai «sotto- prodotti zootecnici non alimentari»: nel 2007 gli acquisti per tale voce si attestano ai 3,4 milioni di euro. Tuttavia, fino al 2003 questi prodotti rappresentavano di gran lunga il principale (o meglio, quasi l’unico) aggregato di prodotti d’importazione per l’Italia (tra cui dominavano le pelli).
Negli ultimi anni si è avviato anche un mode- sto flusso di scambi di ortaggi trasformati dalla Russia all’Italia, che però non sembra destinato ad un ulteriore sviluppo: i valori hanno superato la soglia del milione di euro nel 2000, ma da allora non sono aumentati in modo significativo. Sempre nel 2007 si sono attestati sopra al milione di euro anche le importazioni di frutta trasformata e di «zuc-
chero e prodotti dolciari», mentre per alcuni anni, in particolare tra il 1999 ed il 2003, aveva superato questa stessa soglia anche il flusso relativo alle bevande; in questo caso ricopriva un ruolo particolarmente importante la voce «acquaviti e liquori».
In sintesi si può quindi affermare che dal lato delle importazioni, dopo una fase di transizio- ne, l’Italia si rifornisce con crescente intensità dalla Russia di cereali, in particolare frumento tenero, e semi oleosi o loro trasformati (oli e grassi o panelli, farine e mangimi). Ciò segna- la, indirettamente, una forte specializzazione del sistema produttivo agroalimentare russo, ancora molto ancorato alle materie prime «tra- dizionali» e relativamente poco sviluppato per tutte le altre produzioni, certamente anche a causa delle caratteristiche geografiche e pedo- logiche del Paese, ma non solo. Tra le quattro categorie di mezzi di produzione per l’agroali- mentare pure considerate nell’analisi (macchi- ne agricole, macchine per l’industria alimenta- re, concimi chimici, anticrittogamici e antipa- rassitari), i concimi rappresentano praticamen- te la sola voce veramente importante dal lato delle importazioni italiane dalla Russia. In questo caso, i dati permettono di identificare un trend chiaramente positivo nel lungo perio-
La parte del leone nei prodotti agricoli esportati