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Inaugurazione del Regio Istituto Superiore Forestale nazionale

(Giuseppe Surico)

Il Regio Istituto Superiore Forestale nazionale viene inaugurato Do- menica 18 gennaio 1914.

Fig. 14 – Inaugurazione dell’Istituto Superiore Forestale

La cerimonia di inaugurazione ebbe luogo nell’Aula Magna dell’I- stituto (e poi della Facoltà) alla presenza, oltre che del Ministro Nitti, di tutti i senatori e deputati residenti a Firenze, di autorità civili e militari, delle rappresentanze della provincia e del comune di Firenze, di funzio- nari ministeriali, direttori di istituzioni agrarie, industriali e commercia- li, di numerosi ispettori superiori del corpo forestale, di docenti e allievi. La cerimonia di inaugurazione venne descritta, con ampi particolari, nel primo numero della Serie II della Rivista Forestale Italiana, L’ALPE, fondata dalla Società Emiliana Pro-Montibus et Sylvis ed edita dagli inse- gnanti del Regio Istituto Superiore Forestale Nazionale (Cascine). Nella circostanza furono apposte tre lapidi: due, entrambe in pietra serena, ai lati dell’ingresso principale alla Facoltà e una terza che è andata perduta. Quest’ultima lapide portava la seguente dicitura: In questa sede data dal

Comune di Firenze, alla presenza di Francesco Nitti Ministro di Agricoltura, In- dustria e Commercio fu inaugurato il giorno XVIII gennaio MCMXIV il Regio Istituto Superiore Forestale Nazionale alle Selve d’Italia auspicio di più propizie sorti. Delle lapidi ai lati dell’ingresso, una porta una simbolica quercia

annosa e l’altra un’epigrafe dettata dal prof. Gentile: la foresta

che dai vertici montani e dai clivi per lei superbamente adorni espande letizia di purissimo aere

frange la furia dei venti le irruenti pioggie infrena

e le conserva in tesoro di fonti datrice di protezione materia e forza

all’umano lavoro

da questo istituto riceva nutrimento vitale di esperienza e di scienza

a suscitare nella stirpe

un novo intelligente amore degli alberi a meglio beneficare di se

ogni regione della gran madre d’italia

Sull’iniziativa e a quella visione della politica (agraria e) forestale ita- liana non mancarono critiche e forte dissenso fu in particolare espresso da molti funzionari forestali provenienti da Vallombrosa. Le sorti dell’Istituto Forestale di Firenze furono così in pericolo (molte critiche, pochi allievi, alti costi) e la situazione si aggravò dopo che Mussolini decise di mili- tarizzare i funzionari forestali creando la milizia forestale e l’Accademia Forestale, la cui direzione fu affidata al generale della milizia Agostini, un medico. Nel 1923, lo stesso Mussolini, nomina Serpieri Sottosegreta- rio di Stato per l’Agricoltura e da questa posizione il neo-Sottosegretario

[…] convince il Ministro dell’Agricoltura On.le Corbino a trasformare l’Istituto Superiore Forestale in Istituto Superiore Agrario e Forestale, operativo dal 1925, organizzato in modo da conferire due lauree, una in Scienze Agrarie e l’altra in Scienze Forestali col primo biennio in comune. Viene così semplificato il percorso formativo dei funzionari forestali e Firenze, di lì a qualche anno, comincerà a rilasciare i primi diplomi di laurea in Scienze Agrarie e in Scienze Forestali.

Renzo Giuliani, nella commemorazione dedicata ad Arrigo Serpieri all’Accademia Economica-Agraria dei Georgofili il 18 dicembre 1960, ricorda questi fatti e giunge anche ad affermare che

[…] se l’Università di Firenze ha il vanto di possedere una Facoltà di Agraria e Forestale (nata poi nel 1936 per trasformazione dell’Istituto Forestale), molto conosciuta ed apprezzata in Italia e all’estero, ciò si de- ve ad Arrigo Serpieri.

Giuseppe Surico (a cura di), 1913-2013 : 100 anni di studi agrari e forestali nella Villa Granducale delle Cascine a Firenze ISBN 978-88-6655-491-2 (print) ISBN 978-88-6655-492-9 (online), © 2013 Firenze University Press

1. Arrigo Serpieri: una vita per l’agricoltura e le foreste (gli anni degli inizi e quelli dal 1912 al 1936) (Mario Dini)

La presenza di Arrigo Serpieri sulla scena nazionale si manifesta già a partire dai primi anni del 1900. Appena laureato nella R. Scuola Supe- riore di Agricoltura di Milano (nel 1900, a 23 anni) gli viene assegnata una borsa di studio, bandita dalla Società Agraria di Lombardia a favore di un laureato per ricerche sui pascoli svizzeri.

La relazione finale (di oltre 223 pagine di stampa più appendice) del giovane borsista, ultimata in pochi mesi, il 12 novembre 1900, fu dall’al- lora Ministro di Agricoltura Carcano dichiarata «pregevole», tanto da «po- tere attestare per questo lavoro accurato la sua soddisfazione». La Società presentò la relazione ufficialmente il 12 marzo 1901 e fu stampata nello stesso anno con il titolo Studio sui Pascoli Alpini della Svizzera.

Pare opportuno riportare alcune frasi della presentazione del lavoro ai lettori da parte della Società Agraria di Lombardia, e della lettera con la quale Serpieri inviò il testo della relazione sulla sua ricerca:

La Società esprime la speranza che la lettura del lavoro di Serpieri con- tribuisca a sollecitare le pubbliche amministrazioni e le associazioni agrarie ad interessarsi perché agli antichi e vieti sistemi di sfruttamento delle terre montane d’Italia se ne sostituiscano di più razionali e di più redditive. Quà e là qualche cosa si è fatto in questo senso e si va facen- do. Possa questo libro contribuire al destarsi di energie e di iniziative anche altrove. Ne risentiranno vantaggio, cogli agricoltori del monte, quelli del piano e, di conseguenza, l’economia generale della Nazione. Milano, 12 marzo 1901 (!). Significative alcune osservazioni di Ser- pieri nella lettera di invio del lavoro alla Società. Con la prudenza di giovanissimo ricercatore, per i tempi brevi delle sue rilevazioni, Serpie- ri afferma che:

L’economia alpestre comprende varie parti intimamente congiunte: tali sono la coltura dei pascoli e quella dei boschi, l’allevamento del bestia-

me ed il caseificio. Il loro studio andrebbe, secondo ragione, condotto separatamente.

Per aggiungere,

Ma se necessariamente rapido fu questo sguardo, non è ch’io non com- prenda la fondamentale importanza del problema forestale in relazione ai pascoli alpini, che anzi è mia opinione, avvalorata da quanto io vidi in Svizzera, che al miglioramento di essi non si arriverà in modo stabile e certo, senza affrontare nel medesimo tempo il problema dei boschi e delle acque montane.

La seconda pubblicazione, sempre del 1901, con il titolo Pascoli alpini e

legislazione forestale, è la relazione che Serpieri svolse alla Società Agraria

di Lombardia come «Segretario Tecnico della Commissione d’inchiesta sui pascoli alpini lombardi», in preparazione di una riunione che la Cat- tedra ambulante di Como ha indetto a Varese il 15 settembre 1901 con i «rappresentanti delle provincie lombarde per discutere delle disposizio- ni legislative e regolamentari forestali in rapporto alla pastorizia». Una ampia illustrazione critica della Legislazione italiana in materia montana e forestale, che si conclude con proposte di interventi, che avranno un seguito molto più tardi.

Cresceva così la notorietà di Serpieri, si affinava il suo spirito specula- tivo, aumentavano le sue conoscenze sui problemi complessivi del settore primario in Italia. Avvia studi e indagini sui contratti agrari; riflessioni sui problemi degli indennizzi, sui miglioramenti fondiari e sul contratto di mezzadria; inizia a considerare con denunce allarmanti la condizione dell’istruzione delle popolazioni rurali, dei montanari in modo specifi- co. Nel 1905, sollecita l’attenzione verso quest’ultimo, grave problema, con una pubblicazione con Massimo Samoggia sulla proposta «Per una Scuola-Laboratorio di Economia e cooperazione rurale in Milano», ap- parsa sul «Giornale degli economisti» nel maggio 1905.

Nel 1906 vince il concorso a cattedra di Economia rurale a Perugia e, l’anno seguente, è chiamato a Milano alla Cattedra che fu di Vittorio Niccoli. L’intesa con il Preside dell’Istituto, Vittorio Alpe, gli offrì ulte- riori spazi di conoscenze sui problemi forestali e montani.

Il ruolo che si appresta a sostenere nella promozione culturale fore- stale e montana, nella impostazione teorica e nella sollecitazione legisla- tiva, si manifesta intanto in una conferenza tenuta in Roma, nel 1908, alla Associazione Italiana della Cattedre Ambulanti di Agricoltura sui

Progressi e problemi nell’economia alpestre. Nella circostanza così conclude il

discorso ai docenti delle Cattedre Ambulanti:

In questo compito, che sta innanzi a molti di voi, voi porterete certo quello stesso zelo e amore di bene, che avete portato altrove e che vi ha

fatto conquistare sì alto e degno posto nella vita italiana. E voi saprete af- frontare il problema non solo nelle difficoltà tecniche, ma nella sua com- plessità sociale, sulla quale ho cercato specialmente di trattenervi, poiché questo appunto è uno degli aspetti caratteristici e più notevoli dell’in- segnamento ambulante in Italia, che voi non vi chiudete nei rigorosi confini dell’insegnamento tecnico, ma partecipate attivamente, e spesso sapete porvi alla testa, di tutta la complessa vita agraria del nostro paese. È l’impostazione che Serpieri darà all’Istituto Superiore Forestale Na- zionale che presto sarà chiamato a organizzare e dirigere. È la dimensione umana e scientifica che Serpieri espresse in tutta la sua vita.

Determinante e con effetti sulla legislazioni forestale e montana – e sulla successiva decisione di fondare l’Istituto Superiore Forestale Nazio- nale (ISFN) e di vedersene assegnata la direzione – fu il suo intervento al Congresso forestale italiano tenutosi a Bologna nel 1909: Economia mon- tana e Restaurazione forestale. I punti più significativi del suo intervento:

la descrizione puntuale della situazione della montagna e dei montanari in quel momento; il conflitto con il bosco e una condizione di vita ai li- miti della sopravvivenza; il sordo senso di avversione e di rivolta; la ras- segna dei problemi e delle misure da adottare per avviarli a soluzione; la possibilità di utilizzare per la pastorizia e l’agricoltura le superfici non interessate dal rimboschimento. E, ancora, la necessità di interventi e di sostegno da parte dello Stato per sollevare l’economia depressa di quelle zone, per avviare una trasformazione agraria e pastorale che si accom- pagnasse ad una razionale selvicoltura.

Con riferimento alla necessità di una speciale istruzione del personale forestale Serpieri sottolinea che:

[…] in primo luogo, nell’istituto donde esce il personale forestale grande importanza sia dato, a fianco degli studi strettamente tecnico-forestali, a quelli riguardanti i modi di essere e di funzionare dell’economia agraria e pastorale della montagna; occorre che i forestali entrino nella delicatis- sima professione con la mente non troppo unilateralmente plasmata alla comprensione dei soli problemi tecnico-forestali, ma pronta a bene inten- dere la connessione di essi con tutti i problemi dell’economia montana. Sono le linee della legge “Luzzatti”, la legge 2 giugno 1910, n. 277, che si articola in quattro Titoli: l’Amministrazione forestale, il Demanio forestale dello Stato, l’incoraggiamento alla Selvicoltura e l’Insegnamen- to forestale. Il contributo di Serpieri appare con evidenza nei Titoli II e IV. Il titolo IV detta i contenuti della Legge sui «Provvedimenti per l’I- struzione forestale» e l’articolo 32 così recita:

L’istruzione forestale si divide in superiore e secondaria. L’istruzione superiore è impartita nell’ISFN. Quella secondaria è impartita in una o

più scuole pratiche di silvicoltura. Saranno istituite speciali stazioni di silvicoltura, cattedre ambulanti di silvicoltura, alpicoltura e piccole in- dustrie forestali, nonché borse di perfezionamento all’estero.

È l’inizio di una nuova stagione per la forestazione e la Montagna, che troverà momento di arrivo e di rilancio con le leggi Serpieri del 1923- 1924. Non meraviglia quindi, come ebbe a sottolineare Ghino Valenti, che nel 1910 il presidente del consiglio Luigi Luzzati e il Ministro dell’agri- coltura Giovanni Ranieri affidino ad un giovane poco più che trentenne l’incarico di preparare una nuova legislazione forestale.

Il triennio 1910-1912 fu estremamente fecondo per le innovazioni e correzioni apportate alla legge forestale del 1877. In successione, con que- sti eccellenti ministri (Luzzatti, Ranieri, Nitti) si avviò: l’istituzione del Demanio forestale di Stato, l’incremento della silvicoltura, le innovazioni del Corpo reale forestale, la previsione di un più puntuale insegnamento da impartirsi in un Istituto Superiore Nazionale, l’istituzione del Corpo Forestale dello Stato, le modifiche al vincolo forestale, i provvedimenti a favore della pastorizia e dell’agricoltura montana, i provvedimenti per le sistemazioni idraulico – forestali dei bacini montani, la trasformazio- ne dell’Istituto forestale di Vallombrosa in Istituto Forestale Nazionale e il suo trasferimento a Firenze.

All’inizio dell’aprile 1911 Raineri fu sostituito al Ministero dell’A- gricoltura, industria e commercio da Francesco Saverio Nitti, che rimase in carica fino al marzo 1914. Nitti fece approvare la legge 774, la legge sull’istruzione forestale del 1912, i regolamenti nel 1913 e già dal 1912 aveva incaricato Serpieri di realizzare l’ISFN.

Nitti aveva ereditato da Raineri due disegni di legge, presentati nel novembre 1910: uno, appunto, quello sull’istruzione forestale (che è chia- ramente di Serpieri, come pure i relativi regolamenti), l’altro – di ecce- zionale importanza – su «modifiche da apportare al regime del vincolo forestale (istituito con la legge del 1877) e su provvedimenti per la pa- storizia e l’agricoltura montana». Anche su questo secondo DDL Serpieri ha prestato la sua collaborazione e, come già accennato, ne fece oggetto di una Memoria (Le proposte di modificazione alla Legge forestale) let- ta alla Società Agraria della Provincia di Bologna nell’adunanza dell’11 febbraio 1911. Serpieri, in quella Memoria, afferma di avere «accolto con gioia» questo DDL, perché:

Finalmente, dunque, si riconosce questo indissolubile nesso fra restaura- zione forestale del monte e la trasformazione della sua economia agraria e pastorale: finalmente si riconosce che un’efficace legislazione forestale non può che essere una legislazione per la montagna, in tutti i suoi rami connessi, del bosco, del prato, del campo.

E, più avanti, afferma che esiste la consapevolezza che la restaurazio- ne dei nostri monti sia uno dei «maggiori problemi dell’ora presente» da risolvere e come «i supremi interessi dell’Italia, della patria, siano con esso intimamente collegati».

Una azione non facile, irta di difficoltà, ma Serpieri crede che: […] non mancheranno gli uomini i quali, chiamati a far parte dei Comitati provinciali, sapranno, con opera tenace, con spirito di sacrificio, senza una vana impazienza ma con ferma la mente verso la meta lontana, dar vita benefica ai provvedimenti proposti.

Purtroppo, il DDL di Raineri dovrà attendere il 1923, quando Serpie- ri, Sottosegretario all’Agricoltura, lo inserirà nel suo Testo unico passato alla storia come “Codice Forestale”, il RD 30 dicembre 1923, n. 3267.

Un ritardo ingiustificato, che solleva anche le critiche di Ghino Va- lenti. Nel suo L’Italia agricola nel cinquantennio 1860-1911 stampato in

Cinquant’anni di Storia Italiana sotto gli auspici del Governo e della R.

Accademia dei Lincei, Roma 1911, Valenti fa un ampio riferimento alla legislazione “caotica” italiana sulle foreste e sulla montagna italiane dal 1862 al 1909. Cita poi la Luttazzi del 1910, la 774 del 1911, rilevandone la limitatezza in termini di visione globale della montagna e del vincolo forestale. Ricorda anche i DDL di Raineri e particolarmente quello su

«le modificazioni alla legge forestale e i provvedimenti per la selvicol-

tura e la pastorizia» rilevandone la notevole importanza, per affermare poi, criticando Nitti:

Non si riesce a comprendere come chi regge attualmente il Ministero d’Agricoltura dopo aver spiegata la bandiera della ricostituzione delle foreste, abbia tanto tardato a portare innanzi il disegno di legge sul vin- colo, già presentato dal suo predecessore. L’invocazione fatta da Vittorio Alpe nel Secolo del 15 gennaio 1911 perché la discussione al disegno di legge, frutto degli studi del suo degno discepolo Arrigo Serpieri, fosse affrettata, è rimasta fino al termine della legislatura tutt’ora insoddisfat- ta, sebbene pubblicata la Relazione della Commissione e quindi pronto ad essere discusso il relativo disegno di legge.

Con queste credenziali scientifiche e culturali, il trentacinquenne Arrigo Serpieri avvia il rapporto con la sua «creatura» alle Cascine di Firenze, elevandola, nel 1936, fino alla statura di Facoltà, lungo un per- corso durato circa 25 anni:

• Legge 14 luglio 1912, n. 834, fondazione in Firenze dell’ISFN; • R. Decreto 6 novembre 1924, n. 1851, trasformazione dell’ISFN in

• R. Decreto 22 ottobre 1931, n. 1512, Istituzione del corso di laurea in Scienze forestali;

• R. Decreto 26 marzo 1936, n. 657, Istituzione della Facoltà di Agra- ria e Forestale.

Opportuno ricordare anche che con legge 3 aprile 1922, n. 742 si an- netteva all’Istituto una Stazione sperimentale di Selvicoltura.

Ogni passaggio è collegabile ai livelli di prestigio e di autorevolezza di Serpieri.

La legge del 1912, e i regolamenti di attuazione, sono, con tutta evidenza, nel contesto dei rapporti con il Ministero di Agricoltura, e per la speciale competenza didattica e scientifica, di «sua mano». Il RD del 1924 fu predisposto durante il suo Sottosegretariato all’Agri- coltura 1923-1924, e approvato pochi mesi dopo quando Serpieri era stato eletto deputato (poi riconfermato nelle elezioni successive fino al 1939, quando venne nominato Senatore). Nel 1931 è Sottosegreta- rio alla Bonifica Integrale e, nel 1936, al vertice delle più importanti strutture scientifiche, catastali e politico-agrarie del Paese. Fra queste l’Accademia dei Georgofili, della quale fu presidente dal 1926 al 1944. Autorevolezza e prestigio che consentì all’Istituto di superare momenti critici, quando alcuni selvicoltori, per motivi diversi, ne minacciaro- no la sopravvivenza.

Particolare importanza assume certamente la Legge del 1912 («Prov- vedimenti per l’Istruzione Forestale») per l’ampiezza dei contenuti e per la specifica configurazione dell’Istituto Forestale, che nella sua struttu- razione didattica risponde al tipo di specialista più volte disegnato da Serpieri. In grado, cioè, di affrontare le diverse problematiche presen- tate dal contesto montano. Nell’elenco delle «discipline fondamentali» riportato all’art. 5, oltre a quelle relative in senso lato alla selvicoltura, si rilevano l’Economia ed estimo forestale, la Legislazione e ammini- strazione forestale, le Costruzioni relative alle sistemazioni idraulico- forestali ed aziende forestali, la Patologia forestale, la Chimica forestale, la Mineralogia e geologia applicate alle foreste e, fra le «materie ausi- liarie», la Topografia e i complementi di Matematica, il Diritto am- ministrativo e le nozioni di diritto civile e penale, le lingue francese, inglese e tedesca.

Per ulteriore memoria l’approvazione della legge 14 luglio 1912, n. 834, e dei regolamenti di attuazione 6 febbraio 1913, n. 212 e 18 agosto 1913, n. 1155, avviene per decisione del Ministro dell’Agricoltura, in- dustria e commercio Francesco Nitti, membro del Governo Giolitti. La legge consta di quattro Titoli, «Istruzione forestale superiore», «Insegna- mento ambulante forestale», «Insegnamento per il personale forestale di custodia» e «Disposizioni generali e transitorie».

È fondato in Firenze, l’Istituto Superiore Forestale nazionale. Fine prin- cipale dell’Istituto è quello di provvedere alla istruzione tecnica supe- riore degli ufficiali forestali occorrenti tanto per il servizio dell’azienda speciale del demanio forestale di Stato, quanto per l’applicazione delle leggi forestali generali e speciali. L’Istituto offre anche il mezzo, a chiun- que vi abbia interesse, di acquistare una cultura superiore nelle discipli- ne forestali e l’abilitazione professionale, e concorre con l’opera dei suoi insegnanti ai progressi degli studi e delle ricerche forestali.

All’art. 2, l’approvazione della Convenzione stipulata fra il Ministro di Agricoltura, industria e commercio ed il Comune di Firenze; all’art. 3 i requisiti per l’ammissione; all’art. 4 la durata del corso e all’art. 5 le discipline oggetto di insegnamento.

L’Istituto inizia la sua attività nel 1913 e viene inaugurato ufficialmen- te il 18 gennaio 1914 «nel signorile palazzo, opportunamente ampliato e adattato per la sua nuova destinazione, dell’antica villa granducale al- le Cascine» , presente il Ministro dell’Agricoltura, dell’industria e del commercio Francesco Nitti. Così inizia la celebrazione dell’avvenimen- to nel n. 1-2 del Gennaio-Febbraio 1914 della Rivista «L’Alpe. Rivista Forestale Italiana», fondata nel 1903 dalla Pro-Montibus Emiliana, la cui redazione, con questo stesso numero, era passata agli insegnanti del R. Istituto superiore forestale nazionale. Redazione e Comitato Direttivo che rimarranno a Firenze fino al 1938.

Nella Rivista si fa una attenta citazione delle autorità civili e pubbli- che presenti; si riportano poi i discorsi di Arrigo Serpieri e di Francesco Nitti. Serpieri inizia il suo discorso rilevando come la nascita a Firenze dell’Istituto forestale nazionale sia stata possibile per «un felice concorso di forze»: la convinzione della necessità di creare in Italia un

[…] grande centro di studi forestali, partecipata da ben quattro ministri (dell’Agricoltura, Industria e Commercio, Cocco-Ortu, Luzzatti, Raineri e Nitti); un Comune che offre una magnifica sede, nel centro di una re- gione di nobili tradizioni silvane, adorna di alcune delle più belle foreste d’Italia; una città che nel suo italico equilibrio sembra la meglio adatta a comprendere e amare una forma di attività, com’è la silvicoltura; una rappresentanza politica, senza distinzione di parti, tenace a rimuovere, attraverso l’aspra via, ogni ostacolo; una direzione generale delle foreste ben consapevole dei nessi che legano la scienza alla vita, e generosa di consiglio e di mezzi finanziari.

Serpieri afferma la capacità, la volontà, le competenze e il senso di responsabilità degli uomini che ha chiamato a coltivare il germoglio del

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