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INDICATORE BALNEABILITÀ

SCOPO

L’indicatore “balneabilità” esprime la qualità delle acque marino costiere indirettamente, attraverso l’idoneità di esse alla balneazione. Si basa essenzialmente sulla presenza o meno di fonti di inquinamento, in particolare costituiti da scarichi urbani, e sull’efficienza della depurazione degli stessi. Sebbene sia costruito fondamentalmente sulla qualità microbiologica delle acque e diretto alla tutela della salute dei bagnanti, fornisce indicazioni utili anche dal punto di vista ambientale visto che una sua diminuzione rappresenta un segnale chiaro di scadimento della risorsa idrica.

DESCRIZIONE

Valuta il rapporto percentuale tra la lunghezza (in km) della costa dichiarata balneabile su quella effettivamente controllata. Nel calcolo delle percentuali non vanno conteggiati i siti in cui non si è raggiunto il numero minimo dei campionamenti annuali previsti dalla normativa in quanto non significativi per l’inquinamento.

I campionamenti necessari per dare un giudizio di idoneità alla balneazione o, di contro, per porre i divieti temporanei e/o permanenti, sono effettuati con frequenza quindicinale da aprile a settembre.

Il DPR 470/82 che recepisce in Italia la direttiva 76/160/CEE (in vigore fino al 2014) considera acque di balneazione le acque marine, le acque dolci correnti o di lago, nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata ovvero “non vietata”. Sono considerate idonee alla balneazione le acque i cui parametri, analizzati con la frequenza individuata dallo stesso Decreto, risultano conformi valori di riferimento almeno nel 90% dei casi. Per i parametri chimico-fisici non conformi, i valori eventualmente non conformi non devono superare il 50% dei limiti massimi previsti. Per i parametri microbiologici, è sufficiente una conformità dell’80%; tale limite è incrementato al 95% nel caso in cui la concentrazioni di Coliformi fecali e Streptococchi fecali superino i limiti imperativi e, contemporaneamente, i casi di non conformità dovuti ai parametri chimico-fisici non raggiungano valori superiori del 50% rispetto ai limiti definiti.

Sono considerate non balneabili anche tutte quelle zone dove non sono stati effettuati i controlli in numero conforme alla normativa ovvero non sono state per nulla controllate. Si tratta, in gran parte, di litorali delle isole minori o di tratti di costa difficilmente raggiungibili.

Sono zone “permanentemente vietate” (cioè per almeno un’intera stagione balneare) alla balneazione, quelle aree indicate per competenza dalla Regione sia per motivi indipendenti dall’inquinamento, come ad esempio la presenza di porti, zone militari, zone di tutela integrale, ecc., sia nel caso in cui i risultati delle analisi nei 5 anni precedenti abbiano portato a classificare come “scarsa” la qualità delle acque di balneazione.

Con la pubblicazione del D.Lgs 30 maggio 2008 n. 116, che recepisce la direttiva 2006/7/CE sono state introdotte alcune novità: la cadenza di campionamento mensile, la valutazione di solo 2 parametri batteriologici, Escherichia coli ed Enterococchi intestinali (più specifici come indicatori di contaminazione fecale; il giudizio di qualità basato su nuovo calcolo statistico (Valutazione del 95° percentile (o 90° percentile) della normale funzione di densità di probabilità (PDF) log 10 dei dati microbiologici); la classificazione delle acque sulla base dei dati delle ultime 3-4 stagioni balneari; l’analisi integrata d’area: predisposizione profili delle acque (entro 24 marzo 2011).

Comunque sia calcolata la qualità delle acque sarà possibile calcolare la percentuale di costa balenabile sul totale, così come richiesto dall’indicatore.

UNITÀ di MISURA Percentuale (%)

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia

FONTE dei DATI

Ministero della Salute, Rapportisulla qualità delle acque di Balneazione, anni 2005-2009.

NOTE TABELLE e FIGURE

Nelle tabelle 1.2 e 1.3 si riportano rispettivamente le percentuali di costa balenabile, calcolata su quella controllata, e di costa vietata per inquinamento, considerata sul totale, negli anni 2005-2009 in ciascuna provincia siciliana.

STATO e TREND

Come si evince dai dati riportati in tabella 1.2, il trend leggermente negativo mostrato dalla percentuale di costa balneabile in Sicilia negli ultimi anni, si è fermato mantenendosi nel 2009 al 98.8%; ciascuna provincia, ha mantenuto l’elevata percentuale di costa balneabile avendo subito minime variazioni dovute essenzialmente alla quantità di costa controllata; fanalino di coda resta la provincia di Caltanissetta dove i 2.3 km di costa inquinata rappresentano un’elevata percentuale.

Tabella 1.2: Percentuale di costa balneabile (su quella controllata) (2005-2009).

Costa balneabile / costa controllata (%)

2005 2006 2007 2008 2009

Agrigento 100 100 100 100 100

Caltanissetta 91,2 100 91,6 91,4 91,4

Catania 98,2 100 96,5 100 100

Messina 99,5 99,2 99,1 98,3 98,3

Palermo 98,6 98,9 97,8 97,9 97,9

Ragusa 100 100 100 100 100

Siracusa 99,7 99,7 99,8 99 99

Trapani 100 100 100 100 100

Sicilia 99,3 99,6 99 98,8 98,8

Analogamente, la percentuale di costa vietata per inquinamento sul totale della costa, che considera i dati relativi a tutta la costa vietata per inquinamento (che rientra nel provvedimento regionale) ed esclude i tratti di costa vietata permanentemente per inquinamento, appare invariata in tutte le province (tab. 1.3).

Tabella 1.3: Percentuale di costa vietata per inquinamento (sul totale) (2005-2009).

Costa vietata per inquinamento / costa totale (%)

2005 2006 2007 2008 2009

Agrigento 0 0 0 0 0,0

Caltanissetta 7,3 0 7 7 7

Catania 4,1 0,7 2,4 0 0

Messina 0,4 0,7 0,7 1,4 1.4

Palermo 1,2 2,6 1,2 1,1 1.1

Ragusa 0 0 0 0 0

Siracusa 0,3 3,4 0,1 0,4 0.4

Trapani 0 0,5 0 0 0

Sicilia 0,6 1,1 0,6 0,7 0,7

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INDICATORE

EPI-D (L’INDICE DIATOMICO INTEGRATO DI EUTROFIZZAZIONE/POLLUZIONE BASATO SULLE DIATOMEE)

SCOPO

E’ un indice integrato ponderato di sensibilità delle specie di diatomee bentoniche di un corso d’acqua nei confronti di fenomeni di eutrofizzazione e polluzione, basato sulla differente sensibilità dei taxa che compongono la comunità, sulla loro abbondanza relativa e sulla loro affidabilità come indicatori.

DESCRIZIONE

L’Indice Diatomico integrato di Eutrofizzazione/Polluzione o EPI-D (Dell’Uomo, 2004) si basa sulla formula di Zelinka e Marvan (1961):

EPI-D =  a·r·i/ a·r

Dove “a” rappresenta l’abbondanza relativa della specie considerata; “i” il valore ecologico, ovvero la sensibilità/resistenza a fenomeni di eutrofizzazione o polluzione, con valori da 0 = molto sensibile, a 4 = molto tollerante; “r” rappresenta l’affidabilità della specie come indicatore, inversamente proporzionale alla sua valenza ecologica, con valori da 1, per gli indicatori sufficienti, ad ampia plasticità ecologica, a 5, per gli indicatori eccellenti.

Il valore di EPI-D ottenibile è compreso tra 0 (acque pulite) e 4. Sono state proposte 8 classi di qualità del corso d’acqua, rappresentate da differenti colori, secondo gli intervalli riportati nella seguente tabella:

Classi di qualità per la definizione dello stato di eutrofizzazione/polluzione dei corpi idrici.

Valori di EPI-D Qualità Colore

0.0 < EPI-D ≤ 1.0 Ambiente di qualità eccellente celeste 1.0 < EPI-D ≤ 1.5 Ambiente di buona qualità blu 1.5 < EPI-D ≤ 1.8 Ambiente di qualità sufficiente verde scuro 1.8 < EPI-D ≤ 2.0 Ambiente leggermente alterato verde chiaro 2.0 < EPI-D ≤ 2.2 Ambiente moderatamente inquinato giallo 2.2 < EPI-D ≤ 2.5 Ambiente fortemente inquinato arancione 2.5 < EPI-D ≤ 3.0 Ambiente pesantemente inquinato rosso 3.0 < EPI-D ≤ 4.0 Ambiente completamente degradato marrone

Fonte: Finocchiaro et al. 2009

Al fine di rendere i differenti indici diatomici utilizzati nei paesi europei facilmente confrontabili sono ricondotti in scala 1-20 attraverso il software OMNIDIA (Leiconte et al. 1993 e successivi aggiornamenti). In particolare la conversione per l’EPI-D in scala 0-4 in EPI-D in scala 1-20 si utilizza la seguente formula:

EPI-D1-20 = (-4.75 x EPI-D0-4) + 20

Nella tabella successiva sono riportati i giudizi di qualità della tabella precedente, trasformati in scala 1-20 ed espressi in 5 classi (in grassetto) con le relative classi di passaggio così come descritte in Finocchiaro et. al. (2009).

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Classi di qualità per la definizione dello stato di eutrofizzazione/polluzione dei corpi idrici della tabella precedente in scala 1-20.

Valori di EPI-D in scala 1-20 Classe Qualità Colore

20.0 > EPI-D ≥ 15.5 I ottima blu

15.5 > EPI-D ≥ 14.5 I-II ottima-buona

14.5 > EPI-D ≥ 12.5 II buona verde

12.5 > EPI-D ≥ 11.5 II-III buona-mediocre 11.5 > EPI-D ≥ 9.5 III mediocre giallo

9.5 > EPI-D ≥ 8.5 III-IV mediocre-cattiva

8.5 > EPI-D ≥ 6.5 IV cattiva arancione

6.5 > EPI-D ≥ 5.5 IV-V cattiva-pessima

5.5 > EPI-D ≥ 1 V pessima rosso

Fonte: Finocchiaro et al. 2009

I valori prossimi al 20 indicano acque pulite mentre quelli prossimi a 1 indicano ambienti via via più compromessi.

UNITÀ di MISURA

5 livelli di qualità: da 1 = ottima a 5 = pessima FONTE dei DATI

I dati analitici del 2008 derivano dall’attività di controllo dei corpi idrici superficiali del Dipartimento provinciale di Catania dell’ARPA Sicilia, quelli del 2005-2007, relativi al bacino del fiume Simeto, dall’attività di collaborazione dello stesso Dipartimento con l’Università di Camerino Dipartimento di Scienze Ambientali (Finocchiaro et. al 2009).

NOTE TABELLE e FIGURE

La classificazione attraverso l’indice EPI-D effettuata nelle stazioni del bacino del Simeto è riportata insieme a quella calcolata con il indice LIM in tabella 1.6 e figura 1.12 La tabella 1.7 mostra i taxa riscontrati nel bacino ed esclusivi delle due idroecoregioni 19 e 20.

La figura 1.13 riporta la distribuzione percentuale delle varie classi di qualità sui corsi d’acqua siciliani.

STATO

La tabella 1.4 riporta i valori medi di EPI-D calcolati nelle 10 stazioni monitorate sul bacino del fiume Simeto, collocate sull’asta principale e sugli affluenti nel periodo autunno 2005-estate 2007, comparati alla qualità chimica delle stesse valutata attraverso il LIM calcolato nel medesimo periodo. Tre degli affluenti, Salso, Dittaino e Gornalunga, scorrendo in parte su affioramenti evaporatici, presentano un’elevata concentrazione salina nelle acque.

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Tab. 1.4 - Confronto tra la qualità biologica rilevata dall’indice EPI-D e la qualità chimica valutata tramite l’indice LIM nelle stazioni del bacino del Simeto nel periodo 2005-2007

codice stazione

fiume numero

campioni

valore medio EPI-D

classe EPI-D classe LIM

99 Simeto 7 8.2 III-IV II

100 Simeto 8 9.7 III II

101 Simeto 8 10.8 III II

102 Troina 6 14.2 II II

103 Salso 6 13.2 II III

104 Dittaino 8 8.6 III-IV III

105 Dittaino 7 9.7 III III

106 Gornalunga 4 7.0 IV III

107 Gornalunga 1 10.2 III III

108 Monaci 7 6.5 IV-V III

Fonte: Finocchiaro et al. 2009

L’EPI-D in generale tende a sottostimare la qualità rispetto al LIM, verosimilmente perché nel calcolo di questo indice non vengono presi in considerazione i cloruri, nei confronti dei quali le diatomee sono invece molto sensibili.

Nelle tre stazioni situate sul fiume Simeto (Stazioni 99, 100 e 101), recapitano i reflui, non sempre depurati, di diversi centri urbani di piccole e medie dimensioni, e le aree agricole costeggiano l’alveo occupando quasi dappertutto il corridoio fluviale a scapito della vegetazione ripariale. Questa situazione viene evidenziata dall’EPI-D che mostra una qualità dell’acqua nel complesso mediocre (III classe), mentre il LIM, più ottimisticamente, descrive una buona qualità dell’acqua (II classe). Sul fiume Troina (Stazione 102), primo affluente da monte a valle, in cui sono presenti in prevalenza alterazioni idrologiche indotte dall’uomo, la qualità dell’acqua osservata da entrambi gli indici nella stazione di chiusura si attesta su un livello buono. Più scadente invece è la qualità degli altri affluenti, in cui si registra un inquinamento organico più consistente dovuto anche a sostanze non biodegradabili ed un livello trofico elevato. La condizione peggiore è stata rilevata soprattutto nel bacino del fiume Gornalunga (Stazioni 106, 107 e 108), anche in questo caso l’EPI-D fornisce una valutazione peggiore rispetto al LIM.

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente - Sicilia LIM nel bacino del Simeto durante gli anni 2005-2007.

(Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Finocchiaro et al. 2009)

L’analisi delle comunità di diatomee insediate nei corsi d’acqua del bacino del Simeto ha mostrato come le due idroecoregioni appaiano ben differenziate dal punto di vista della composizione specifica, ciascuna presentando taxa esclusivi, come riportato in tabella 1.5.

Tab. 1.5 . Diatomee caratterizzanti la HER 19 “Calabria-Nebrodi” e 20 “Sicilia”

HER 19 HER 20

Cymbella cistula Caloneis aff. pseudoclevei Cymbella tumida Campylodiscus bicostatus Diatoma vulgaris Gyrosigma eximium Diploneis oblongella Gyrosigma scaproides Encyonema prostratum Navicula margalithii Fragilaria capucina Navicula radiosafallax Gomphonema italicum Nitzschia amplectens Hippodonta capitata Nitzschia buhlnheimiana Meridion circolare Nitzschia dissipata v. media Rhopalodia gibba Nitzschia recta

Sellaphora pupula Nitzschia vitrea v. salinarum Tryblionella navicularis

Fonte: Finocchiaro et al. 2009

La stazione 99, posizionata nel tratto di chiusura del Simeto, mostra una maggiore diversità specifica e la presenza di specie ritrovate in entrambe le HER. Probabilmente, trovandosi al confine delle HER 19 e 20 ed a valle delle confluenze di due sottobacini con caratteristiche differenti, funziona da ecotono ospitando sia taxa ubiquitari che taxa tipici di ciascun sottobacino.

Nel resto della Sicilia l’analisi della comunità delle diatomee bentoniche è stata effettuata nel corso del 2008 in 43 stazioni poste in bacini idrografici ricadenti nelle province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Catania.

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Si nota che nella maggior parte dei casi (circa il 35%) la qualità è risultata cattiva. Ciò nonostante ben il 18.6% mostra invece una qualità ottima.

Classe EPI-D

I ottima II buona

II-III buona-mediocre III mediocre

IV cattiva

IV-V cattiva-pessima V pessima

non calcolabile

Fig. 1.13 – Distribuzione percentuale delle classi di qualità delle acque sulla base dell’indice EPI-D nelle stazioni siciliane analizzate.

Fonte: Elaborazione e dati ARPA Sicilia (2008-2009)

L’elevata percentuale, il 14%, di stazioni dove non è stato possibile calcolare l’indice è dovuta alla prevalenza, nelle comunità esaminate, di taxa per i quali non sono noti i valori indicatori che permettono il calcolo dell’EPI-D; sono necessari, pertanto, ulteriori studi ed approfondimenti sulle comunità diatomiche siciliane.

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INDICATORE

S.C.A.S. (STATO CHIMICO DELLE ACQUE SOTTERRANEE)

SCOPO

Stimare il grado d’inquinamento delle acque sotterranee dovuto a cause naturali e/o antropiche, attraverso la definizione dello stato chimico.

DESCRIZIONE

L’indice SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee) è definito da quattro classi di qualità descritte nella Tabella seguente.

Classi di qualità per la definizione dello stato qualitativo dei corpi idrici

Classe 1 Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche.

Classe 2 Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche

Classe 3 Impatto antropico significativo con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con alcuni segnali di compromissione.

Classe 4 Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti Classe 0

(*)

Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in concentrazioni al di sopra del valore della classe 3.

Fonte: D.Lgs.152/99- Allegato 1

(*) per la valutazione quantitativa bisogna tener conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti.

L’appartenenza alle diverse classi di qualità viene attribuita considerando il valore medio per ogni parametro di base o addizionale rilevato nel periodo di riferimento, elencati rispettivamente nella tabella 20 e 21

dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99. In particolare, quando la presenza di inquinanti inorganici in

concentrazioni superiori a quelle indicate nella tabella 21, è determinata da cause naturali, all’acquifero considerato, viene assegnata la classe 0, per la quale non sono previsti interventi di risanamento. Quando il superamento dei valori soglia degli inquinanti organici ed inorganici non è imputabile a cause naturali, al corpo idrico considerato viene assegnata la classe di qualità 4. Qualora gli inquinati organici ed inorganici elencati nella tabella 21 (Allegato 1 del D.Lgs. 152/99), non siano presenti o vangano rilevati in

concentrazioni inferiori alla soglia di rilevabilità indicata dai metodi analitici, la classificazione del corpo idrico sarà effettuata sulla base dei dati relativi ai parametri della tabella 20 (Allegato 1 del D.Lgs. 152/99).

UNITÀ di MISURA Classi di qualità da 0 a 4.

FONTE dei DATI

Strutture Territoriali ARPA di Catania, Siracusa e Ragusa (2009).

NOTE TABELLE e FIGURE

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Nella Tabella 1.6 riassuntiva sono elencati i corpi idrici sotterranei nei quali sono stati effettuati i campionamenti e la classificazione secondo l’indice SCAS.

Nella figura1.14 viene evidenziata per ciascuna classe di qualità la percentuale di corpi idrici ad essa corrispondente.

STATO

Durante l’anno 2009 su un totale di 70 corpi idrici sotterranei definiti significativi solo 9 sono stati soggetti a campionamenti semestrali come previsto dalla normativa. Il monitoraggio delle acque sotterranee è stato effettuato nei corpi idrici sotterranei ricadenti nel territorio di pertinenza delle strutture territoriali ARPA di Catania, Ragusa e Siracusa. I corpi idrici monitorati fanno parte dei bacini idrogeologici: Monte Etna, Piana di Catania e Monti Iblei.

Basandosi sui dati disponibili al 45% dei corpi idrici monitorati è stata attribuita la classe di qualità 2, che comprende acquiferi con buone caratteristiche idrochimiche e soggette ad un ridotto impatto antropico.

Il 33% dei corpi idrici monitorati rientra nella classe 3 comprendente i corpi idrici soggetti ad impatto antropico significativo ma che mantengono caratteristiche idrochimiche ancora buone.

Al restante 22% degli acquiferi è stata attribuita la classe di qualità 4, indice di un impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti, a causa di un contenuto di nitrati superiore al valore limite corrispondente a 50 mg/L.

Tabella 1.6: Indice SCAS dei corpi idrici monitorati (2009).

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Denominazione del bacino idrogeologico

Denominazione del corpo idrico

sotterraneo S.C.A.S

Etna - nord 2

Etna – ovest 3

Monte Etna

Etna - est 3

Piana di Catania Piana di Catania 4

Ragusano 2

Piana di Vittoria 4

Siracusano nord - orientale 2

Siracusano meridionale 3

Monti Iblei

Lentinese 2

Fonte: ARPA Sicilia, 2009

Fonte: Elaborazioni e dati ARPA Sicilia (2009).

Figura 1.14: Ripartizione percentuale dei corpi idrici sotterranei monitorati classificati secondo l’indice SCAS (2009).

INDICATORE

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NITRATI IN ACQUE SOTTERRANEE

SCOPO

Verificare il rispetto del valore limite di concentrazione dei nitrati nelle acque sotterranee, definito come standard di qualità ambientale dalla normativa vigente, rappresentata dal D.lgs n. 30 del 2009.

DESCRIZIONE

Il D.lgs n. 30 del 2009 in attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento, fissa standard di qualità per alcuni parametri, tra i quali i nitrati e valori soglia per altri allo scopo di valutare il buono stato chimico delle acque sotterranee (allegato 3 – tab. 2 e 3).

L’indicatore verifica il rispetto dello standard di qualità ambientale dei nitrati pari a 50 mg/L. Il valore dello standard di qualità relativo a ciascun corpo idrico si ottiene calcolando la media dei risultati del monitoraggio annuale acquisiti in ciascun punto di campionamento.

UNITÀ di MISURA mg/L.

FONTE dei DATI

Strutture Territoriali ARPA di Catania, Siracusa e Ragusa (2009).

NOTE TABELLE e FIGURE

Nella tabella 1.7 sono elencati i corpi idrici sotterranei nei quali è stato effettuato il monitoraggio ed il corrispondente valore di concentrazione di nitrati.

Nella figura 1.15 è rappresentata la concentrazione dei nitrati monitorati nei corpi idrici sotterranei nell’anno 2009.

STATO

Dall’analisi dei dati riportati in tabella e rappresentati graficamente appare evidente come lo standard di qualità ambientale per i nitrati, pari a 50 mg/l, non è rispettato solo in due dei nove corpi idrici monitorati durante l’anno 2009, precisamente nella Piana di Catania e nella Piana di Vittoria. I rimanenti acquiferi presentano concentrazione di nitrati al disotto del valore limite.

Tabella 1.7 Concentrazione dei nitrati monitorati nei corpi idrici sotterranei nell’anno 2009.

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Denominazione del bacino idrogeologico

Denominazione del corpo idrico

sotterraneo Nitrati

(mg/L)

Etna - nord 7

Etna - ovest 6

Monte Etna

Etna - est 6

Piana di Catania Piana di Catania 123

Ragusano 22

Piana di Vittoria 276

Siracusano nord - orientale 9

Siracusano meridionale 27

Monti Iblei

Lentinese 8

Fonte: ARPA Sicilia, 2009

Fonte: Elaborazioni e dati ARPA Sicilia (2009).

Figura1.15:Concentrazione dei nitrati nei corpi idrici sotterranei monitorati nell’anno 2009.

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INDICATORE

CLORURI IN ACQUE SOTTERRANEE

SCOPO

Verificare il rispetto del valore soglia di concentrazione dei cloruri nelle acque sotterranee fissato dalla normativa vigente rappresentata dal D.lgs n. 30 del 2009.

DESCRIZIONE

Il D.lgs n. 30 del 2009 in attuazione della Direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento, fissa standard di qualità per alcuni parametri e valori soglia per altri tra i quali i cloruri allo scopo di valutare il buono stato chimico delle acque sotterranee (allegato 3 – tab. 2 e 3).

L’indicatore verifica il rispetto del valore soglia dei cloruri pari a 250 mg/L.

Il valore soglia relativo a ciascun corpo idrico si ottiene calcolando la media dei risultati del monitoraggio annuale acquisiti in ciascun punto di campionamento.

UNITÀ di MISURA mg/L

FONTE dei DATI

Strutture Territoriali ARPA di Catania, Siracusa e Ragusa (2009).

NOTE TABELLE e FIGURE

Nella tabella 1.8 sono elencati i corpi idrici sotterranei nei quali è stato effettuato il monitoraggio ed il corrispondente valore di concentrazione di cloruri.

Nella figura 1.16 è rappresentata la concentrazione dei cloruri monitorati nei corpi idrici sotterranei nell’anno 2009.

STATO

La presenza di cloruri nelle acque sotterranee è indicatore d’intrusione salina che rappresenta il fenomeno di penetrazione di acqua salata nelle falde d’acqua dolce. Dall’analisi dei dati si rileva che il valore soglia per i cloruri pari a 250 mg/L, stabilito dalla normativa vigente, è superato in ben tre dei nove corpi idrici monitorati nell’anno 2009 precisamente nel corpo idrico Piana di Catania dove si registra il valore più elevato pari a 458 mg/L, seguito dal Piana di Vittoria con 364 mg/L e dal Siracusano meridionale con 304 mg/L.

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Tabella 1.8 Concentrazione dei cloruri monitorati nei corpi idrici sotterranei nell’anno 2009 Denominazione del bacino

idrogeologico

Denominazione del corpo idrico

sotterraneo Cloruri

(mg/L)

Etna - nord 65

Etna - ovest 66

Monte Etna

Etna - est 107

Piana di Catania Piana di Catania 458

Ragusano 47

Piana di Vittoria 364

Siracusano nord - orientale 15

Siracusano meridionale 304

Monti Iblei

Lentinese 24

Fonte: ARPA Sicilia, 2009

Fonte: Elaborazioni e dati ARPA Sicilia (2009)

Figura1.16:Concentrazione dei cloruri nei corpi idrici sotterranei monitorati nell’anno 2009

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BIBLIOGRAFIA

DELL’UOMO A.,1996 – Assesment of water quality of an Apenine rive as pilot for diatom-based monitoring

DELL’UOMO A.,1996 – Assesment of water quality of an Apenine rive as pilot for diatom-based monitoring

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