• Non ci sono risultati.

INDICI DI DEPRIVAZIONE ED OUTCOMES SANITARI

Le disuguaglianze di salute tra gruppi appartenenti a differenti condizioni socioeconomiche costituiscono una delle principali sfide in Sanità Pubblica (100). La mortalità e la percezione di un cattivo stato di salute sono maggiori nei gruppi con condizioni socioeconomiche più scadenti (101). Sono molteplici gli studi che hanno evidenziato un’associazione tra bassa condizione socioeconomica ed alcune patologie. Una revisione sistematica con meta-analisi nei diabetici di tipo 2 con differenti condizioni socioeconomiche (102) ha evidenziato maggiori livelli di emoglobina glicata nei soggetti con basso SES rispetto a quelli di SES elevato, suggerendo uno scarso controllo glicemico nei diabetici più svantaggiati. Lo studio di Empana e coll. (103) ha evidenziato una relazione inversa tra crescente livello di deprivazione e salute cardiovascolare, come definita dall’American Heart Association. Nei pazienti di SES inferiore, inoltre, il primo infarto si manifesta più precocemente rispetto a quelli di SES più elevato, con disabilità e diabete pre-infarto più frequenti ed un maggiore rischio di morte entro un anno (104). La deprivazione socioconomica sembrerebbe aumentare anche la mortalità nei soggetti

30

maggiormente deprivati, sia nel breve che nel lungo termine, dopo chirurgia colon-rettale (105). Tassi più elevati di ricovero per cause collegate all’influenza sono stati riscontrati negli individui provenienti da sezione di censimento dove risiedono più persone che vivono sotto il livello di povertà (106).

Le ragioni per cui la deprivazione influenzi lo stato di salute ed i suoi outcomes potrebbe derivare dalla sua relazione con la distribuzione dei determinanti di salute. Uno studio comparativo tra 22 Paesi europei (80) ha evidenziato che, sebbene le disuguaglianze associate al SES siano ampiamente diffuse ovunque, la loro rilevanza è altamente variabile, in particolare in riferimento alla mortalità, suggerendo che tali variazioni possano essere attribuibili alle differenze nello stile di vita e nell’accesso alle cure sanitarie. A tale proposito, le coperture per la vaccinazione antinfluenzale possono essere considerate indicatori di disuguaglianze sanitarie e, di conseguenza, le persone che vivono nelle aree più povere dovrebbero essere destinatarie di maggiori sforzi per sensibilizzarli ad aderire alla vaccinazione (107).

Gli studi che hanno indagato il ruolo degli indici di deprivazione nell’adesione all’offerta della vaccinazione contro l’influenza sono molto limitati, almeno nel contesto italiano ed europeo (12, 14, 108-110). Una recente revisione sistematica sugli indici di deprivazione e la vaccinazione antinfluenzale nei soggetti considerati a maggior rischio di sviluppare le complicanze dell’infezione (15) ha evidenziato che negli individui residenti nelle aree maggiormente deprivate si sono registrati livelli di copertura vaccinale inferiori. Questo riscontro è ampiamente riportato nella maggior parte degli studi in letteratura, sebbene vada evidenziato che si tratti principalmente di indagini condotte nel Regno Unito (111-119). Tali considerazioni suggeriscono che i decision makers, prima di adottare provvedimenti sugli interventi di Sanità Pubblica, dovrebbero tenere in considerazione l’uso degli indici di deprivazione nell’ampio range dei determinanti di salute in grado di influenzare gli outcomes sanitari. Questo potrebbe proteggere, in particolar modo, i soggetti più fragili, sebbene vi siano alcuni aspetti problematici da valutare.

È importante ricordare che, quando si parla di deprivazione socioeconomica legata agli aspetti sanitari, non ci si riferisce solamente alla deprivazione materiale (cioè quella legata al reddito, alla capacità di acquisto di beni e/o servizi), ma anche a quella legata alla rete sociale che l’individuo può attivare per ricevere supporto per l’accesso alle cure o alle attività di prevenzione e al livello educativo/culturale che è in stretta relazione alla comprensione dei messaggi di salute e di utilizzo corretto dei servizi. In questo contesto, la deprivazione è intesa nel senso più ampio del termine, in quanto comprende la capacità dell’individuo di agire/reagire adeguatamente per il proprio benessere/salute, sia nella vita

31

quotidiana sia nei momenti di difficoltà, mobilitando tutte le risorse materiali e sociali a propria disposizione (influenzate dall’età). È pertanto più corretto usare il termine “indici di deprivazione socioeconomici sanitari” (93).

Il progetto Ministero della Salute - CCM

Nel 2015 il Ministero della Salute nell’ambito dei progetti del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM) ha finanziato un progetto con l’obiettivo di proporre una strategia di promozione della vaccinazione influenzale finalizzata all’aumento della copertura vaccinale nella popolazione anziana tenendo conto degli indici di deprivazione, in particolare degli indici di deprivazione socioeconomici sanitari, delle principali caratteristiche socioeconomiche e dei bisogni informativi e formativi della popolazione anziana. Lo scopo principale era quello di aumentare la copertura vaccinale e, di conseguenza, ridurre i ricoveri ordinari o in emergenza correlati all’influenza (120). È stato previsto che l’obiettivo del progetto venisse raggiunto attraverso una serie di azioni:

 individuare i contesti di residenza dei sottogruppi di popolazione che hanno una adesione non adeguata alla vaccinazione

 caratterizzare tali sottogruppi di popolazione tramite l’uso di indicatori di deprivazione per predisporre azioni di sensibilizzazione specifiche

 programmare azioni strategiche per sensibilizzare i medici di medicina generale e tutti gli operatori sanitari a promuovere la vaccinazione e fornire loro mezzi di comunicazione adeguati.

Il progetto ha coinvolto dieci Unità operative (UO) distribuite su tutto il territorio nazionale: Cagliari, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Palermo, Roma, Sassari, Siena, USSL 7-Veneto. Utilizzando i dati del censimento 2011, gli indici di deprivazione socioeconomici sanitari sono stati costruiti in base a una peculiare metodologia, standardizzata e già validata in altri studi della letteratura (93), per studiare i rapporti fra disuguaglianze socioeconomiche e aspetti associati alla salute e, in particolare, alla prevenzione. Un complesso processo di selezione ha portato a individuare un insieme di variabili differenti per ogni area, in grado di esprimere con maggior precisione le disuguaglianze socioeconomiche legate allo stato di salute. La popolazione è stata suddivisa in cinque gruppi di deprivazione (alta deprivazione, medio alta deprivazione, media deprivazione, medio bassa deprivazione, e bassa deprivazione). Gli indici di deprivazione socioeconomici sanitari sono stati messi in relazione all’adesione o meno all’offerta della vaccinazione contro l’influenza negli adulti dai 65 anni di età. La conoscenza delle caratteristiche dei sottogruppi di popolazione che non si vaccinano è

32

essenziale per guidare interventi di promozione della vaccinazione ed informare il personale sanitario che deve farsene carico. A supporto di questa metodologia, uno specifico programma dell’OMS incoraggia tale tipo di azione, che deve essere adattata alle peculiarità delle specifiche aree (121).

33

Documenti correlati