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Individuazione delle Aree a Rischio

Analizzati i dati delle prove penetrometriche nella zona di Santa Maria a Colle e individuati i discriminanti delle aree a rischio, così come indicato nei precedenti paragrafi, si è passati all'analisi delle prove penetrometriche eseguite sul restante sviluppo arginale del fiume Serchio per quanto riguarda la provincia di Lucca.

Per ciascuna prova CPTu sono stati considerati i valori della resistenza alla punta totale qt e del friction ratio Rf e tali dati sono stati riportati, per ciascuna prova CPTu, in

due grafici, rispettivamente uno per qt ed uno per Rf , in cui vengono inoltre riportati gli

Tabella 4.4_Estratto della tabella utilizzata per la determinazione dei valori discriminanti del Friction Ratio relativa alle CPTu P06, P07; P08, P09, P11, P12, P13, P14.

P06 P07 P08 P09 P11 P12 P13 P14

Depth (m) Rf (%) Rf (%) Rf (%) Rf (%) Rf (%) Rf (%) Rf (%) Rf (%) MIN MAX

0.02 0.48 0.63 0.76 0.85 0.82 1.49 1.14 1.05 0.48 1.49 0.04 0.45 0.63 0.89 0.73 0.73 1.42 1.11 1.03 0.45 1.42 0.06 0.44 0.53 0.96 0.64 0.69 1.11 1.02 0.94 0.44 1.11 0.08 0.43 0.50 0.91 0.53 0.68 1.14 0.81 0.87 0.43 1.14 0.10 0.43 0.49 0.85 0.55 0.72 1.04 0.67 0.94 0.43 1.04 0.12 0.42 0.45 0.73 0.59 0.72 0.96 0.66 1.03 0.42 1.03 0.14 0.45 0.37 0.69 0.68 0.79 0.95 0.76 1.09 0.37 1.09 0.16 0.43 0.32 0.70 0.70 0.82 0.91 0.90 0.98 0.32 0.98 0.18 0.43 0.28 0.78 0.71 0.83 0.88 1.04 1.02 0.28 1.04 0.20 0.44 0.28 0.90 0.70 0.82 0.89 1.18 1.02 0.28 1.18 0.22 0.49 0.31 0.98 0.74 0.85 0.92 1.27 0.97 0.31 1.27 0.24 0.53 0.35 1.14 0.68 0.85 0.89 1.33 0.94 0.35 1.33 0.26 0.62 0.44 1.27 0.64 0.82 0.91 1.26 0.90 0.44 1.27 0.28 0.69 0.54 1.30 0.53 0.72 0.89 1.05 0.90 0.53 1.30 0.30 0.76 0.75 1.42 0.46 0.71 0.79 0.97 0.95 0.46 1.42 0.32 0.79 0.93 1.33 0.43 0.69 0.74 0.94 0.95 0.43 1.33 0.36 0.76 1.08 1.37 0.40 0.67 0.65 0.90 0.90 0.40 1.37 0.38 0.67 1.31 1.34 0.45 0.67 0.61 0.87 0.85 0.45 1.34 0.40 0.57 1.52 1.36 0.48 0.64 0.55 0.88 0.84 0.48 1.52 0.42 0.54 1.40 1.33 0.58 0.66 0.50 0.90 0.89 0.50 1.40 0.44 0.53 1.24 1.14 0.76 0.57 0.48 0.81 0.87 0.48 1.24 0.46 0.57 1.24 1.16 0.91 0.50 0.45 0.83 0.82 0.45 1.24 0.48 0.60 0.98 1.00 0.98 0.40 0.43 0.88 0.88 0.40 1.00 0.50 0.65 0.81 0.88 1.01 0.41 0.41 0.82 0.69 0.41 1.01

Figura 4.16_Andamento della Rf in funzione della profondità per le CPTu P06, P07; P08, P09, P11, P12,

P13, P14.

Figura 4.17_Andamento degli inviluppi della Rf in funzione della profondità considerando sia il totale

delle CPTu sia esclusivamente quelle selezionate.

Figura 4.18_Andamento dell'inviluppo di qt per la CPTu 1Sx e confronto con i discriminanti MIN e MAX

Figura 4.19_Andamento dell'inviluppo di qt per la CPTu 14Sx e confronto con i discriminanti MIN e

MAX ricavati per Santa Maria a Colle.

Figura 4.20_Andamento dell'inviluppo di Rf per la CPTu 1Sx e confronto con i discriminanti MIN e

Figura 4.21_Andamento dell'inviluppo di Rf per la CPTu 14Sx e confronto con i discriminanti MIN e

MAX ricavati per Santa Maria a Colle.

Tali grafici sono stati analizzati singolarmente uno ad uno. Non è stata riscontrata nessuna sezione in cui vi sia un inviluppo dell'andamento di qt che vada aldilà

dell'inviluppo discriminante massimo e per le quali si possa quindi escludere il rischio di una rotta arginale. Del resto, come era ovvio immaginare, non vi sono neppure sezioni con un inviluppo inferiore all'inviluppo discriminante minimo, in quanto tali sezioni sarebbero state anch'esse, con ogni probabilità, sede di rotte arginali già durante l'evento di piena del Dicembre 2009. Per tutte le CPTu analizzate si denota invece che l'andamento di qt si colloca proprio tra gli inviluppi discriminanti minimo e massimo,

ad indicare che praticamente tutte le sezioni sono a rischio presentando valori di qt

paragonabili con quelli riscontrati nelle sezioni situate a Santa Maria a Colle.

Si può notare però come, in alcune sezioni, come ad esempio quella relativa alla CPTu 14Sx il cui grafico relativo è riportato in Figura 4.19, l'andamento di qt sia

pressoché coincidente con l'inviluppo discriminante massimo, o quantomeno vi si avvicina molto. Altre sezioni invece presentano un andamento di qt che praticamente

cade proprio in mezzo agli inviluppi discriminanti, come ad esempio per la sezione relativa alla CPTu 1Sx (Figura 4.18)

Proprio in base a quest'ultima osservazione sono state individuate quelle zone indicate nella Figura 4.22 come aree a rischio, ossia quelle zone in cui sono state riscontrate le CPTu che presentano un andamento della qt in funzione della profondità

piuttosto centrato rispetto agli inviluppi discriminanti. In base a ciò la sezione corrispondente alla CPTu 1Sx (Figura 4.18) è stata classificata come sezione a rischio, mentre la sezione corrispondente alla CPTu 14Sx (Figura 4.19) può essere classificata come sezione non a rischio.

Occorre precisare che le zone indicate nella Figura 4.22 sono delle macro- aree in cui si è riscontrata una prevalenza di sezioni a rischio, senza escludere che all'interno di esse vi siano delle sezioni che presentano comunque delle buone caratteristiche meccaniche. L'indicazione di queste macro-aree è giustificata dal fatto che una suddivisione puntuale tra CPTu a rischio e CPTu non a rischio avrebbe scarso significato al fine dell'analisi oggetto del presente capitolo. La seguente tabella riporta la suddivisione delle prove penetrometriche tra le CPTu a rischio e quelle non a rischio sulla base del confronto con le sezioni di Santa Maria a Colle rispettivamente per l'argine in sinistra ed in destra idraulica.

Tabella 4.5_Suddivisione delle prove penetrometriche tra CPTu a rischio e CPTu non a rischio di rotte arginali sulla base del confronto con le sezioni di Santa Maria a Colle.

Rischio 1-12,18-30,35-47,65-71 Non Rischio 13-17,31-34,48-64,72-77 Rischio 1-4,14-18,21-25 Non Rischio 5-13,19-20,26-27 CPTu Argine SX CPTu Argine DX

5

IL MODELLO GEOLOGICO - GEOTECNICO

5.1

Introduzione

La definizione del profilo geologico-geotecnico con i relativi parametri è una fase fondamentale nella presente analisi di stabilità arginale come nella risoluzione di un qualsiasi problema geotecnico. Questa fase, se non viene svolta con la dovuta attenzione e scrupolosità, è spesso all'origine dei maggiori insuccessi. La prima fonte di informazione per arrivare alla definizione del modello è sicuramente costituita dalla campagna di indagini (indagini di laboratorio e indagini in sito), trattata nei precedenti capitoli. La caratterizzazione geologica e geotecnica degli argini ha messo in luce come non sia possibile estrarre direttamente dai risultati delle indagini tutta le informazioni necessarie alla definizione del modello. E' invece necessario che tali risultati vengano correttamente valutati ed interpretati, confrontandoli magari con i risultati ottenuti in analisi similari o incrociando gli esiti di prove differenti, possibilmente sulla base di una buona dose di esperienza.; ben sapendo che i fattori da definire sono molteplici e non possono essere analizzati separatamente ( stratigrafia, condizioni di falda, caratteristiche di permeabilità e caratteristiche meccaniche). Occorre infine precisare che tutti questi fattori non sono facilmente controllabili e che quindi il ricorrere a modelli matematici troppo complessi finisce spesso comunque con il dare soltanto l'illusione della precisione.

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