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Le zone di campionamento sono state individuate a partire dal parco progetti della Misura 216 “Investimenti non produttivi” Azione 6 “Recupero naturalistico straordinario di spazi aperti montani abbandonati e degradati” del Programma di sviluppo rurale (PSR) 2007-2013 della Regione del Veneto. L‟azione finanzia interventi di manutenzione straordinaria di superfici agricole montane, prati, pascoli e prati-pascoli, abbandonati e degradati, nonché soggetti a fenomeni di successione secondaria verso cenosi forestali, anche in stadio avanzato. Al fine di poter eseguire i rilievi di campo prima della realizzazione degli interventi di recupero previsti l‟individuazione delle aree è avvenuta con riferimento alle sole istanze ammesse a finanziamento nel corso dell‟annualità 2012, l‟ultima disponibile al momento della fase di selezione avviata nel corso del 2013. Il numero di domande finanziate di cui al bando istituito con DGR n. 2470 DEL 29/12/2011 è pari a 44 per un investimento complessivo di euro 1.382.224 come da Decreto del Dirigente dell‟Agenzia Veneta per i pagamenti in agricoltura (AVEPA) n. 332 del 25/03/2013. Il corrispondente numero di beneficiari, per lo più Comuni e Comunità montane è invece pari a 17.

Con la collaborazione dell‟Autorità di Gestione (AdG) del PSR sono stati acquisiti gli

shape file dei suddetti 44 progetti approvati che hanno permesso, tramite elaborazioni in

ambiente GIS, di verificare la localizzazione degli stessi e il loro livello di coerenza con le finalità del presente lavoro. In questa prima fase si è provveduto a scartare in primo luogo i progetti non idonei dal punto di vista tecnico, ovvero quei progetti le cui superfici ricadono in contesti poco significativi quali ad esempio quelli peri-urbani. Tale operazione ha portato alla consistente riduzione del numero di progetti potenzialmente idonei alle successive fasi di indagine.

Al fine di poter meglio caratterizzare i progetti è stata inoltrata una richiesta all‟Organismo pagatore AVEPA – Struttura periferica di Belluno – per l‟acquisizione della documentazione tecnica progettuale che ha permesso di confermare e in alcuni casi correggere i prodotti della fotointerpretazione.

Mediante elaborazioni in ambiente GIS sono stati successivamente riperimetrati i poligoni e le unità di campionamento, in funzione dell‟epoca di abbandono, basandosi sulle informazioni progettuali e per confronto di foto aree risalenti a epoche differenti. Nello specifico sono state utilizzate una ortofoto a colori i cui voli risalgono al 2009 e una seconda

42 ortofoto di 20 anni predente ovvero l‟ortofoto in bianco e nero anni 1988-1989 disponibile sul Geoportale nazionale. Il confronto tra le due immagini ha permesso di identificare, per ognuna delle aree considerate, le porzioni di territorio sulle quali si sono verificati cambi di uso e/o copertura del suolo nel corso di un ventennio. Le superfici degradate proposte all‟intervento sono state così classificate in 3 differenti classi: tempo 1 (t1) Spazio aperto abbandonato in stadio iniziale di successione secondaria; tempo 2 (t2) Spazio aperto abbandonato in stadio intermedio di successione secondaria; tempo 3 (t3) Spazio aperto abbandonato in stadio avanzato di successione secondaria.

Sono stati così selezionati cinque progetti ricadenti nei cinque Comuni del bellunese precedentemente descritti, (cfr. paragrafo 6), ovvero i Comuni di Mel, Santa Giustina, Longarone, Falcade e Danta di Cadore, ciascun‟area è caratterizzata dalla contemporanea presenza delle suddette tre classi di degrado.

Con l‟intento di individuare una situazione che rappresentasse il punto zero, ovvero lo stadio iniziale delle cronosequenze, in ciascuna delle suddette zone si è proceduto alla identificazione di porzioni di territorio, caratterizzate da una medesima copertura del suolo (prato, prato-pascolo, pascolo) ma correntemente gestite. Per individuare con certezza terreni effettivamente gestiti secondo pratiche definite e sostenibili dal punto di vista ambientale si è nuovamente fatto ricorso ai dati di monitoraggio del PSR del Veneto e nello specifico alle superfici agricole sotto impegno agroambientale (Sottomisura 214/e - Prati stabili, pascoli e prati-pascoli). Grazie alle grande diffusione della Sottomisura 214/e nella montagna bellunese, oltre 40.000 ettari sotto impegno agro ambientale all‟anno 2103, è stato possibile individuare aree sufficientemente prossime a quelle proposte per il recupero e quindi assumibili come omogenee dal punto di vista ambientale.

La condizione di spazio aperto gestito costituisce lo stadio iniziale, precedente all‟abbandono e all‟innescarsi dei fenomeni di degrado e di successione secondaria, nonché il presumibile stadio finale cui le superfici tenderanno una volta ripristinata la piena funzionalità dei sistemi agropastorali a seguito della realizzazione degli investimenti non produttivi. La classificazione per stadi di sviluppo del processo di ricolonizzazione naturale si arricchisce così di uno stadio iniziale (t0) che permetterà di valutare il potenziale impatto degli interventi di recupero sugli stock di Corg nel suolo.

43 Le classi di copertura del suolo identificate in ognuna delle zone considerate, alla base delle successive analisi sono dunque complessivamente 4 e sono riportati nella seguente Tabella 7.

Tabella 7 – Stati di sviluppo (unità ambientali di campionamento) individuati all‟interno di ciascuna zona di

studio e relativa classificazione secondo l‟Inventario dell‟uso delle terre d‟Italia – IUTI.

Stadio Misura

PSR Descrizione stadio Categorie IUTI

t0 214/e Prato e/o pascolo correntemente gestito (misura agroambientale) 3.1 Praterie, pascoli t1 216/6 Prato e/o pascolo abbandonato in stadio iniziale di successione 3.1incolti erbacei t2 216/6 Prato e/o pascolo abbandonato in stadio intermedio di successione 3.2 Altre terre boscate t3 216/6 Prato e/o pascolo abbandonato in stadio avanzato di successione 1. Bosco

Assumendo che l‟insieme delle unità di campionamento (t0, t1, t2, t3) individuate in ciascuna zona siano tra loro in relazione, in quanto ricadenti in un contesto territoriale ristretto e omogeneo dal punto di vista dell‟uso del suolo iniziale e per quanto possibile delle principali caratteristiche ambientali, è stato possibile ricostruire delle cronosequenze (Steven e Walker, 1970). La definizione delle cronosequenze permette lo studio sincronico delle successioni secondarie attraverso la sostituzione della dimensione temporale con quella spaziale (Jenny, 1941), ovvero, nel caso di specie, di analizzare le variazioni del contenuto di carbonio dei suoli nei diversi stadi temporali individuati. All‟interno di ciscuna cronosequenza, i vari stadi considerati sono stati scelti in maniera tale che, a parte che per la classe di copertura del suolo, fossero confrontabili per caratteristiche quali: a) pendenza, b) esposizione, c) altitudine.

La seguente Figura 2 riporta, a titolo esemplificativo, la localizzazione delle unità individuate rispetto alla CTR 1:10.000 della Regione del Veneto per la zona del Comune di Falcade. L‟insieme delle carte realizzate per lo studio, compresi i dettagli delle ortofoto sono riportate nell‟Allegato 2.

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Figura 2 – Zona di campionamento di Falcade: esempio di localizzazione sul territorio delle unità di

campionamento riferibili alle 4 classi di uso e copertura del suolo considerate.

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