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Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitati Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitat

sistema degli assi è il punto di bilanciamento della nuvola di punti, ovvero i punti meno correlati con il fattore, non sono da

4.3.3 Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitati Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitat

4.3.3 Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitati

4.3.3 Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitati

4.3.3 Individuazione degli assi fattoriali per Periodo e Facilitati

Ponendosi a un livello di approfondimento ulteriore, per i soli ragazzi autistici presi singolarmente, è possibile effettuare un’analisi simile valutando, sulla base del posizionamento dei poliformi sul piano fattoriale, l’evoluzione che questi anno avuto nei quattro anni di comunicazione facilitata.

Figura 8.a: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.a: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.a: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.a: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo da CM per periodo di facilitazione”.

solo da CM per periodo di facilitazione”. solo da CM per periodo di facilitazione”. solo da CM per periodo di facilitazione”.

Fattore: Espressione di una condizione fisica

r3CM2s

In questo primo esempio (Fig. 8.a), relativo al soggetto CM, è possibile subito individuare un effetto Guttman delle variabili. Tale effetto è ancora una volta caratterizzato dalla componente temporale: leggendo in senso orario le variabili, queste si dispongono sul piano fattoriale dal primo semestre di comunicazione al terzo anno e più di comunicazione.

Inoltre è presente una nuvola di punti che caratterizza la modalità r3CM3a e che non si posiziona secondo la sequenza temporale. Ciò è dovuto al fatto

che la sua massa è molto bassa determinando così una non stabilità di posizionamento sul piano fattoriale. L’instabilità si basa su spostamenti anche piccoli delle frequenze attribuite ai poliformi che la circondano.

Come in precedenza, l’individuazione del fattore viene fatta sulla base dei poliformi che caratterizzano le variabili. Pertanto è possibile notare come nel primo semestre vi siano espressioni fisiche con accezione negativa (vedo

male, mi fa male, mi sono stancato); nel secondo e terzo anno e più di

facilitazione siano inserite espressioni di una condizione fisica sia negativa che positiva (mi sento molto bene con te,

mal di pancia, mio essere, sono

vivo, non mi sento).

Anche in questo caso dunque, il grafico è la rappresentazione di un fenomeno di natura univariata che potremmo denominare con espressione di uno stato fisico rispetto al tempo di comunicazione.

Data l’elevata variabilità del fenomeno, è stato necessario valutarlo anche in relazione a un terzo fattore che potremmo nominare «espressione emozionale».

Figura 8.b: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.b: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.b: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 8.b: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo da CM per periodo di fac

solo da CM per periodo di fac solo da CM per periodo di fac

r3CM3a

Fattore: Espressione emozionale

Ancora una volta è possibile individuare un effetto Guttman e la nuvola di punti che caratterizza la modalità r3CM3a.

Figura 9: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo Figura 9: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo Figura 9: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo Figura 9: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati solo da DDL per periodo di facilitazi

da DDL per periodo di facilitazi da DDL per periodo di facilitazi da DDL per periodo di facilitazione”.one”.one”. one”.

Per DDL, invece, si nota come le forme grafiche complesse usate tra il secondo e il quarto anno di CF siano tra loro molto simili, mentre si diversificano moltissimo dal secondo semestre. Una possible spiegazione potrebbe essere dovuta ad un assestamento del modo di comunicare con i facilitatori o semplicemente dalla maggiore disponibilità a comunicare del ragazzo.

Figura 10: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 10: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 10: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 10: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati

solo da LP per periodo di facilitazione”. solo da LP per periodo di facilitazione”. solo da LP per periodo di facilitazione”. solo da LP per periodo di facilitazione”.

Nel caso di LP si può vedere come il primo semestre, il secondo anno e il terzo anno siano caratterizzati da nuvole di espressioni complesse ben definite. Nel primo semestre le espressioni sono principalmente di richiesta o negazione di “fare qualcosa”; il secondo e il terzo anno invece sono caratterizzati da espressioni “più adulte” appartenenti a una comunicazione più generale, sviluppando considerazioni “profonde” (oggi LP ha 18 anni) come a volte ci vuole molta pazienza, oppure amore fa tristezza.

Ciò è in parte anche indice dell’evoluzione della comunicazione tra LP e i propri facilitatori.

Figura 11: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 11: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 11: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati Figura 11: “Rappresentazione sul piano fattoriale dei poliformi utilizzati

solo da OP per periodo di facilitazione”. solo da OP per periodo di facilitazione”. solo da OP per periodo di facilitazione”. solo da OP per periodo di facilitazione”.

Per OP l’andamento temporale è confermato; ciò che in questo caso si vuole mettere in evidenza sono le particolari esternazioni come mi passo la parola

mentale oppure brividi di sapore e modi di dire che non sono generalmente

attribuibili ad un ragazzo di 22 anni (reali ottenimenti o non voglio perderti

perché dovrei soffrire).

In generale quindi ciò che si individua come comune tra il modo di parlare dei ragazzi autistici è la comunicazione costante dei propri sentimenti, esprimendoli sia con modalità semplici (molta fatica oppure

vorrei starti

vicino) che caratterizzanti (rovinato sono oppure mio papa è viola). Inoltre i

ragazzi crescono nel tempo con i propri facilitatori e imparano con loro a comunicare.

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