3. Gli incendi boschivi
3.2. Influenze ambientali degli incendi boschivi
3.2.1. Danni diretti ed indiretti
I danni causati dagli incendi boschivi hanno diverse caratteristiche che variano a seconda sia dall’andamento del fronte del fuoco, sia dalla regione dove è passato; come conseguenze si presentano effetti che riguardano il suolo, la vegetazione, la fauna, l’atmosfera ed il paesaggio (BERARDI, 2008).
Generalmente, la vegetazione percorsa dal fuoco risulta praticamente distrutta, nel suo insieme di massa legnosa più erbacea; in questi casi, successivamente, sul terreno percorso dall’incendio si sviluppa la vegetazione pioniera. In generale, si riscontra come incendi che colpiscano ripetutamente una medesima area ne portino all’impoverimento progressivo del terreno. Si rileva come, nel contesto dei danni da incendio, i soprassuoli maggiormente colpiti siano quelli composti da conifere, mentre nel caso dei boschi a latifoglie si riscontra come siano più resistenti, sia fustaie che cedui. Nel caso delle
conifere, i boschi vanno quasi sempre distrutti (perdita di soprassuolo) e successivamente ulteriori problemi sono causati all’instaurarsi di vegetazione erbacea ed arbustiva infestante; nel caso dei boschi a latifoglie invece, le piante, grazie alla loro capacità pollonifera, hanno la possibilità di ricostituire il bosco in tempi relativamente brevi, salvaguardando anche il terreno dal pericolo di erosione (REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA, 2004).
Schematizzando, un incendio boschivo è in grado di produrre diverse tipologie di danni al territorio, diretti ed indiretti.
Possono generarsi danni diretti come:
• distruzione diretta del soprassuolo, con perdita del materiale legnoso e della massa verde utile;
• scomparsa di specie in via d’estinzione;
• distruzione di nicchie ecologiche, di habitat e di interi ecosistemi (FADDA);
• impermeabilizzazione della superficie del suolo e, conseguentemente, aumento del deflusso superficiale e dell’azione erosiva dell’acqua (fonte: vedi n°14);
• danni ai beni materiali ed alle persone. E danni indiretti come:
• diminuzione della produzione di ossigeno; • danno alla conservazione naturalistica;
• danno al paesaggio, alla fruizione turistica ed alle attività connesse con un territorio ben conservato;
• predisposizione all’innesco di dissesti idrogeologici; • alterazioni microclimatiche.
3.2.1.1. Effetti del fuoco sulla zoocenosi
Una regione colpita da un incendio boschivo subisce profonda alterazione del proprio ecosistema, che non riesce più, in parte o totalmente, a svolgere le sue funzioni. Come logica conseguenza della scomparsa della vegetazione, si verifica progressivamente la scomparsa degli animali erbivori, dei loro predatori carnivori, unitamente ai volatili; nel caso di incendi ridotti possono sopravvivere organismi nel sottosuolo, quand’anche la stabilità del suolo non risenta delle erosioni e delle biodegradazioni successive all’evento.
Nelle zone colpite ripetutamente dal fuoco, gli effetti sulla zoocenosi si aggravano ulteriormente a causa della modifica del microclima e dell’alterazione del tipo di
vegetazione (MARTINOLLI S., 2007).
3.2.1.2. Effetti del fuoco sui suoli
Gli effetti che un incendio boschivo può provocare sui suoli sono complessi, in quanto legati alla precedente qualità e morfologia del suolo, al tipo di incendio occorso, ed al contesto naturale ed umano che si instaurerà successivamente (MARTINOLLI S., 2007). Il suolo, al passaggio del fuoco, è soggetto ad un forte incremento della temperatura che coinvolge solamente lo strato più superficiale del terreno, fenomeno che ne comporta un’alterazione della struttura, della composizione chimica, e nei microrganismi presenti in questo livello (BERARDI, 2008).
Generalmente gli effetti che si registrano sui suoli percorsi da incendio sono:
• erosione di materiale solido di superficie, con la formazione di tipici microsolchi erosivi, solchi e trincee generati dalle gocce di pioggia impattanti e dal ruscellamento superficiale sulla superficie nuda del terreno (fonte: vedi n°14);
• dilavamento di una discreta quantità di sostanze nutritive, costituenti il suolo e le ceneri di combustione (fonte: vedi n°14);
• incremento del pH per la demolizione termica degli acidi organici che derivano dal processo di umidificazione e per l’accumulo di ceneri alcaline (BOVIO et al., 2007); • incremento del contenuto in carbonio nello strato più superficiale e successivamente in quello più profondo (BOVIO et al., 2007);
• alterazione delle caratteristiche idrauliche, da cui ne consegue che le acque di passaggio post incendio drenino il sedimento fertile superficiale;
• diminuzione della risorsa d’acqua disponibile necessaria alla rigenerazione del bosco;
• infertilità dei suoli nonostante i nutrienti apportati dalla cenere (fosforo, azoto, magnesio, potassio e sodio), poiché la cenere stessa influisce negativamente sullo sviluppo radicale delle piante inibendo l’assorbimento proprio di tali nutrienti (BERARDI, 2008);
• degrado delle proprietà biochimiche, con la diminuzione della materia organica peggiora la struttura del terreno forestale, influendo sulla capacità del terreno di trattenere l’acqua; da ciò deriva una maggiore aridità degli strati superficiali (BERARDI, 2008).
Per tentare di contenere questi danni, si possono eseguire sul terreno alcune tipologie di interventi come il ripristino di humus, il rimboschimento guidato e la regimazione dei
ruscellamenti (MARTINOLLI S., 2007).
Lo strato idrofobico che si crea consiste in sostanze cerose che si generano dal materiale vegetale presente sulla superficie del suolo dopo il passaggio del fuoco; a causa delle alte temperature queste sostanze hanno la capacità di penetrare nel suolo sotto forma di gas e, raggiungendo gli strati meno superficiali a minor temperatura, passano allo stato solido formando pellicole impermeabilizzanti tra le particelle di suolo. Lo strato idrorepellente, così formatosi, si colloca generalmente tra 1 e 8 cm al di sotto della superficie del suolo, con uno spessore medio sui 2,5 cm (REGIONE CAMPANIA, 2001). Inoltre, queste alterazioni delle condizioni naturali del suolo, causate appunto dal passaggio del fuoco, possono favorire, in determinate condizioni, fenomeni di dissesto del versante interessato (BERARDI, 2008).
Fig. 3.4 - Variazioni del deflusso superficiale delle acque in relazione al grado di copertura del suolo (fonte: vedi n°5)