I. 6 “Mores” e principato La fine dei Giulio-Claudi.
II.1.1. Innovazioni e provvedimenti per la cura
annonae.
In età repubblicana ad occuparsi del reperimento del grano e a soprintenderne lo smercio nella città, erano gli edili89. La grave carestia che imperversò tra il 23 ed il 22 a.C., costrinse Augusto a fornire a proprie spese il grano per dodici frumentationes e quindi ad assumere la cura annonae90. Successivamente,
89 C.NICOLET, Il mestiere di cittadino nell’antica Roma, Roma 1980, p.224; P.VEYNE, Il pane e il
circo, Bologna 1984, p.386.
90Le imprese del divino Augusto, 15, 5; DIONE CASSIO, Hist. Rom., 54, 1-4. In quello stesso anno,
Augusto rifiutò l’offerta di una dittatura, così come quella di un consolato annuo e perpetuo. Il ritorno ad una carica repubblicana, la dictatura o il consolato, sarebbe stato un passo indietro sotto il profilo costituzionale perché dalla riforma dell’anno precedente (nel 24 a.C. assunse, infatti, la tributaria
potestas) egli si era elevato al di sopra delle magistrature ordinarie e straordinarie. L’assunzione di
questi titoli avrebbe diminuito la sua posizione, pertanto Augusto li rifiuta. Accettò invece la cura
tra il 7 ed il 14 d.C., in occasione di altre difficoltà nell’approvvigionamento, il princeps avviò una radicale riforma dell’organizzazione annonaria, che ebbe per esito la creazione della
prefectura annonae91.
A capo della prefectura annonae vi era un funzionario equestre di altissimo rango. L’imperatore, nella scelta di questo prefetto, teneva conto, oltre che del rapporto di fiducia maturato fino a quel momento, anche di una sua particolare competenza finanziaria92. Alla morte
repubblicane. Egli, infatti, assumeva l’incarico della curatio annonae scissa però dall’officium magistratuale, come aveva fatto con la tribunicia potestas.
91 H.PAVIS D’ESCURAC, La prefecture de l’annone. Service administratif imperial d’Auguste à
Costantin, Rome 1976.
92 C.NICOLET, Il mestiere di cittadino nell’antica Roma, Roma 1980, p.224; P.VEYNE, Il pane e il
di Augusto, nel 14 d.C., la prefectura annonae fu un istituto mantenuto da Tiberio. Rispetto ad Augusto, che amava tenere in buon umore la plebe con continue elargizioni di grano ed offerte di spettacoli, il suo successore, risalendo in questo alla politica di Cesare, attuava un programma di stretta economia93. Tale programma consentiva al princeps di rispondere tempestivamente alle esigenze del popolo nei casi di carestia: poteva, infatti, provvedere egli stesso a rimborsare i mercanti della differenza rispetto alla loro richiesta, consentendo ai ceti meno
alla distribuzione del grano, doveva acquistare il grano e concludere i contratti con mercatores e
negotiatores frumentarii.
93 SVETONIO, Tiberio, 34, 1: “Ludorum ac munerum impensas corripuit, mercedibus scenicorum
abbienti di comprare il grano ad un prezzo più basso94. Questa severa politica del risparmio e delle restrizioni impedì a Tiberio di investire nelle infrastrutture e sul personale dell’organizzazione annonaria che, durante il suo Impero, non subì alcuna riforma95. Ancora meno si può dire su Caligola, un po’ per la scarsità d’informazioni attendibili che abbiamo sulla sua vita e sul suo governo96, un po’ per la limitata durata del suo impero, di appena quattro anni (dal
94 TACITO, Annali, II, 87: “Saevitiam annonae incusante plebe statuit fumento pretium, quod emptor
penderet, binosque nummos se additurum negotiatoribs in singulos modios”.
95 A. H. M. JONES, Documents Illustrating the Reigns of Augustus and Tiberius, Oxford 1976, p. 944. 96 Le parti dell’opera tacitiana dedicate all’età di Caligola sono andate perdute. Possediamo solo quanto
scrissero Svetonio e Cassio Dione le quali sono ostili al governo e alla condotta di questo imperatore e pertanto poco attendibili poiché puntarono a mettere in risalto aneddoti e gli aspetti di devianza psichica che pure caratterizzarono la vita di Gaio Caligola.
37 al 41d.C.)97. Certo è noto che Caligola, in netta contrapposizione con la severitas tiberiana, amava far godere le masse popolari elargendo giochi e spettacoli, ma si trattava di una generosità limitata al futile ed al superfluo, disinteressata, dunque, al miglioramento degli istituti che Augusto aveva creato e lasciato in eredità alle competenze personali dei suoi successori98. A partire dal 54 d.C., un impero, caratterizzato anch’esso da un grande sperpero finanziario, fu quello di Nerone. Questi, infatti, nell’ambito della sua politica interna, dispotica e
97 Un periodo troppo breve rispetto al lungo principato sia di Augusto che di Tiberio. Essi, su un più
lungo lasso di tempo, ebbero, ovviamente, maggiori occasioni di occuparsi del benessere e della incolumità degli abitanti dell’Urbe.
filopopolare, impiegò le risorse dello Stato a favore di feste e iniziative prive di equilibrio politico99, trascurando, ancora una volta l’incremento dell’istituto dell’annona come degli altri istituti già esistenti100. Una svolta significativa si ebbe, invece, dal 41 al 54 d.C., col suo predecessore, Claudio.
Sotto questo imperatore, infatti, oltre alla
statio annonae di Roma, vennero istituite stationes distaccate nei porti di Pozzuoli e, più
tardi, anche in quello di Ostia, la cui costruzione
99 L’assenza di equilibrio politico e i danni che ne scaturirono per la politica interna di questi anni sono
evidenti nei risultati della riforma finanziaria del 58 d.C. I prodotti dei latifondi senatorii (olio, vino, cereali), non più protetti dalle barriere doganali, non ressero alla concorrenza delle merci provinciali. Da qui una crisi economica e quindi sociale nell’ambito della nobilitas romana.
rientra proprio nel programma di opere pubbliche attuato da Claudio101. Mise, inoltre, a disposizione del praefectus annonae una cassa particolare e autonoma: il fiscus frumentarius, è questa l’innovazione più importante che egli apportò nell’ambito dell’istituto dell’annona102.
101 Il porto di Ostia costò 88 milioni di denarii. Cfr. A. MOMIGLIANO, Claudius. The Emperor and
his achievement, Cambridge, 1961, p.111.
102 VELLEIO PATERCOLO, Hist. Rom., 2, 3; SVETONIO, Tiberio, 8. Cfr. B. LEVICK, Claudius