Extrait de Jean-Claude Beacco, Michael Byram, Marisa Cavalli, Daniel Coste, Mirjam Egli Cuenat, Francis Goullier e Johanna Panthier (2010): Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli per una educazione plurilingue e interculturale, Strasbourg, Conseil de l’Europe (trad. italienne)
Caratteristiche generali Questo scenario intende presentare, in modo quasi paradossale, un percorso di apprendimento bi-plurilingue che può essere realizzato con costi contenuti, senza la necessità di un’“alta” formazione per tutto o una parte del corpo insegnante e può servire da prima minima base e da fase preparatoria a scenari più ambiziosi.
ISCED 0, CITE 0
Finalità. Una educazione precoce alla pluralità e alla diversità delle lingue è l’obiettivo che viene proposto in questo ciclo riconoscendo e accogliendo i repertori linguistici degli appren-denti. La sola lingua insegnata come materia usata in tutti gli ambiti di attività è la lingua di scolarizzazione.
Modalità. Attività di sensibilizzazione delle lingue sono utilizzate per:
• far comprendere, attraverso semplici attività di ascolto e di osservazione, la diversità della lingua di scolarizzazione (accenti, forme di saluto, registri, ecc.);
• far (ri)conoscere agli apprendenti, renderli consapevoli e valorizzare la pluralità linguistica e culturale esistente nella classe ed attorno alla classe
• prevedere, quando ciò è possibile, l’uso più o meno specifico delle lingue degli allievi nei vari domini di attività e nelle attività ludiche;
• utilizzare cartelloni, poster, ecc. per visualizzare la presenza di queste lingue nella classe;
• sensibilizzare i bambini che stanno concludendo il ciclo, con adeguati materiali, già di-sponibili, all’esistenza di altre lingue a loro sconosciute.
ISCED 1, CITE 1
Finalità Il contributo propedeutico della lingua di scolarizzazione all’insegnamento bilingue consiste, in questo ciclo, nel continuare a prendere in considerazione i repertori degli stu-denti e nel lavorare sulla loro pluralità arricchendola via via di altre dimensioni (lo scritto e la sua relazione con l’orale, l’uso della lingua nei domini disciplinari con i loro generi discorsivi e le loro lingue specifiche). A partire dal terzo anno, si introduce la prima lingua straniera, inse-gnata come materia, per arricchire il repertorio linguistico degli allievi tenendo I due scenari seguenti tengono conto soltanto della situazione in cui la seconda lingua di scolarizzazione
è una lingua straniera. conto, ampliandolo e rendendolo più complesso, del lavoro sulla plu-ralità linguistica iniziato con e nella lingua di scolarizzazione.
Modalità A partire dal quarto anno, nelle attività sono puntualmente e gradualmente utilizzati documenti scritti ed orali in lingua straniera rappresentativi dei generi discorsivi propri di ogni area disciplinare:
• ridondanti, all’inizio, rispetto ai contenuti, perché già noti e acquisiti nella lingua di scola-rizzazione;
• presentando, successivamente, informazioni nuove la cui comprensione orale/scritta è posta come obiettivo delle attività;
• queste informazioni vengono poi sfruttate nella lingua di scolarizzazione;
• passando con facilità da documenti nella prima lingua straniera ad altri nella lingua di sco-larizzazione e viceversa, aiutando in tal modo gli apprendenti a sviluppare la competenza di mediazione.
ISCED 2, CITE 2
Finalità L’educazione plurilingue ed interculturale riguarda in parte anche il contenuto delle discipline. L’insegnamento della prima lingua straniera, per il quale – nella classe di lingua – si usano anche testi e documenti che presentano contenuti relativi alle diverse discipline, prevede momenti specifici di produzione orale e prove di produzione scritta parallelamente a quanto viene svolto nelle discipline insegnate nella lingua di scolarizzazione. A seconda delle competenze linguistiche nella prima lingua straniera degli insegnanti delle varie discipline, queste attività possono essere svolte anche nel corso delle loro lezioni. L’insegnamento di una seconda lingua straniera è introdotto con le stesse finalità indicate per la prima lingua straniera per il livello ISCED 1.
Modalità Le dimensioni linguistiche, discorsive e più generalmente semiotiche delle varie discipline sono oggetto di riflessione e di pianificazione comuni tra gli insegnanti delle materie linguistiche e quelli delle altre discipline. Momenti e attività di intercomprensione possono essere organizzate congiuntamente dai docenti di lingua di scolarizzazione e straniera per esercitare gli studenti alla comprensione di lingue tra loro correlate, ed eventualmente, a partire da argomenti di studio, anche alla comprensione dei generi discorsivi utilizzati nelle differenti discipline. La gestione del repertorio plurilingue che gli apprendenti stanno co-struendo è sollecitata tramite varie attività che li inducono ad utilizzare le risorse linguistiche e le competenze interlinguistiche di cui dispongono. Quando viene introdotta la seconda lingua straniera, gli insegnanti di lingua lavorano insieme per definire ed elaborare approcci, attività e obiettivi convergenti, benché diversamente dislocati nel tempo.
ISCED 3, CITE 3
Finalità Sono le stesse del livello ISCED 2. Occorre tuttavia tenere conto che la lingua di scolarizzazione e le lingue straniere insegnate come materia in questo ciclo: - si rivolgono a studenti che – a seconda dell’indirizzo professionale – entreranno direttamente nel mondo del lavoro o proseguiranno negli studi; - sono maggiormente centrate sugli aspetti letterari e culturali della loro formazione. Poiché le discipline che caratterizzano ogni indirizzo utilizza-no lingue, linguaggi e generi discorsivi molto più specifici e precisi che nei cicli precedenti, l’insegnamento della lingua di scolarizzazione e, almeno in parte, delle due lingue straniere è particolarmente rivolto a: - renderne consapevoli gli apprendenti; - fornire loro i mezzi e il supporto necessari per acquisirli in misura diversa, a seconda delle lingue.
Modalità Verso la fine del ciclo, la prima lingua straniera potrebbe cessare di essere inse-gnata per diventare lingua utilizzata nell’insegnamento di una disciplina in alternanza con la lingua di scolarizzazione. Nell’insegnamento della seconda lingua straniera si cominciano ad utilizzare supporti e materiali orali e scritti in questa lingua per le discipline che caratterizzano ogni indirizzo e, quando ciò è possibile, anche nelle lezioni delle altre discipline. La collabora-zione tra gli insegnanti di lingua permette di rendere più efficaci i vari insegnamenti, di creare ponti tra le diverse lingue (crosslinking) ed attivare strategie di transfer interlinguistico. Il loro lavoro in comune con gli insegnanti delle altre discipline permette di creare “ponti” didattici tra la dimensione disciplinare che caratterizza ogni indirizzo e la sua componente linguistica.
(cfr. anche, per una trattazione più dettagliata di questi aspetti, lo scenario per la formazione professionale breve).
http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Source2010_ForumGeneva/GuideEPI2010_IT.pdf
Finito di stampare nel mese di ottobre 2015 da la grafica srl - Mori (TN)
Printed in Italy
Il Profilo delle politiche educative per le lingue o Language Edu-cation Policy Profile è un format di auto-analisi proposto dal Con-siglio d’Europa di Strasburgo, Unità delle Politiche linguistiche ai Paesi membri. Si tratta, in particolare, di un processo di auto-va-lutazione assistito da esperti, volto a rilevare le modalità di realiz-zazione della politica educativa per le lingue in una data nazione, ma anche regione, provincia o città. Non costituisce quindi una
“valutazione esterna”: l’ottica è di attivare un processo di rifles-sione, guidato da esperti designati dal Consiglio, da parte delle autorità locali e dei membri della società civile sulle azioni in atto e sulle possibili evoluzioni con riferimento al tema delle politiche linguistiche.
Il volume contiene suggerimenti, spunti di analisi, approfondi-menti critici per il mondo della scuola, anzitutto, ma anche per decisori politici e rappresentanti di interessi educativi presenti nel-la società.
Jean-Claude Beacco è professore ordinario di Scienze del lin-guaggio e di didattica delle lingue e delle culture all’università Sor-bonne-Paris III, esperto di politiche linguistiche educative, consi-gliere speciale (dal 1998) presso l’Unità delle politiche linguistiche del Consiglio d’Europa.
ISBN 978-88-7702-399-5