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Capitolo II Materiali e metod

4.3 Come si inserisce in letteratura

Lo scopo di questo lavoro è stato quello di definire un nuovo procedimento per indagare i segmenti di rachide misurando simultaneamente sui dischi intervertebrali e sulle vertebre le deformazioni superficiali associate ad essi. Le configurazioni di carico non sono state applicate con lo scopo di replicare qualsiasi task motorio fisiologico, ma essendo uno studio preliminare della biomeccanica del rachide, nell’ottica di metterci in condizioni controllate,

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abbiamo scomposto i movimenti possibili del rachide in singole componenti di movimento, al fine di capire anche le possibili limitazioni di questa tecnica.

Le prove in vitro svolte fin ora, riguardanti lo studio delle deformazioni del rachide, sono state fondamentali poiché hanno costituito un ottimo punto di partenza per nuove applicazioni nel campo della biomeccanica del rachide, permettendoci anche di mettere in pratica il nostro lavoro, dimostrando quindi l’importanza di uno studio delle deformazioni di segmenti di rachide a tutto campo, date le grandi disomogeneità dei gradienti di deformazione tra l’osso e il disco.

4.4 Limiti

Innanzitutto alcune limitazioni riguardano lo strumento di misura, ossia il sistema DIC. Infatti gli svantaggi riscontrati nell’utilizzarlo sono:

 Una minore precisione rispetto ad altre tecniche di misura.

 La necessità di doverlo ottimizzare nel migliore dei modi per ogni specifica applicazione.

 Un’analisi pseudo real-time, con il bisogno di elaborare e correlare, entro alcuni minuti, l’immagine.

 La necessità di una preparazione della superficie del provino [23].

Un’altra limitazione è legata alla rimozione dei tessuti circostanti al provino. Tale procedura da un lato è necessaria per uno studio più dettagliato del provino e con minore percentuale di errore, dall’altro limita una fedele riproduzione fisiologica.

Per quanto riguarda i carichi, in questo studio, sono state applicate delle varianti semplificate rispetto a quelli reali fisiologici. Abbiamo comunque cercato di riprodurre le componenti di carico più significate e più simili a ciò che si riscontra nella realtà. Tale semplificazione è stata introdotta poiché il nostro studio è da considerarsi preliminare, quindi si è basato sullo studio del metodo che sarà poi utilizzato per indagare la biomeccanica del rachide.

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Capitolo V

Conclusioni

L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di sviluppare una metodologia che quantificasse la distribuzione della deformazione superficiale su strutture complesse, quali segmenti di rachide toracico e lombare multi-vertebre di maiale, considerando contemporaneamente sia i dischi (quindi i tessuti molli) che le vertebre (quindi tessuti rigidi), servendosi della DIC e, partendo da un’adeguata preparazione del pattern oltre che dall’ottimizzazione di parametri relativi alla DIC. Questa tecnica di misura delle deformazioni si è dimostrata essere un valido aiuto per lo sviluppo di un metodo di analisi della biomeccanica del rachide. Infatti ha messo in evidenza come tra i diversi tipi di tessuti adiacenti (rigidi e molli) siano presenti distribuzioni di deformazione diverse, confermando l’importanza di indagare segmenti di colonna vertebrale tramite l’utilizzo di uno strumento che permetta una visione a tutto campo, al fine di completare la valutazione del range of motion e della rigidezza (oggetti di studio dei test biomeccanici in vitro svolti fino a questo momento).

Per ovvie ragioni di interesse, tale procedura è stata applicata con successo su un campione di tipo umano.

Focalizzandoci su ciò che possono essere gli sviluppi futuri possiamo dire che i risultati ottenuti da questo studio implicano nuove possibili applicazioni per lo studio della biomeccanica del rachide, puntando anche a migliorare i trattamenti chirurgici. In particolare potrebbe essere un ottimo punto di partenza cercare di aumentare la complessità delle prove in

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Ringraziamenti

Sono giunto al termine di questa avventura con un bagaglio pieno di esperienze, successi e sacrifici. Non è stato affatto facile passare da mere formule teoriche alle applicazioni pratiche affrontate durante l’esperienza in laboratorio. Ed è per questo che adesso vorrei dire GRAZIE ad alcune persone che mi hanno accompagnato, sostenuto ed incoraggiato durante questo percorso.

Innanzitutto vorrei ringraziare il prof. Luca Cristofolini per la fiducia dimostratami e per avermi dato la grande opportunità di lavorare con lui in un laboratorio di biomeccanica per un progetto così interessante e ambizioso, offrendomi quindi la possibilità di mettermi in gioco con nuove realtà e di dare, nel mio piccolo, un contributo alla ricerca. Vorrei inoltre ringraziarlo anche per l’imminente esperienza all’estero che mi ha aiutato a realizzare.

Un caloroso grazie vorrei dedicarlo al correlatore più simpatico ed elegante di tutta l’Università di Bologna. Grazie Marco per la pazienza e la disponibilità che mi hai dimostrato in questi mesi. Grazie per aver creduto in me fino alla fine e per avermi sostenuto e spinto a dare il massimo soprattutto in queste ultime settimane. Grazie anche per i consigli e i suggerimenti che mi hai dato e per avermi fatto, sì lavorare con serietà e impegno, ma mantenendo sempre un clima sereno e scherzoso. Spero di essere stato all’altezza di quanto mi è stato chiesto di fare, di certo l’impegno e la passione da parte mia non sono mancati. Grazie anche per avermi inserito come coautore della pubblicazione scientifica. Ah dimenticavo! Mi scuso per la mia poca esperienza con Matlab, ma mi prometto di migliorare e imparare.

Vorrei inoltre ringraziare Toti per il supporto e i consigli che mi ha dato durante questi mesi. Grazie anche a te che sono riuscito a portare a termine questo lavoro, con il tuo impegno e la dedizione al lavoro. Fedele compagna di pulizia dei provini, grazie alla quale anche questa parte del lavoro è risultata piacevole.

Infine vorrei ringraziare tutti i componenti del laboratorio di biomeccanica di Via Terracini. In particolare vorrei dire grazie Kavin per avermi insegnato e spiegato nel dettaglio tante cose a me sconosciute e, per avermi fatto ridere con le tue battute sempre a portata di mano. Grazie anche a Federico e Alberto. Spero in futuro di avere nuovamente l’opportunità di lavorare ad un progetto simile e con le stesse persone con le quali ho avuto il piacere e l’onore di lavorare in questi mesi.

Un doveroso grazie, lo devo dedicare ai miei genitori. Questo traguardo è sicuramente frutto del mio impegno, ma in gran parte è anche merito vostro. Senza il vostro sostegno e i vostri

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sacrifici non sarei mai potuto arrivare a fare tutto questo. Grazie per esserci sempre e per avermi trasmesso valori e principi che mi hanno fatto diventare quello che sono. So che un semplice grazie è riduttivo, ma non finirò mai di ringraziarvi. Grazie anche a mia sorella Martina, la mia prima amica della vita, che mi ha sempre tenuto per mano.

Un pensiero speciale anche ai miei nonni, la saggezza della famiglia. A voi che avete sempre saputo ascoltarmi e sorprendermi e, che in questi tre anni mi avete supportato sotto ogni punto di vista, anche facendomi credere, ad ogni mio ritorno a casa, di essere “Sciupato”.

Un grazie speciale va anche a tutto il resto della famiglia.

Tra tutte le persone che ci sono state non posso non dedicare un grazie speciale ai miei amici di una vita: Federico, Christian, Fabrizio e Francesca. Nonostante stiamo percorrendo strade differenti, pur essendo distanti, a centinaia di chilometri, continuiamo a camminare accanto, a crescere insieme, a insultarci, a condividere gioie ma anche sofferenze, insomma continuiamo a coltivare quel rapporto di amicizia che da sempre ci contraddistingue. Siete la mia forza. Un ringraziamento speciale va anche alla “Banda”, al gruppo Meg, al Don e a Daniela, che nonostante la distanza e vedendoci anche solo una volta ogni due mesi, siete sempre riusciti a influenzarmi con la vostra positività.

Ringrazio anche i “reduci del 5H”. Il caso ci ha fatto diventare compagni di classe, il destino ci ha reso amici!

Non posso non ringraziare i miei compagni di corso di questi tre anni intensi. Quante ne abbiamo passate! Giornate intere rinchiusi in casa o in biblioteca a studiare, facendoci forza l’un l’altro, riuscendo a conciliare impegni, divertimento (quante serate al Verdi) e serietà. Dai sulla serietà scherzavo. Un grazie speciale va a Guido, Mario (per gli amici Enrico o forse il contrario), Lorenzo, Ufo, Luppi e Matilde. Ringrazio, inoltre, calorosamente le ragazze di Casalbone per avermi ospitato e sopportato in questi due ultimi mesi da sfollato. Scusate e grazie ancora, ma è più facile trovare l’ago nel pagliaio che una casa a Bologna !

Grazie anche a Elisa e Chiara che in questi sei mesi abbiamo condiviso questa nuova esperienza nel laboratorio sostenendoci a vicenda nei momenti di difficoltà. Grazie anche per gli appunti che vi ho “scroccato” soprattutto in quest’ultimo anno di università (Beh ma anche prima dai).

Ringrazio inoltre i coinquilini di Via Savolini. Grazie al dottor Cosimo, allo scugnizzo Federico, a Davide l’aggiusta tutto, al maresciallo Mario e all’MVP Savino. Siete e rimarrete i coinquilini più ignoranti della storia. Ah dimenticavo! Grazie anche a Luca P. .

Un grazie speciale va a Francesca. Grazie perché mi sei stata sempre vicino, mi hai sempre infuso coraggio e sei sempre stata in grado di consolarmi e ascoltarmi. Insieme abbiamo

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superato tanti ostacoli e mi hai reso una persona migliore. Grazie soprattutto per quest’ultimo periodo, mi hai aiutato a vedere la fine che non arrivava mai e insieme abbiamo gioito e pianto di gioia per questo traguardo. Sei speciale !

Grazie anche a voi che siete lassù e che mi avete aiutato nei momenti più bui in cui non vedevo una via di uscita. Grazie nonno Virgilio e nonna Maria e grazie al mio angelo Daniele. Infine grazie ad ogni persona che è passata nella vita. Tutti avete lasciato un po’ di voi e spero vi siate portati via un po’ di me. C’è chi si è portato via molto e chi meno, ma non ci è stato chi non ha lasciato nulla.

Grazie a tutti.

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