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Il tema di questa tesi è innovativo e i risultati emersi non sono diretti strettamente all’ergoterapia nella gestione delle persone obese con dipendenza dal cibo. Di conseguenza, è necessario interpretare i dati emersi (Wolcott, 1994) perché rende possibile evidenziare quale e in che modalità le strategie emerse dai risultati potrebbero essere trasferibili in un intervento ergoterapico. A quale scopo sono state costruite le seguente tabelle 2, 3 e 4 frutto di un ragionamento ergoterapico basato sui risultati emersi della precedente ricerca e sui concetti attuali della scienza occupazionale, basata sull’importanza dell’occupazione nella natura umana (Henderson et al., 1991). L’analisi attenta dei 10 articoli ha permesso la comprensione delle problematiche psicosociali e cognitivo-comportamentali correlati allo stato di dipendenza. Sono stati anche identificati gli obbiettivi da raggiungere e le strategie da mettere in atto nella riabilitazione delle persone obese la cui vita è compromessa dalla dipendenza dal cibo e/o dal BED. Queste considerazioni riflettono entrambi gli aspetti conosciuti e non di questi interventi e richiedono quindi maggiori verifiche scientifiche.

Il miglioramento della performance occupazionale, ossia la capacità dell’individuo a svolgere le sue AVQ, sta alla base di ogni intervento ergoterapico. Martin e al (2008) utilizzano il Modello dell’Occupazione Umana (MOHO) di Kielhofner et al. (1998) per rivolgere il loro intervento presso le persone con dipendenze classiche. Si tratta del primo modello concettuale nella storia dell’ergoterapia che mette l’accento sull’occupazione come strumento riabilitativo. Le tre dimensioni che compongano questo modello “identità occupazionale”, “competenza occupazionale” e “setting del comportamento occupazionale” corrispondono al concetto del modello ergoterapico PEO di Law et al. (1996) che definisce la performance occupazionale come il risultato dell’interazione dinamica tra la persona (Person), l’ambiente (Environment) e l’occupazione (Occupation).

I risultati di questa ricerca saranno quindi interpretati e organizzati secondo queste tre dimensioni:

§ Tabella 2: Persona e l’identità occupazionale,

§ Tabella 3: Comportamenti occupazionali e abitudini, § Tabella 4: Ambiente fisico e sociale.

Inoltre, ogni tabella, integrerà gli strumenti di valutazione emersi della ricerca e ritenuti idonei per la pratica dell’ergoterapia.

La tabella 2 presenta gli obbiettivi e le strategie riferiti alla “persona”. La persona è considerata in modo olistico come un insieme di spirito, di corpo e di spiritualità ed è definita come un individuo unico che assume diversi ruoli. Si prendono anche in considerazione la storia della persona, le sue esperienze cosi come le sue competenze, la abilità fisica, sensoriale e cognitiva (Morel-Bracq, 2017). Kielhofner (1998) parla della dimensione personale della “volition” ossia la motivazione a svolgere le occupazioni, fondata sulle la capacità di controllo, le speranze, la stima di sé, i valori e gli interessi.

Tabella 2. Persona e l’identità occupazionale

Obiettivi Strategie occupazionali 1. Aumentare la coscienza di sé/ percezione di sé 2. Aumentare le competenze cognitive, la meta-comunicazione e l’autoefficacia 3. Modificare i pensieri disfunzionali 4. Gestire lo stress e le emozioni negative come la rabbia, la tristezza e la paura 5. Sviluppare la dimensione spirituale e aumentare la stima di sé 6. Aumentare la motivazione

1. CBT, DBT o IPT integrate ad occupazioni, in sedute individuali o di gruppo, all’interno di interventi basati sull’interazione, la percezione, l’espressione o le competenze.

2. Partecipazione in attività che facilitano un apprendimento cognitivo, intuitivo ed esperienziale e che permettono alla persona di sviluppare le sue capacità d’anticipazione e d’adattamento.

3.Partecipazione in attività che allenano il controllo dell’impulsività e la gestione dei conflitti.

Comprensione dei processi cognitivi (ricompensa, priming, ricaduta) 4. Miglioramento della performance occupazionale per ridurre i fattori di stress.

Insegnamento e pratica di tecniche di gestione dello stress e strategie di coping: mindfullness, meditazione, rilassamento muscolare, visualizzazione e respirazione profonda.

5. Facilitare la partecipazione a gruppi OA con modalità 12-steps

6. Sviluppo della relazione terapeutica, organizzazione di interventi brevi (di circa 30min): colloquio, telefono, mail, diario. Le modalità e la durata degli interventi brevi non sono ancora stati dimostrati chiaramente dalla ricerca.

Interventi basati sull’autocritica, la pianificazione e la responsabilità. Partecipazione in occupazioni in quale la persone si identifica e dove trova un nuovo ruolo che la soddisfa. Collaborazione tra i peer support specialist e l’ergoterapista per le questioni specifiche delle AVQ

Strumenti di valutazione

Yale Food Addiction Scale (YFAS), Rosenberg Self-esteem Scale (RSES, Quality of life Rating Scale (QOLR), Beck Depression Inventory (BDI).

La tabella 3 si riferisce agli obbiettivi e le strategie in relazione alle attività di vita quotidiana in generale e alle aree di occupazione del “tempo libero”, “partecipazione sociale” e “lavoro” in particolare. Queste tre aree occupazionali sono state maggiormente studiate negli articoli basati su interventi ergoterapici. Con comportamenti occupazionali e abitudini si intendono il grado di organizzazione, l’appropriatezza sociale, la flessibilità. Le occupazioni sono gruppi di attività e compiti nei quali l’individuo si impegna per rispondere ai suoi bisogni e la cura di sé, d’espressione e di realizzazione personale (Morel-Bracq, 2017).

Tabella 3. Comportamenti occupazionali e abitudini

Obiettivi Strategie occupazionali 1. Cambiare le abitudini disfunzionali in abitudini sane 2. Gestire il tempo 3. Evitare situazioni a rischio 4. Sviluppare la partecipazione sociale 5. Definire la presa in carico

1. Allenamento in attività reali in un contesto ecologico (della persona) Adattamento delle attività per ottenere progressi graduali e durabili

Scelta di attività significative che sono facilmente incorporabili nella vita quotidiana. Se necessario, sostegno nella ricerca di formazioni e/o lavoro che permetta la reintegrazione della persona nella comunità.

2. Organizzare il tempo in modo da evitare situazioni di stress o tempi prolungati di svago (noia).

Pianificazione degli interventi in collaborazione con gli altri professionisti o gruppi di supporto/peer support specialist per assicurare una regolarità e una ripartizione strategica del sostegno nel tempo.

3. Organizzazione giornaliera in modo da evitare situazioni a rischio: percorso, momento per fare la spesa, organizzazione dei pasti, organizzazione dei luoghi di vita.

4. Favorire la partecipazione ad attività che sviluppino la partecipazione sociale secondo gli interessi e gli obbiettivi della persona (gruppi di sostegno, squadra sportiva, gruppi di cucina per imparare a preparare pasti sani, formazione professionale, gruppi di musica, danza, volontariato in un associazione, partecipazione alla cita della comunità…)

5. Cliniche di riabilitazione, ambulatorio, sostegno giornaliero con peer support specialist o settimanale con un gruppo OA, interventi brevi ergoterapici, cicli di 9 sedute riconducibili, lavoro multidisciplinare.

Strumenti di valutazione

Canadian Occupational Performance Measure (COPM), l’Activity Card Sort (ACS), lista interessi del MOHO, l’Activity of Daily Living Index, Modified barthel index, Performance Assessment of Self-Care Skills (PASS)

La tabella 4 concerne l’ambiente fisico e sociale della persona. L’ergoterapista considera particolarmente l’ambiente perché la persona è vista sotto un aspetto dinamico in costante divenire che interagisce con l’ambiente. Nel caso delle persone con obesità si potrebbe per esempio pensare ad un intervento che focalizzi la riduzione delle barriere architettoniche. Tuttavia, la peculiarità della dipendenza dal cibo porta l’ergoterapista a considerare anche altre dimensioni ambientali. Infatti, l’analisi dei risultati ha messo in evidenza la correlazione tra l’ambiente obesogenico e il tasso di ricaduta nelle persone con BED. Ha messo anche in luce l’influenza della famiglia o del gruppo di pari sulla motivazione e sulla scelta delle occupazioni. Questa tabella considera quindi l’ambiente nel senso ampio del termine, in funzione della prospettiva dell’individuo, del gruppo o della comunità.

Tabella 4. Ambiente fisico e sociale

Obiettivi Strategie occupazionali

1. Sviluppare relazioni

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