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Capitolo 2 Analisi storica

2 ANALISI STORICA .1 EVOLUZIONE STORICA DELL'AREA IN ANALISI .1 EVOLUZIONE STORICA DELL'AREA IN ANALISI

2.3 EVOLUZIONE STORICA ALA FONDELLI .1 Progetti antecedenti l'intervento Fondelli

2.3.2 Intervento Fondelli

2.3.2.1 Progetto di ampliamento e assegnazione a Fondelli

La continua esigenza dell'Università di potenziare il proprio organismo edilizio è sempre presente. Lo si poteva dedurre dalla cadenzata regolarità del tema nei discorsi inaugurali dell'anno accademico tenuti dai rettori. L'avvio di grandi progetti di ampliamento fu possibile grazie alla formazione dei Consorzi, che videro l'unione dello Stato e degli enti locali come soggetti finanziatori.18 L'ipotesi di ricorrere a finanziamenti straordinari per le sempre crescenti esigenze universitarie, ad integrazione delle scarse risorse disponibili, risale agli ultimi decenni del 1800, ma si concretizza solo nel 1903 grazie all'impegno del Rettore Raffaello Nasini. 19

Il primo Consorzio, sostenuto da un consistente contributo statale e che coinvolge, oltre allo Stato e all'Università, la Provincia e il Comune di Padova, prende l'avvio all'inizio del secolo - grazie all'impegno del rettore Nasini con la Convenzione per l'assetto e miglioramento della R. Università di Padova del 21 maggio 1903, approvata dalla legge 10 gennaio 1904, n. 26.20

Il secondo è costituito dalla Convenzione tra il governo e gli enti locali del Veneto per il completamento

della sistemazione edilizia della R. Università di Padova, approvata dalla legge 22 giugno 1913, n. 856. Ai

sottoscrittori del primo Consorzio si aggiungono le Casse di risparmio di Padova, Venezia e Verona, l'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, i comuni e le province di Belluno, Rovigo, Treviso, Udine, Venezia, Verona e Vicenza; la Convenzione suppletiva tra il governo e gli enti locali veneti per l'assetto edilizio della, R. Università di Padova, stipulata il 17 febbraio 1916, integra, senza modifiche di sostanza, la precedente.21 Questi due consorzi interessarono anche il Palazzo Centrale permettendo di iniziare la costruzione dell'ala, adiacente alle aule storiche, lungo via Cesare Battisti proseguendo l'auspicato piano di rinnovamento. Sic previde la costruzione ex novo di un fabbricato ad "L", con i prospetti esterni affacciati sul Naviglio e su via Cassa di Risparmio (attuale via Battisti), collegato alla parte antica. 22

Il progetto fu assegnato a Guido Fondelli, responsabile della scuola di Disegno e Ornato dell'Università di Padova, nel 1915. La nuova ala del Palazzo centrale lungo il Naviglio avrebbe dovuto ospitare gli istituti matematici e quelli giuridici.

2.3.2.2 L'architetto Guido Fondelli

Guido Fondelli giunge a Padova nel 1913, pochi anni prima di ricevere l'incarico per la costruzione della nuova ala di Palazzo Bo.

Fondelli nacque ad Arezzo il 14 novembre 1873. Il primo incarico che ottenne fu a Firenze nel 1893, dove ricevette la licenza di Professore di disegno Architettonico nel Regio Istituto di Belle Arti di Firenze. Rimase in toscana, insegnando in diverse scuole, fino al 1905 anno in cui ricevette la nomina, per concorso, a Professore di Architettura e Prospettiva nel R. Istituto di Belle Arti delle Marche in Urbino. Negli anni tra il 1908 e il 1912 ottenne ruoli come professore straordinario a Cagliari ed a Catania.23

18 M. Casciato, I concorsi per gli edifici pubblici: 1927-36, in Storia dell’architettura italiana a cura di Giorgio Ciucci e Giorgio Muratore, Milano, Electa, 2004, pp. 208-231.

19V. Dal Piaz, Il rettore Anti e il rinnovo edilizio dell’Università di Padova, in L’università e la città: il ruolo di Padova e degli altri

atenei italiani nello sviluppo urbano : atti del Convegno di studi, Padova,( 4-6 dicembre 2003) a cura di Giuliana Mazzi, Bologna,

CLUEB, 2006, p. 248.

20Ivi

21Ivi

22 V. Dal Piaz, Il palazzo del Bo: evoluzione di una fabbrica, p. 46.

23A. Favaro, I professori della R. Università di Padova nel 1922, Bologna, Stabilimenti poligrafici riuniti, 1922, p. 83. 20

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Nel 1913, come sopra accennato, è trasferito, per chiamata, alla Regia Università di Padova dove, solamente nel 1920, è incaricato dell'insegnamento della composizione architettonica nella R. Scuola di applicazione per gli ingegneri di Padova.

Uno tra i principali interventi di Fondelli a Padova, oltre alla progettazione dell'ala lungo via Cesare Battisti e Naviglio, è la realizzazione del complesso che ancora oggi è sede della biblioteca Pinali antica e degli Istituti Anatomici. Edificio costruito negli anni tra il 1922 e il 1930 in seguito alla demolizione degli edifici di San Mattia, che ospitano la biblioteca Pinali dalla sua apertura nel 1878.

Gli anni in cui si sviluppa la sua carriera come architetto a Padova si inseriscono in un periodo storico di radicale cambiamento per l’ intera nazione. I mutamenti politici dovuti all’affermarsi del regime fascista interessarono anche l'architettura degli edifici pubblici che, con il voluto richiamo alla romanità dell’impero, divenne mezzo di propaganda. Fondelli subì in prima persona le rapide modificazioni del periodo. Infatti vide bandito un concorso per il completamento del Palazzo Centrale in sostituzione al progetto da lui realizzato. Lo stile eclettico da lui seguito per la progettazione non rispecchiava più lo stile del regime; inoltre Fondelli apparteneva ad un ambito superato ed estraneo, per questioni anagrafiche e di aggiornamento, alla rinnovata competenza del settore.24

2.3.2.3 Inizio Cantiere

A differenza dei precedenti, l'intervento di Guido Fondelli, non prestò alcuna attenzione alle preesistenze storiche. Le demolizioni degli edifici presenti nell'area tra via Cesare Battisti e il Naviglio, iniziate nel 1913, sono effettuate senza tenere in considerazione il valore architettonico delle preesistenze. Infatti Brunetta sottolinea come "sulla via delle Beccarie, a partire dalla Torre fino al Canale, e lungo questo fino quasi al ponte su via S. Lorenzo, tutto quello che era a nord e ad est del Cortile Antico, del quadrilatero dell'Aula Magna e del corpo del Frigimelica, fu raso al suolo, e con questo si distrussero non solo storiche aule, non solo un lungo tratto delle muraglie che prime, tra il '200 e il '300, recinsero l'amico nucleo urbano e, (oggi aggiungeremmo), un tipico ritaglio del tessuto urbano di Padova, ma si determinò la perdita quasi totale di quella Torre, così antica, così cara all'Università, che subito, ancora nel 1551, la innalzò, la coronò poi con una elegante edicola campanaria, la decorò di un artistico orologio, e che era diventata ormai, senza cadere nel sentimentalismo, l'insegna dell'Università stessa."25 La demolizione degli ambienti che collegavano le storiche aule alla torre (evidenti nelle figure 2.18 e 2.19) compromise la stabilità di quest'ultima, creando un grave danno alle fondazioni tanto che il 30 agosto 1914, su ordinanza del Genio civile e della Soprintendenza, la torre fu capitozzata.26

24Ibid, p.84.

25G. Brunetta, Gli interventi dell'Università di Padova, cit. p. 63.

26V. Dal Piaz, Il palazzo del Bo: evoluzione di una fabbrica, cit. p.21 21

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Figura 2.18 - Via Beccarie prima delle demolizioni Figura 2.19 - Veduta area di Cantiere

finalizzate alla realizzazione della nuova ala (AUPd) progetto Fondelli (AUPd)

Guido Fondelli presentò il progetto per l'isola universitaria, che prevedeva la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica tra la vecchia torre e il palazzetto quattrocentesco con il fronte lungo circa 191 metri, il 28 novembre 1915 alla commissione edilizia. Questa, dopo aver giudicato anche un bozzetto in gesso della facciata, approvò il progetto. Poco dopo iniziarono i lavori del primo lotto che comprendeva i fabbricati lungo via Cesare Battisti e una parte di quelli lungo il Naviglio. Fondelli ottenne la codirezione dei lavori con il capo dell'Ufficio tecnico della R. Università di quel periodo, il professore Tomasatti. Il primo lotto fu portato a termine nella primavera del 1922. 27 La porzione dell'intera opera portata a termine dal primo lotto comprende il blocco lungo via Cesare battisti più la porzione lungo il Naviglio fino all'aula a sud del corpo scale principale, come è evidente nella figura 2.20. Dopo la conclusione di questo lotto i lavori restarono sospesi fino al 1925 per mancanza di fondi.28

Dai documenti storici presenti nell'Archivio Generale di Ateneo in particolare nel fondo Consorzi dell'Ufficio tecnico è stato possibile ricavare ulteriori informazione relative al primo lotto grazie ai contratti di appalto ed ai libretti delle misure.

Il contratto di appalto relativo al primo lotto fu stipulato il 15 agosto 1916 con Maran Ferruccio, consigliere del Consorzio Cooperativo Regionale Veneto con sede in Legnago, il quale si assume i lavori di costruzione di un'ala dell'edificio Centrale dell'Università fino al secondo cemento armato. 29

É presente anche il capitolato speciale di Appalto di Costruzione in cui è specificato che il nuovo edificio era destinato alla Facoltà di Giurisprudenza e alla Scuola di Matematica e furono seguiti i disegni del professor Fondelli. É indicato come l'area di intervento era limitata "tra la via Cesare Battisti, il Canale Navigabile ed il cortile dell'Università; a Nord dal vecchio Istituto di Chimica Generale, ed il vecchio Palazzo Universitario, dall'Aula Magna, fino al troncone di campanile ancora esistente."30 Nel capitolato sono riportate precise indicazioni relative ai ponti di servizio, ai materiali da utilizzare, alle lastre isolatrici con specifiche indicazioni sui fornitori, agli scavi di fondazione nei quali è evidente il disinteresse per le preesistenze nel passaggio: "se negli scavi si fossero rinvenute murature di vecchie fondazioni, la demolizione di queste era

27 Lettera di Fondelli a Mussolini, 22 settembre 1933, trascritta in Il miraggio della concordia, cit. p. 349.

28 Ivi

29 AUPD, Ufficio Tecnico, Consorzi, b. 31, anno 1916, " Contratto di Appalto e trattativa privata".

30 Ivi

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considerata quale demolizione ordinaria. La conclusione dei lavori fu stimata in circa 210 giorni lavorativi consecutivi."31

In seguito ad un ulteriore finanziamento il 26 agosto 1919 la commissione per la sistemazione degli edifici della R. Università di Padova stipulò un altro contratto con il Consorzio Cooperativo Regionale Veneto con sede in Legnago per "la continuazione dal secondo armato al tetto, con la costruzione di questo, del fabbricato lungo la via Cesare Battisti ad ingrandimento del palazzo universitario e impianto della palafittata per la costruzione dell'altra ala del palazzo universitario che dovrà sorgere lungo la via S. Francesco e il rimanente tratto del canale navigabile ".32

Nel capitolato speciale di appalto sono elencati i lavori da svolgere in dettaglio. Fu effettuata una divisione tra i lavori che riguardano il completamento del primo lotto che sono costituiti da: "l'esecuzione di tutte le murature dell'edificio in costruzione lungo via Cesare Battisti e Canale Navigabile, tante interne quante esterne, a partire dall'impalcato sopra il piano terreno fino al sottotetto; tutte le impalcature in cemento armato che stanno al di sopra del pavimento del primo piano, fino ad arrivare al coperto; la costruzione completa del coperto; la esecuzione e la posa in opera di tutte le opere decorative esterne ed interne".33

L'altra categoria riguardava i lavori da eseguirsi al di fuori dell'edificio in costruzione, comunque contemplati nel progetto del prof. Fondelli, che erano relativi a: "La demolizione parziale o totale secondo la necessità, degli edifici posti lungo la via San Francesco ai civici Numeri 5 e 7 di cui il primo adibito già per l'Istituto di Chimica Generale, ed il secondo per l'insegnamento della Geografia; la costruzione totale o parziale delle fondazioni (palafitte costituite da pali di larice dalla lunghezza di metri 8 ed eventualmente anche di più; diametro minimo di venti centimetri muniti di puntazza alla parte inferiore) per il nuovo edificio da erigersi lungo il Canale Naviglio e la via San Francesco".34

Durante i lavori di completamento del primo lotto venne costruita anche la torretta geodetica alla quale si giunge mediante delle scalette indipendenti che partono dal secondo piano. La torretta è costituita da un basamento in calcestruzzo e da una porzione superiore in ferro ed il suo carico è assorbito da un pilastro di grandi dimensioni adiacente al blocco scala principale. É chiaramente visibile in figura 2.21 e non è stata modificata dalla sopraelevazione del 1956 che ne ha conservato la struttura (fig. 2.30). Lo spazio così ricavato fu destinato alla Facoltà di Scienze Matematiche. Non è stato possibile trovare alcuna informazione riguardante la torretta visto che in archivio e nelle tavole di progetto a noi giunte non è mai citata o rappresentata.

La documentazione archivistica conserva i documenti relativi alla prova di collaudo effettuata alla fine dei lavori del primo lotto. Il verbale di visita e la prova di collaudo sono state eseguite il 23 dicembre 1923. Sono state effettuate verifiche e saggi di materiale in 18 posizioni diverse ed è riportata per esteso la verifica a flessione del secondo orizzontamento nella stanza a nord della scala principale.35

31Ivi.

32 Ivi.

33 AUPD, Ufficio Tecnico, Consorzi, b. 31, anno 1919, "Capitolato speciale di appalto".

34 Ivi.

35AUPD, Ufficio Tecnico, Consorzi, b. 31, anno 1919, "verbale di visita e la prova di collaudo". 23

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Figura 2.20 - Veduta dal Naviglio della costruzione Figura 2.21 - Ala Fondelli dopo la guerra. Le

primo lotto, 15 settembre 1925, Nigri (AUPd) Allegorie sono state poi rimosse (AUPd)

Il 9 maggio 1925, grazie al rifinanziamento per l'ampliamento del Palazzo Centrale fornito dal terzo Consorzio, ripresero i lavori relativi all'ala Fondelli con la costruzione del secondo lotto. Si verificano a questo punto i primi segnali della volontà di allontanare Fondelli dalla direzione dei lavori per i motivi che saranno analizzati nel paragrafo 2.3.2.4. Infatti il 19 settembre 1925 Il Rettore avvisò Fondelli che i lavori erano ripresi ma la direzione fu affidata all'Ufficio tecnico da poco rinnovato e la percentuale per il progetto e dettagli spettante al progettista passava dal 2,4 all'1,80 per cento, sull'importare dei lavori"36. Fondelli accettò suo malgrado il volere del Rettore nonostante questa scelta andasse a ledere il suo diritto di intervenire nella difesa della parte artistica del progetto.

L'avvicendamento alla direzione dei lavori portò ad alcune modifiche come temeva Fondelli. Grazie alla relazione finale dell'ingegnere controllore è possibile stabilire le modifiche apportate al progetto originario. La commissione edilizia dell'Università di Padova, congiuntamente alla Sopraintendenza dell'arte medioevale e moderna, decise di non portare a termine il progetto anche lungo via San Francesco, come previsto da Fondelli, ma limitò l'appalto per il corpo lungo il Naviglio. Il lavoro fu affidato all'impresa di costruzioni di Girolamo Minozzi e iniziarono il primo ottobre 1925.

Nell'area del secondo lotto era già stata effettuata una palificata di fondazione tra le mura cittadine e il canale, sopra la quale era stata costruita una piattabanda di calcestruzzo armato. Questo basamento fu demolito durante il nuovo intervento per abbassare il pavimento al fine di dare maggiore altezza al piano interrato. Fu creato una scala in pietra trachitica esterna per collegare il cortile al sotterraneo.

Rispetto al progetto iniziale non fu costruita la seconda rampa di scale, voluta da Fondelli, data la vicinanza che avrebbe avuto con la prima. Al suo posto si sono ricavati locali utili ai vari studi, al piano secondo alcuni servizi per il gabinetto di Geodesia Teoretica e lo spazio per inserire l'ascensore che richiese alcuni tagli di risega dei muri e rifacimento dei solai.37

Furono inoltre spostate alcune pareti divisorie per creare locali diversi e venne realizzata la gradinata esterna in trachite nell'ingresso dal cortile, che faceva parte dei lavori del primo lotto. L'impresa costruttrice firmo il conto finale che sanciva la fine dei lavori il 15 ottobre 1927.

36 Lettera di Fondelli a Mussolini, 22 settembre 1933, trascritta in Il miraggio della concordia, cit. p. 349.

37AUPD, Ufficio Tecnico, Consorzi, b. 31, anno 1927, "relazione finale dei lavori di costruzione della nuova ala del Palazzo Centrale lungo il Naviglio interno.

24

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Figura 2.22 - Veduta ala Fondelli sul Naviglio dal Figura 2.23 - Porzione ala Fondelli durante

ponte S. Lorenzo, 3 marzo 1927, Nigri (AUPd) le demolizioni del 1934 (AUPd)

2.3.2.4 Controversie caso Fondelli e valutazioni del suo progetto

Per comprendere i motivi che spinsero ad indire un nuovo concorso nel 1934 per completare l'ala di Fondelli senza tenere in considerazione il progetto di quest'ultimo bisogna analizzare la situazione, relativa ai progetti promossi dallo Stato, che si era creata in quel periodo.

Il bando padovano per il palazzo centrale, in occasione del IV consorzio del 1933, si inserisce in un clima complesso. Infatti, il segretario del sindacato nazionale architetti, Alberto Calza Bini, era stato accusato di avere un totale controllo clientelare sulle commesse e premi fino ad aver trasformato il consorzio in un monopolio. Calza Bini, per allontanare da sé le accuse, propose come soluzione l'estensione della pratica dei concorsi a tutti i progetti e per evitare ulteriori problemi il concorso fu reso obbligatorio. 38

In questo contesto si inserisce il caso di Fondelli e il mancato coinvolgimento nella realizzazione del progetto il Palazzo Centrale del 1933. Il professor Guido Fondelli, responsabile della scuola di Disegno dell'Università, è l'autore del progetto di ampliamento del Bo su via Cesare Battisti, datato 1915 e solo in parte realizzato. Dalla corrispondenza tra Anti e Fondelli si può capire come quest'ultimo, il 20 settembre 1933, nel veder bandita una gara per quel Palazzo centrale, che, a suo tempo, non gli era stato concesso di condurre a compimento in prima persona, cerca in tutti i modi di far valere le sue ragioni rivolgendosi anche al duce in persona.39 Anti giustifica la scelta della commissione portando a sostegno il parere negativo delle Belle Arti. Infatti è proprio il Ministro della Pubblica Istruzione che interviene sul completamento del progetto Fondelli scrivendo ad Anti: "Quando per ampliamento fu rinnovato un lato dell'antico e monumentale edificio dove ha sede codesta R. Università, venne, verso via Cesare Battisti, costruita una brutta facciata, su disegno dell'ingegnere Fondelli. Risulta ora a questo Ministero che si vuole completare la detta costruzione sul Naviglio e poi sulla via S. Francesco e che sarà quindi ampliato l'attuale secondo cortile, detto "dei Dogi", unendolo al cortile del nuovo edificio. Dato il carattere monumentale dell'antico fabbricato, questo ministero prega la S. V. Ill/ma di volere, per quanto riguarda i nuovi progetti, prendere diretti accordi con la competente Soprintendenza all'Arte Medioevale e Moderna di Venezia."40

38M. Casciato, I concorsi per gli edifici pubblici, cit. p. 220.

39Lettera di Fondelli a Mussolini, 22 settembre 1933, trascritta in Il miraggio della concordia, cit. p. 350.

40 Lettera del Ministro della Pubblica Istruzione al rettore , 22 luglio 1925, trascritta in Il miraggio della concordia, cit. p. 352. 25

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Anti contatta la Soprintendenza dell'arte medioevale e moderna e riceve una risposta concisa: "Questa Sovrintendenza prende atto di quanto scrive cotesto Magnifico Rettore e resta inteso che i lavori dei nuovi edifici universitari, che si stanno ora riprendendo, saranno limitati al completamento della sola parte centrale del fabbricato lungo il Naviglio."41

Figura 2.24 - Progetto di ampliamento del Bo, piano Figura 2.25 - Rilievo Palazzo Centrale, 1934, E. Ronca (AUPd)

primo,1915, G. Fondelli, piano primo (AUPd)

Era presente un altro motivo che non permetteva ad Anti di affidare il completamento dell'ampliamento a Fondelli. É chiaro nella lettera che scrive a Rocco, il quale lo invitava a tenere in considerazione Fondelli per progetti universitari futuri: "Non ho potuto affidargli incarichi di lavori, perché, per ovvie opportunità e per una precisa disposizione superiore dobbiamo ricorrere, sempre che sia possibile, ai concorsi. D'altra parte il ceto professionale vedrebbe molto mal volentieri un incarico affidato a un professore di ruolo" 42. Cosi si capisce che l'ostacolo all'assegnazione riguarda anche l'appartenenza di Fondelli ad un ambito superato ed estraneo, per questioni anagrafiche e di aggiornamento, alla rinnovata competenza del settore, fondata sulle sanatorie di categoria e soprattutto sulla recente nascita delle scuole di architettura. 43

La scelta di procedere con un nuovo concorso limitato al Triveneto dimostra come fu presente il tentativo di inserire a livello regionale la ricerca di uno stile unitario. Infatti nella definizione del bando per il Bo è evidenziato come "all'insieme dovrà essere dato un carattere di semplice e solida signorilità quale si contiene alla sede ufficiale dell'Università, risultante da nobiltà di linee e da sincerità di materiali e non da sovrabbondanze decorative e da preziosità di materia". Inoltre il cortile nuovo "dovrà essere sana ed equilibrata espressione di arte moderna, rimanendo escluso qualsiasi elaborato in stili passati"44.

Corrisponde a queste richieste il progetto 'Falconetto 23' di Ettore Fagiuoli originario di Verona. L'architetto veronese, di larga esperienza liberty, che ha da poco aderito a un razionalismo sobrio e marmoreo, ben compatibile tanto con la romanità soffusa legittimata da Piacentini alla Sapienza, quanto con il

neo-41 Lettera F. Forlati (Sopraintendenza dell'arte medioevale e moderna) al Rettore, 7 settembre 1925, trascritta in Il miraggio della

concordia, cit. p. 353.

42 N. Marta, Il gioco delle parti nel teatro artistico universitario, in Il miraggio della concordia. Documenti sull’architettura e le

decorazioni del Bo e del Liviano: Padova 1933-1943, Treviso, Canova, 2008, cit. p. 206.

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