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4.4 “EXPORT – IMPORT REGULATION ACT”: BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE

CAPITOLO 6: INTERVISTE: LE OPINIONI DEGLI ESPERTI Durante la ricerca storico-politica e l’analisi dei dati di ordine economico più

6.1 INTERVISTA A SUA ECCELLENZA AMBASCIATORE ALBERTO BRADANIN

Alberto Bradanini, dal 2013 ambasciatore d’Italia per la Cina e la Mongolia, vanta un curriculum istituzionale di tutto rispetto: entrato nel 1975 nella Farnesina, tra il 1999 e il 2003 ricopre il ruolo di Direttore nella sede torinese dell’ “Istituto di Ricerca delle Nazioni Unite sul Crimine e la Droga”. L’anno successivo entra nel Comitato Governativo Italia-Cina in qualità di Coordinatore, e dal 2008 al 2012 diventa ambasciatore italiano per l’Iran. Di seguito è riportata l’intervista di Sua Eccellenza ambasciatore Bradanini, le cui risposte sono riportate fedelmente rispetto alla versione originale.

 Sua Eccellenza Ambasciatore, Le andrebbe di raccontare brevemente

del Suo mandato e della sua esperienza in Iran?

 “Grazie per la domanda. È per me un piacere esprimere sinteticamente il mio punto di vista sula mia straordinaria esperienza diplomatica in Iran. Si è trattato di un periodo ricco di stimoli e insegnamenti durante il quale ho imparato ad apprezzare il valore di un popolo antico, di grande cultura e sensibilità, con tradizioni radicate nella notte dei tempi e che - a determinate

condizioni - potrà dare un grande contributo alla stabilità e al progresso della regione e del mondo intero.”

 Il Suo mandato è iniziato nell’agosto del 2008 ed è terminato nel mese

di dicembre del 2012, in un periodo cruciale per il Paese, dovuto in gran parte alla questione delle sanzioni. Potrebbe fornire una panoramica dell’Iran durante questa fase della sua storia?

 “È arduo in due battute sintetizzare il senso di quei quattro anni e mezzo come Ambasciatore d'Italia in Iran. Potrei dire intanto che in quel periodo la società iraniana ha manifestato un forte desiderio di progresso e una spinta formidabile alla ricerca di quei valori necessari per entrare nella modernità. Se però la società è pronta a battersi per questo obiettivo e a dare il suo contributo per una migliore convivenza tra le nazioni, ho l'impressione che la classe dirigente non sia ancora giunta a tal punto. Alcuni rappresentanti del clero politico e dei Guardiani della Rivoluzione si sono attribuiti il compito di interpretare gli umori e gli interessi di tutta la società iraniana. In quegli ambienti prevale la paura che un'apertura sul mondo possa ridurre il potere e i privilegi di cui godono. Si tratta di un'inquietudine con la quale si confrontano le classi dirigenti di tanti paesi, democrazie occidentali o fondate su istituzioni politiche diverse. La storia insegna che queste classi dirigenti dovrebbero invece trovare il coraggio per cercare soluzioni nuove a problemi

sempre nuovi.

Quanto agli aspetti politici, durante il mio mandato ho assistito alle vicissitudini legate alle contestate elezioni del Presidente Ahmadinezhād e alle ansiose reazioni del regime alle proteste della popolazione. Paura e coraggio si sono così mescolati, mettendo in mostra la tempra straordinaria di un popolo altrettanto straordinario come quello persiano. Sul piano commerciale le relazioni con l'Italia hanno sofferto a causa delle pesanti sanzioni americane che hanno colpito innanzitutto gli interessi europei e dunque italiani. Uno scenario questo che dovrebbe indurci a rivedere la nozione di amicizia tra nazioni che sulla carta sarebbero alleate, ma che nei fatti non tengono poi granché conto degli interessi dei paesi amici.”

 Parlando di aspetti più tecnici, vi sono apparati statali ed enti pubblici

specifici in Iran, volti a favorire l’internazionalizzazione delle imprese

estere nel Paese?

 “L'anelito delle istituzioni iraniane di promuovere commercio e investimenti con imprese straniere è stato ampio e diffuso, ma gli impedimenti sono stati in molti casi insormontabili. Direi che la Camera di Commercio Iraniana ha svolto una funzione straordinaria nel tenere in vita e sviluppare i rapporti economici con i paesi europei e l'Italia in particolare, un lavoro complesso e apprezzato che sono certo darà i suoi frutti nel prossimo futuro. Mi piace ricordare in tale cornice il Presidente della Camera di Commercio iraniana Nahāvandiān, con il quale ho avuto il privilegio di collaborare e che ricopre attualmente l'incarico di Capo di Gabinetto del Presidente dell'Iran, Ruhāni.”

 Secondo la Sua opinione, quali sono gli strumenti più efficaci per una

PMI italiana che desidera internazionalizzarsi in Iran?

 “Per potersi affacciare con successo su mercati complessi e competitivi come anche quello iraniano uno strumento essenziale è la conoscenza del contesto nel quale si opera. Nasce da qui la necessità di acquisire elementi qualitativi e quantitativi di natura legale, fiscale e commerciale, evitando di muoversi a tentoni su mercati sconosciuti, senza sapere la strada che s'intende percorrere. La conoscenza occupa dunque il primo posto. Confucio, il grande pensatore cinese, diceva che "agire è facile ma conoscere, e ancor più capire, è difficile".”

L’ambasciata italiana in Iran offre effettivamente soluzioni alle imprese

italiane che vogliono internazionalizzarsi nel Paese?

 “L'Ambasciata d'Italia attraverso il suo ufficio commerciale è di certo in grado di dare informazioni utili sui passi da intraprendere per muoversi sul mercato iraniano von qualche riferimento. È comunque necessario raccogliere informazioni più dettagliate, facendo ricorso a professionisti locali, e ve ne sono molti assai capaci.”

 Quali sono, secondo la Sua opinione, le effettive possibilità di

interscambio commerciale tra Italia ed Iran nei prossimi anni?

 “L'Italia ha sofferto pesantemente gli effetti della recessione negli ultimi otto anni. Il suo apparato industriale si è ridotto di oltre il 20% a causa della crisi. Tuttavia le imprese piccole e medie - e alcune grandi - che sono sopravvissute mantengono uno straordinario valore tecnologico e buona solidità finanziaria. Dunque, con adeguata conoscenza, queste imprese potranno operare sul mercato iraniano con successo, alla luce anche della tradizionale accoglienza del mondo industriale iraniano che ha un ottimo ricordo del lavoro svolto in Iran dalle imprese italiane fin dagli anni '50 e '60 del secolo scorso.”

 Secondo la Sua opinione, e considerata la Sua esperienza, quali sono

le prospettive future del Paese, da un punto di vista economico e politico, a fronte di questa nuova apertura verso l’estero?

 “Difficile prevedere il futuro. Ciò che si può rilevare oggi è che se l'accordo nucleare sarà attuato in buona fede da entrambe le parti (i 5+1 e l'Iran) esso costituirà un punto di ripartenza straordinario. Un rilancio delle relazioni politiche tra Iran e Occidente è essenziale per la fiducia reciproca che esso può generare, e di conseguenza dal punto di vista economico, degli scambi turistici, scientifici, universitari. Tale premessa costituirà un prezioso trampolino per una integrazione stabile tra Iran e la comunità internazionale, e innanzitutto l'Europa. Occorre poi considerare che il mercato iraniano sarà sempre più competitivo, poiché altri paesi - pensiamo alla Cina - vi si affacciano con forte capacità competitiva, sotto il profilo commerciale e egli investimenti. L'Iran dovrà certo fare la sua parte per facilitare questo percorso, e gli europei dovranno fare la loro. A loro volta gli americani dovranno agire in buona fede, rispettando appieno lo spirito dello storico accordo nucleare.”