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Intervista a Ichiguchi Keiko

Quella che segue ora è una breve intervista che ho realizzato alla mangaka Ichiguchi Keiko,

ponendo domande simili a quelle poste a Maeda Toshio. Ichiguchi Keiko, originaria di Osaka, è una fumettista giapponese che, attualmente, vive e lavora in Italia. Dopo essersi laureata in lingua italiana in Giappone, infatti, Ichiguchi Keiko si è recata in Italia, per poi stabilirvisi a tempo pieno. È quindi una persona che ha avuto modo di conoscere il mondo fumettistico giapponese come quello italiano e che ha potuto costatarne le differenze.

Dato che l’intervista è stata tenuta parzialmente in italiano e parzialmente in lingua

giapponese, per semplicità, presento qui una versione tradotta interamente in italiano. A causa del poco tempo avuto per poterle porre le domande, purtroppo non è così corposa quanto quella del maestro Maeda.

151 Potrebbe presentarsi brevemente e parlare delle sue esperienze?

Mi chiamo Keiko Ichiguchi e sono nata a Osaka nel 1966. Ho cominciato a realizzare fumetti durante l’università, principalmente rivolti a un pubblico femminile. Ho lavorato come fumettista in Giappone per vari anni, prima di venire qui in Italia. Ora vivo a Bologna, disegno fumetti per editori italiani, francesi e giapponesi e partecipo a eventi culturali legati ai manga e al Giappone.

Dal punto di vista grafico, che differenze trova che ci siano tra i fumetti giapponesi e quelli italiani, francesi, americani, ecc.?

Non sarà facile spiegare le differenze in breve, anche perché non esistono distinzioni concrete tra questi tipi di fumetti. Ogni persona ha un parere diverso a riguardo. L'unica cosa che posso dire io riguardo ai fumetti giapponesi, è che essi vengono ideati "a pagina" (o "a due pagine"), mentre quelli francesi tradizionali vengono ideati "a vignetta".

Invece, per quanto riguardo i fumetti americani non saprei bene cosa dire, perché non li conosco bene...

Cosa intende con “ideati a pagina”?

Intendo che quando un autore giapponese fa le bozze delle pagine, pensa al complesso della

costruzione. Invece in Europa si tende a dare molta più importanza alle singole vignette, che hanno un grado più alto di indipendenza rispetto alla tavola nel suo complesso. Non è forse per questo motivo che leggere un fumetto giapponese richiede molto meno tempo?

E a livello di trama e sceneggiatura quali trova che siano le caratteristiche tipiche dei fumetti giapponesi?

In Giappone non c’è una vera e propria sceneggiatura, perché spesso i fumetti sono opere originali di un solo autore, che pensa ai testi e li inserisce direttamente nel fumetto.

Capisco. Ma per quanto riguarda il contenuto?

Cambia a seconda del fumettista. Come dicevo, ci sono opere create interamente da una sola persona, così come opere che invece hanno uno sceneggiatore e un disegnatore. Personalmente, un tempo io mi concentravo sulle battute da far dire ai personaggi prima di disegnare il name, ossia la bozza delle tavole. Ma al giorno d’oggi, le invento direttamente quando abbozzo le tavole. Faccio le due cose nello stesso momento.

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direi che questa sta nell’alto numero di diversi generi di manga che esistono. Anzi, diciamo pure che, in Giappone, puoi trovare fumetti di ogni genere!

La ringrazio per aver risposto alle mie domande.

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Ringraziamenti

Ed eccomi giunto ai ringraziamenti, una parte certamente ardua.

Ardua in quanto dovrei ringraziare tutte le persone che conosco, perché è solo grazie a loro se ora sono qui a fare quello che sto facendo.

Quindi, chiunque tu sia, se mi conosci anche solo un poco, sappi che ti ringrazio di cuore.

Ma arriviamo ai nomi veri e propri, perché tradizione e cortesia vogliono che si elenchino una per una le persone che maggiormente hanno avuto rilevanza nella vita della persona che scrive e/o nella composizione di questo elaborato.

Innanzitutto ringrazio il mio fidanzato Sasha, che mi ha sempre ascoltato, che mi ha dato consigli e che mi ha aiutato ad affrontare lo stress e le ansie a cui sono andato incontro durante la stesura della tesi. E che, ovviamente, è così gentile da sopportarmi ogni giorno della mia vita.

Poi ringrazio i miei genitori, perché se sono potuto arrivare fin qui è merito loro. E li ringrazio anche per tutte le possibilità che mi hanno dato in vita mia, così come per il modo in cui mi hanno cresciuto. E ovviamente ringrazio i loro compagni, Ale e Giusi, e i miei fratelli, Marco, Enrico e Cesare. Voglio tantissimo bene a tutti voi. (Oh, e un ciao anche a te, Candy!)

Ringrazio di cuore il mio relatore, Toshio Miyake, che mi ha corretto e aiutato infinite volte nonostante abbia continuato a commettere errori stupidi. La prima stesura della tesi era decisamente penosa, le chiedo scusa di questo. E la ringrazio per tutto quello che mi ha insegnato.

E ringrazio tanto anche il mio correlatore, Cristian Posocco, che mi fa sempre scompisciare dalle risate e che è stato gentilissimo e disponibilissimo. Ti ringrazio ancora e ti auguro ogni bene.

Ringrazio tanto anche i due mangaka per cui ho lavorato come assistente mentre ero in Giappone, Soichi

Moto e Hiroki Kashiwaba. Non penso che leggeranno mai queste parole, ma sarò eternamente grato a loro

per aver avuto la gentilezza di accogliermi nei loro studi, permettendomi così di imparare tantissime cose.

Ho ancora da ringraziare mezzo mondo. Davvero tantissime persone, quindi preparatevi perché la lista è lunga.

Ringrazio tutti i miei amici di Bologna, che mi hanno sempre circondato con tanto affetto e calore. Grazie

Boz, grazie Amalia, grazie Linda, grazie Busca, grazie Kate, grazie Frenci. E grazie anche a tutti gli altri

amici che fanno parte “del gruppo” e a quelli che non ne fanno parte, come Nicola e Laura. Ringrazio poi i miei amici dell’università di Firenze, dove ho passato tre bellissimi anni duranti i quali sono cresciuto molto. Grazie Chiara, grazie Giulia, grazie Paola, grazie Mane, grazie Leti, grazie Melania. E

grazie anche a tutti gli altri: siete sempre nel mio cuore!

Ringrazio tutti i miei amici della Ca’ Foscari, specialmente Martina e Margherita, due fedeli amiche con cui ho avuto modo di passare tanto tempo in Giappone. Ringrazio anche tutti gli altri miei cari compagni di classe e i vari amici della residenza Jonathan, Stefano, Luca, Carla, Dafne, Alberto, Mattia e tutti gli altri. Vorrei anche ringraziare i miei amici legati al disegno, ma sono tantissimi, sparsi in tutta Italia, ed è difficile

156 elencarli tutti, visto che molti usano dei nickname, ma nominerò quelli più cari: Aya, Mizu e Titti, siete tre persone bellissime e carinissime. Mi diverto un mondo a stare con voi, parlando di disegni e di manga. Vi voglio un mondo di bene! Poi, ovviamente, Aka e Alice, due grandi maestre e amiche a cui devo tante risate. E ringrazio tutte le persone conosciute in Giappone: alla scuola di Shibuya, all’università di Tsukuba, lavorando come assistente mangaka o anche solo camminando per le strade. In particolare vorrei ringraziare

Harada, il mio tutor universitario, Brenna, Bri, Gus e anche Jenny, che tante volte mi ha ospitato nella sua

casa a Tokyo, durante le mie fughe nella capitale giapponesi.

Poi, ringrazio Mayumi e tutti i miei colleghi della Panini, specialmente Elena, per l’estrema gentilezza, la comprensione e l’affetto sempre dimostrato nei miei confronti. Grazie di cuore! E ringrazio specialmente Mizu (Beatrice), per essersi offerta di migliorare la grafica della tesi usando Indesign, motivo per il quale ora la vedete così bella.

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