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4. LA DIDATTICA DELL’ASCOLTO PER ADULTI.

4.2 Introduzione

Il contrasto tra due modi di vivere (stare o non stare nel mondo), evocato dal titolo, rispecchia una contrapposizione tra due correnti di pensiero che si sviluppano nel corso dell’Ottocento a partire dalla lette­ ratura per poi influenzare le altre arti. Si può delineare infatti una di­ stinzione generale tra due tipi di intellettuale nell’Ottocento. Il primo tipo è il vero genio, l’artista frustrato e incompreso dalla società, colui che si oppone polemicamente al meccanismo economico che lo ha

al pianoforte permette di sottolineare nei momenti giusti alcuni elementi significativi del discorso musicale (può trattarsi di una particolare figurazione melodica o ritmica, oppure di una frase musicale a carattere sospensivo, con un’elaborazione armonica particolare e via dicendo). Questa serie di indicazioni verbali risultano più efficaci quanto più è possibile ripetere un frammento, rallentandone l’esecuzione per eviden­ ziare un particolare punto. Il pianoforte, infatti, funziona bene come strumento di analisi: le particolarità di un accordo dissonante (come la settima diminuita) oppure di un intervallo dal sapore esotico (come la seconda eccedente) possono essere meglio comprese con l’esempio “in presa diretta”: l’ascoltatore, senza necessariamente riceve­ re spiegazioni troppo nozionistiche sulla classificazione dell’accordo, riesce tuttavia a intuirne la particolarità armonica. Questo in virtù dell’esempio musicale concreto che, da solo, sintetizza molte parole.

8 La partitura originale di Excelsior andò perduta nei bombardamenti del 1943, che

danneggiarono le case editrici Ricordi e Sonzogno a Milano. Fiorenzo Carpi ne rifece l’orchestrazione in occasione della ripresa del balletto al Maggio musicale fiorentino (nel 1967 con la regia di Filippo Crivelli e la coreografia di Ugo Dall’Ara), mentre le scenografie vennero dipinte su fondali (secondo la tradizione). I costumi di Gianni Coltellacci riecheggiavano il gusto originario di Edel. In questa versione il Ballo Ex­ celsior rivive negli allestimenti recenti. Sulla questione cfr. F. CRIVELLI, La rinascita di Excelsior, in Romualdo Marenco. Prospettive di ricerca. Scelta dei saggi dai conve­ gni del Festival Marenco di Novi Ligure 2002-2006, a cura di E. Grillo, Novi Ligure, Edizioni Joker, 2007, pp. 193-195.

estromesso dai luoghi del potere tradizionale (le corti) e rifiuta di inse­ rirsi nel nuovo sistema capitalistico-borghese. È l’artista visionario, ma­ ledetto, bohémien, sacerdote del culto dell’immaginazione e della fan­ tasia: egli riceve l’ispirazione divina tramite l’evasione dalla realtà ma­ teriale.

Il secondo tipo (più diffuso soprattutto nella seconda metà dell’Otto­ cento) è l’intellettuale che si adatta alle mode correnti, decide di inse­ rirsi nel meccanismo economico, accetta di considerare la sua opera come merce che può essere venduta e scambiata sul mercato. Non fugge la realtà, cerca il successo grazie ad essa; ha una grande fiducia nel pro­ gresso scientifico, nelle scoperte della mente umana; sa riconoscere nel corso della storia i segni di un progressivo affrancamento dell’uomo dal­ lo sforzo e dalla fatica dei lavori più pesanti grazie allo sviluppo indu­ striale e tecnologico, e per questo è ottimista nei confronti del futuro. Questo modello di intellettuale riconosce nella cultura e nel progresso scientifico l’unica strada che porta alla fratellanza e alla pace universale tra i popoli della terra.

Il primo tipo di intellettuale è la rappresentazione di numerosi scrit­ tori e poeti che, nel corso dell’Ottocento, hanno considerato l’irraziona­ lità, l’immaginazione e la fantasia come il regno dell’arte per eccellen­ za.9 Il secondo tipo rispecchia invece gli ideali positivistici: il culto della

scienza e l’ottimismo nel progresso tipici del clima euforico della Belle Époque. Entrambi convivono nell’Ottocento, anche se il fascino per tutto ciò che è oscuro, impalpabile, fiabesco, irreale, irrazionale, mo­ struoso è l’atteggiamento che prevale per larga parte del secolo. Forse questo è dovuto in parte anche a ragioni storiche.

L’Ottocento, infatti, è un secolo in cui avvengono profondi muta­ menti nell’organizzazione sociale, economica e culturale dell’Europa. Gli effetti degli stravolgimenti culturali (Rivoluzione francese, 1789- 1799) ed economici (rivoluzione industriale inglese, 1760-1830) avve­ nuti nel Settecento, si fanno sentire in tutta Europa. Grazie all’invasio­

9 A titolo d’esempio, si possono citare Tieck, Novalis, Hoffman, Blake, Baudelaire,

ne di una grande quantità di prodotti e all’utilizzo di macchine che moltiplicano la produzione di merci, si trasforma in maniera radicale la differenziazione degli strati sociali e le condizioni di lavoro dei ceti più poveri sono miserevoli e disumane. Con l’invenzione della macchina a vapore si velocizzano in maniera impensabile i trasporti e la circolazio­ ne delle idee.

Ciononostante, in un mondo che sembra allora come oggi dominato da logiche di calcolo economico e di astuzia individuale, ecco apparire un’altra faccia della medaglia, inquietante e sinistra: il sistema indu­ striale capitalistico non può reggersi per sempre sull’assorbimento illi­ mitato di merci e va dunque incontro a crisi economiche cicliche, che comportano esiti rovinosi per la vita quotidiana delle persone. All’im­ provviso come in brutto sogno, ciò che prima appariva razionale e fon­ dato su logiche di calcolo sembra ora essere governato da forze irrazio­ nali che sfuggono al controllo dell’uomo. Le cose stesse sembrano ac­ quisire un’autonomia propria, soffocano e opprimono diabolicamente l’uomo. Il fascino per il soprannaturale e per l’irrazionale deriva proba­ bilmente anche da mutamenti storici e sociali così radicali.10

Culto della fantasia e celebrazione ottimistica della realtà: queste due anime dell’Ottocento influenzano anche la produzione musicale dell’e­ poca e trovano, nel caso specifico in Giselle e in Ballo Excelsior, due modelli esemplari: da un lato la rappresentazione del mondo fantastico come occasione per evadere dalla realtà quotidiana; dall’altro, la rappre­ sentazione allegorica come mezzo per esaltare il mondo materiale e il progresso scientifico.

10 Non è un caso se in Italia (che nella prima parte dell’Ottocento possiede un sistema

sociale arretrato e preindustriale rispetto agli altri paesi europei) il fascino per l’irra­ zionale e per il fantastico che imperversa nella letteratura europea non ha inizialmen­ te molta fortuna: il dibattito culturale si muove ancora intorno un ideale classicista, ovvero all’idea che la bellezza nell’arte consiste nell’imitazione dei modelli antichi.

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