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L’isolamento del Mausoleo di Augusto

Il 22 ottobre 1934 con un colpo di piccone inferto dal Duce al tetto di una delle vecchie case che circondavano il Mausoleo di Augusto del vicolo Soderini presso Ripetta si diede formalmente inizio alla liberazione del grande monumento augusteo382. Il progetto che avrebbe comportato la distruzione di 120 abitazioni che andavano dai quindici ai venti metri di altezza collocate su un’area di 27.000 mq., cancellando per sempre una parte delle storiche vie di Campo Marzio, come ad esempio via dei Pontefici, una parte di via delle Colonnette, vicolo Soderini, vicolo degli Schiavoni, Vicolo del Grottino383. Un “indegno quartiere – intrico di piccole, strette vie nereggianti – sorto solo in tempi relativamente recenti”384, costringendo centinaia di persone a lasciare le loro abitazioni in nome del traffico urbano e della modernità.

I lavori si sarebbero dovuti necessariamente concludere entro tre anni, per le celebrazioni del bimillenario di Augusto il quale prevedeva la tutela e la valorizzazione delle vestigia augustee. Tutto ciò che si trovava addossato al Mausoleo di Augusto e non era corrispondente alla struttura originaria sarebbe stato cancellato per sempre. Per farci un’idea di ciò che effettivamente poi sarà demolito, basta visionare le numerose fotografie del Governatorato, ordinate su esplicita richiesta del Capo del Governo “da dedicare eventualmente a qualche raro superstite nostalgico del così detto colore locale”385. Un lavoro commissionato a diversi professionisti del settore come Filippo Reale e Cesare Faraglia, ma anche allo Stabilimento Sansoini e allo Stabilimento Industrie Fotografiche Italiane e che ancor oggi si trova conservato presso l’Archivio Fotografico di Palazzo Braschi a Roma386.

Che quel programma del Regime fosse caldamente sostenuto dalle strutture amministrative lo si può comprendere dalla fretta con cui avveniva l’operazione mausoleo: mentre all’esterno si procedeva infatti alle numerose demolizioni di immobili appoggiati all’antica struttura, all’interno ancora si svolgevano i concerti sinfonici.

382 A. Munoz, La sistemazione del Mausoleo di Augusto, in “Capitolium”, Anno XIII, n. 10, Roma,

Tumminelli & C., 1938, p. 491; A. Cederna, Mussolini urbanista, op. cit., p. 209

383

E. e D. Susmel (a cura di) Opera omnia di Benito Mussolini, vol. XXVI, Firenze, La Fenice, 1951- 1963, p. 367

384 G. Lugli, L’isolamento del Mausoleo di Augusto, in “Pan”, Anno II, n. 7, Milano – Firenze – Roma,

1934, p. 321;E. Ponti, Come sorse e come scompare il quartiere attorno al Mausoleo di Augusto, in “Capitolium”, Anno XI, n. 5, Roma, Tumminelli & C., 1935, pp. 235; 250

385 A. Munoz, La sistemazione del Mausoleo, op. cit., p. 492

386 F. Betti, Mausoleo di Augusto, demolizioni e scavi: fotografie 1928/1941, Milano, Electa, 2011, pp.

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Questo perché dopo numerosi cambiamenti subiti nel corso dei secoli – da sepolcro della famiglia Giulio-Claudia, a castello fortificato nel XII secolo della famiglia Colonna, a cava di materiale nel Quattrocento, a giardino pensile della famiglia Soderini nel 1550, a luogo di spettacoli teatrali, pirotecnici e corride tra la fine del XVIII e per buona parte del XIX secolo – il 16 febbraio 1908 in solenne cerimonia era diventato il nuovo Auditorium comunale. Era reputata finanche la sala da concerti più apprezzata e famosa in tutto il mondo proprio per la sua perfetta acustica387. Ed è dalla platea di questa sala concerti che nel 1926 si da avvio ad una campagna di scavi su proposta dell’archeologo Giulio Quirino Giglioli con la collaborazione di Antonio Maria Colini, Ispettore del Servizio Archeologico della X Ripartizione del Governatorato. Gli scavi terminati nel 1930 e saranno eseguiti con grande difficoltà ma si sarebbero resi necessari per conoscere le reali dimensioni del Mausoleo, le quali nelle antiche piante di Roma e nella Forma Urbis del Lanciani avrebbe mostrato una dimensione inferiore a quella attuale. Per la prima volta dunque dopo secoli di studi intrapresi su questo monumento imperiale, si avrà la certezza che permette a Guglielmo Gatti di ricostruire in maniera dettagliata la pianta e soprattutto determinarne il diametro388. Nei secoli passati noti artisti avevano tentato di dare forma a questo “modello di ingegneria antica”. Molto spesso le ricostruzioni sarebbero risultate solo ipotetiche e fantasiose, come quella di Luigi Canina389. Fino agli anni Venti del Novecento le uniche certezze riguardano più che la pianta il prospetto secondo le riprese iconografiche di Baldassare Peruzzi, in occasione degli scavi del 1519: schizzi che verranno minuziosamente riprodotti da Alfonso Bartoli nel secondo volume del catalogo I monumenti antichi di

Roma nei disegni degli Uffizi di Firenze e nell’ultimo volume: il sesto dedicato alla

descrizione dei disegni. Uno studio che Bartoli sceglie di pubblicare a distanza di dieci anni in concomitanza con l’inizio degli scavi intrapresi al Mausoleo nel 1926 e con lo scopo di presentare ricerche e osservazioni ai colleghi impegnati nella ricostruzione architettonica del monumento augusteo390. Le indagini daranno tuttavia solo

387 G. Biamonti, I concerti romani e l’Augusteo, in “Capitolium”, n. 8, Roma, Tumminelli & C., 1934, pp.

361-384. Per la storia del monumento si veda: P. Virgili, Mausoleo di Augusto. Funzioni sociali di un edificio storico, in “Roma. Archeologia nel centro”, vol. 2, Roma, De Luca, 1985, pp. 565-568

388 A. M. Colini, G. Q. Giglioli, Relazione della prima campagna di scavo nel Mausoleo di Augusto.

Estate-Autunno 1926, in “Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma”, Anno LIV, fasc. 1-4, Roma, Cuggiani, 1927, pp. 191-234; G. Q. Giglioli, Il Sepolcreto Imperiale, in “Capitolium”, Anno VI, n. 11, Milano - Roma, Bestetti e Tumminelli, 1930, pp. 532-567.

389 G. Q. Giglioli, Il Sepolcreto Imperiale, op. cit., p. 390

A. Bartoli, L’architettura del Mausoleo di Augusto, in “Bollettino d’Arte”, Anno VII, n. 1, Milano – Roma, Bestetti e Tumminelli, 1927, pp. 30-46

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supposizioni poiché gli elementi rivenuti durante l’attività di ricerca archeologica non avrebbero consentito una ricostruzione veritiera. Gli scavi sono della massima importanza in quanto permetteranno di stabilire con esattezza il diametro del Mausoleo e consentiranno di accedere per la prima volta nella cella sepolcrale, la quale viene restaurata in alcune sue parti. A testimonianza del lavoro svolto in questo scavo, dei rilievi eseguiti e della laboriosa ricostruzione della cripta centrale, nel corso di questa ricerca è emerso il Libretto delle misure. Documento in cui veniva annotato ogni particolare situazione riscontrata: dal masso caduto in seguito al crollo di alcune parti del monumento, agli accorgimenti adottati per evitare che questi durante lo scavo potessero ulteriormente compromettere la cella sepolcrale in fase di scavo, oppure illustrando le parti restaurate di essa e cercando di mettere in evidenza, attraverso l’utilizzo di colori diversi, la parte originale da quella nuova391 (fig. 15).

Fig. 15 – Libretto misure. Cripta: nucleo centrale

391

Comune di Roma, Archivio V Ripartizioni, Cripa centrale dell’Augusteo. Roma 1928: Governatorato di Roma, Ripartizione V, Servizio Fabbriche. Lavori di costruzione della cripta centrale dell’Augusteo. Impresa Ludovico Serafini – Vigneri. “Libretto delle misure”, f. n. 137.

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Questo libretto è una specie di Giornale dei lavori, con la differenza che in esso figurano dei disegni in grado di fornire notizie necessarie a ripercorrere e documentare le fasi dell’attività. La descrizione dettagliata illustra il lavoro dal momento iniziale, eseguito praticando nel mezzo della sala concerti un cavo largo quattro metri, fino alla nuova risistemazione della platea della sala concerti. L’intervento è realizzato nel 1928 dall’Impresa Ludovico Serafini-Vigneri, impegnata già nello stesso periodo ad eseguire le gallerie di indagine. In passato la stessa società si sarebbe occupata dei restauri condotti sotto la direzione dell’architetto Rebacchi dell’Ufficio tecnico del Comune di Roma nel 1907, per la riapertura dell’antico ingresso ancora perfettamente conservato ma nascosto tra recenti abitazioni392.

Il Governatorato esegue nel frattempo alcuni scavi all’interno del Mausoleo per appropriarsi di quelle conoscenze funzionali alla struttura del monumento ma, da un altro punto di interesse vi sarebbe stato chi progettava nuove soluzioni urbanistiche dell’intera piazza. Fin dal Piano Regolatore del 1909 sarebbe sorta infatti la necessità di praticare una serie di demolizioni intorno al Mausoleo di Augusto al solo scopo di creare una nuova arteria di collegamento larga e dritta tra la Via del Corso e il Ponte Cavour, creando così una sorta di piazza dalla forma alquanto bizzarra. Il progetto è però subito abbandonato a causa del costo troppo eccessivo. Da questa prima cronaca delle situazioni emerge il fatto che non vi fosse originariamente l’intento di creare un intervento organicamente concepito all’interno del vecchio tessuto cittadino. La prima idea di liberazione del Mausoleo di Augusto non è infatti finalizzata alla creazione di nuove arterie di collegamento proposte comunque già dall’ingegner Guglielmo Calderini nel 1892. Quell’anno, il celebre architetto del Palazzaccio, venne chiamato dal Ministro della Pubblica Istruzione Pasquale Villari, per realizzare un progetto che avrebbe dovuto trasformare il monumento in una grande Gipsoteca.

Pur presentando un progetto, Calderini in qualità di Direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti di Roma dichiara di non accettare e di non condividere la proposta. Suo desiderio sarebbe stato di liberare:

“questa insigne reliquia dalle trasfigurazioni che i moderni vi ebbero ultimamente operato e sbarazate le casupole che alle mura antiche si veggono oggi addossate, possa

392 A. M. Colini, G. Q. Giglioli, Relazione, op. cit., p. 191; Comune di Roma, Archivio V Ripartizione,

Cripta, op. cit. Roma 19 maggio 1928: Impresa Ludovico Serafini – Vigneri. Onorevole Governatorato di Roma.

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la mano rispettosa del restauratore rendere integri al mondo archeologico ed artistico gli avanzi del monumento del fondatore dell’Impero Romano”393.

Questa convinzione, illustrata alla Commissione Permanente di Belle Arti e alla Giunta Consultiva di Archeologia riunite per valutare la possibilità di adattare il Mausoleo a questa Gipsoteca, avrebbe trovato condivisione in modo particolare da parte degli archeologi394. L’idea tuttavia sarebbe rimasta solo un desiderio non realizzato a causa dell’eccessivo costo insostenibile all’economia di quella nuova nazione.

La proposta di liberare il monumento fu nuovamente presentata nel 1925 come variante del Piano Regolatore. L’area degli sventramenti sarà ulteriormente ampliata coinvolgendo oltre al Mausoleo anche l’abside della chiesa di San Carlo al Corso. Saranno inoltre rimosse tutte le costruzioni che nel corso degli anni avevano finito per inglobarlo, e allo stesso tempo si sarebbe creato uno sfondamento tra la chiesa di San Rocco e quella di S. Girolamo degli Schiavoni. Il progetto dunque appare di non facile soluzione ed è essenzialmente centrato sull’unico obiettivo: il tentativo di trovare soluzioni in grado di valorizzare il grande monumento augusteo. A questo fine nel ’27 sarebbe creata una commissione non ad opera di un organo istituzionale come abitualmente veniva fatto ma dalla Federazione Fascista dell’Urbe. Tra i componenti avrebbe figurato l’architetto Enrico Del Debbio subito attivo su di una nuova soluzione: “non ispirata a soli concetti esclusivamente amministrativi e speculativi in senso stretto

della parola, ma che aggiungerebbe una gemma sicura di più alla fulgida corona delle bellezze di Roma, verso la quale si appuntano gli sguardi del mondo intero, essendo

essa destinata nel corso dei secoli ad apparire sempre più bella e maestosa”395. Alla descrizione francamente un po’ retorica degli intenti, ma è l’epoca in cui coniugare diversamente una qualsiasi semplice proposta avrebbe trovato solo l’indice del “disfattismo”, seguirà un vero progetto. In esso l’elemento dominante della piazza sarebbe stato il monumento imperiale isolato. Chiuso da edifici porticati in stile settecentesco, contornato da una leggiadra fascia di cipressi, lauri e pini a memoria della descrizione straboniana del bosco che ne faceva parte in antichità ed allo stesso tempo

393 ACS, Ministero della pubblica Istruzione, op. cit., II Versamento, 2°serie, Busta 368. Roma 8 gennaio

1892: Progetto di riduzione del Mausoleo di Augusto a Gipsoteca. Guglielmo Calderini.

394 Ibidem. Roma 11 gennaio 1892: Commissione Permanente di Belle Arti e Giunta Consultiva di

Archeologia a sezioni riunite.

395 La sistemazione della zona augustea, (a cura di) Federazione Fascista dell’Urbe. Commissione di

studio problemi cittadini, Roma, Selecta, 1927, p. 23. La Commissione era formata da: Giuseppe Ceccarelli (Presidente), Mario Baratelli, Enrico Del Debbio, Tommaso Mora, Pio Santamaria.

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