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Istituzioni culturali e studiosi

3. Stakeholders del museo e loro gestione

3.7. Istituzioni culturali e studiosi

Tra i fruitori del prodotto culturale non compaiono solo i visitatori generici, ma anche i professionisti di quel determinato settore della produzione culturale: possono essere curatori, critici, collezionisti, galleristi o altre istituzioni culturali. Nei confronti di questo tipo d’utenza l’organizzazione culturale deve elaborare un linguaggio ad hoc, che possa essere utile per il raggiungimento degli obiettivi di entrambe le parti. Oltre alla passione o all’interesse personale, la partecipazione di questi soggetti è da ricondurre soprattutto alla loro professionalità o a ragioni legate al business. La proposta culturale, quindi, oltre che per la validità del contenuto artistico, viene percepita e valutata da questi attori a rappresentazione di uno strumento professionale. Allo stesso tempo il loro coinvolgimento è importante per il raggiungimento degli scopi istituzionali del museo, e attesta il valore della realtà culturale98.

Nel caso della collezione Peggy Guggenheim, la categoria alla quale viene dedicata maggior attenzione tra quelle che fanno capo alle professionalità del settore, è quella dei curatori/direttori di altre istituzioni culturali. Questo per una ragione piuttosto ovvia, che riguarda l’organizzazione di mostre in sede e non. Di recente, oltre alle tre o quattro mostre organizzate annualmente negli spazi espositivi temporanei della sede veneziana, il museo Guggenheim ha attivato ulteriori collaborazioni con varie istituzioni culturali, che permetteranno

98 Di Cesare F. (2009), La gestione delle relazioni tra attori nell’industria culturale, in Rispoli, Brunetti

l’esposizione delle opere della collezione permanente in diverse città italiane e internazionali.

Questo ha avuto una grande influenza sulla politica di prestito dell’istituzione, incidendo in due sensi: la necessità di riallestimento della sede principale e la difficoltà di consentire a richieste di prestito da parte di altre istituzioni.

Esistono infatti dei criteri standard che è bene osservare in materia di prestiti, i quali devono essere effettuati tenendo in considerazione la fragilità dell’opera e i conflitti di prestito, ossia l’eventualità che due istituzioni diverse necessitino della stessa opera nello stesso periodo.

Ciò include anche l’istituzione museale Peggy Guggenheim, la quale potrebbe avere appunto bisogno di una delle opere della collezione permanente per un riallestimento della sede o un nuovo allestimento fuori sede. E’ però molto importante per PGC anche il carattere scientifico e di ricerca in cui l’opera prestata andrà ad inserirsi. L’istituzione è quindi generalmente più propensa al prestito di un’opera a fronte di richieste ben documentate e motivate da un carattere scientifico forte. Inoltre, nei casi in cui il carattere della crucialità dell’opera nel contesto di inserimento venisse a mancare, il prestito sarebbe più difficilmente consentito, non essendo molte opere intercambiabili nella logica espositiva del museo. Ogni rifiuto da parte di PGC viene motivato seriamente di fronte all’istituzione richiedente, per non perdere un potenziale futuro prestatore.

Le possibili collaborazioni culturali vengono attivate soprattutto con quelle istituzioni in possesso di una collezione propria, sia in Italia che all’estero. Questo vale sia per le richieste di prestiti sia per l’organizzazione di mostre: quando esse vengono allestite in più sedi diverse in modo ”itinerante” è possibile abbattere alcuni costi sostenendoli in comune con le altre istituzioni coinvolte, o attivare una sinergia nella comunicazione, con ricadute molto più ampie. Naturalmente il budget è una delle variabili che maggiormente influenzano la gestione del rapporto con lo stakeholder “organizzazioni culturali” per quanto riguarda l’organizzazione di mostre temporanee. Il trasporto delle opere in entrata e uscita è una delle spese più influenti, che può essere però limitata costruendo una buona rete di collaborazioni con le istituzioni museali o con i collezionisti più attivi del territorio. Un esempio su tutti è costituito dalle assidue e longeve collaborazioni tra PCG e MART di Rovereto.

Oltre al rapporto con le organizzazioni culturali del territorio, PGC è attenta anche alle collaborazioni con i gestori dei terminal di trasporto e delle strutture ricettive, al fine di realizzare interventi congiunti di comunicazione e promozione così come di erogazione delle informazioni. Questo è avvenuto in passato soprattutto nei confronti di una specifica iniziativa e in relazione alla concessione di condizioni privilegiate ai suoi fruitori. Un’iniziativa che ha riscontrato un buon successo è stata, ad esempio, l’acquisto ridotto di biglietti Trenitalia per Venezia nel periodo di una determinata mostra organizzata in PGC, e la pubblicità congiunta legata all’evento. In tutti i casi si punta ad un mutuo aumento della domanda per tramite di promozione a costi ridotti, che indirettamente ottiene anche l’effetto di certificare una qualche forma di collaborazione tra le realtà che si sostengono nella rispettiva comunicazione.

Le istituzioni culturali e gli studiosi presenti nel territorio o extraterritoriali sono dunque da considerasi stakeholders operativi: il loro interesse nei confronti dell’istituzione è elevato, poiché è innegabile l’importanza qualitativa del suo output culturale, a beneficio sia di chi è interessato allo studio, sia di chi vorrebbe godere della presenza di un’opera maestra delle avanguardie per un evento. Allo stesso tempo il beneficio che trae l’istituzione museale da questa categoria di stakeholder è importante, ma indiretto. La gestione dei rapporti con questi attori non necessita di un particolare sforzo da compiersi per un’eventuale fidelizzazione, ma va piuttosto curato come una risorsa a cui rivolgersi per aumentare la qualità del proprio prodotto culturale. E’ dunque importante dimostrare in modo continuativo una buona disponibilità alla collaborazione e all’ascolto delle varie esigenze, privilegiando sempre gli obiettivi espletati nello statuto dell’organizzazione.

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