• Non ci sono risultati.

Istruzione formazione

Nel documento PAG 1 (pagine 70-78)

CORECOM: RINNOVATA LA COLLABORA-ZIONE CON LA PROVINCIA DI PERUGIA PER QUATTRO TIROCINI FORMATIVI SULLA ME-DIAZIONE NEI CONFLITTI DELLA TELECO-MUNICAZIONE

Perugia, 4 novembre 2013 – Rinnovato stamani a Palazzo Cesaroni l'accordo tra il Corecom del-l'Umbria e la Provincia di Perugia, rappresentati rispettivamente dal presidente Mario Capanna e dal vice presidente Aviano Rossi, per lo svolgi-mento di quattro tirocini formativi e di orienta-mento sulla mediazione nei conflitti sul settore delle comunicazioni. Il Corecom (Comitato regio-nale per le comunicazioni), di fatto, accoglierà presso la propria struttura (Palazzo Cesaroni), 4 giovani neolaureati in giurisprudenza, al fine di far acquisire competenze specifiche nell’ambito del settore delle conciliazioni tra gli utenti e gli operatori di comunicazioni elettroniche, costituiti principalmente dagli operatori di telefonia e dalle pay TV. A partire da domani, 5 novembre 2013, sarà reso pubblico il bando di selezione (visiona-bile nei siti web: www.provincia.perugia.it;

www.corecom.umbria.it, rivolto a giovani disoc-cupati/inoccupati, laureati in giurisprudenza da non oltre 12 mesi, con voto di laurea non inferio-re a 105 su 110, che concorinferio-reranno per un pe-riodo di tirocinio formativo e di orientamento di sei mesi e per il quale viene riconosciuto un compenso economico di 700 euro lordi al mese.

Le domande di partecipazione alla selezione sono previste esclusivamente on line e scadranno il prossimo 26 novembre. Per Capanna, si tratta di offrire a giovani laureati in giurisprudenza la

“possibilità di conseguire un'importante un'espe-rienza formativa in un settore in forte espansione come quello delle conciliazioni tra operatori di telecomunicazioni e utenti. Solo nel 2012, grazie al Corecom, il cui servizio è totalmente gratuito, i cittadini umbri si sono visti riconosciuti circa 500mila euro, frutto di controversie che hanno interessato circa 2500 persone. Per l'anno in corso i cittadini che si sono già rivolti al Corecom e che lo faranno nei prossimi mesi arriveranno a circa 3000 e nelle loro tasche ritornerà circa 1milione di euro”. Aviano Rossi, dopo aver ri-marcato gli esiti positivi raggiunti con l'esperien-za dello scorso anno ha spiegato che “oggi non facciamo altro che migliorare e perfezionare nelle procedure selettive un'iniziativa che ha raccolto unanimi consensi. La sinergia interistituzionale messa in campo tra Corecom e Provincia è im-portantissima e di grande valore, al pari di quella sottoscritta con gli Uffici giudiziari. Entrambe hanno consentito a molti ragazzi, giovani neo laureati, di conseguire un'esperienza importan-tissima e a tratti determinante per il loro futuro professionale”. Per informazioni: Provincia di Perugia – Servizio politiche del lavoro e Servizi alle imprese – Ufficio Interventi Politiche del la-voro tel 075 3682211 – 3681839 – 3681961 – 3681730. Indirizzo mail [email protected].

SCUOLA DI POLIZIA SPOLETO: “INCREMEN-TARE LA FORMAZIONE OPPURE TROVARE UNA SEDE CHE COSTA MENO DI 3 MILIONI E 900MILA EURO L'ANNO” - PER ROSI (FI)

“POSSIBILE ANCHE INCLUDERE QUELLA DI CESENA”

Per Maria Rosi, consigliere regionale di Forza Italia, l'obiettivo primario da raggiungere per assicurare il futuro della scuola di Polizia di Spo-leto è incrementare i corsi di formazione per gli agenti, che porterebbero maggiori entrate, oppu-re evitaoppu-re di pagaoppu-re i 3 milioni e 900mila euro di affitto alla società che gestisce l'immobile, valu-tando altre soluzioni.

Perugia, 8 novembre 2013 - “O si incrementa l'alta formazione della Polizia di Stato con più corsi, che produrrebbero più entrate, oppure si trovi una sede più economica per la scuola di Spoleto, visto che costa 3 milioni e 900mila euro di affitto, da versare alla società privata che ha acquistato l'immobile dallo Stato”: è la valuta-zione di Maria Rosi (FI) sul futuro della scuola di Polizia di Spoleto, di cui si è parlato a Palazzo Cesaroni anche pochi giorni fa, in occasione del-l'incontro tra il presidente del Consiglio Eros Bre-ga ed i rappresentanti sindacali della polizia. Rosi prende posizione sulla vicenda spiegando che “la migliore ipotesi per la scuola di Polizia spoletina sarebbe quella di vedere incrementato il numero dei corsi di formazione, tra l'altro indispensabili in un momento critico per la sicurezza dei citta-dini e sicuramente utili al proseguimento delle attività in quanto portano entrate economiche”.

Ma alla consigliera di centrodestra non piace il voler mantenere in piedi un affitto particolar-mente esoso con l'ipotesi di includere il commis-sariato di Spoleto e la caserma dei vigili del fuo-co, “meglio allora trovare un edificio più econo-mico – afferma -, magari utilizzando spazi de-maniali, oppure riunire le scuole di alta forma-zione in Umbria, includendo quella di Cesena e farne una sola che sia di riferimento per l'intera Italia centrale. Non si sottovaluti – conclude – il ruolo e l'importanza di una scuola che ha forma-to migliaia di agenti e dove lavorano decine e decine di operatori di polizia, risorse umane pre-ziosissime che, con la chiusura della scuola, ver-rebbero disperse sul territorio nazionale”. L'al-larme sul futuro della scuola è stato lanciato dai rappresentanti regionali dei tre sindacati di poli-zia in ragione di segnali da parte del Ministero circa la possibilità di dover chiudere la scuola per mancanza di risorse adeguate.

DANNI MALTEMPO: “NECESSARIE RISORSE INGENTI DI CUI LA REGIONE NON DISPO-NE” - SMACCHI (PD): “CHIEDERE AL GO-VERNO MISURE STRAORDINARIE PER VIA-BILITÀ ED EMERGENZE AMBIENTALI”

Andrea Smacchi, consigliere regionale del Partito democratico, sollecita interventi nazionali per

affrontare le emergenze legate al maltempo in Umbria. Smacchi evidenzia che servono misure straordinarie, anche economiche, per ripristinare la viabilità e permettere alle famiglie di ritrovare condizioni di vita accettabili.

Perugia, 15 novembre 2013 - “A qualche giorno di distanza dalla pesantissima ondata di maltem-po che ha colpito in maniera particolare i comuni dell’Alto Chiascio, risulta ancora complicato fare un calcolo preciso dei danni. Di sicuro restano ben visibili le pesanti ferite subite dal territorio e le difficoltà che tanti cittadini hanno dovuto af-frontare, alcuni dei quali sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni”. Lo sottolinea il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Smacchi il quale, dopo aver “letto con attenzione i richiami all’impegno che da più parti sono venuti anche alla Regione Umbria, moniti sicuramente importanti, rispetto ai quali però fa fatta chiarezza”, ritiene necessario che siano stanziate “risorse in grado di finanziare gli inter-venti necessari, risorse di cui la Regione non può disporre se non attraverso interventi sulla leva fiscale”. Secondo il consigliere regionale “servono fondi, prima di tutto, per ripristinare urgente-mente la viabilità: oltre alla Contessa, a Gubbio vi sono tante frazioni in forte difficoltà così come a Gualdo Tadino (Pieve di Compresseto, Poggio S. Ercolano, Caprara, Biagetto e San Pellegrino, Crocicchio, Broccaro ecc.), dove in molti casi risulta difficoltoso addirittura raggiungere le abi-tazioni, ma anche nei quattro comuni del Parco del Monte Cucco la situazione non è certo miglio-re. Occorre quindi un coinvolgimento pieno del Governo, al quale vanno chieste misure straordi-narie, sia dal punto di vista economico, ma an-che di uomini e mezzi, in grado in prima istanza di ripristinare condizioni di vita e di fruibilità delle vie di collegamento quanto meno accettabili”.

Per Andrea Smacchi “un discorso a parte va fatto per le Fonti della Rocchetta, dove si configura un vero e proprio disastro ambientale, rispetto al quale credo che debba essere coinvolto il mini-stero competente, al fine di stabilire un rapido crono programma di interventi, necessari innan-zitutto per la messa in sicurezza dell’intera area e, successivamente, per restituire all’Umbria nel suo complesso un’oasi naturale di inestimabile valore”.

REFEZIONE SCOLASTICA: “LINEE GUIDA REGIONALI STRUMENTO IMPRESCINDIBILE PER PROMUOVERE SALUTE E BUONE PRATI-CHE” - DOTTORINI (IDV) “TROPPO DIFFUSI L'USA E GETTA E PRATICHE ALTAMENTE DISEDUCATIVE"

Oliviero Dottorini (capogruppo Idv) interviene sul tema della ristorazione scolastica, e nel definirla uno strumento prioritario per promuovere la sa-lute, ma anche un momento didattico ed educa-tivo di primaria importanza, rimarca la necessità che assumano validità regionale le linee guida

per la refezione scolastica che sta elaborando la Asl 1. Dottorini, nell'evidenziare come: biologico, chilometri zero e buone pratiche devono essere al centro di qualsiasi intervento, considera quelle 'dell'usa e getta' pratiche altamente diseducati-ve.

Perugia, 15 novembre 2013 - “La ristorazione scolastica costituisce lo strumento prioritario per promuovere salute, educare ad una corretta ali-mentazione e veicolare buone abitudini ambien-tali ed è considerata a tutti gli effetti un momen-to didattico ed educativo di primaria importanza.

Per questi motivi è necessario che le linee guida per la refezione scolastica che la Asl 1 sta elabo-rando abbiano validità regionale e siano il frutto di un lavoro condiviso e collegiale in grado di coinvolgere tutti i soggetti a vario titolo interes-sati". Con queste parole Oliviero Dottorini (capo-gruppo Idv), torna sulla questione delle mense scolastiche, a poche settimane dalla presentazio-ne di un’interrogaziopresentazio-ne alla Giunta regionale in cui si sollecita la predisposizione delle linee guida regionali per la refezione scolastica e il coinvol-gimento partecipativo di dietisti e nutrizionisti, pediatri, medici di famiglia, insegnanti e dirigenti scolastici, genitori, personale addetto alla prepa-razione, agricoltori e trasformatori. Dottorini, che nella sua nota fa riferimento anche alla carica da lui ricoperta come presidente dell'associazione

“Umbria migliore”, rileva poi che “Nonostante sia sempre più acuta la sensibilità di gruppi e comi-tati di genitori che si mobilitano su questa tema-tica, la realtà della refezione scolastica in Umbria non dispone ancora di una mappa completa e aggiornata sulla consistenza delle strutture, delle risorse, delle metodologie organizzative. Eppure l'obiettivo prioritario della ristorazione scolastica - prosegue - è promuovere salute ed educare ad una corretta alimentazione e ad un salutare stile di vita. Per raggiungere questi obiettivi è neces-sario che ci sia reale interazione fra tutti i sog-getti coinvolti e in questo senso le linee guida costituiscono uno strumento gestionale-organizzativo di fondamentale importanza. Nel Decreto scuola, fra le azioni previste per la tutela della salute, si afferma esplicitamente che nelle gare d’appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi di refezione scolastica, si dovrà prevedere un’adeguata quota di prodotti agricoli ed agroa-limentari provenienti da sistemi di filiera corta e biologica. Ci aspettiamo che le linee guida della Regione Umbria facciano tesoro di queste racco-mandazioni e individuino le modalità affinché nei pasti dei bambini ci siano quantità altissime di alimenti biologici e a chilometri zero”. Per Dotto-rini “la ristorazione scolastica costituisce un mo-mento fondamentale di educazione a buone pra-tiche sostenibili e, in questo senso, sostituire le stoviglie in plastica con il coccio o materiali rici-clabili significherebbe abituare i nostri bambini fin dall'infanzia a ridurre sprechi, a limitare la produzione di rifiuti ed al riuso. Prevedere, inol-tre, nelle gare di appalto un canale prioritario per i prodotti del commercio equo costituirebbe un

Istruzione formazione

importante occasione per indirizzare le giovani generazioni verso un modello di vita e di sviluppo più sostenibile e solidale. Ci preme ricordare che l'Umbria – rimarca Dottorini - dispone di norme di assoluta avanguardia in materia. Dal 2008 è infatti in vigore una legge regionale sulla promo-zione degli acquisti pubblici ecologici e introdu-zione di aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, che ha come obiettivi prioritari quelli di ridurre gli impatti ambientali dei prodotti e servizi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, ridurre il consumo di risorse naturali non rinno-vabili e la produzione di rifiuti, incentivare l'uti-lizzo di materiali recuperati o riciclati post-consumo. Fra gli ambiti di intervento – conclude Dottorini - c'è proprio quello della ristorazione”.

SCUOLA: CRITICHE AL DDL DELLA GIUNTA SU ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFES-SIONALE – AUDIZIONE DELLA TERZA COM-MISSIONE SU PIANO TRIENNALE DIRITTO ALLO STUDIO E SU IEFP

Audizione della Terza Commissione sul Piano triennale per il diritto allo studio e sul disegno di legge della Giunta che disciplina il sistema regio-nale di IeFP (Istruzione e formazione professio-nale): su quest'ultimo testo si registrano diverse critiche da parte dei rappresentanti degli istituti professionali dell'istruzione superiore scolastica.

Perugia, 18 novembre 2013 – Si è svolta sta-mani, a cura della Terza Commissione del Con-siglio regionale, l'audizione sul Piano triennale per il diritto allo studio e sul disegno di legge della Giunta “Disciplina del sistema regionale di istruzione e formazione professionale”, che pre-vede un triennio di offerta formativa sussidiaria in integrazione con le Agenzie formative per i ragazzi che intendano acquisire, dopo la scuola media, competenze sia di base che tecnico-professionali. Nell'audizione sono emerse delle critiche, soprattutto sul sistema di IeFP (Istru-zione e forma(Istru-zione professionale), da parte del mondo della scuola pubblica: mancanza di chia-rezza sul conseguimento delle qualifiche e “gra-ve” ritardo con cui il provvedimento è stato reso noto, ad anno scolastico iniziato e quindi con tutte le difficoltà di applicazione e la carenza di orientamento per studenti e genitori. I dirigenti scolastici degli istituti professionali rivendicano inoltre il proprio ruolo e il valore del titolo di studio quinquennale, criticando un dispositivo di legge che favorisce le Agenzie formative senza valorizzare adeguatamente le risorse della scuola pubblica. Nello specifico, il disegno di legge della Giunta regionale prevede: un primo anno di frequenza presso un istituto professio-nale in regime di sussidiarietà e in integrazione con le Agenzie formative, seguito da un 2° e 3°

anno da trascorrere o nel canale dell'istruzione (presso gli Istituti professionali di Stato per il conseguimento del diploma quinquennale, ma

con la possibilità di conseguire una qualifica al termine del 3° anno in regime di sussidiarietà) oppure nel canale della formazione professiona-le (presso professiona-le Agenzie formative accreditate per il conseguimento di una qualifica al termine del terzo anno). La Regione favorisce il passaggio tra sistemi formativi per il completamento della formazione; il diploma conseguito al termine del percorso quadriennale consente di sostenere l'esame di Stato per l'accesso all'Università.

Altro obiettivo dichiarato è il contrasto alla di-spersione scolastica, attribuendo a questo seg-mento educativo una funzione strategica nella crescita del Paese. Le risorse vengono dai fondi stanziati dal Ministero del Lavoro e delle Politi-che sociali, dal Par Fsc e dal Fondo sociale eu-ropeo. INTERVENTI: GIORGIO GAROFALO (Isti-tuto professionale “Orfini”, Foligno): “Con que-sta legge il sistema dell'istruzione professionale è messo a zero, perché con i diplomi che atte-stano una qualifica già dopo il triennio è più facile e più breve il percorso che porta all'esa-me di Stato. Se rimane così è una enormità tale da giustificare un ricorso al Tribunale ammini-strativo regionale dell'Umbria. Una legge così formulata sembra voler rendere stabile il ma della formazione professionale come siste-ma delle agenzie, siste-ma gli istituti professionali hanno già le capacità e la possibilità di risolvere l'integrazione in maniera adeguata. La forma-zione professionale deve essere svolta dentro l'istituto professionale, con gli insegnanti di italiano e di matematica che potrebbero essere integrati da personale delle agenzie formative.

Non è compito della Regione fare una scuola privata per rilasciare diplomi: il diploma di qua-lifica non viene riconosciuto dal sistema dell'I-struzione”. NORMA RAGGETTI (Confedir): “Co-me preside di istituto professionale non posso non tutelare gli studenti e il loro diploma, che deve essere spendibile sia in Italia che all'este-ro, ed anche la qualità degli insegnanti che hanno dovuto superare un esame di stato ed attendere a lungo in graduatoria prima di poter lavorare sulla base delle loro competenze. La scuola statale non è una qualsiasi agenzia for-mativa. L'istituto professionale è considerato perno determinante per lo sviluppo in molti Paesi UE. Così si distrugge la formazione pro-fessionale”. GIANCARLO CENCETTI (Ufficio sco-lastico regionale Umbria): “Rispetto al testo del disegno di legge, va chiarito il significato degli anni di corso, inoltre è urgente, ad anno scola-stico in corso, richiamare le regole che descri-veranno l'esame di qualifica”. GIUSEPPE META-STASIO (Istituto “Casagrande”, Cesi): “Va spe-cificato in cosa consiste la qualifica del IV anno, così è troppo semplificato, non dice niente. E va chiarito con urgenza, se no si viene a lasciare mano libera a chi scrive le circolari, di fatto applicando la legge. C'è un percorso per arriva-re agli esami di Stato, ma è molto confuso. Un quarto anno in questa maniera fa intravedere problemi che non sono gestibili. Penso che si potrebbero dare dei crediti per accedere al

quarto anno, e poi dare la possibilità di acquisi-re quello che manca”. STEFANO QUADRAROLA (Federazione italiana scuole materne): “Siamo venuti per il diritto allo studio e dobbiamo dire che il documento riguarda solo in minima parte il nostro mondo, contiene dati approssimativi e tocca tematiche, a nostro avviso, improprie.

Bene ha fatto la Toscana a stilare una conven-zione Fism-Regione, che prevede dei voucher per le famiglie a basso reddito da spendere nel-le scuonel-le materne, creando un enorme rispar-mio di risorse pubbliche. Così si rischia una guerra tra poveri e, se non si interviene, siamo destinati a chiudere”. GIULIO SALERNO (CNOS FAP): “Purtroppo per la scuola è nato un settore dell'istruzione che non è scolastico: la Costitu-zione distingue nettamente l'istruCostitu-zione dalla formazione professionale e il sistema di IeFP è di competenza delle Regioni, mentre è altret-tanto chiaro che è lo Stato che disciplina gli Istituti professionali e non lo può fare la Regio-ne. Sono due percorsi che devono essere lascia-ti dislascia-tinlascia-ti, come ha sentenziato anche la Corte Costituzionale, censurando la Toscana che ave-va previsto un percorso integrato presso le a-genzie formative per il 2° e per il 3° anno”.

PAOLO ARCELLI (Cna): “Siamo soddisfatti per lo sforzo di arrivare alla parità fra gli istituti per l'istruzione superiore e la formazione professio-nale, allo scopo di migliorare il settore gene-rando occupazione. La riscoperta dell'artigiana-to, e quindi della manualità e del saper fare, appare quanto mai importante nella contingen-za attuale”. FEDERICO FIORUCCI (Confcom-mercio): “Abbiamo investito molto sull'alternan-za scuola-lavoro e la sussidiarietà non può ri-manere soltanto uno slogan elettorale, per poi perdere consistenza nei testi di legge. L'inte-grazione rimane difficile, con un bando uscito a settembre che non ha consentito un adeguato orientamento”.

ISTRUZIONE: “LUCI ED OMBRE SUL PIANO DI DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO PER GUBBIO” - NOTA DI GORACCI (COMUNISTA UMBRO)

Per il consigliere regionale Orfeo Goracci (Comu-nista umbro) è “lungimirante” la scelta di accor-pare al Professionale di Gubbio, già all'interno del

“Gattapone”, l'Istituto Alberghiero. Per Goracci tocca alla politica fare in modo che l'Istituto

“Gattapone” ottenga la deroga e mantenga la propria autonomia.

Perugia, 19 novembre 2013 - “Mentre Regione e Provincia si accingono ad approntare i piani di dimensionamento scolastico e di offerta forma-tiva, sul territorio eugubino si individuano bene le luci e le ombre”. Il consigliere regionale Or-feo Goracci (Comunista umbro) le illustra così:

“Fra le luci sono da annoverare le proposte di nuovi indirizzi, come il liceo sportivo al 'Mazza-tinti' ed i servizi per l'enogastronomia e

l'ospita-lità alberghiera, più conosciuto come indirizzo alberghiero. Questi due indirizzi potranno allar-gare l'offerta formativa sul territorio più emar-ginato dell'Umbria, potranno essere di grande attrazione non solo per il bacino storico del comprensorio e dei comuni limitrofi, ma anche per comuni che non hanno mai avuto Gubbio come riferimento per l'istruzione. L'alberghiero potrebbe essere una grande risposta per Gub-bio, per la sua vocazione turistica che è, e sem-pre di più dovrà essere, una risorsa economica e occupazionale per il territorio”. “Le ombre – per Goracci –, consistono invece, nella colloca-zione dell'alberghiero, ovviamente con il Profes-sionale. Questa operazione ha un senso e un valore molto più pregnanti se viene fatta con il

l'ospita-lità alberghiera, più conosciuto come indirizzo alberghiero. Questi due indirizzi potranno allar-gare l'offerta formativa sul territorio più emar-ginato dell'Umbria, potranno essere di grande attrazione non solo per il bacino storico del comprensorio e dei comuni limitrofi, ma anche per comuni che non hanno mai avuto Gubbio come riferimento per l'istruzione. L'alberghiero potrebbe essere una grande risposta per Gub-bio, per la sua vocazione turistica che è, e sem-pre di più dovrà essere, una risorsa economica e occupazionale per il territorio”. “Le ombre – per Goracci –, consistono invece, nella colloca-zione dell'alberghiero, ovviamente con il Profes-sionale. Questa operazione ha un senso e un valore molto più pregnanti se viene fatta con il

Nel documento PAG 1 (pagine 70-78)

Documenti correlati