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Italia e Spagna: da paesi esportatori di manodopera a paesi importatori d

CAPITOLO 2: ITALIA E SPAGNA: ULTIMI CICLI MIGRATORI VERSO L’ARGENTINA E I PRIM

2.3 Italia e Spagna: da paesi esportatori di manodopera a paesi importatori d

Durante gli anni‟80 in Italia e Spagna, da sempre tradizionali paesi di emigrazione, iniziò la trasformazione in paesi d‟immigrazione. In realtà per l‟Italia tale processo aveva già avuto inizio a metà degli anni‟70, in particolare per quel che concerne gli arrivi dalla sponda meridionale del Mediterraneo In quest‟ area fino al 1980 la crescita demografica media fu del 2,6% contro lo 0,7% della sponda settentrionale. Fino al 1990 la crescita demografica della sponda meridionale si mantenne intorno al 2,6%, mentre quella della sponda settentrionale calò allo 0,4%95. Altri fattori correlati che riguardavano le due sponde erano quelli relativi all‟invecchiamento e allo svecchiamento della popolazione. Infatti, nei paesi Nord-Africani la percentuale di persone aventi oltre sessantaquattro anni era all‟incirca del 4%, mentre nei paesi della Comunità

Europea si aggirava intorno al 14%.96

Ma oltre a questi fattori vi furono altri fattori che contribuirono a determinare tale processo. In primis il blocco degli ingressi attuato dai paesi del Nord- Europa, paesi che attuavano controlli sempre più stretti al fine di evitare immigrazioni indesiderate da paesi extraeuropei.

Diametralmente opposti erano invece i controlli effettuati nell‟Europa meridionale, dove fino al termine degli anni‟80 il canale dell‟asilo politico ebbe un ruolo del tutto irrilevante, mentre gli ingressi clandestini non andavano incontro a troppe complicazioni. E‟ importante sottolineare che per ingresso

94 Ivi,pp 5-6

95 Klaus. J.Bade, p. 354 96 Ibidem

58 clandestino non si intende l‟attraversamento illegale della frontiera, ma piuttosto l‟ingresso legale di persone con un passaporto o un visto turistico, persone che una volta scaduto il visto venivano spesso regolarizzate. In merito a tale fenomeno un cambiamento si ebbe soltanto quando gli altri stati europei, preparandosi a istituire controlli alle frontiere nel mercato interno, temevano ulteriori arrivi di clandestini nell‟Europa settentrionale. Una conseguenza di queste pressioni può essere ben spiegata con l‟introduzione dell‟obbligo del visto imposto dalle autorità italiane per i lavoratori o per le persone in cerca d‟asilo provenienti dal Maghreb, dal Gambia, dal Senegal e dalla Turchia. Solo dopo l‟introduzione di provvedimenti come questo si sviluppò anche nel Sud - Europa l‟immigrazione illegale in senso stretto.

Altro fattore correlato a questo sopra descritto era che nella zona euro mediterranea esisteva tradizionalmente un forte settore informale con un‟ elevata offerta di attività che non richiedevano alcuna qualifica o soltanto una qualifica approssimativa.

Infine, altro fatto che favoriva il processo di trasformazione dei paesi dell‟Europa mediterranea in paesi di immigrazione era che la differenza di sviluppo tra questi e quelli dell‟Europa settentrionale si era ridotta, mentre elevata era la differenza con i paesi della sponda meridionale del mediterraneo.

Per quel che concerne l‟Italia, l‟occupazione irregolare di stranieri alla fine degli anni‟80 oscillava tra il mezzo milione e il milione. Questi immigrati erano principalmente provenienti dai paesi del Maghreb, dalle ex-colonie africane, dall‟America Latina(Brasile su tutti), dalle Filippine e dalla Polonia.

Nel biennio 1986-88 venne effettuato un primo procedimento di regolarizzazione che portò alla regolarizzazione di circa 120.000 irregolari, mentre un secondo programma di regolarizzazione venne varato nel Febbraio 1990 e portò alla regolarizzazione di quasi altri 100.000 irregolari. Nel 1981, il primo censimento Istat degli stranieri in Italia calcolava la presenza di 321.000 stranieri, di cui circa un terzo "stabili" e il rimanente "temporanei". Nel 1991 il numero di stranieri residenti,secondo i dati dell‟Ufficio Centrale di Statistica era di fatto raddoppiato, passando a 625.000.

59 Per quel che concerne la Spagna invece nel 1985 venne adottata la prima legge sull‟immigrazione, la ley de extanjeria no.7/1985.L‟entrata in vigore della legge era anche il frutto delle pressioni esercitate dalla Comunità Europea in funzione dell‟adesione della Spagna alla comunità che si sarebbe concretizzata ufficialmente nel 1986.

Cosi come l‟Italia, anche la Spagna effettuò dei programmi di legalizzazione. Tra il 1981 e il 1991 il numero degli stranieri regolarmente residenti in Spagna,passò da 198.000 a 361.00097.

Sarà dalla metà degli anni ‟90 che il tema immigrazione incomincerà ad avere un ruolo centrale nell‟agenda politica del governo spagnolo e di quello italiano e all‟ interno dell‟opinione pubblica dei due paesi, in quanto il numero di residenti stranieri tra il 1996 e il 2006 trasformerà i due paesi in paesi di immigrazione di massa. Per quel che concerne la Spagna stando alle statistiche dell‟Observatorio Permanente la Inmigracion indicano come il numero degli stranieri residenti passi

da 538.984 , a un numero pari a 3.021.808 nel 2006(31 Dicembre)98. Se si tiene

conto delle statistiche INE, il numero degli stranieri risulta essere ancora maggiore. Infatti le statistiche INE, tengono conto degli Empadronados, ovvero tutti gli stranieri iscritti al Padron Municipal, in quanto è possibile per tutti gli stranieri iscriversi presso il Padron Municipal, indipendentemente dalla loro situazione legale. Le statistiche sugli Empadronados sono importantissime in quanto ci permettono di calcolare i reali flussi di immigrazione. Stando alle statistiche INE, il numero di Empadronados presenti in Spagna alla data del 1

Gennaio 2007 è di 4.519.54499

Per quel che riguarda l‟Italia , stando ai dati ISTAT invece il numero di stranieri residenti aveva raggiunto quota 2.938.922100.

Importante è ricordare come un fattore determinante per l‟aumento della popolazione residente siano le procedure di regolarizzazione attuate dai due paesi.

97

Klaus. J Bade, p.359 98

“Extranjeros con tarjeta o autorización de residencia en vigora 31 de diciembre de 2006” , Madrid, 3 Gennaio 2007, pubblicazione del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, in http://extranjeros.empleo.gob.es/es/Estadisticas/operaciones/concertificado/Antes_2008/Extranjero s31Diciembre2006/Archivos/InformeEstadistico_Diciembre_2006.pdf

99

http://www.ine.es/jaxi/Datos.htm?path=/t20/e245/p04/a2007/l0/&file=00000010.px

100 La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007,pubblicazione ISTAT, 2 Ottobre 2007,http://www.istat.it/it/files/2011/10/testointegrale20071002.pdf?title=Popolazione+straniera+r esidente+in+Italia+-+02%2Fott%2F2007+-+Testo+integrale.pdf, p. 1

60 In Italia grazie alle procedure di regolarizzazione attuate attraverso le leggi n.189 del 30 Luglio 2002 e n.222 del 9 Ottobre 2002 numerosi immigrati già presenti in Italia avevano potuto regolarizzare la propria posizione e iscriversi successivamente in anagrafe. Tra il 2003 e il 2004 il numero degli stranieri residenti in Italia passerà da 1.549.373 a 1.990.159, fino ad arrivare a 2.402.157 alla data del 1 Gennaio 2005101.

Per la Spagna invece il processo di regolarizzazione, meglio conosciuto come Proceso de Normalizacion, è entrato in vigore con decreto reale del 30 Dicembre 2004 e soprattutto grazie ad esso il numero di residenti stranieri passò da 1.977.291(31 Dicembre 2004) a 2.738.932(31 Dicembre 2005).

Altro momento fondamentale per l‟aumento di popolazione straniera è dato dall‟entrata di Bulgaria e Romania nell‟UE il 1 Gennaio 2007.

Se per l‟Italia tra il 1 Gennaio 2007 e il 1 Gennaio 2008 il numero di residenti stranieri passò da 2.938.922 a 3.432.651, per la Spagna l‟incremento fu doppio con la popolazione straniera residente che aumentò tra il 31 Dicembre 2006 e il 31

Dicembre 2007 da 3.021.808 a 3.979.014(+957.205)102. Dei nuovi stranieri

residenti la maggioranza erano di cittadinanza bulgara o rumena. Le statistiche dell‟ Observatorio Permanente de la Inmigracion, evidenziano come il numero di cittadini bulgari residenti in Spagna passi 60.174103 a 127.058104 risultando quindi più che raddoppiato,mentre le persone di nazionalità rumena residenti passano da 211.325105 a 603.889106 risultando quasi triplicate rispetto al 31 Dicembre 2006. In Italia invece, il numero dei cittadini rumeni residenti passo dai 342.200 del 1

Gennaio al 2007 ai 625.278 del 1 Gennaio 2008107.

101 “La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007”, p.1

102 “Extranjeros con certificado de registro o tarjeta de residencia en vigor a 31 Diciembre 2006”, Madrid, 3Gennaio 2007, pubblicato Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, in http://extranjeros.empleo.gob.es/es/Estadisticas/operaciones/concertificado/Antes_2008/Extranjero s31Diciembre2006/Archivos/InformeEstadistico_Diciembre_2006.pdf. 2

103 “Extranjeros con certificado de registro o tarjeta de residencia en vigor a 31 Diciembre 2006”, Madrid, 3Gennaio 2007, pubblicato Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, inhttp://extranjeros.empleo.gob.es/es/Estadisticas/operaciones/concertificado/Antes_2008/Extranje ros31Diciembre2006/Archivos/InformeEstadistico_Diciembre_2006.pdf, p.4

104 Extranjeros con certificado de registro o tarjeta de residencia en vigor a 31 Diciembre 2007,p. 3 105 Extranjeros con certificado de registro o tarjeta de residencia en vigor a 31 Diciembre 2006, p.4 106

Extranjeros con certificado de registro o tarjeta de residencia en vigor a 31 Diciembre 2007,p. 3 107La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2009, pubblicazione ISTAT, 8 Ottobre 2009,http://www.istat.it/it/files/2011/02/testointegrale20091008.pdf?title=Popolazione+straniera+r esidente+in+Italia.+1+gen+-+08%2Fott%2F2009+-+testointegrale20091008.pdf,p.5

61 Questi primi anni del ventunesimo secolo, fino all‟avvento della crisi economica mondiale del 2008 rappresentano gli anni in cui i due paesi diventeranno paesi di immigrazione di massa.

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