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La figura di Joan Cannavera era sconosciuta fino agli studi di Ludovico Baille, il quale raccolse una serie di notizie utili alla costruzione del suo profilo biografico. Tale interesse è motivato da una produzione teologica di primo piano. Delle sue prediche si conserva oggi una copia manoscritta presso Biblioteca Universitaria di Cagliari357, richiesta

dall’arcivescovo di Torino Girolamo della Rovere e dall’ambasciatore spagnolo Vargas Maxia al fratello Nicolau. A queste si devono aggiungere alcuni commenti sulle lettere di san Paolo, andate perse.

Secondo quanto scritto nella lettera di presentazione dei Ragionamenti, Giovanni morì nel 1572 a trentasette anni, per cui si può fissare la data di nascita al 1535. Iglesiente di nascita, fu probabilmente nel locale convento dei minori conventuali di San Francesco che indossò l’abito e pronunciò la professione di fede358. Poco si sa sulla sua formazione e istruzione.

Secondo il Baille, egli seguì i corsi di Filosofia e Teologia, ottenendo il grado di maestro. Il 1 aprile 1566, in Piemonte, ricevette la patente di lettore in teologia presso l’universitèa di Mondovì. Il 23 ottobre, con la riorganizzazione dell’università voluta da Emanuele Filiberto, ricevette l’ordine di trasferirsi all’università di Torino dove avrebbe dovuto iniziare le lezioni il 3 novembre. A Torino entrò in contatto diretto con il principe Savoia e, come conferma Niccolò nel presentare la sua opera, diventò cappellano di corte. Per tre Avventi e tre Quaresime fu incaricato di preparare i sermoni pasquali nella chiesa della Consolata e in quella metropolitana di Torino. Dopo sette anni di esperienza italiana, il 13 agosto del 1572, su relazione del cardinale Lomellino venne nominato vescovo di Usellus e Terralba. Purtroppo il suo incarico durò pocò: il 7 maggio 1573 morì ad Ales.

Biblioteca

L’inventario è composto da 276 voci, per un totale di circa 335 volumi. Generalmente il notaio ricopiò le prime parole dei frontespizi. I volumi sono principalmente a tema religioso: sono presenti i libri sacri, con i commenti dei più grandi teologi antichi e moderni, come anche gli scritti dei Padri della Chiesa e le raccolte di prediche. Una forte presenza è quella dei testi filosofici, e in particolare di Aristotele e dei peripatetici: tra i loro commentatori si trova il nome di Ludovico Boccadiferro. Della sua permanenza in

357 Ragionamenti in numero di ventidue sopra il sacrosanto simbolo apostolico, Biblioteca Universitaria di Cagliari

Cagliari, Fondo Baille, ms. S.P.6.2.4.

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Piemonte rimangono alcune opere edite a Torino, come quella di Ottaviano Cacherano d’Asco, o scritte da intellettuali torinesi, come il medico Antonio Berga.

Nel 1614 la biblioteca fu oggetto di contesa tra il Convento di san Domenico e quella di san Francesco. I primi ne affermavano la proprietà perché i libri di Joan, alla sua morte, furono lasciati al fratello Nicolau, vescovo di Alghero, per ringraziarlo dei servigi che gli aveva prestato mentre si trovava in Italia; a sua volta, questi li avrebbe lasciati al loro convento. Dall’altra parte i francescani affermavano che la donazione di Nicolau non aveva valore, poiché i membri dell’ordine non potevano avere un patrimonio privato: tutti i loro averi dovevano passare al Convento di appartenenza. La causa, complessa e interessante, riferisce che i libri di Joan si trovavano a Oristano, e che Nicolau, in realtà, li aveva lasciati a un suo nipote; da Oristano i libri vennero trasportati a Iglesias, quindi a Cagliari e di nuovo a Iglesias. Già in quella data, alcuni libri mancavano all’appello, perché prestati o messi a disposizione di terze persone. Il processo, che in questo momento esula dalla presente ricerca, fu comunque la ragione che portò alla compilazione dell’inventario dei volumi che in quel momento si trovavano a Iglesias sotto il controllo del curatore testamentario di Nicolau, Gavino Pintus.

I tentativi di ricercare gli esemplari sono stati vani. Se effettivamente entrò a far parte delle librerie di uno dei due conventi, il destino di questa biblioteca fu drammatico. Infatti, in seguito alla legge di soppressione degli enti religiosi, nella città di Iglesias vennero abbandonati i conventi dei Domenicani, dei Francescani Conventuali e dei Cappuccini359. Il

26 aprile 1867, il cav. Melis Leo proponeva che il sindaco chiedesse al Governo la cessione delle librerie dei tre conventi che avrebbero potuto costituire i fondi della biblioteca pubblica cittadina360. In agosto arrivò la risposta del Ministero della Pubblica Istruzione, che

chiedeva di «tener conto dei libri che gli fossero devoluti», di garantire l’apertura al pubblico della biblioteca e un fondo finanziario che ne garantisse il funzionamento361. Il Comune

accettò le richieste, impegnandosi a stanziare 500 lire a partire dal successivo bilancio del 1868 e proponendo che parte dei libri fosse venduti per acquistarne di più nuovi. Il 4

359 Sul tema si segnala il saggio, basato sulla documentazione conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato

(Roma), di Giovanna Granata, La devoluzione delle biblioteche claustrali soppresse in età post-unitaria. Il caso di Cagliari

(1866-1889), «Nuovi annali della Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari», XXIII (2009), pp. 91-113. Lo

studio è quindi complementare alla documentazione analizzata in questa tesi, proveniente dall’Archivio Storico Comunale della città di Iglesias.

360 ASCI, Registro Deliberazioni consiglio Comunale Iglesias, reg. 172, c. 8v. 361 ASCI, Registro Deliberazioni consiglio Comunale Iglesias, reg. 172, c. 20r-v.

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gennaio 1869 il sindaco comunicava al Consiglio la richiesta del Ministero di inviare un elenco dei testi in questione, il prezzo di vendita e un elenco di quelli desiderati362.

A questo punto non si hanno più notizie sulle biblioteche in questione. Tuttavia, il 23 febbraio 1912 Arnaldo Capra, direttore della Biblioteca Universitaria di Cagliari, dopo aver visitato la scuola tecnica di Iglesias363 mostrava la volontà di prelevare e portare presso al

Biblioteca Universitaria di Cagliari quattro libri, originari del Convento di San Francesco364.

Dunque, alcuni dei volumi erano passati a questa scuola, mentre gli altri, la maggior parte, erano conservati nello scantinato del comune; infatti, nel 1916, il sindaco scriveva all’Intendenza di Finanza:

Nei magazzini di questo municipio esiste una considerevole quantità di libri di carattere sacro, che, a quanto mi viene riferito, vi sarebbero stati depositati fin dalla soppressione delle Congregazioni religiose, cui si appartenevano. Detti libri sono grandemente danneggiati per l’azione del tempo e sarebbero stati dichiarati, stando sempre a quanto mi si riferisce, privi di qualunque pregio letterario o scientifico. Sembra perciò a questa Giunta Municipale che i libri, dato che ne sia perfettamente inutile la conservazione, debbano essere venduti al macero, determinandone il ricavo alla Croce Rossa Italiana o a qualunque altro Istituto di pubblica beneficenza365.

Questa richiesta si basava sulla relazione che il sacerdote Salvatore Angelo Gallus aveva fatto al sindaco sullo stato dei libri pochi mesi prima; per l’importanza di questa, considerato che al momento è l’unica testimonianza sulla composizione di queste biblioteche, la si trascrive integralmente:

Illustrissimo signor Sindaco, mi è doveroso comunicarle l’esito della verifica dei vecchi libri già appartenenti alle due case religiose «cappuccina e conventuale» di questa città, che la S.V. verbalmente degnavasi d’incaricarmi. Le dico subito, che, dei mille e più volumi, non uno mi è sfuggito; tutti, dal primo all’ultimo, dal più grande al più piccolo, sono passati nelle mie mani e verificati scrupolosamente.

362 ASCI, Registro Deliberazioni consiglio Comunale Iglesias, reg. 172, c. 121r-v.

363 A tal proposito si segnala il Catalogo della Biblioteca della R. Scuola Tecnica Alberto Lamarmora di Iglesias, Iglesias,

1899, curato dal professor Francesco Antonio Menniti.

364 Si trattava del De rebus Sardois di Giovanni Francesco Fara (Calari: 1580), della Philosphia moralis di Aristotele

(Venezia, 1562) il De rebus ad Velitras gestis commentarius di Castruccio Buonamici (Assisi: 1782) e l’opera di Pietro Leo Di alcuni antichi pregiudizii sulla così detta sarda intemperie e sulla malattia conosciuta con questo nome (Cagliari: 1801), in ASCI, I sezione, b. 1175, fasc. 9.

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Mi duole però significarle, che di quel deposito, che doveva essere un prezioso tesoro, non resta che un gran mucchio di cartaccia, la maggior parte corrosa e puzzolente dall’umidità.

Senza dubbio le due biblioteche dovevano essere ricchissime di libri d’ogni ramo di scienza ma ora non restano che miseri… ruderi. L’ingordigia e la poca coscienza di uomini pseudo studiosi, che – mi permetta il dirlo – potrebbero essere stati anche reggitori del comune patrimonio, ha fatto per certo man bassa delle opere più importanti ed ora non restano che moccoli o mozziconi. Ad esempio: è mai possibile che i frati, cui nessuno può negare una profonda cultura nelle diverse discipline, non abbiano avuto delle opere storiche di valore? Non il Fleury, non il Borbarcher, non il Bolland, non il Baronio, non il Ruinart, non il Tillernont, non il Flavio, tutte opere di gran pregio storico, e che non mancano alla più modesta biblioteca specialmente ecclesiastica. Non parlo poi di opere enciclopediche «scientifico-storico-morali» quali, ad esempio, il vastissimo dizionario del Moroni tanto in voga nel secolo scorso, e l’Hudry (selva materie predicabili) di cui si abbelliva e si abbella anche oggi ogni congregazione sacerdotale, ove non manca chi si dedica alla nobile palestra delle predicazioni. Devo dire, poi, dell’assenza assoluta di un qualsiasi testo di storia sarda? Eppure i frati erano la maggior parte sardi, di questi (come si rileva da firme autografe su diversi volumi) un gran numero di iglesiensi, i quali non potevano non amare e non coltivare le memorie dei dolori e delle glorie avite.

Vi è invece uno straordinario numero di operette di secondo ordine, di panegirici, prediche morali, esercizi spirituali, teologie speculative e pratiche, etica, fisica, metafisica, filosofia razionale… ma tutte o scompaginate, se in diversi tomi, o completamente corrose e inservibili se in tomo unico.

Non mancano, è vero, gli avanzi di opere colossali, ma… ove un trattato importante di qualsiasi scienza – teologica, filosofica, scritturale o patristica – dovrebbe avere da cinque ai dieci ai venti volumi, non se ne trovano che uno, tre, cinque, e questi malissimo tenuti e guasti o dalla muffa o dalla mano vandalica, che ne strappò fogli, indici, prontuari ed incisioni.

Ho potuto però mettere in salvo parecchie opere, di cui ecco la nota dettagliata:

1. Istoria di tutte l’eresie per Dom. Bernino, vol. unico 2. Prediche di Francesco Mosotti, vol. unico

3. Ortografia moderna italiana, vol. unico 4. polyanthea mariana, vol. unico

5. Opuscula sacra aritmetico anagrammatica, vol. unico 6. Quaresimale di Pantaleone Dolera, vol. unico

7. Aritmetica et geometriae elementa, vol. unico 8. De invento corpore S. Francisci, vol. unico 9. Vita di S. Antonio da Padova, vol. unico

10. Discorsi per Novene. Saverio Vanolesti, vol. unico 11. Formularium legale practicum fori eclesiastici, vol. unico 12. Prediche di quaresima. Petrobelli, vol. unico 13. Trattato del movimento degli affetti, vol. unico 14. Quaresimale. Fra Antonio della Bana, vol. unico 15. Esercizi spirituali. Stefano de Casana, vol. unico 16. Vocabolario Latino-italiano., vol. unico

17. Resolutiones Casum., vol. unico

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19. Ta Toy Makopioi Ioannoi (f. Giovanni Damasceno), vol. unico 20. Decretales Papae Gregorii IX (grosso volume in foglio).

21. Cornelio a Lapide (l’unica copia superstite di valore), 6 grossi vol. 22. Concordantia biblica., un volume. 5 copia

Queste opere sono tutte in mio possesso ed a disposizione di V.S. Illustissma, pregandola di mandarle a ritirare quanto prima.

Dell’immenso mucchio superstite, secondo il mio debole parere, non è il caso di durar più fatica a trasportarli da un posto all’altro per tenerli conservati, ma si unica soluzione quella di venderli come carta straccia – se si trova chi li acquisti – ovvero bruciarli366.

Da questa carta, non priva di accuse all’amministrazione pubblica, si può solo desumere quella che doveva essere la ricchezza delle biblioteche conventuali. Al momento non si conoscono gli inventari, che pure dovettero essere redatti, su quanto fu trovato al momento dell’incameramento degli edifici degli enti religiosi soppressi. In ogni caso, nella documentazione conservata nell’Archivio del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno si trova la conferma che nella biblioteca di san Francesco furono trovati oltre 1200 volumi367. Di questo immenso patrimonio culturale, rimangono solo i 22 volumi

segnalati dal Gallus, in parte conservati nel fondo antico della Biblioteca comunale Nicolò Canyelles di Iglesias368 e in parte in quella dell’arcivescovado369. È probabile che tutti i libri

restanti siano stati venduti come carta da macero: sembra confermarlo la deliberazione del 14 marzo 1917, con la concessione alla Croce Rosa italiana di 60 lire, per far fronte alle opere di invio di viveri ai soldati sardi prigionieri in Austria.

Fonti

Inventario (7 agosto 1611): ASDCa, Clero regolare. Minori Conventuali. 9, cc. 93v-106v.

366 ASCI, I sezione, b. 1175, fasc. 9. Lettera del 28 agosto 1915.

367 Si ringrazia il viceprefetto dottoressa Silvana Rispoli, per aver trasmesso l’informazione. In questa

documentazione è presente il solo riferimento al numero dei volumi, mentre manca un inventario con i titoli.

368 Si tratta di: Francesco Monacelli, Formularium legale practicum fori ecclesiastici, , Venezia, Antonio Bartoli, 1706;

Giuseppe Maria Platina, Trattato del movimento degli affetti dedicato alla santita di nostro signore Benedetto 13, Bologna, Clemente Maria Sassi, 1725; Serafino da Lendinara, Prediche per il tempo della Quaresima del padre Serafino Petrobelli

da Lendinara cappuccino, Venezia, Giacomo Caroboli, & Domenico Pompeati, 1763; Antonio da Barra, Quaresimale del p.f. Antonio dalla Barra eslettore cappuccino opera postuma, Napoli, Stamperia Manfrediana, 1768;

Stefano da Cesena, Esercizj spirituali disposti per dieci giorni in venti meditazioni, Cesena, Gregorio Biasini, 1779; Giuseppe Tamagna, Arithmeticæ vulgaris, et speciosæ, Roma, Paolo Giunchi, 1779; Francesco Guadagni, De invento

corpore divi Francisci Ordinis minorum parentis, Roma, Stamperia della Camera apostolica, 1819.

369 La Biblioteca arcivescovile di Iglesias è al momento non consultabile. Quest’ipotesi si basa sulla richiesta

inviata all’Amministrazione dell’Asse Ecclesiastica affinché si potessero consegnare «al locale Vescovado i libri di materia sacra che il Reverendo Salvatore Gallus ha testé scelti fra quelli già pertinenti alle soppresse corporazioni religiose e dati in consegna a questo Municipio», in ASCI, I sezione, b. 1175, fasc. 9.

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c. 93-IIr En una caxa:

[1] E primo las obras de Origines, in folio, dos tomos

Si tratta di una raccolta delle opere di Origene, in due volumi.

[2] Item las obras de Sanct Augusti, en onze tomos ab indice, in folio

Aurelio Agostino, Opera omnia. L’opera era composta da undici volumi ed era dotata di un indice.

[3] Item las obras de Sanct Ioan Chrisostomo, en sinch tomos

Giovanni Crisostomo, Omnia opera. L’opera era composta da cinque volumi.

[4] Item las obras de Ruberto abbato, en quatre thomos, en folio

Ruperto di Deutz, Opera. L’opera era composta da quattro volumi.

[5] Item Gregorio Nagianzeno, un tomo, en folio

Gregorio di Nazianzio.

[6] Item Gregio Nasianseno, un tomo, en folio

Gregorio di Nazianzio.

c. 93-IIv

[7] Item altre llibre intitulat Ecclesiastice Istoria

Historia ecclesiasticae.

[8] Item altre llibre intitulat Adani Sabaut, in folio, un tomo

Adam Sasbout.

[9] Item altre llibre intitulat Ioan Damasceno, in folio, un tomo

Giovanni Damasceno.

[10] Item altre llibre intitulat Rutrochi, un tomo

Potrebbe trattarsi di un’opera del mistico fiammingo Jan von Ruusbroeck. In particolare si segnala: D. Ioannis Ruisbroici ... Libelli duo, vere diuini. Prior, de septem scalae diuini amoris, seu vitae

140

sanctae gradibus. Posterior, de perfectione filiorum Dei, Bologna, Vincenzo Bonardo &

Marcantonio Grossi, 1538. Si veda n. [11].

c. 94r

[11] Item altre llibre intitulat Rutrochi, un tomo

Potrebbe trattarsi di un’ altra opera del mistico fiammingo Jan von Ruusbroeck. Si veda n. [10].

[12] Item dos llibres intitulats las Epistolas de Sanct Ieronii, in folio

Girolamo, Epistolas.

[13] Item altre llibre intitulat de St. Thomas

Tommaso d’Aquino.

[14] Item altre llibre intitulat Magister sententiarum

Pietro Lombardo.

[15] Item altre llibre intitulat Iacobi Sadolisi, in folio

Jacopo Sadoleto.

[16] Item altre llibre intitulat Armonia mundi, un tomo

Prima edizione: Francesco Zorzi, De harmonia mundi totius cantica tria, Venezia: Bernardino Vitali: 1525.

[17] Item altre llibre intitulat Iacobi Vaclauti, un tomo

Non è stato possibile individuare l’opera in questione.

[18] Item altre llibre intitulat Ioannes Damasenus, un tomo

Giovanni Damasceno.

[19] Item altre llibre intitulat Loca comunia Conradi

Si tratta dei Loci communes, una raccolta di fonti su cui basare le affermazioni teologiche. Il titolo potrebbe rimandare a diverse opere, tra cui quella di Konrad Kling o al commento di Konrad Gesner.

141

Giovanni Duns Scoto, Super tertium sententiarum.

[21] Item sinch llibres, in folio, las obras de Sant Ioan Grisostomo

Giovanni Crisostomo, Opera. Si tratta di un’opera in cinque volumi.

[22] Item alters sis llibres de Sant Thomas, in folio

Si tratta della raccolta di una raccolta di opere di Tommaso d’Aquino, in sei volumi.

[23] Item altre llibre intitulat Sant Cipriano, in folio

Cipriano.

c. 94v

[24] Item altre llibre intitulat divi Epiphanis

Epifanio di Salamina.

[25] Item tres llibres de Sant Antonio, in folio

Si tratterebbe di una raccolta di scritti di sant’Antonio (forse di prediche?), in tre volumi.

[26] Item altre llibre intitulat Enricus cardinalis

Enrico da Susa.

[27] Item altre llibre intitulat Tabula generalis et mare magnum, Scoti, in folio

Giovanni Duns Scoto, Tabula generalis ac Mare magnum.

[28] Item altre llibre intitulat Egregia evangelia veritate, in folio

Simone Fidati, Egregii euangelicae veritatis.

[29] Item altre llibre intitulat Caroli Bulli co [sic] conclusiones

Prima edizione: Charles de Bouelles, Theologicarum conclusionum, Parigi: Josse Bade, 1515.

[30] Item altre llibre intitulat Valeri Maximi, in folio

Valerio Massimo, Dictorum et factorum memorabilium libri novem. Si veda n. [87].

[31] Item altres dos llibres intitulats de Gabriel

Potrebbe trattarsi di un’opera del predicatore tedesco Gabriel Biel.

142

Non è stato possibile individuare l’opera in questione; potrebbe trattarsi di una raccolta di parabole.

[33] Item altre llibre intitulat Economia blibiorum [sic], in folio

Prima edizione: Georg Eder, Oeconomia bibliorum, siue Partitionum theologicarum libri quinque, Colonia: Gerwin Calenius & Johann Erben Quentel, 1568.

[34] Item altre llibre intitulat divi Anselmi, in folio

Anselmo d’Aosta.

[35] Item altre llibre intitulat Rosarum sermonum predicabilium

Prima edizione: Bernardino Busti, Rosarium sermonum predicabilium, Venezia: Giorgio Arrivabene, 1496.

Si veda n. [45].

[36] Item altre llibre intitulat Panoblica evangelica, in octavo

Prima edizione: Willem van der Lindt, Panoplia euangelica, siue De verbo Dei euangelico libri

quinque, Colonia: Maternus Cholinus, 1559.

[37] Item altre llibre intitulat doctor Ioanne Fero [?]

Potrebbe trattarsi di un’opera del teologo francescano Johann Wild (Ioannes Ferus).

c. 95r

[38] Item altre llibre intitulat in Corni [?] episcopi, in octavo

Non è stato possibile individuare l’opera in questione.

[39] Item altre llibre intitulat Ludovico Gomes, in octavo

Probabilmente si tratta di un’opera giuridica di Luis Gómez.

[40] Item altre llibre intitulat speculum peregrinarum in octavo

Prima edizione censita [IC]: Bartolomeo Sibilla, Speculum peregrinarum questionum, Lione: Jacques Myt, 1516.

Si veda n. [271].

[41] Item altre llibre intitulat Enerrationum evangelicarum coque [?], in octo

143

[42] Item altre llibre intitulat de divis apostolis, in 4°

Non è stato possibile individuare l’opera in questione.

[43] Item altre llibre intitulat Le observationi de la logica, vulgar, in 8°

Si tratta di un testo di logica, in volgare; tuttavia non è stato possibile individuare precisamente l’opera in questione.

[44] Item altre llibre intitulat divi Iueneli episcopi

Potrebbe trattarsi di un’opera di sant’Agostino (Iuneli potrebbe essere una cattiva lettura per

Aurelii?).

[45] Item altre llibre intitulat Secunda pars de Rosais Bustis

Prima edizione: Bernardino Busti, Rosarium sermonum predicabilium, Venezia: Giorgio Arrivabene, 1496.

Si veda n. [35].

[46] Item altre llibre intitulat Enarrationum quadragesimarum, in octavo

Prima edizione censita [IC]: Enarrationum quadragesimalium thesaurus nouus, Parigi: Jerome & Denise de Marnef, 1554.

En una altra caxa:

[47] Et primo altre llibre intitulat Tractatum [?] vitte humanae, in folio

Prima edizione: Theodor Zwinger, Theatrum vitae humanae, omnium fere eorum, quae in hominem cadere

possunt, Bonorum atque malorum exempla historica, ethicae philosophiae praeceptis accomodata, Basilea: Johann

Oporinus, 1565.

[48] Item altre llibre intitulat Anastasi in magni Alexandrini episcopi

Atanasio, patriarca di Alessandria.

c. 95v

[49] Item quatre libres dels Conciliis, in folio

Si tratta di una raccolta di atti conciliari, in quattro tomi.

[50] Item altre llibre intitulat divi Gregorii Nasingeno, in folio

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[51] Item altre llibre intitulat Clementina, in folio

Clemente V, Clementinae.

[52] Item altre llibre intitulat divi Leonis, in folio

Leone I.

[53] Item altre llibre intitulat Gabriel Biel, Super canone missae, in 4°

Prima edizione: Gabriel Biel, Lectura super canone misse, Reutlingen: Johann Otmar, 1488.

[54] Item llibre intitulat divi Bernardini, in folio

Bernardino da Siena.

[55] Item altre llibre intitulat Augustini Steuchi, in folio

Agostino Steuco. Potrebbe trattarsi di un’opera filosofica come anche di un commento filologico all’antico testamento.

[56] Item altre llibre intitulat divi Basilii magni, in folio

Basilio di Cesarea.

[57] Item altre llibre intitulat Questiones, Tertuliani

Tertulliano. Potrebbe trattarsi del Padre della Chiesa come anche del giurista, che scrisse

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