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I patriarchi verdi della Conca di Bar

KEY WORDS:

APPUNTI

L’oggetto di studio della fitosociologia sono le comunità vegetali che, a vario li- vello di riconoscibilità, si stabiliscono nel territorio relazionandosi con l’ambiente cir- costante.

Queste comunità, meglio indicate come fitocenosi, costituiscono le unità, a vario grado di complessità di cui si compone la vegetazione. Esse sono dotate di una fi- sionomia propria e di specifiche regole di funzionamento interno e, nel raccordo fun- zionale che intrecciano con la componente animale, ovvero l’insieme delle cosiddet- te zoocenosi, danno sostanza alla matrice biologica degli ecosistemi. Si tratta in altre parole dei “materiali di costruzione” della biosfera.

Come si può intuire quindi le profonde radici alle quali si ancora la fitosociologia sono quelle dell’ecologia, della botanica e delle scienze naturali.

Il fitosociologo si muove sostanzialmen- te in quest’ ambito di ricerca. I suoi stru- menti di lavoro sono la conoscenza della flora, ossia l’alfabeto di base, una buona fa- miliarità con lo studio del suolo, del clima, della geologia, del territorio in senso lato e, non da ultimo, le regole della matematica e della statistica, per poter ordinare ed elabo- rare correttamente dati, rilievi ed osserva- zioni entro schemi scientificamente corretti e confrontabili.

La fitosociologia nasce e si sviluppa nel corso dell’ultimo secolo come esito degli approfondimenti scientifici delle scienze botaniche e delle grandi esplorazioni del territorio vegetale operate da ricercatori di alto spessore intellettuale, primo dei quali

Josas Braun-Blanquet, seguito da una schie- ra di illustri studiosi della botanica, come Ellenberg, Tüxen, Aichinger, Oberdorfer e da molti altri ricercatori europei di analoga impronta scientifica e culturale, fra i quali certamente anche alcuni italiani come Va- lerio Giacomini , Sandro Pignatti, Vittorio Marchesoni e molti altri.

Il professor Franco Pedrotti fa parte a buon diritto di questa illustre schiera ed as- sieme a Vasile Cristea e a Dan Gafta, validi vegetazionisti e docenti universitari rumeni, ha dato forma e contenuti a questo nuovo importante testo scientifico, trasferendo in esso una serie articolata di esperienze e di studi maturati in anni di ricerche, tanto in territorio italiano, quanto all’estero. La grande eredità scientifica che gli deriva dall’essere stato egli stesso allievo e colla- boratore dei grandi nomi citati sopra è, già per se stessa, una garanzia di contenuti d’al- to profilo scientifico.

Il testo è una sintesi assai compiuta ed ar- ticolata dei diversi temi di studio e dei prin- cipi applicati nelle scienze vegetazionali in genere e nella fitosociologia in dettaglio, e nasce come integrazione ed aggiornamento in lingua italiana di un testo universitario già in uso presso alcune facoltà scientifiche della Romania, con le quali Franco Pedrotti ha lungamente collaborato.

Molto intensa e dettagliata la struttu- razione degli argomenti, delle esperienze svolte e degli spunti applicativi, attuali e potenziali, in campo fitosociologico, spa- ziando dalla selvicoltura, alla gestione agro- nomica, dalla pianificazione urbanistica alla tutela delle aree protette e del paesaggio.

Fitosociologia

Vasile Cristea, Dan Gafta, Franco Pedrotti

In particolare assai ricca di sviluppi e di esemplificazioni risulta la trattazione della cartografia applicata, con ripetuti e sostan- ziosi richiami alle modalità di rappresen- tazione delle tendenze dinamiche, spazio- temporali, della vegetazione; un approccio ormai avanzato di teorizzazione e di ricerca che diviene base imprescindibile per poter affrontare adeguatamente le problematiche di gestione e conservazione degli equilibri territoriali che si rispecchiano nelle forme del paesaggio.

I caratteri principali della fitosociologia, così come emergono dalla consultazione del nuovo libro, sono quelli dell’interdiscipli- narietà e della concretezza applicativa. In questo senso anche una forma di riscatto per questa disciplina rispetto alle critiche di astrattezza mosse per lungo tempo soprat- tutto dal settore forestale.

APPUNTI

L’elegante pubblicazione dal formato atto a valorizzare soprattutto l’aspetto fotografico del volume, è frutto di una collaborazione stretta tra addetti ai lavori, con la supervi- sione del Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento. L’attività di divulgazione e valorizzazione del bene fore- stale trentino, iniziata alcuni anni fa, prose- gue con rinnovato impegno in questo nuovo lavoro affidato a Marcello Mazzucchi, dot- tore forestale, per la stesura dei testi, ai foto- grafi naturalisti Nicola Angeli e Alessandro Gadotti per le immagini e a Mauro Confalo- nieri, dottore forestale, per la cura generale e il coordinamento editoriale.

Un’equipe attenta e versatile che ha saputo coniugare gli aspetti ambientali, forestali e informativi con scatti fotografici partico- larmente ricchi di fascino, di emozione e di curiosità. Curiosità perché vengono qui pre- sentate 31 diverse e speciali realtà forestali trentine quasi inedite e segrete, se si esclude il bosco di Paneveggio, conosciuto ed affer- mato da tempo nel panorama forestale mon- diale.

Luoghi dunque fuori dai contesti più blaso- nati e turistici, estensioni forestali minori, a volte pochi ettari di bosco plasmato da par- ticolari condizioni climatiche, geologiche, storiche e umane.

Boschi antichi o giovani sparsi sull’intero territorio trentino, quasi in forma circolare, dalle Torbiere del Monte Sous (Val di Non) alle Cembrete del Catinaccio (Val di Fassa), passando per il Lariceto di Clef e Maresse (Pieve di Bono) alle Foreste degli Altipia-

ni Cimbri (Folgaria) agli Abeti giganti della Val Noana (Primiero).

Delle 31 tipologie di bosco, vengono espo- ste le caratteristiche principali e originali che creano motivo di interesse e spingono il lettore a programmare una prossima vi- sita spinto da un’insolita curiosità dovuta a volte all’altezza delle piante, altre alla loro longevità, altre ancora alla grande biodiver- sità che ospitano, altre volte alla giovane età come la Pineta delle Marocche di Dro, meno di 100 anni.

Ma anche per la loro storia, il loro rappor- to secolare con la natura e con l’uomo tra passato, presente e futuro. A completare la presentazione di ogni singola foresta e per capire rapidamente le singole realtà morfo- logiche, geografiche e produttive sono state approntate alcune “schede tecniche” che il- lustrano la superficie in ettari, le varietà di specie, la crescita annua e l’utilizzazione forestale annua.

Debitamente esposte e precise sono poi an- che le indicazioni stradali e le vie di acces- so ai boschi, dove vengono segnalate sia le strade asfaltate percorribili in automobile che le strade forestali o i sentieri da percor- rere a piedi, ed anche le mappe dettagliate con i tour segnati in modo chiaro e leggibile da poter utilizzare come piccoli fogli/guida tascabili.

I testi raccontano con grande chiarezza le tipologie di bosco, soffermandosi più sugli aspetti ambientali e paesaggistici che non su temi tecnici e scientifici, diventando così una guida al bosco alla portata di tutti, gio-

Il BOSCO anima del Trentino

Mauro Confalonieri (a cura di), Provincia autonoma di Trento, Servizio Foreste e Fauna, testo, imm.col. e disegni, pag. 239, Trento 2015

vani e scuole in primis. Non mancano nep- pure preziose note di ordine storico che con- feriscono al bosco, in tutto il Trentino, una parte fondamentale dell’identità delle sue genti e dell’intera popolazione. Un’identità che nel corso dei secoli ha fatto del bosco una sorta di carta di identità e di bio-indi- catore antropologico e sociologico. Il bosco come una parte preziosa della propria casa, casa e cosa di tutti ma da curare, proteggere, valorizzare, lavorare e pensare con grande senso civico, culturale e, per certi aspetti, anche spirituale.

Che dire poi delle immagini che compongo- no un catalogo quasi a sé stante, da sfogliare piano, ininterrottamente? Un grande lavoro di pazienza e di professionalità, sia nella scelta delle luci che delle inquadrature, sia nelle fotografie panoramiche che in quelle fatte dal basso, sotto, dentro e attorno al bo-

sco. Molte immagini rappresentano scorci di natura quasi indescrivibile a parole, fermata dall’obiettivo grazie alla grande maestria dei fotografi Angeli e Gadotti che qui, an- cora una volta, aiutati dall’ottima veste gra- fica e da un meticoloso ed attento lavoro di preparazione alla stampa, esprimono tutta la loro arte, la loro passione, i loro anni ed anni di ricerca, di studio e di lavoro.

Un volume prezioso dunque, una sorta di Catalogo della Mostra del Bosco trentino, un libro per tutti, da sfogliare e da leggere, da ricordare e da divulgare.