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5 L’indagine diretta

5.2 L’analisi del campione dei rispondenti

Nel corso dell’indagine, si è proceduto inizialmente a raccogliere le informazioni attraverso interviste dirette ad alcuni esponenti del settore al fine di elaborare un questionario da sottoporre agli allevatori suinicoli il più dettagliato possibile: a tal fine, sono stati intervistati esponenti appartenenti alle organizzazioni di produttori e ai macelli, funzionari della Regione Emilia Romagna incaricati di seguire le politiche afferenti il comparto suinicolo, ricercatori del Centro di ricerche produzioni animali di Reggio Emilia che studiano da anni l’evoluzione

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Le clausole sono state scelte sulla base di un confronto con le tutele esistenti per i produttori primari in altri ordinamenti (si veda Capitolo II)

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del settore ed esponenti delle organizzazioni professionali agricole del territorio considerato ai fini della presente ricerca. Successivamente si è passati alla definizione del campione delle aziende alle quali sottoporre il questionario: è stato utilizzato un campione di 176 allevamenti suinicoli con sede legale in Emilia Romagna, corrispondente alle aziende agricole iscritte all’Organizzazione interprofessionale del Gran suino italiano; in questo modo l’universo di riferimento è stato costituito da allevamenti emiliano- romagnoli con consistenze superiori ai 100 capi, rientranti sia nelle tipologie “a ciclo aperto”, “a ciclo chiuso”o a “a ciclo semi- chiuso” 165

e appartenenti o non alle organizzazioni di produttori presenti nell’area, aderenti ai vari schemi contrattuali esistenti (mercato a pronti, contratti di filiera, accordo di conferimento alla cooperativa di riferimento, contratti di filiera integrata). Il panel così costruito è stato quindi filtrato per eliminare le aziende appartenenti all’Organizzazione interprofessionale del Gran suino italiano che commercializzano per il tramite di un’organizzazione di produttori (30%) e quelle con contratti di soccida in essere (5%). Al campione di 114 aziende è stato somministrato il questionario attraverso interviste telefoniche, via posta elettronica o per mezzo di interviste dirette. Sono stati quindi ottenuti 35 questionari debitamente compilati ed effettivamente utilizzabili per le elaborazioni.

Le 35 aziende166 formanti il campione commercializzano in totale 318.142 capi, per una media aziendale di 9.090 capi commercializzati. La prima analisi effettuata sul campione vede l’utilizzo della curva di concentrazione quale strumento statistico utili a fornire risultati interessanti sulle dimensioni delle aziende. L’indice di concentrazione è uno strumento usato dall’economia-statistica per misurare la presenza di imprese in un mercato o in un territorio e consente di rispondere alla domanda: in che modo tali imprese sono distribuite; si ipotizza, quindi, che una determinata variabile, nel nostro caso i capi commercializzati, sia

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Gli allevamenti a ciclo aperto sono quelli in cui viene svolta una sola fase (riproduzione o ingrasso); gli allevamenti a ciclo chiuso sono quelli in cui si praticano tutte le fasi del ciclo produttivo; gli allevamenti semi-chiusi sono quelli in cui una parte dei suinetti vengono venduti mentre una parte viene ingrassata per la successiva vendita al macello.

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Il campione rappresenta il 20% delle aziende agricole aderenti all’Organizzazione interprofessionale e il 3% degli allevamenti suinicoli emiliano-romagnoli al 2010

110 equidistribuita tra le imprese oggetto dell’osservazione, se ogni impresa commercializza la medesima quantità di capi, mentre, al contrario si afferma che la concentrazione è massima se una sola impresa commercializza tutti i capi e le altre nulla.

Figura 16. La curva di concentrazione

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 0 5 10 15 20 25 30 35 n . c ap i (qu ot a c u m u lata) n. allevamenti

Dalla curva di concentrazione, calcolata sul numero di capi commercializzati dalle 35 imprese considerate, è possibile vedere come nelle prime 13 si concentri l’80% circa dei capi commercializzati, pari a 254.514, quindi di media circa 19.578 capi per azienda. Le restanti commercializzano il residuo 20%, pari a 63.628, che danno una media per allevamento di circa 2.766 capi. A questo punto è possibile approfondire l’analisi sopra utilizzando un secondo strumento, quello dei quartile.

I quartili sono dei valori o modalità che ripartiscono il campione considerato in quattro parti uguali; la differenza tra i quartili è definita come indice di dispersione. Nel caso in osservazione i risultati mostrano come il primo 25% delle aziende commercializza circa 1500 capi che sono quindi quelle più piccole, il secondo 25% delle aziende, di dimensione medio- piccole, commercializza da 1500 a 4000 capi, il terzo 25%, aziende medio-grandi,

111 commercializza da 4000 a 14000 capi, e l’ultimo 25% commercializza da 14000 a 40.000 capi, e ciò consente di definirle come le aziende grandi del campione osservato.

Passiamo ora all’utilizzo dell’analisi per classi dimensionali, i cui dati sono stati riassunti nella tabella che segue.

Tabella 7 - Le classi dimensionali

Classi di capi Capi Comp. % Aziende Comp. %

fino a 1.500 10.060 3,2 9 25,7

da 1.501 a 4.000 27.136 8,5 9 25,7

da 4.001 a 14.000 65.800 20,7 8 22,9

da 14.001 a 40.000 215.146 67,6 9 25,7

Totale 318.142 100,0 35 100,0

È possibile vedere come la parte preponderante, quasi il 68% dei capi commercializzati, provenga dalla classe numerica maggiore, che individua gli allevamenti più grandi; importante è anche la classe che va da 4.000 a 14.000 capi commercializzati che occupa il 20,7% del totale del campione. Notevolmente distante è la percentuale della classe più piccola individuata, quella che commercializza fino a 1.500 capi, essa occupa solamente il 3,2%.

Figura 17 - Classi di dimensione capi commercializzati

fino a 1.500 3% da 1.501 a 4.000 8% da 4.001 a 14.000 21% da 14.001 a 40.000 68%

Riguardo al tipo di allevamento prevalente dei rispondenti ai questionari, il 71% degli allevamenti coinvolti sono a ciclo aperto, mentre solo 10 sono a ciclo chiuso e 2 a ciclo semi

112 chiuso. Dai dati del campione, emerge che la maggior parte delle aziende lavora con un solo macello (il 40%), a seguire il 34% lavora con due macelli e il 26% con tre o più macelli. Per quanto riguarda, invece, il numero dei capi commercializzati, come si può vedere anche dalla tabella che segue le tre classi individuate si suddividono piuttosto equamente il numero totale dei suini commercializzati.

Tabella 8 – Numeri di macelli verso i quali si effettua il conferimento

1 macello 14 40% 110.150 35% 2 macelli 12 34% 107.100 34% 3 o più macelli 9 26% 100.892 32% Totale 35 100% 318.142 100% N. capi Aziende

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