C APITOLO S ECONDO O RIGINE DI UNA LINEA
3.2 L’ ERA DELLA MAQUILADORA E LE CRISI ECONOMICHE (1965-‐‑ 88)
3.2 L’ERA DELLA MAQUILADORA E LE CRISI ECONOMICHE (1965-‐‑ 88)
Con la fine del Programa Bracero il governo messicano tenta di sviluppare ulteriormente l’industrializzazione nel nord del paese per stimolare l’economia in fase di depressione e tamponare la disoccupazione in aumento che nel 1966 ha raggiunto la metà della popolazione attiva67. Se alla fine degli anni Cinquanta il nord messicano è sede della maggiore quantità di centri industriali (dei 25 totali, diciassette si trovano nel nord), essi non sono comunque sufficienti a reintegrare i lavoratori deportati o reimpatriati68. Gli sforzi della Cámara Nacional de Industria de Transformación (CANACINTRA) nel promuovere l'ʹinstallazione di nuove
industrie nazionali per sostituire le importazioni si scontrano con le distanze geografiche tra la sede dell'ʹimpresa e il bacino di consumatori: un mercato rivolto all'ʹesportazione risulta ancora maggiormente vantaggioso69. Inoltre, se la Seconda Guerra Mondiale ha alimentato il popolamento delle città lungo la linea, le massicce deportazioni aumentano ulteriormente la densità abitativa facendo raddoppiare e in alcuni casi triplicare la popolazione delle città: un vero e proprio "ʺboom border town"ʺ70.
Non sono soltanto le generali condizioni economiche, demografiche o le valutazioni degli imprenditori a costituire un fattore problematico per lo sviluppo dell'ʹindustria e, quindi, il "ʺreintegro"ʺ dei lavoratori bracero. Questi migranti, dopo ventidue anni di mobilità tra due stati, sono mutati
67 MORALES, op. cit., p. 300. 68 GANSTER, LOREY, op. cit., p. 94
69 LAWRENCE DOUGLAS TAYLOR HANSEN, "ʺThe Origins of the Maquila Industry in Mexico"ʺ, in Comercio Exterior, Vol. 53, No. 11, México, November 2003, p. 4.
70 Segnalo alcuni testi utili ad approfondire l'ʹesplosione demografica delle città di confine e la loro trasformazione radicale: OSCAR J. MARTÍNEZ, Border Boom Town: Ciudad Juárez since 1848, University of Texas Press, Austin, 1975; THURBER D. PROFFITT, Tijuana: The History of a Mexican Metropolis, San Diego State University, San Diego, 1994; DANIEL P. RAMÍREZ, J. ORTIZ FIGUEROA (coords.), Historia de Tijuana, 2 Voll., Centro de Investigaciónes Históricas, Universidad Autónoma de Baja California, Tijuana, 1989.
profondamente anche dal punto di vista "ʺantropologico"ʺ, modificando la loro attitudine verso la permanenza e l'ʹattività lavorativa negli U.S.A. Se prima erano orientati a un soggiorno temporaneo, il guadagno immediato e il ritorno al paese di provenienza, negli anni si trasforma la percezione della migrazione stessa e il modo in cui questa assume dei contorni sempre più prossimi a una sorta di pendolarismo transnazionale. Mutano le aspettative, sovviene l'ʹambizione della mobilità verticale, la ricerca di un benessere maggiore e la permanenza negli U.S.A. diviene più prolungata. Inoltre, i migranti hanno ora maggiori competenze linguistiche e nuove qualifiche acquisite sul lavoro71. Oltre all'ʹintegrazione economica, il Messico deve fronteggiare una divaricazione nella composizione della sua società.
La zona della frontiera diviene così un nodo politico ed economico rilevante per il governo messicano su cui convergono diverse questioni centrali a conclusione del Programa Bracero: valorizzare le competenze dei lavoratori rientrati nel paese, aumentare la produttività e far diminuire la disoccupazione.
Alla fine del 1960, il presidente Adolfo López Mateos (1958-‐‑ 1964) accetta le pressioni di Antonio J. Bermúdez per avviare una politica economica specifica nella zona nord con lo scopo di implementare il commercio con gli Stati Uniti e con l'ʹinterno del paese, sostituire così i prodotti di tradizionale importazione, aumentare il turismo ed espandere le vendite di prodotti nazionali72. A tale scopo, è istituita una commissione per verificare la fattibilità del progetto di industrializzazione e produrre studi utili a fornire linee guida per ogni area in cui installare le nuove imprese, tra questi
71 MASSEY, DURAND, MALONE, op. cit., p. 42.
72 Antonio J. Bermúdez è un impreditore di rilievo di Ciudad Juárez di cui è stato sindaco dal 1941 al 1943 e senatore dello Stato di Chihuahua nel 1946; esponente del partito PRI e direttore della compagnia petrolifera nazionale PEMEX dal 1946 al 1958, diviene Ambasciatore Plenipotenziario del Petrolio nel 1960, autore del testo ANTONIO J. BERMÚDEZ La política petrolera mexicana, J. Mortiz, México, 1976, in AUGUSTA DWYER, On the Line. Life in the US-‐‑ Mexican border, Russell Press, Nottingham, 1994, p. 15.
One of the studies’ key recommendations was the establishment of a maquila industry in Mexico which would not only create jobs there but would also complement the productive processes of U.S. companies73.
L'ʹanno successivo il governo avvia il programma nazionale PRONAF (Programa
Nacional Fronterizo), sostenuto dalla banca di sviluppo nazionale NAFINSA a
parziale capitale straniero74. Un programma che intende essere espressione di "ʺun concepto de integración mediado entre centralista y descentralizado"ʺ, ovvero, uno strumento che sia cerniera tra l'ʹeconomia di frontiera e quella "ʺnazionale"ʺ, attraverso lo stanziamento di finanziamenti pubblici e la riapertura di zone di libero commercio75.
Nonostante ciò, i finanziamenti destinati alla realizzazione dell'ʹintegrazione sono investiti nella costruzione di strutture per il turismo e il consumo in alcune città di confine (hotel, centri commerciali, parcheggi) che favoriscono, piuttosto, una maggiore compenetrazione con l'ʹeconomia statunitense.
Più che un programma di sviluppo regionale, alcuni studiosi lo definiscono una sorta di "ʺimprenditore edile"ʺ della frontiera76, o una "ʺvetrina"ʺ per visitatori77. Sebbene questi finanziamenti aumentino il numero di turisti, si rileva tutta
73 All'ʹinterno della Commissione si annoverano molti dei poteri forti del governo e dell'ʹindustria messicana: NAFINSA, Confederación de Cámaras Industriales, Confederación de Cámaras Nacionales de Comercio, Centro Comité Regional de Estudios Económicos del Banco de México, PRONAF’s Advisory Commitee, Arthur D. Little Company, Banco de México, Secretario de Industria y Comercio, Camara de Comercio, Industria y Construcción, LAWRENCE D. TAYLOR HANSEN, "ʺThe Origins of the Maquila Industry in Mexico"ʺ, in Comercio Exterior, Vol. 53, No. 11, México, November 2003, p. 5. 74 MARTÍNEZ, op. cit., p. 130. Sebbene il programma finisca per essere applicato solo lungo la frontiera del nord, formalmente è rivolto anche al confine con il Guatemala e il Belize dove sono realizzati interventi marginali: ANTONIO UGALDE, "ʺRegional Political Processes and Mexican Politics on the Border,"ʺ in STANLEY R. ROSS (editor), Views Across the Border: The United States and Mexico, University of New Mexico Press, Albuquerque, 1978.
75 JOSÉ NEGRETE MATA, "ʺLa Frontera Norte De México en los informes presidenciales"ʺ, pp. 170-‐‑ 184, in Frontera Norte, Vol. I, N. 3, Ene-‐‑ Jun, El Colegio de la Frontera Norte, Tijuana, 1990, p. 182.
76 MARIO H. RAMOS, "ʺPolicies of the mexican government towards the northern frontier region of Mexico (NFRM)"ʺ, pp. 249-‐‑ 285, in GEORGE PHILIP, The Mexican Economy, Routledge, London, 1988, p. 260.
l’inadequatezza delle infrastrutture della città di confine e l’impossibilità di sostenere una crescita così rapida senza alcuna pianificazione urbanistica78. Tra i molti obiettivi ben pochi hanno successo, nonostante il grande investimento nazionale e l'ʹampiezza di convergenze politiche ed economiche:
Some concrete attempts were made to promote the development of border industries; to that end, PRONAF supported such projects as the establishment of an olive packing plant in Tijuana, a coffee company in Tecate, a pasteurization plant in Nogales, an oil filter factory in Reynosa and a milk products plant in Matamoros. Tracts of land were purchased for the future creation of industrial parks, such as one located five miles southeast of the PRONAF Center in Ciudad Juárez, which eventually became the Antonio J. Bermúdez Industrial Park. Large-‐‑ scale industrialization, however, did not take place79.
Inoltre, i dati confermano come la maggior parte delle imprese che hanno beneficiato degli investimenti siano collocate nel Distretto Federale, mentre le aziende della frontiera abbiano persino diminuito la loro partecipazione al mercato stabilito con il PRONAF. Di fronte a questi risultati "ʺit is difficult to say that these results suggest a major territorial integration"ʺ80. Nei fatti, il PRONAF non ha successo nell'ʹiniziale proposito di integrazione della zona di frontiera con l'ʹinterno del Messico. Dopo cinque anni si decide di avviare un nuovo programma di investimento economico di lunga durata, finalizzato a implementare il settore industriale nazionale e ricollocare finalmente i braceros che sono stati costretti a rientrare nel paese81.
78 GANSTER, LOREY, op. cit., p. 100. In APPENDICE 1.6 il grafico della crescita del turismo verso il Messico (1935-‐‑ 1970) che indica in modo evidente gli effetti positivi del PRONAF.
79 TAYLOR HANSEN, op. cit., p. 7. 80 RAMOS, op. cit., p. 261.
81 Per ulteriori analisi sul PRONAF segnalo: MILTON JAMAIL, "ʺVoluntary Organizations along the Border,"ʺ in SUSAN KAUFMAN PURCELL (editor), Mexico-‐‑United States Relations, Academy of Political Science, New York, 1981; LESLIE SKLAIR, "ʺThe Maquila Industry and the Creation of a Transnational Capitalist Class in the United States-‐‑Mexico Border Region,"ʺ in LAWRENCE A. HERZOG (editor),
Nel 1965 nasce il PIF (Programa de Industrialization Fronteriza, o BIP, Border
Industrialization Program):
El gobierno mexicano buscaba enfrentar una situación de desempleo grave en la zona fronteriza con una política de excepción, con alcances temporales y regionales delimitados. En cuanto a su temporalidad, se pretendía que en el mediano plazo las plantas de ensamble crearan eslabonamientos productivos, y promovieran una industrialización de base nacional; en cuanto a su alcance regional, el modelo respondía de forma exclusiva a las condiciones de la frontera norte, pues en el resto del país la política industrial continuaba centrada en la protección de la industria mexicana, mediante instrumentos fiscales y arancelarios82.
Da questa necessità procede l’installazione delle cosiddette maquilas, o
maquiladoras: industrie il cui meccanismo di funzionamento è basato
sull’importazione di componenti e beni non finiti che vengono poi assemblati in Messico ed esportati, principalmente negli Stati Uniti, in un regime di zona franca, dove si pagano le imposte esclusivamente sul valore aggregato durante la lavorazione nelle industrie stesse83.
La definizione delle maquilas proposta dall'ʹINEGI (Instituto Nacional de Estadística
y Geografía) indica che:
Changing Boundaries in the Americas: New Perspectives on the U.S.-‐‑ Mexican, Central American, and South American Borders, Center for U.S.-‐‑ Mexican Studies, University of California, La Jolla, 1992.
82 CONTRERAS F. ÓSCAR, MUNGUÍA LUIS FELIPE, "ʺEvolución de las maquiladoras en México. Política industrial y aprendizaje tecnológico"ʺ, pp. 71-‐‑ 89, in Región y sociedad, El Colegio de Sonora, Vol. XIX, número especial, 2007, p. 76. Per ulteriore approfondimento del BIP, segnalo alcuni tra i molti testi disponibili: MARIA P. FERNÁNDEZ-‐‑ KELLY, For we are sold, I and My people: Women and industry in Mexico'ʹs frontier, University of New York Press, Albany, 1983; REGINALD L. DAVIS, Industria maquiladora y subsidiarias de co-‐‑inversión: régimen jurídico y corporativo, Cárdenas, México, 1985; DONALD W. BAERRESEN, The Border Industrialization Program of Mexico, Heath and Company, Lexington 1971; JOSÉ L. SANTIESTEBAN FERNÁNDEZ, "ʺAlgunas consideraciones sobre los progresos de industrialización fronteriza, sus efectos y perspectivas,"ʺ in MARIO OJEDA (compilador), La frontera del norte: integración y desarrollo, El Colegio de México, México, 1981.
83 In riferimento al dibattito sul termine maquiladoras e alla sua applicabilità in contesti e imprese differenti, consultare JESÚS TAMAYO, LEONEL J. FERNÁNDEZ, Zonas fronterizas: México-‐‑Estados Unidos, Centro de Investigación y Docencia Económica, México, 1983, pp. 221-‐‑223.
se condidera come establecimiento maquilador a aquella unidad económica que realiza una parte del proceso de producción final de un artículo, por lo regular de ensamblado, misma que se encuentra dentro del territorio nacional y mediante un contrato de maquila se compromete con una empresa matriz, ubicada en el extranjero, a realizar un proceso industrial o de servicio destinado a transformar, elaborar o reparar mercancías de procedencia extranjera, para lo cual importa temporalmente partes, piezas y componentes, mismos que una vez terminados son exportados84.
La nuova organizzazione della produzione sulla frontiera fa emergere alcuni elementi cruciali. Da un lato, la zona è un luogo di sperimentazione di nuovi processi produttivi ad alta intensità, elaborati appositamente in funzione della domanda del capitalismo statunitense sul piano regionale. A questa domanda si risponde con l'ʹadeguamento di uno spazio produttivo che rievoca il meccanismo delle zone di libero commercio: “In some ways the maquiladora program represented the logical extension of Mexico’s earlier free-‐‑ trade-‐‑ zone”. Non sono più i lavoratori a migrare negli Stati Uniti e contrattare la propria assunzione. Sono i capitali stessi che tornano ad attraversare la linea e installano le proprie industrie nel territorio messicano, mettendolo a valore attraverso il lavoro a basso costo e una logistica delle merci relativamente semplice85.
many multinationals moved labor-‐‑intensive operations abroad, including the Mexican side of the border, where abundant labor at rock-‐‑bottom rates could be found [...] Cheaper and "ʺmore disciplined"ʺ labor, tax concessions, less regulation, and a "ʺfriendly"ʺ business climate served as the principal enticements86.
84 CONTRERAS, MUNGUÍA, op. cit, p. 72.
85 Un esempio utile per comprendere cosa si intende per lavoro a basso costo in questo caso, lo offre Morales: a parità di tipologia di lavoro, mentre un lavoratore negli Stati Uniti riceve 2.30 dollari, un messicano nella maquiladora riceve 53 centesimi di dollaro, in MORALES, op. cit., p. 303.
In secondo luogo, alla liberalizzazione del mercato, corrisponde una deregolamentazione sul lavoro. Non solo le maquilas non debbono rispettare la legge secondo cui la proprietà di un’industria deve essere a maggioranza messicana, ma non esiste nemmeno una presenza sindacale utile a contrattare e mediare tra imprenditori e lavoratori:
Because low pay was the key to their success, maquila owners struggled to keep unions out of the plants. Some firms preferred to employ young, female workers, considering them less likely to organize87.
Il Messico diviene un territorio su cui investire in modo proficuo per i capitali statunitensi:
As flexible inter-‐‑and-‐‑infra networks developed to provide ontime deliveries and carefully managed quality control, Mexico became a more attractive location for assembly operations for the neighboring US market”88.
Dal 1965, le maquilas attraversano diverse fasi di trasformazione della produzione stessa e si riconoscono tre classificazioni che si succedono nel tempo: la prima generazione è basata sul lavoro intensivo e l’assemblaggio, focalizzata in particolare sulla produzione di abbigliamento; la seconda è più orientata alla fabbricazione vera e propria attraverso l’uso di nuovi macchinari automatizzati orientati alla produzione di strumenti elettronici; la terza generazione è orientata alla ricerca, il design e lo sviluppo di prodotti utilizzati da lavoratori ad alta formazione e ingegneri89. A queste trasformazioni corrisponde anche un adattamento della legislazione a opera del governo per consolidare questo nuovo sistema produttivo.
87 GANSTER, LOREY, op. cit., p. 107. 88 Ibidem, p. 101.
Nel 1971, un nuovo regolamento autorizza l'ʹinstallazione di industrie in regioni al di fuori della regione di frontiera, la creazione di imprese a pieno capitale straniero, l'ʹesportabilità di tutta la produzione senza alcuna limitazione, l'ʹacquisizione, come fiduciari, del possesso di beni immobili destinati alla realizzazione di attività industriali e turistiche fino a una distanza di 100 km dalla linea. Nel 1975 peggiorano ulteriormente le condizioni di lavoro con l'ʹestensione, da trenta a novanta giorni, del periodo di assunzione di lavoratori temporanei che sono privi di diritti. Le ore di lavoro diventano assolutamente flessibili a seconda delle necessità produttive decise dall'ʹimpresa, si afferma il licenziamento per "ʺinefficienza"ʺ che non prevede l'ʹindennizzo del lavoratore e aumenta il costo dell'ʹassicurazione medica sul lavoro.
Inizialmente, tutte le norme giuridiche sono pensate come applicabili in modo transitorio per la debole condizione in cui versa l'ʹindustria messicana90.
The maquiladora program gathered steam slowly at first. Between 1965 and the mid-‐‑1970s a gradual rise in investments in maquilas in Tijuana, Mexicali, Nogales, Ciudad Juárez, and Matamoros gave rise to some twin plants: labor-‐‑ intensive work carries out on the Mexican side, capital-‐‑ and development intensive on the US side. Even with a sluggish start, by 1972 nearly one-‐‑ third of the value of all US components sent abroad for assembly was going to border plants in Mexico91.
A questi fattori endogeni del contesto messicano si sommano quelli esogeni legati agli Stati Uniti e, più ampiamente, alla situazione politica internazionale:
The country’s proximity to the U.S. meant lower transportation costs, as well as the ease in supplying the foreign plants with machinery, components and materials in general. Proximity would also facilitate the coming and going of U.S. supervisors and technicians to train personnel and carry out repairs and maintenance tasks. Mexico’s political stability was an additional consideration, since, given the context
90 CONTRERAS, MUNGUÍA, op. cit., pp. 76-‐‑ 77; MORALES, op. cit., pp. 301-‐‑ 302. 91 GANSTER, LOREY, op. cit., p. 102.
of the Cold War period, the country appeared to offer a more secure environment for manufacturing purposes than those beset by military coups or communist takeovers92.
La percezione delle maquilas all'ʹinterno del Messico è piuttosto differente. Innanzitutto, sembra valere ancora la perdurante distinzione tra il nord e il resto del paese, quella stessa differenza che aveva portato Bermúdez a lanciare il PRONAF come volano per l'ʹinvestimento nazionale nel commercio con gli U.S.A. e affermare chiaramente:
The border was always different from the rest of Mexico in that regard. We didn'ʹt have that fear of selling out93.
A questa apertura quasi senza condizioni agli Stati Uniti si oppone la politica economica protezionista intrapresa dal governo centralista messicano. Quest'ʹultima ha di fatto impedito la costruzione di legami economici con le altre imprese del paese, creando un dualismo all'ʹinterno del processo di industrializzazione.
Para que se considere exitoso el programa de maquiladoras en cuanto al fomento del desarrollo industrial, además de los criterios ya examinados, se necesita: a) establecer vinculaciones entre la industria maquiladora y otras industrias mexicanas, y b) promover condiciones favorables de trabajo, incluyendo compensación adecuada. Existen datos claros y directos sobre la falta de estos vínculos entre la industria maquiladora y la industria mexicana94.
92 TAYLOR HANSEN, op. cit., p. 11. 93 DWYER, op. cit., p. 16.
94 JOAN B. ANDERSON, "ʺLas Maquiladoras y la Industrialización fronteriza: el impacto sobre el desarrollo económico en México"ʺ, pp. 141-‐‑ 146 , in ELLWYN R. STODDARD (comp.), op. cit., p. 144.
Da un lato, le industrie virtuose del centro del Messico, dall'ʹaltro quelle dissolute sulla frontiera: il discorso dominante considera le maquilas come un male esclusivamente temporaneo, ma del tutto necessario. La maquila è un fenomeno economico, politico e sociale su cui sono stati compiuti numerosi e difformi studi, i quali hanno prodotto una mole importante di analisi dei dati, basati sulle più diverse teorie econometriche per fondare il suo successo o il suo fallimento95. Le critiche a tale sistema si articolano su diverse problematiche molto dibattute e sulle quali non c'ʹè intesa di sorta tra studiosi:
Así, es claro que por cada defensor de la industria maquiladora existe un crítico; por cada argumento negativo, una contribución positiva. Depende del portavoz, del público y del marco dentro del cual se interpreten los datos decidir si le tocará a la industria maquiladora fronteriza el papel de héroe o de villano96.
Tra i numerosi elementi problematici vorrei soffermarmi, innanzitutto, sulle forme con cui sono installate le maquilas e la loro funzione appropriativa in alcune zone della frontiera. In primo luogo, le maquilas vengono collocate all'ʹinterno di una cornice di libero scambio, affatto nuova nella storia messicana, che svolge una funzione differente rispetto al passato:
for all intents and purposes, the BIP transformed the whole of the northern border region into a free zone. [...] The BIP also constituted a reversal of the traditional Mexican policy of attempting to bolster the northern border economy against U.S. economic penetration and dominance and of attempting to integrate the borderlands with the national economy97.
95 Questa tesi non ha lo scopo di appurare quale sia il grado di successo del PIF, nè chi scrive ha le competenze per avallare o meno alcun calcolo econometrico condotto su maquiladoras individuali o singole zone della frontiera.
96 STODDARD (comp.), op. cit., p. 140. 97 TAYLOR HANSEN, op. cit., p. 12.
Allo stesso tempo, il governo messicano investe su una strategia economica che guarda alla frontiera come avamposto dell'ʹintegrazione economica, abbandonando la tradizionale politica centralista. I critici di questo cambiamento sintetizzano con efficacia il modo in cui è stato ridefinito lo statuto delle relazioni: "ʺToo far from God, too close to the United States"ʺ98. Il particolare ciclo produttivo introdotto dalle maquilas porta a un netto sbilanciamento di benefici:
the US government received enormous revenues from taxes on goods produced in