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1.1. La composizione degli strati della pelle

1.1.1 L’epidermide

L’epidermide è lo strato più superficiale della pelle in contatto con l’ambiente esterno. È un epitelio pavimentoso pluristratificato e corneificato che poggia sopra una lamina di connettivo denso a fasci intrecciati (derma o corion). E’

composto da diversi tipi cellulari che si organizzano in cinque strati.

Gli strati che compongono l’epidermide sono, dall’interno verso l’esterno: lo strato basale, lo strato spinoso, lo strato granuloso, lo strato lucido ed infine lo strato corneo.

Figura 1.2. Strati dell’epidermide; fonte:https://it.wikipedia.org

-Lo strato basale è quello più profondo ed è costituito da un singolo strato di cellule che poggiano su una membrana basale, alla quale sono legate mediante

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giunzioni ancoranti chiamate emidesmosomi. Le cellule di questo strato, denominato anche germinativo, sono altamente indifferenziate e in continua divisione mitotica, costituendo il comparto responsabile del continuo rinnovamento cutaneo (Kadaja M et al., 2014). Queste cellule infatti in seguito a divisione asimmetrica daranno origine al tipo cellulare più rappresentativo dell’epidermide, ossia i cheratinociti, che all’aumentare del grado di differenziazione migrano verso gli strati più superficiali (Mardaryev AN et al., 2014). A livello basale sono inoltre presenti anche i melanociti e le cellule di Merkel.

-Lo strato spinoso, immediatamente sovrastante quello germinativo, è costituito da 5-10 file di cellule poliedriche leggermente appiattite connesse tra loro dai desmosomi. I tipi cellulari contenuti in questo strato sono cellule di Langerhans (prive di desmosomi) e cheratinociti che continuano il loro processo di differenziamento migrando verso gli strati superiori. La denominazione di questo strato deriva dal fatto che le cellule che lo compongono hanno forme variabili ed irregolari che ricordano appunto delle spine. Queste ultime sono ricche di melanosomi, organelli ellissoidali contenenti melanina prodotta dai melanociti, mentre le cellule più superficiali presentano grandi vacuoli detti cheratinosomi il cui numero aumenta nello strato granuloso. I cheratinosomi contengono inoltre una pila di lamelle

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lipidiche parallele che viene riversata nello spazio extracellulare formando una barriera impermeabile all’acqua.

- Lo strato granuloso è costituito da 3 o più strati di cheratinociti. Questi cheratinociti sono di gran lunga più appiattiti e differenziati di quelli dei precedenti strati in quanto, in corrispondenza di questo strato iniziano ad essere degradate diverse componenti cellulari. Il citoplasma delle cellule dello strato granulare mostra al suo interno granuli di cheratoialina, che interviene nel processo di assemblaggio della cheratina.

- Lo strato lucido contiene 1-3 file di cellule appiattite e traslucide a causa della presenza di eleidina, una proteina ricca di lipidi e zolfo. Nei cheratinociti, privi di nucleo ed organuli, non sono presenti i granuli di cheratoialina ma si trovano filamenti di cheratina impacchettati e paralleli alla superficie della cute. Infine, dato che le membrane cellulari risultano molto ispessite, questo strato è presente solo nelle zone di cute spessa come per esempio nel palmo della mano o nella pianta del piede.

- Lo strato corneo è lo strato più superficiale dell’epidermide, di spessore molto variabile a seconda della sede anatomica, composto da cellule morte, cheratinizzate, di forma laminare. Le lamelle cornee non contengono nucleo né organelli ma solo filamenti impacchettati di cheratina, hanno membrane molto

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spesse e uno spazio intercellulare occupato da lipidi derivanti dai cheratinosomi (Ambrosi et al., 2004. Anatomia dell’uomo. Edi- Ermes).

Le cellule che costituiscono l’epidermide sono le cellule di Langerhans, le cellule di Merkel, i melanociti e i cheratinociti.

-I cheratinociti sono il tipo cellulare più rappresentativo dell’epidermide e sono caratterizzati da un ciclo vitale di circa 14 giorni. Hanno una forma cubica, con un nucleo allungato e il citoplasma basofilo. Sono così chiamati perché il loro processo differenziativo (citomorfosi cornea) è caratterizzato dall’espressione sempre crescente di cheratina (Kadaja M et al., 2014).

La cheratina è una proteina caratterizzata da lunghe catene di amminoacidi che si legano tra loro tramite ponti disolfuro per creare strutture resistenti (la cheratina, per esempio, è il principale costituente di capelli e unghie). In particolare, i cheratinociti originano dalle cellule staminali della lamina basale e risalgono gli strati cutanei subendo il processo di citomorfosi cornea che prevede la sintesi e l’accumulo di α-cheratina, una scleroproteina fibrosa molto resistente, in forma di tonofilamenti.

Mentre le cellule risalgono gli strati epidermici, la quantità di tonofilamenti aumenta progressivamente fino a rappresentare la metà del contenuto proteico cellulare, mentre l’altra metà è costituita da una matrice costituita da proteine derivate dalla trasformazione dei granuli cheratoialini.

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I cheratinociti vanno poi incontro a morte per apoptosi e nei due strati più esterni si trasformano in lamelle di cheratina che si forma dalla combinazione di tonofilamenti di α-cheratina e matrice.

La funzione principale di queste cellule è quella di proteggere l’organismo da agenti esterni quali patogeni e radiazioni ultraviolette (UV).

Il processo della citomorfosi cornea è regolato dall’interazione sia da fattori intrinseci che da fattori estrinseci quali ormoni (progesterone, estrogeni, adrenalina), prostaglandine e vitamina A.

- Le cellule di Merkel sono simili ai cheratinociti ma di dimensioni minori e si trovano nella zona basale vicino ad aree vascolarizzate ed innervate dal derma, dove associandosi alle terminazioni nervose afferenti partecipano dunque alle funzioni sensoriali della cute (fungono da meccanocettori). Possono essere isolate o raggruppate in formazioni specializzate chiamate terminazioni ediformi e dischi tattili.

- Le cellule di Langerhans sono cellule dendritiche in grado di riconoscere, captare e comunicare la presenza di molecole ad attività antigenica ,che verranno poi gestite dalle cellule immunocompetenti.

I melanociti derivano invece dalla cresta neurale dell’embrione e conservano la capacità di dividersi con un ritmo correlato con il ricambio dei cheratinociti.

Sono grandi cellule dendritiche situate nello strato basale dove producono

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melanina, un pigmento derivante dal metabolismo dell’amminoacido tirosina, il cui contenuto aumenta in seguito all’esposizione ai raggi solari, in quanto ha il compito di proteggere i cheratinociti (in particolare il DNA di quelli proliferanti nello strato basale) dall’azione mutagenica dei raggi ultravioletti (Hussein MR, 2005).

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