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L'identità degli ibridi in "Ghost in the Shell"

L'essere non umano

3.5 L'identità degli ibridi in "Ghost in the Shell"

Sia nel caso dell'animazione di Miyazaki che in quella dei mecha di Nagai, l'alterità è messa in relazione con i protagonisti umani della narrazione, mantenendo una separazione netta tra i due mondi.

La loro conciliazione è praticamente impossibile in maniera pacifica (nel caso di Nagai), o quantomeno possibile in modo non violento ma soltanto per un periodo limitato o in alcune circostanze (nel caso di Miyazaki). "Neon Genesis Evangelion" di Anno Hideaki rappresenta un passo in avanti rispetto a questa dicotomia umanità- alterità, in quanto si viene a scoprire che sia gli esseri umani che gli EVA sono composti della stessa sostanza della quale sono fatti gli shuto; riconoscendo questa omogeneità tra uomini, EVA e Angeli, non soltanto è possibile un'unione con

42 NAPIER Susan J., Anime from Akira to Howl's Moving Castle - Experiencing Contemporary Japanese Animation,

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l'alterità ma questo processo è fondamentale per la comprensione dell'identità dei protagonisti stessi. Sotto il profilo filosofico è il passaggio dal dualismo di René Descartes all'unificazione attuata da Baruch Spinoza, con l'ausilio di riferimenti al pensiero buddista esoterico.

Cosa succederebbe nel caso in cui i protagonisti dell'anime fossero degli esseri umani e contemporaneamente appartenessero all'alterità per alcuni aspetti? In che modo potrebbero trovare una loro identità e quindi un'alterità con la quale confrontarsi? Esiste un anime che mette lo spettatore nelle condizioni di confrontarsi con questo problema, in maniera molto originale e allo stesso tempo accattivante, facendo ampio uso della scienza e dell'informatica, immergendo i personaggi in un contesto all'interno del quale sono presenti implicitamente degli elementi delle tradizioni religiose e filosofiche. Il titolo di quest'opera è "Ghost in the Shell" (攻殻機動, kōkaku kidōtai), nata come manga nel 1989 e dalla quale sono stati tratti gli anime "Ghost in the Shell - Stand Alone Complex" (攻殻機動隊 - STAND ALONE COMPLEX, 2002) e "Ghost in the Shell - S.A.C. 2nd GIG" (攻殻機動隊 - S.A.C. 2nd GIG, 2004) oltre a due lungometraggi intitolati "Ghost in the Shell" e "Innocence", rispettivamente pubblicati nel 1995 e 2004.

Nelle versioni animate, l'opera porta l'osservatore a delle riflessioni importanti sul ruolo dell'umanità in una società come quella immaginata dall'autore Oshii Mamoru, un mondo in cui gli esseri umani hanno la possibilità di migliorare le proprie capacità psicofisiche attraverso degli innesti cibernetici. La protagonista dell'anime "Ghost in the Shell - Stand Alone Complex" e di tutte le altre serie animate è Motoko, un cyborg femminile quasi interamente robotizzato a capo del "Settore 9 di sicurezza pubblica", un immaginario dipartimento investigativo. Kusanagi Motoko ha le sembianze umane, è fisicamente e mentalmente potenziata grazie a numerosissimi impianti tecnologici e innesti cibernetici ma conserva una minima parte biologica, rappresentata da alcune cellule cerebrali, che la mantengono in uno stadio liminale come analizzato da Angus McBlane:

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The cyborg protagonist of Ghost in the Shell, Major Motoko Kusanagi, struggles within the interstitial space between a humanist identity grounded in individual agency and consciousness as a seat of identity (her "ghost") and a posthuman distributed cognition in which "grounding" of experience becomes expanded and fluid. 43

Il corpo stesso di Motoko rappresenta un elemento estremamente interessante:

The material body is extended to allow formulations in which a "material" body is not limited to an organic, biological body, but can also be a technological body (a cyborg body) or an informational body which exists in the material representations of data, or, pushing this one step further, simultaneously physiological, technological and informational, with the designator "organic" being increasingly removed. A data "body" is still a body. It is not a purely "immaterial" construct; it is rooted in the informational structures, which underlie the system(s) it inhabits. 44

Fig. 29 - Kusanagi Motoko (a destra) trasferisce le proprie memorie dal suo corpo danneggiato a un altro (in centro) perfettamente funzionante. (Episodio 22, 「疑獄 SCANDAL」, "jigoku scandal", 2003)

Motoko è un cyborg dalle sembianze femminili e ha la capacità di collegarsi mentalmente ad un archivio informatico centrale chiamato "Net", dal quale può

43 MCBLANE Angus, "Just a Ghost in the Shell?" contenuto in STEIFF Josef and TAMPLIN Tristan D., Anime and

philosophy - Wide eyed wonder, Open Court Publishing, Chicago (IL), 2010, p. 28.

44MCBLANE Angus, "Just a Ghost in the Shell?" contenuto in STEIFF Josef and TAMPLIN Tristan D., Anime and

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estrapolare informazioni in tempo reale. Le sue parti danneggiate possono essere semplicemente sostituite, ma all'interno della sua struttura biologica composta da cellule cerebrali si insinua una profonda crisi di identità. Motoko può essere considerata solamente un involucro? Nel linguaggio dell'anime, può essere definita uno "shell" sprovvisto di un "ghost", o proprio la presenza di una struttura biologica, seppure in minima parte rispetto al resto del suo corpo, la lega ad un'esistenza di tipo emotivo, quindi "umano"?

Il processo di ricerca dell'identità da parte di Motoko è difficilissimo. Nonostante gli impianti cibernetici, il suo corpo non è invincibile: anche i cyborg hanno bisogno di costante manutenzione, esattamente come gli esseri umani hanno bisogno di cure frequenti. Pertanto il suo corpo, parte biologico e parte tecnologico, non può essere visto da lei stessa come un punto fermo del suo essere: non è altro che un involucro, lo "shell" che senza un'anima si muoverebbe semplicemente secondo una routine di un programma informatico. L'identità che Motoko cerca è perciò nella sua mente, che tuttavia è composta da tre elementi: una mente biologica, che comprende le cellule cerebrali umane, una mente tecnologica, che comprende la struttura hardware all'interno della quale tali cellule sono incapsulate, una mente informatica, perennemente connessa al Net e grazie alla quale i processi mentali sono infinitamente espansi rispetto a quelli dei comuni esseri umani. L'esistenza di questi tre elementi è una questione difficile da assimilare per Motoko, che ricerca un'identità assoluta che si adatti ad uno soltanto dei tre. Questo la porta a dubitare persino dell'esistenza della sua anima, del suo "ghost".

The implication is that it is because of the retention of this brain matter that Kusanagi also retains a “ghost”—that is, a sense of human selfhood that gives rise to intuition and emotion, affective promptings that cannot be accounted for logically. But Kusanagi questions both the authenticity of her own “ghost”—she wonders whether her memory and emotions

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have been implanted by the same company that manufactured her body—and whether that original “ghost” is the sole origin of her current sense of self. 45

Questo conflitto di identità è evidenziato dai numerosi atteggiamenti "umani" che la stessa Motoko ripete accentuati, dal continuo guardare l'orologio al suo polso in alcune occasioni (virtualmente inutile data la sua perenne connessione al sistema Net) e, nell'episodio cinque della prima serie animata, ad un commento sulla condizione psicologica dovuta al ciclo mestruale (che non può provare proprio in quanto il suo corpo non è biologico). All'interno della sua squadra vi è un agente quasi completamente umano, Togusa, che rappresenta in un certo senso il limite dell'involucro umano con la sua carenza di impianti, ma contemporaneamente lo rende il meno esposto agli attacchi di virus informatici e ai tentativi di hacking.

Nei lungometraggi animati, Motoko riesce a trovare una risposta ai suoi dilemmi nell'incontro con il ricercato principale dell'organo d'intelligence che comanda. Noto come "Ningyōzukai" (Puppet Master in inglese), questi non è altro che un'intelligenza artificiale che ha sviluppato un meccanismo senziente, agganciato al sistema infinito di informazioni che è la rete Net. Grazie al contatto con questa entità, che per Motoko rappresenta l'alterità, l'osservatore è in grado di comprendere numerose informazioni relative allo stato d'animo di entrambi. Ningyōzukai è un programma artificiale, sprovvisto di un corpo fisico e per questo incompleto, mentre Motoko cerca di completare la sua identità ricercando quale aspetto della sua mente costituisca la sua "vera natura". Ciò che ne risulta è sorprendente: Motoko decide di unire il proprio ghost con quello dell'intelligenza artificiale, trascendendo il limite imposto dalla sua forma fisica diventando un tutt'uno con la rete Net, e allo stesso tempo fornendo a Ningyōzukai un corpo materiale. La sua nuova immagine riflessa nello "specchio nero" conferma una sua nuova identità:

45 ORBAUGH Sharalyn, "Emotional Infectivity: Cyborg Affect and the Limits of the Human" contenuto in Mechademia

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The film is about the difficulty of the transition, clearly portrayed by Motoko. She struggles with her humanist crisis, finding difficulty locating a "self" within her "ghost" (mind, consciousness, soul). Yet she also finds difficulty locating her "self" within a unified arrangement of mind, body and environmental referents for identity. [...] Motoko is only satisfied after merging with the Puppet Master and becoming an entirely new entity, one which expands to allow for multiple subjectivities. 46

Vi sono numerose considerazioni di carattere religioso in questo tipo di trascedenza. Susan Napier sostiene che le influenze di "Ghost in the Shell" siano principalmente di natura buddista e shintoista:

Oshii Mamoru and his writer Itō Kazunori argue that Kusanagi's final "wedding" with the Puppet Master is evocative of the sun goddess Amaterasu's decision to take part in the world of the gods. In the myth the sun goddess is lured out of a rock cave by seeing her image in a mirror, perhaps the "dark glass" that the Puppet Master has Kusanagi invoke. The film's haunting theme song is also clearly inspired by Shinto liturgy, in its invocation to the gods to come and dance with the human. In fact, Oshii states that the "Net" can be equated with the myriad gods of the Shinto religion, underlining the notion that Kusanagi's fusion with the Puppet Master has strongly theological overtones. I might also suggest that the notion of a bodiless union with and amorphous greater entity has clear evocations of the Buddhist concept of nirvana, where the self is said to become like a single drop in a vast ocean. 47

La conclusione alla quale giunge Motoko è che l'unica conferma della propria identità sia possibile con la fusione con un'entità superiore; ciò che suggerisce l'opera è l'unione tra la tecnologia (il ghost e lo shell di Motoko) e la spiritualità dello shintō e del buddismo rappresentate dalla rete "Net". L'alterità di natura immateriale fornisce a Motoko un'identità infinita e trascendente dall'involucro di un corpo fisico.

46MCBLANE Angus, "Just a Ghost in the Shell?" contenuto in STEIFF Josef and TAMPLIN Tristan D., Anime and

philosophy - Wide eyed wonder, Open Court Publishing, Chicago (IL), 2010, p.38.

47NAPIER Susan J., Anime from Akira to Howl's Moving Castle - Experiencing Contemporary Japanese Animation, Palgrave Macmillan, New York, 2005, p.113.

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