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CAPITOLO 7. Interpretazione meccanico-costruttiva del modello

7.4 Il modello di costruzione antisismica

7.4.2 L’intelaiatura lignea

La struttura di legno perimetrale al fabbricato principale è rappresentata da due telai posti in parallelo, mentre all’interno e per la totalità dei corpi laterali, è costituita da un’unica orditura di pilastri.

       193 Ibidem, p. 54.

Fig. 45 Ricostruzione virtuale del prototipo di Vivenzio

I vuoti nel piano dei telai e l’apparecchio murario caratterizzante l’interno del cassone ligneo, sono costituiti da conci di pietra regolari ben cementati e solidarizzati da graffe metalliche o in alternativa muratura disposta ad opus incertum con in questo caso evidente economia di spesa.

I montanti, di sezione resistente quadrata e lunghezza di circa 13 metri a cui si aggiungono ulteriori 3 metri relativi alla parte infissa nel terreno194,

probabilmente risultano costituiti da più elementi connessi195; la

deformabilità, dovuta ad una snellezza elevata, viene contrastata, almeno in una direzione, dalla presenza dei controventamenti di legno; in senso perpendicolare, verso l’interno della costruzione, l’azione di ritegno è ottenuta grazie alla presenza dei solai interpiano e delle capriate di copertura.

      

194 Con tale indicazione Vivenzio, si pone in antitesi a Milizia che consigliava d’isolare la struttura del terreno, evidente precorritore di alcune moderne tendenze dell’ingegneria antisimica e che solo nella seconda metà del XIX° secolo vede le prime rudimentali applicazioni.

195 CFR. Tampone, G., 1996, Il restauro delle strutture di legno, Hoepli, Milano, p.146.

Fig. 46 Ricostruzione virtuale del prototipo di Vivenzio, particolare della zona d’angolo

Ogni telaio è solidale con quello contiguo, nell’angolo dove maggiore risulta la vulnerabilità al sisma la distribuzione delle aste, correttamente, raddoppia con quattro gran travi; tali montanti sono collegati tramite elementi di legno trasversali e paralleli, con una contemporanea azione di contrasto all’instabilità dei pilastri, veri e propri vincoli intermedi che riducono la lunghezza libera d’inflessione; è lo stesso Vivenzio che riferisce su tale accorgimento: «…affinchè dette travi non cedino da qualunque parte, s’incastrano con le traverse AB, BC, CD, ecc

intestate a coda di rondine, e replicate lungo la loro altezza…»196, ovvero dei

calastrelli che solidarizzano i quattro elementi strutturali generando un unico pilastro composto.

I telai del corpo principale sono irrigiditi da aste inclinate, distribuite in prossimità dell’angolo, al fine di liberare la parte centrale dell’intelaiatura e quindi permettere la realizzazione della bucatura, caratterizzata a sua volta da un irrobustimento costituito da una cerchiatura lignea.

      

Fig. 47 Ricostruzione virtuale del prototipo di Vivenzio.

I controventamenti sul piano della facciata risultano continui fino a comprendere l’intero livello del sottotetto.

Interessante il contenuto della Spiegazione relativa al particolare costruttivo del cantonale in pianta raffigurato nella Tavola III, dove Vivenzio specifica che tale tipo di apparecchio, caratterizzato da doppia orditura di telai, è indicato per muraglie de pubblici edificj; in una certa misura si evidenzia una tendenza precorritrice del moderno principio d’importanza (fattore) del fabbricato. Le attuali normative infatti riconoscono, nell’eventualità di collasso, possibili conseguenze più gravi per una costruzione ad uso pubblico e quindi raccomandano per tali edifici una progettazione che preveda una maggiore sicurezza antisismica.

Il fronte dei fabbricati laterali è scandito dai pilastri, quest’ultime membrature non risultano continue ma sfalsate nei due piani consecutivi per quanto riguarda il telaio centrale e comunque interrotte dalla presenza della trave, mentre di un unico elemento ligneo è costituito il traverso orizzontale. Altre due membrature orizzontali, di difficile realizzazione, dividono e irrigidiscono i controventi, si può supporre un’esecuzione mediante incavi a mezzo legno alternati alle due estremità sul fronte ed il retro dell’elemento strutturale, altro artificio che migliora la connessione tra i legni, pur se a scapito della dimensione della sezione resistente che risulta ridotta. Negli angoli, relativamente ai corpi laterali, a compensare la

mancanza di una doppia orditura di pilastri è presente un montante di dimensioni maggiori rispetto al resto delle membrature verticali.

La presenza di un cordolo ligneo continuo, che sovrasta in sommità l’intera struttura, accorgimento tecnico caratterizzante sia i fabbricati laterali che il corpo centrale, contribuisce nel trattenere la parete da un eventuale ribaltamento per azioni orizzontali perpendicolari. Le capriate del tipo alla “Palladiana” con puntone e sottopuntone, almeno per quelle rappresentate afferenti ai corpi laterali, comunque, rappresentano un sistema “chiuso” non spingente e assicurano quindi l’assenza di forza orizzontale.

Nella Tavola III, relativamente al particolare di copertura, Vivenzio descrive e opportunamente raccomanda che gli elementi non portanti e di completamento del tetto quali ad esempio «…le lastre di lavagna o di creta cotta…»197 siano ben fissati all’orditura lignea sottostante, con conseguente

beneficio, sia pur ridotto, alla rigidezza di piano della copertura.

I due fabbricati laterali presentano croci di sant’andrea198 del tipo canonico

disposte in maniera continua su tutto il prospetto.

La regolare distribuzione dei controventi non si riscontra in alcuni casi realizzati, specie successivi al ‘900, dove le aste disposte in maniera discreta, non rispondono almeno in apparenza ad alcuna regola, in realtà permettono dove assenti la realizzazione delle bucature, una ripartizione che al contempo fonda, a ben osservare, su istanze di tipo estetico e strutturali, localizzando le finestre distanti il più possibile dagli angoli del fabbricato e sempre, in un edificio a più livelli allineate in verticale, assicurando la disposizione che moderni modelli di calcolo definiscono maschio o colonna muraria.

Ferraresi rivolge particolare attenzione nei disegni ad aspetti modulari espressi attraverso cerchi inscritti nel perimetro murario che dettano le dimensioni della costruzione, 60 e 40 palmi, rispettivamente per il corpo       

197 Ibidem, p.55.

198 La normativa borbonica non specifica in alcun modo circa la presenza di un sistema d’irrigidimento con croci di sant’andrea. Un esempio di intelaiatura priva di controventamenti lignei, ma comunque irrigidita dal riempimento in muratura, è riscontrabile a Mileto (Vv), nella fabbrica vescovile.

principale e per i due fabbricati laterali; tale interesse di tipo grafico si riscontra anche nella regolarità del passo dei controventi della costruzione centrale, che realizza motivi a losanga di sfondo, per come descritto nella Tavola II, in alcuni casi poco interessati alla disposizione delle intelaiature. Una rappresentazione che genera per alcuni telai la confluenza di tre aste in un unico nodo, nello specifico l’architrave ed il montante relativo alla bucatura ed il controvento, un collegamento quindi di difficile realizzazione e poco razionale dal punto di vista costruttivo. Inoltre le aste di controventamento del fabbricato principale sembrerebbero rappresentate continue con lunghezze che raggiungono circa 20 mt, dimensioni difficilmente approvvigionabili, in particolare per le specie legnose indicate dal regolamento governativo borbonico, quali Quercia e Castagno. Si rafforza l’ipotesi che alcune indicazioni sono generate da graficismi e attenzione alla modularità e proporzioni del disegno, piuttosto che indirizzate da reali esigenze esecutive.

La Tavola III con estremo realismo al contrario, evidenzia nella rappresentazione del diatono raffigurato nella parte alta, la presenza di una fessurazione generata dall’infissione del chiodo di collegamento, fenomeno non dissimile dal comportamento reale di un connettore metallico disposto parallelamente alla fibratura.

Fig. 48 Ricostruzione virtuale del prototipo di Vivenzio. Particolare diatono di collegamento tra i due telai paralleli