1. La fase storica che ha prodotto il fascismo
2.2 La base sociale del fascismo: la Borghesia Rurale
Nella stesura dei Quaderni, Gramsci utilizza il concetto di Borghesia in senso tipicamente marxiano, ovvero come classe che ha la proprietà dei mezzi di produzione e che percepisce il plusvalore dando vita al sistema capitalistico ed al suo Stato.
140
Alberto Burgio, Gramsci il sistema in movimento, pag. 404.
141
Ibidem.
142
71
Il termine Borghesia torna molto spesso nel testo in relazione a tutti i fenomeni storici analizzati dall’intellettuale sardo.
Il termine di paragone positivo si riscontra nella Borghesia francese, che rispetto alle altre Borghesie europee, ed in particolare a quella italiana, è stata l’unica in grado, attraverso l’esperienza positiva del partito giacobino, di rompere in modo definitivo con il sistema feudale.
“La borghesia italiana non seppe unificare intorno a sé il popolo e questo fu la causa delle sue sconfitte e delle intenzioni del suo sviluppo. Anche nel Risorgimento tale egoismo ristretto impedì una risoluzione rapida e rigorosa come quella francese”143
.
In questo paragrafo ci occupiamo proprio della Borghesia, ed in particolare di quel sottoinsieme che prende il nome di Borghesia Rurale, la base sociale del
fascismo.
“La colloca al centro del grande blocco agrario e la descrive come il raggruppamento di una piccola e media proprietà terriera che dalla poca terra che ha pretende di cavare reddito bastevole per l’ascesa sociale della prole. Un ceto parassitario e violento che, da una parte, nutre un’aspra avversione per il contadino lavoratore (macchina da lavoro che deve esser smunta fino all’osso), dall’altra cova una folle paura delle violenze distruttrici”.144
La Borghesia Rurale fu base sociale, politica ed economica del nuovo regime.
143
Antonio Gramsci, Quaderni del carcere (Q25), pag. 2289.
144
72
Gramsci ci dice che quest’ultima in realtà fu “prodotto, secoli addietro, dallo sfacelo, come classe della Borghesia comunale”.145
La Borghesia Rurale è l’espressione italiana di quelle classi europee nelle quali la carriera militare e burocratica risulta fondamentale per la propria vita economica e politica.146
Queste forze, inclini al comando, si diversificano a seconda delle varie caratteristiche che la realtà sociale e politica del paese presenta.
Nonostante la Borghesia si presenti come base di un regime, è costretta ad affrontare problematiche intrinseche alla propria struttura, la sua “inomogeneità sociale e la sua dispersione territoriale, la volubilità, la molteplicità dei sistemi seguiti, la stranezza delle ideologie accettate”147
.
“In un primo momento sono le classi alte a conferire potenza alla “Borghesia Rurale” propiziandone l’unificazione “politica e ideologica” e la mobilitazione: subito dopo, come in un passaggio di testimone (o, piuttosto, in una reazione alchemica che coglie impreparato lo stregone), il potere si trasferisce dal committente al commesso, concentrandosi nelle sue mani e mettendolo in condizione di “dettare legge” al suo stesso demiurgo”148 .
Viene, così, esaltata la forza militare di questo strato. “La “forza militare” di ceto guerresco costitutivamente incline all’esercizio della violenza nell’intransigente difesa del particolare. Avviene a questo punto la sua metamorfosi in classe militare-burocratica”149.
145
“La colloca al centro del grande blocco agrario e la descrive come il raggruppamento di una piccola e media proprietà terriera che dalla poca terra che ha pretende di cavare reddito bastevole per l’ascesa sociale della prole. Un ceto parassitario e violento che da una parte nutre un’aspra avversione per il contadino lavoratore dall’altra cava una folle paura delle violenze distruttrici”. Alberto Burgio, Gramsci il sistema in movimento, pag 374.
146
“ Nell’Europa moderna questo strato si può identificare nella Borghesia Rurale media e piccola che è più o meno diffusa nei diversi paesi a seconda dello sviluppo delle forze industriali da una parte e della riforma agraria dall’altra”.Antonio Gramsci, Quaderni del carcere(Q13), pag. 1605-1606.
147 Antonio Gramsci, Quaderni del carcere (Q4),pag.510.
148
Alberto Burgio, Gramsci storico, pag. 183.
149
73
Nasce di qui lo stretto intreccio fra l’elemento militare e quello tecnico-sociale. Questi due sono collegati fra loro in modo da rendersi inscindibili l’uno dall’altro. Secondo l’intellettuale sardo la capacità di essere incline alla carriera burocratica civile e militare è dovuta principalmente a due motivi: il primo deriva, se così si può dire, da una caratteristica “psicologica” ovvero la propensione al “comando”, che la rendono capace di esprimere tutte le sue forze nell’azione politica, “in particolar modo quando la volontà specifica di questo gruppo coincide con la volontà e gli interessi immediati della classe alta”.150
La sua capacità di comando trova la sua forza in un fatto prettamente politico e non economico. “Gli deriva dalla secolare implacabile difesa della proprietà giuridica (e parassitaria) della terra contro qualsiasi tentativo del “contadino coltivatore” di attenuare la propria “miseria cronica” e di organizzare in modo autonomo il lavoro”151.
È abituata a comandare un numero ristretto di uomini, ma senza l’ordine tipico della produzione industriale, in quanto non possiede funzioni di tipo economico come intesi dai modelli industriali moderni.
Ciò che le permette di avere un predominio politico è il fattore economico, ma è un fattore economico che resta ancorato alla proprietà delle terre, ancora vicino ad un sistema feudale.
Più la Borghesia Rurale riesce a tenere nella condizione di sfruttamento la classe subalterna, quindi i contadini, e più il proprio regno non verrà minacciato.
Ecco l’esigenza di difendere le proprie proprietà schierandosi contro ogni possibile riforma agraria che inevitabilmente avrebbe dato molto più potere ai contadini.
“Proprio la massima energia nella resistenza e nel contrattacco costituisce il valore politico di questa classe e rende ragione della funzione spesso decisiva da essa svolta nell’insieme dell’organismo sociale”152
.
150
Alberto Burgio, Gramsci il sistema in movimento, pag.400.
151
Alberto Burgio, Gramsci storico, pag.182.
152
74
Intrecciato all’ambito psicologico del potere politico vi è il secondo motivo, riassumibile col termine “sociale”, ovvero la funzione sociale della Borghesia Rurale nell’intera vicenda italiana. Il motivo “sociale” è da collegarsi alla proprietà delle terre, che permette a questo gruppo di avere un reddito, ed anche molto elevato, con la sola ed esclusiva proprietà giuridica delle terre.
Questi due elementi, quello politico (psicologico) e quello economico (sociale) permettono alla Borghesia Rurale di diventare la base su cui il regime si stabilizzerà, un vero e proprio “pilastro sociale”.
Il ruolo che riesce ad assumere risulta favorito ulteriormente dalla situazione storica che la classe si trova ad affrontare: un sistema liberale sempre più in crisi, nel cuore della democrazia rappresentativa, infatti, vede rafforzarsi quelle “istituzioni” che non hanno bisogno del consenso popolare.153
Ma perché, allora, Gramsci ritiene la Borghesia Rurale il pilastro del sistema fascista?
La risposta viene alla luce in seguito alle valutazioni fatte:
per prima cosa, la Borghesia Rurale ha un'inclinazione al comando che risulta fondamentale soprattutto nel primo fascismo dove l’uso della forza è prevalente. La Borghesia Rurale è servita alla classe borghese per soffocare la protesta delle campagne, che rappresentava una minaccia mortale per l’intero sistema.
I movimenti delle campagne erano ancora più pericolosi del movimento operaio politicizzato delle città perché “la lotta contro il proletariato industriale e urbano richiede un’accurata preparazione tecnica e ideologica tesa all’infiltrazione dei movimenti e delle organizzazioni operaie; proprio l’assenza di organizzazione e di preparazione politica rende
153
“Come si formano queste situazioni di contrasto tra rappresentanti e rappresentati, che dal terreno dei partiti (organizzazioni di partito in senso stretto, campo elettorale-parlamentare, organizzazione giornalistica) si riflette in tutto l’organismo statale, rafforzando la posizione relativa del potere della burocrazia (civile e militare), dell’alta finanza, della Chiesa e in generale di tutti gli organismi relativamente indipendenti dalle fluttuazioni dell’opinione pubblica”. Antonio Gramsci, Quaderni del carcere (Q13), pag. 1603.
75
paradossalmente più pericoloso, nell’immediato, il movimento contadino”154
.
Il secondo motivo riprende anche la concezione corporativa, l’esigenza della classe dominante di mantenere la propria posizione di supremazia. In questo la Borghesia Rurale è l’emblema in quanto ha dalla propria parte la proprietà delle terre che deve difendere da paventate ondate rivoluzionarie. In realtà per questa è molto pericolosa la posizione dei fascisti modernisti come Fovel, che abbiamo trattato in precedenza, per i quali un vero corporativismo doveva portare con se riforme radicali come quella agraria delle terre. E’ evidente che se questa “ala” del fascismo avesse prevalso sarebbe stata messa a repentaglio la supremazia delle proprietà rurali.
Il terzo punto è la forza che questo strato sociale aveva nel meridione d’Italia dove riusciva a mantenere una dominazione politica, economica e sociale importante.
Tutto questo produce una situazione che si presenta davanti agli occhi di Gramsci come una sorta di “equilibrio statico”, il quale viene affrontato da tutte le classi sociali con i propri uomini di riferimento. Anche la classe dominante si trova davanti a questo stato di cose ed ha la necessità di rompere questo equilibrio, e non riuscendoci come classe (gruppo), decide di affidarsi ad un capo, quello che oggi si definirebbe “leader carismatico”.
“È indispensabile comprendere perché alla borghesia dominante appaia urgente soffocare la protesta nelle campagne anche al prezzo del rafforzamento del ceto militare piccolo e medio borghese, milizia privata agli ordini del capo carismatico”155
154
Alberto Burgio, Gramsci storico, pag. 183-184.
155
76