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La bussola dell’agire

Nel documento La scrittura civile di Gina Lagorio (pagine 50-54)

LA SOCIETÀ CIVILE

IV.1 La bussola dell’agire

Come si fa a navigare se non c’è una bussola? Eppure noi ce l’abbiamo in Italia una bussola: la Costituzione repubblicana. È una bussola che viene da lontano: dai monti, dai campi di concentramento, dalle sofferenze di oltre vent’anni di assenza di democrazia. Ecco, le mie bussole sono due: come partigiano e come essere dotato di una coscienza civile, la mia prima bussola è la Costituzione […]37

Don Andrea Gallo ci ricorda che la Costituzione italiana rappresenta l’unica bussola che permette di orientarsi in questa situazione politica sempre più disequilibrata dove vige il relativismo etico e morale. Ma cosa è davvero per noi la Costituzione e quanto influisce nelle scelte della nostra vita? I nostri comportamenti sono davvero in linea con questa bussola? Prima di inoltrarci in questa articolata risposta vorrei riprendere alcuni capisaldi della Costituzione che a mio avviso non si conosce se non superficialmente. La Costituzione è un atto solenne con cui una nazione definisce i propri valori, organizza le leggi e le norme giuridiche, è lo strumento che legittima e avvalora la democrazia. All’interno della Costituzione italiana tra i principi fondamentali che legano il cittadino allo Stato vi è la partecipazione alla vita politica

caratterizzata da diritti politici esercitati tramite il voto. Accanto ai diritti la Carta costituzionale sottolinea una serie di doveri tra cui l’osservazione delle leggi e la fedeltà alla Costituzione. Quest’ultimo dovere ha una valenza potentissima poiché racchiude un ventaglio di comportamenti, idee e valori sostenuti dalla volontà della persona di affidarsi alla Costituzione e agire secondo questo modello di comportamento. Sarebbe dunque davvero semplice vivere seguendo l’unica e fondamentale bussola di riferimento che è la Costituzione ma perché allora non viene sfruttata al meglio e da tutti?

Lagorio in Parlavamo del futuro sottolinea l’importanza della Costituzione ed esprime concetti similari a quelli di Don Gallo:

[…] si tenga fede ad essa, che è stata nella storia recente la sola carta di navigazione sicura, resa sacra dal travaglio da cui è nata. La Repubblica è giovane […] e basterebbe, per farla più pulita, più giusta come «noi credevamo», seguire la Costituzione, nel senso di applicarla fino in fondo e di fecondarla.38

Il processo di fecondazione è inserito dall’autrice come se la Carta costituzionale potesse essere linfa fertile perché il cittadino possa compiere scelte giuste ed equilibrate. In tutti i suoi scritti il denominatore comune è la passione civile che comprende la capacità di prendere posizione, di rispettare il passato e di vivere il presente con indipendenza di giudizio e rigore intellettuale. Lagorio si interroga sulla società in cui vive ritenendo necessario porsi degli interrogativi sulla nazione a cui si appartiene. Ci si deve chiedere se la società che ci nutre e ci forma sia giusta, se investire la propria esistenza nel bene collettivo o limitarsi al proprio piccolo mondo. Rispondere a queste domande presuppone la volontà di mettersi in discussione e di poter sostenere quella continua tensione indirizzata alla crescita esperienziale e di conseguenza mentale. Lagorio è l’esempio concreto di questo tipo di persona che ha saputo coniugare la

capacità razionale, i valori umani, una vita caratterizzata da dignità, indipendenza, negazione di ogni retorica, il tutto sostenuto dalle sue passioni e da un modo di vivere discreto.

Un uomo importante nella vita della scrittrice, che ha difeso con fermezza la Costituzione, è Sandro Pertini,39 Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985. Un presidente che ha incarnato

la passione civile e il gusto della libertà, un maestro di vita, un esempio con cui confrontarsi e infine un amico. Un uomo, apprezzato in primo luogo da tutti i savonesi, che ha amministrato il Paese come garante e custode della giustizia e della libertà. Pertini è il simbolo incorrotto e la scrittrice si esprime in questi termini:

[…] Pertini che ha sempre la parola giusta, sorridente ma distaccato, che esorta ma giudica, fermo senza debolezze e senza ottuse rivincite, volto al futuro, concretamente ligure in questo atteggiamento, e straordinariamente giovane.40

Lagorio nutre grande ammirazione nei confronti di Pertini, lo nomina spesso nei suoi testi come modello a cui rifarsi per il fervore politico e l’integrità etica e comportamentale. Lo accosta al nonno di Angela nel romanzo La spiaggia del lupo poiché era un uomo vero, autentico, semplice, ma duro nel giudicare la democrazia.

In Costituzione esplicata minor nella sezione in cui si descrivono le modalità elettive del presidente della Repubblica è inserita una tabella che ricostruisce la storia della presidenza della Repubblica da Enrico De Nicola a Sergio Mattarella. Ho messo in evidenza i dati di Sandro Pertini poiché tra tutti è quello che ha avuto la più alta percentuale di votazioni: viene eletto con

39 Iscritto al PSI dal 1920, venne incarcerato e confinato durante il fascismo. Partecipò alla Resistenza tra i massimi

dirigenti del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia (CLNAI). Promosse la ricostruzione del Partito socialista e, sostenitore dell’unità delle sinistre, fu direttore dell’«Avanti!», deputato della Costituente, senatore (1948-1953), deputato dal 1953, fu presidente della camera (1978-1985) e dopo le dimissioni di Giovanni Leone fu eletto presidente della Repubblica (1978-1985). Diede del mandato presidenziale un’interpretazione attiva e dinamica nella soluzione di alcune crisi di governo, sviluppando talora un’efficace interlocuzione diretta con la nazione (per le informazioni biografiche si veda la voce Sandro Pertini in Treccani.it. L’enciclopedia italiana, http://www.treccani.it/enciclopedia/sandro-pertini/; 04.02.2015).

832 voti su 995. Credo sia significativo che l’83% degli elettori abbia votato Pertini, inoltre il dato risulta sorprendente se teniamo in considerazione che la percentuale che si avvicina maggiormente sfiora il 79% con Giovanni Gronchi nel 1955. Un altro dato a mio avviso allarmante è la percentuale con la quale viene eletto Giorgio Napolitano nel 2006: appena il 54,3%.

Ritengo utile ricordare le percentuali più elevate con le quali sono stati eletti i Presidenti della Repubblica: Sandro Pertini con l’83,6%, Francesco Cossiga con il 77,0% e Giuseppe Gronchi con il 74,5%.

Nel documento La scrittura civile di Gina Lagorio (pagine 50-54)