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133La copertura per la rimessa agricola di Torre in Pietra

Sezione e struttura

133La copertura per la rimessa agricola di Torre in Pietra

L’opportunità di mettere in pratica le proprie sperimenta- zioni arriva immediatamente con lo studio di una piccola copertura per un deposito.

Così il progetto per la rimessa di macchine agricole per la tenuta di Torre in Pietra (1945) rappresenta una sorta di grado zero che racchiude una serie di tematiche, utili a com- prendere le successive elaborazioni progettuali e realizzative delle grandi coperture nervate.

L’architetto Mario Busiri Vici, impegnato nella realizzazione di un complesso di fabbricati rurali, coinvolge l’amico Pier Luigi Nervi nella progettazione della copertura di una gran- de sala per la rimessa di macchine agricole. La pianta a for- ma rettangolare, ha un’estensione di 18x36 m, ed è conclusa sui due lati corti da due semicerchi, racchiusi a loro volta da due corpi di fabbrica con funzione di locali di servizio. Nervi, sulla scorta delle esperienze condotte con la prefab- bricazione nelle aviorimesse e con le sperimentazioni in cor- so sul ferrocemento, imposta una copertura a volta ribassata raccordata a due semicupole in corrispondenza dei due se- micerchi sui lati corti. La struttura della volta e delle due semicupole è una soletta nervata a spessore ridotto, in tutto simile ai concetti statici e formali delle aviorimesse della I e II serie. La struttura è quindi suddivisa in elementi rom- boidali impostati su un tracciato reticolare inclinato di 30°, mentre sui lati corti, la disposizione degli elementi a rombo è di tipo radiale.

Claudio Greco osserva come:

[…] il disegno che ne deriva (anche se non ancora perfettamente risolto nei raccordi terminali in chiave) rinnova la antica tradizione delle volte nervate di rotazione che ha tramandato la forza e l’eleganza di questo disegno strutturale fino alle più recenti rivisitazioni moderne.12

L’innovazione della struttura, pur nella valutazione del va- lore formale e statico delle nervature, è indissolubilmente legato al procedimento costruttivo.

Da una prima elaborazione di parti prefabbricate a piè d’opera e successivo assemblaggio con getti di saldatura, sviluppato per la realizzazione delle aviorimesse, si passa in questo procedimento costruttivo per la rimessa agricola, al tentativo di sviluppare una struttura monolitica facendo ri- corso a conci prefabbricati romboidali.

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Elementi prefabbricati che sotto la duplice funzione di ele- menti resistenti e di cassero a perdere per il successivo getto del conglomerato cementizio, conformano la struttura mo- nolitica della soletta nervata.

Nella parte centrale del salone, per realizzare la volta, sono sufficienti due soli tipi di forme: un rombo, il tipo 1, e mezzo rombo, il tipo 2, leggermente curvi e allineati sugli archi generatori, mentre per le due semicupole è necessaria una serie maggiore di moduli (dieci tipi) che si rastremano verso il centro. La più complessa geometria delle absidi e le difficoltà costruttive conseguenti sono di stimolo a un’altra invenzione pratica e geniale allo scopo di rendere rapida e precisa l’aggregazione degli elementi; nuovamente la soluzione nasce dalla tradizione artigiana e viene realizzata con i semplici mezzi offerti dal cantiere. Una contro volta, delle stesse dimensioni di quella di progetto, ma rovesciata, viene costruita in un’area attigua, con un rilevato di terra, pietrame e detriti, in modo da offrire una comoda superficie equivalente su cui poter predisporre, controllandone con esattezza la geometria, le spondine in legno con cui realizzare le diverse forme romboidali.

All’interno delle spondine viene collocato il reticolato sagomato in tondini di ferro, che fa da supporto alle reti metalliche di armatura e, con la tecnica ormai collaudata nel magazzino della Magliana, vengono prefabbricati manualmente i gusci in ferrocemento. I moduli, una volta induriti e opportunamente nume- rati, vengono poi affiancati nuovamente, capovolti, sul banchinaggio in modo da ricostituire l’intera superficie di copertura.

A questo punto è sufficiente armare gli spazi lasciati dai risvolti delle formelle e procedere con un normale getto di cemento per realizzare le nervature e la sottile calotta che formano cosi un insieme solidale e monolitico.

La spinta della volta è contrastata da robusti cordoli in cemento armato posti sopra le murature perimetrali mentre quella delle semicupole dai due corpi di servizio esterni che fungono da veri e propri contrafforti e la cui forma segue il diagramma degli sforzi laterali.13

13 Ivi, pp. 215-216.

M. Busiri Vici e P.L. Nervi Copertura magazzino Torre in Pietra Roma 1945 abaco degli elementi prefabbricati di copertura M. Busiri Vici e P.L. Nervi

Copertura magazzino Torre in Pietra Roma 1945 particolare del solaio di copertura a elementi nervati

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Il procedimento esecutivo esemplifica la vera innovazione di questo sistema costruttivo.

La geometria, apparentemente complessa, degli elementi è ridotta a un insieme di elementi seriali, attraverso un inno- vativo assemblaggio per parti.

Va rammentato che siamo ancora nel 1945, i mezzi a di- sposizione sono piuttosto modesti, così come le maestranze risultano avere una preparazione non specialistica.

Eppure Nervi fa gioco forza con gli scarsi mezzi offerti dalla precaria situazione economica.

La vera forza delle sue innovazioni consiste nella sempli- ficazione del procedimento costruttivo, e maggiormente nell’esemplificazione grafica del processo esecutivo.

Lo comprova l’elementarità con la quale è illustrato il trac- ciamento dei tavelloni della copertura a semicupola. Il tutto partendo dalla schematizzazione di un quarto di cerchio:

1° – Facendo centro in A e con i raggi di m 9.50, 7.93, 6.36, 4.79, 3.195, tracciare rispettivamente i quarti di cerchio a, b, c, d, e, f.

2° – Dividere il quarto di cerchio A in 19 parti uguali (÷ m 0.743) e tracciare le congiungenti dei punti di divisione 1-2-3…19 con il centro A. L’incontro di queste congiungenti con i quarti di cerchio determinano i centri dei nodi segnati nello schema.

3° – Tracciare gli assi delle nervature e tenendo presenti lo spessore delle nerva- ture stesse (vedi pianta Dis. 2390-2) tracciare le forme dei tavelloni.14

La riduzione a un numero minimo di elementi ripetibili all’infinito, ma soprattutto realizzabili a piè d’opera, consente

14 Il procedimento per il corretto traccia- mento dei tavelloni della semicupola è accura- tamente descritto all’interno della tavola 2390- 11, cartella Tenuta e bonifica di Torre in Pietra.

CSAC, Parma, Archivio Pier Luigi Nervi. M. Busiri Vici e P.L. Nervi

Copertura magazzino Torre in Pietra Roma 1945 posizionamento degli elementi prefabbricati in ferrocemento sulla controsagoma di terra

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il controllo del cantiere e la riduzione significativa dei tempi complessivi di esecuzione.

Per Nervi, il valore della realizzazione di questi piccoli edifici consiste più nella verifica del procedimento costruttivo che nel suo esito formale.

Esito formale che comunque assume la sua valenza e che Nervi non disdegna di rilevare sempre nei suoi diversi trat- tati. Le nervature lasciate a vista, a partire proprio da questo progetto, non mancheranno più di contraddistinguere i di- versi progetti che si susseguiranno nel tempo, in un conti- nuo processo di affinamento, sia dal punto di vista estetico sia dal punto di vista del perfezionamento del procedimento costruttivo.

Del resto si parla di piccoli edifici, dalle luci di copertura modeste, che sono funzionali a testare il sistema della pre- fabbricazione con i tavelloni in ferrocemento.

Se si analizza la cronologia delle sue opere, si noterà una sor- ta di andamento a fisarmonica, dove a progetti di luci signi- ficative si affiancano e alternano progetti di modesta entità. Eppure sono questi piccoli progetti che consentono a Pier Luigi Nervi di verificare, in scala reale, le sue in- tuizioni e le innovazioni del procedimento costruttivo.

M. Busiri Vici e P.L. Nervi Copertura magazzino Torre in Pietra Roma 1945 schema grafico di tracciamento dei tavelloni di copertura

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Nuove piccole grandi coperture

Alla realizzazione del cantiere di Torre in Pietra fa imme- diatamente seguito la progettazione di una nuova tettoia a elementi prefabbricati in ferrocemento per la stazione di Pa- lermo (1946).15

Con una luce libera di circa 80 m la tettoia assume ancora il profilo della volta parabolica.

La volta è sorretta da un insieme di setti in calcestruzzo ra- stremati al profilo parabolico in continuità con lo sviluppo dei conci d’onda.

I conci d’onda in ferrocemento hanno una sezione sinusoi- dale asimmetrica con un interasse di 2,25 m e un’altezza di 1,35 m. Lo spessore è quanto mai esiguo: siamo nell’ordine dei 3 cm anche se sono presenti nervature di irrigidimento a sezione variabile.

Gli elementi prefabbricati hanno dunque una sezione mini- ma, adatta alla prefabbricazione a piè d’opera e alla succes- siva movimentazione in cantiere per il montaggio. Il peso a metro quadrato, così come riportano gli appunti sul disegno del particolare, è appena di 10 kg.

Da rilevare come in questa soluzione Nervi prediliga una forma asimmetrica degli elementi prefabbricati, anche se la pianta mantiene, com’è nella sua più viva tradizione, un ri- goroso impianto simmetrico.

Si può ipotizzare che la forma asimmetrica vada giustificata con l’esigenza di inserire un solo lucernaio nella parte

15 Cfr. nella sezione Apparati il regesto critico delle architetture voltate.

P.L. Nervi Stazione di Palermo 1946 studio della copertura

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verticale del profilo in ferrocemento. Lo studio di un elemento costruttivo se non applicato in un progetto, trova comunque occasione di essere riutilizzato in una successiva occasione professionale.

Anche nel progetto per un’Officina coperta con sheds ad alto

coefficiente di isolamento termico16 del 1946, sono presenti gli

elementi della struttura portante a elementi prefabbricati in ferrocemento.

La prospettiva di studio esemplifica come il fabbricato è im- postato su una pianta rettangolare sorretta da pilastri qua- drati, alti 5,6 m, e impostati su un interasse di 20 m. La copertura piana è formata dalle onde prefabbricate di fer- rocemento.

Con una larghezza di 2,5 m e un’altezza di 1,62 m, lo svilup- po complessivo in senso longitudinale è pari a 4 m. Analo- ghe misure si ritroveranno nei conci d’onda utilizzati per il Salone B di Torino Esposizioni. Particolarità di questa pro- posta di progetto è la conformazione degli sheds.

Il suo profilo, che sembra rispecchiare una sorta di doppia “V” contrapposta, permette la creazione sul profilo supe- riore di un lucernaio fisso orientato a Nord, ma soprattutto la formazione di una camera d’aria in grado di agire come isolamento termico. Non mancano i diaframmi d’irrigidi- mento che rinforzano l’esigua sezione dei profili sinusoidali. Dal confronto delle misure per le diverse proposte di pro- getto, Nervi sta continuamente perfezionando l’idea di un

16 Cfr. al riguardo la scheda progetto in A. Pica, Pier Luigi Nervi, Roma, Editalia, 1969, pp. 22-23.

P.L. Nervi Officina coperta con sheds ad alto

coefficiente di isolamento termico 1946

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sistema costruttivo che trova nella resistenza per forma la sua ragion d’essere. Indubbiamente le variazioni dimensionali sono legate alla natura stessa del progetto, ma sottintendono un controllo sempre più rigoroso di un adeguato sistema di prefabbricazione dei singoli elementi. Procedimento che si va affinando man mano che le occasioni progettuali conse- guono un riscontro realizzativo.

Il padiglione a emiciclo della Fiera di Milano,17 realizzato

nel 1947, consente a Nervi di sperimentare i conci d’onda sagomati a profilo asimmetrico con tanto di lucernaio. Per questo progetto Nervi si limita allo studio della copertu- ra della galleria, conformata a emiciclo.

Diverse sono le proposte elaborate, ma l’ingegnere forte del- le esperienze appena maturate col ferrocemento, predispone un profilo a onda col suo sistema costruttivo.

[…] La curvatura in pianta e la sezione sinusoidale variabile, che creano una difficile geometria, trovano nel nuovo sistema costruttivo inventato da Nervi il mezzo ideale per la realizzazione […]. Anzi, non è azzardato pensare che pro- prio la possibilità di disporre di un metodo così flessibile ed economico abbia ispirato la concezione della soluzione formale.

La copertura viene così eseguita con sottili superfici ondulate di ferrocemento. I calcoli statici divengono però più ardui per l’esiguità delle strutture e per la loro forma variabile. Ancora una volta, come già avvenuto per le aviorimesse qualche anno prima, Nervi decide di fare ricorso alle verifiche su modello. Queste vengono eseguite nuovamente in collaborazione con il professor Ober- ti a Milano il quale aveva svolto le prove sulle solette ad armatura equidiffusa; in questo caso Oberti, […], approfondisce personalmente anche i calcoli sta- tici. Le prove sperimentali, eseguite al Politecnico di Milano, danno risultati

17 L’edificio, che vede la fattiva collabora- zione di Guido Oberti, è realizzato da un’im- presa locale: la Quaglino di Milano. L’edificio è stato demolito nel 2007. Per ulteriori appro- fondimenti vedi C. Greco, Pier Luigi Nervi, cit. pp. 219-225.

P.L. Nervi Officina coperta con sheds ad alto coefficiente di isolamento termico1946

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soddisfacenti e il progetto passa alla fase esecutiva. Il sistema di messa in opera della malta è lo stesso del magazzino della Magliana.

Cambia invece il procedimento di preparazione delle armature. Tubolari in acciaio definiscono il profilo delle sinusoidi e vengono montati in opera; le reti e i tondini di supporto sono stesi da un tubolare all’altro e danno origine alla superficie della copertura.

Vengono quindi predisposti i telai per le finestre a nastro, previsti in ciascuna onda, ed eseguita la spalmatura del cemento.

La costruzione però non viene affidata direttamente all’impresa di Nervi bensì a una ditta locale, […].

Nervi deve limitarsi a dare precise indicazioni costruttive negli elaborati grafici ma non può controllare le delicate fasi di messa in opera di un sistema sofisti- cato e ancora in una fase sperimentale, per il quale è determinante l’esperienza già acquisita dalle maestranze.18

Lo studio degli elementi prefabbricati, dettagliata fino a una scala approssimata al vero, prosegue con ulteriori progetti che trovano concreta realizzazione.

Ne è riprova la costruzione della piscina per l’Accademia Navale di Livorno (1947),19 realizzata dall’impresa Nervi &

Bartoli. L’intervento è di modesta entità, a conferma della continua alternanza dei progetti a grande e piccola scala. Su un impianto rettangolare di circa 40,75x16,8 m, la pisci- na è protetta da una copertura a volta con elementi prefab- bricati in ferrocemento.

La sezione della volta è un arco a tutto sesto con raggio di 6,8 m; di fatto si tratta di una volta a botte con un’altezza in chiave di 8,25 m.

18 Ivi, p. 225.

19 Cfr. A. Pica, Pier Luigi Nervi, cit., p. 23; C. Greco, Pier Luigi Nervi, cit. p. 258.

G. Oberti e P.L. Nervi Padiglione a emiclico della fiera di Milano 1947 particolare del profilo a onda Pagina precedente

G. Oberti e P.L. Nervi Padiglione a emiclico della fiera di Milano 1947 prospettiva

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Mentre la volta è sostenuta da un insieme di pilastri inclinati secondo la tangente dell’arco, gli elementi della volta sono ondulati con la duplice funzione della resistenza per forma a sezione minima e con la predisposizione per il passaggio degli impianti tecnici.

All’estradosso della cavità delle singole onde sono collocati gli impianti per il controllo dell’umidità della piscina. I singoli conci d’onda hanno una larghezza di 90 cm e sono realizzati in quattro parti, ricomposti e saldati in opera con un getto di completamento, a formare il singolo arco della volta di copertura, mentre diaframmi d’irrigidimento sono posti ad intervalli regolari.

Si va affinando sempre di più questo sistema costruttivo del- la prefabbricazione a piè d’opera e della successiva ricompo- sizione per parti.

Lo spessore minimo degli elementi, la produzione seriale at- traverso una matrice in parallelo alla realizzazione in opera delle fondazioni e dei relativi pilastri inclinati di sostegno, permette la realizzazione in tempi ridotti con un rilevante contenimento dei costi di esecuzione.

La competenza di Nervi va riscontrata nella scomposizio- ne degli elementi portanti in parti facilmente realizzabili da uno o al massimo due operai e nella successiva rapida e pra- tica movimentazione.

L’abilità consiste nella concreta organizzazione del cantiere, che trova negli elaborati di progetto uno sviluppo dettagliato

P.L. Nervi Piscina dell’Accademia Navale Livorno 1947

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che arriva persino alla progettazione delle macchine di movimentazione degli elementi prefabbricati. Le occasioni offerte dai piccoli cantieri sono prese a pretesto da Nervi per sperimentare, affinando continuamente, la tecnica della prefabbricazione.

Nel 1947, su incarico dell’architetto Luigi Carlo Daneri, la progettazione e realizzazione dei cantieri navali del conte Trossi a San Michele di Pagana, Genova, vede il coinvolgi- mento di Pier Luigi Nervi. L’edificio su pianta rettangolare si compone di due piani e rappresenta la felice collaborazio- ne delle due figure professionali.20

La struttura del fabbricato con una larghezza di circa 30 m è sorretta al piano terreno da una sequenza di quattro arconi ribassati e sagomati all’imposta sulla scorta della sezione a sbalzo della pensilina dello Stadio Berta di Firenze.

Sui quattro elementi, posti a un interasse di 10 m, poggia un solaio costituito da elementi ondulati prefabbricati in ferro- cemento. Mentre gli archi sono realizzati in opera, il solaio orizzontale è realizzato a piè d’opera grazie a una matrice in muratura. Le onde di ferrocemento hanno uno sviluppo di 10 m e sono irrigidite da setti trasversali che consentono il mantenimento delle caratteristiche di leggerezza e resistenza per forma. Nella biforcazione degli arconi, pertanto nell’area dove la sezione è maggiore, e quindi nel punto di maggior resistenza, sono collocati in asse i pilastri di sostegno del pia- no superiore. Solette piane a spessore ridotto, sempre in

20 «[…] Non è noto quale sia esattamen- te il peso e il contributo dell’architetto piut- tosto che dell’ingegnere; è però probabile che l’inserimento ambientale e il carattere moder- no ed essenziale dell’involucro murario appar- tengano alla sapienza professionale di Daneri, mentre la macchina strutturale è certamente frutto della ricerca nerviana, che trova qui un momento di rara eleganza e compiutezza». C. Greco, Pier Luigi Nervi, cit. p. 255.

L.C. Daneri e P.L. Nervi Cantieri navali Conte Trossi San Michele in Pagana 1947

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ferrocemento, collocate all’estradosso delle onde portanti in ferrocemento, funzionano da cassero a perdere per il getto della soletta di completamento della pavimentazione. Nervi ha dunque portato a maturazione questo procedimento co- struttivo: con il perfezionamento della tecnica esecutiva del ferrocemento riesce a coniugare resistenza statica e eleganza formale. Si va delineando una forte espressività del sistema costruttivo, fatto di superfici ondulate in cemento a vista. La conformazione ad arco fortemente ribassata sarà ripresa da Nervi in occasione della consulenza fornita all’architetto Pierre Vago per la costruzione della basilica sotterranea di Lourdes (1956).21Analogamente al progetto dei cantieri na-

vali, un sistema di archi ribassati su pianta ellittica con inte- rasse di 10 m, sostiene il solaio di copertura sostanzialmente piano. A differenza del progetto genovese, la soluzione strut- turale si fa più raffinata: pur mantenendo un profilo analo- go, la sezione assume il caratteristico sviluppo variabile che contraddistingue le strutture portanti di Nervi a partire dal progetto per l’Unesco. Inoltre la discontinuità dei due arco- ni contrapposti, autoportanti e dunque autonomi dal pun- to di vista statico, consente l’inserimento di lucernaio che, correndo lungo tutto l’asse maggiore, crea un taglio di luce che si diffonde sulla sottostante aula basilicale.22 Il progetto

della basilica sotterranea sarà realizzato non secondo l’impo- stazione di Nervi, ma attraverso una differente impostazione strutturale predisposta dall’ingegnere Eugène Freyssinet.23

21 Per approfondimenti vedi P.L. Nervi,

Nuove strutture, Edizioni di Comunità, Mila-

no 1963, pp. 22-23.

22 La medesima impostazione sarà adot- tata nelle piastre di copertura per il Palazzo del Lavoro di Torino (1961).

23 L’impostazione strutturale proposta da Freyssinet riduce l’altezza in chiave a 10 m ri- spetto ai 13 m proposti da Nervi, schiacciando ulteriormente la prospettiva del lato maggio- re che ha uno sviluppo di 185 m. Inoltre gli archi di sostegno sono posizionati ad un in- terasse minore e sono raccordati da una trave di colmo che corre lungo l’asse maggiore della basilica.

P. Vago e P.L. Nervi Basilica sotterranea Lourdes Francia 1956

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Salone “B” Torino Esposizioni

In occasione dell’appalto concorso a inviti per la progetta- zione e realizzazione del nuovo Palazzo di Torino Esposizioni (1947-48),24 le occasioni professionali sin qui maturate, per-

mettono a Pier Luigi Nervi la messa in pratica di una grande copertura con le ormai collaudate onde di ferrocemento. L’allora Palazzo della Moda al parco del Valentino, grave- mente danneggiato dagli eventi bellici, viene riproposto con

[…] Il progetto architettonico, pensato e firmato dall’ingegner conte Roberto Biscaretti di Ruffia nel 1947, è presentato alla città come ricostruzione e am- pliamento dell’esistente disegnato nel 1936 da Ettore Sottsass. La proposta – per cui l’impresa Nervi e Bartoli risulta costruttrice e Nervi direttore dei

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