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La "delega" deve essere effettiva

DISPOSIZIONI APPLICATIVE

10) La "delega" deve essere effettiva

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Direttore Generale Dr. G. TELESIO

Ufficio I:

Gestione Risorse Umane Dirigente: Dr.ssa V. SAURA

Segreteria, Protocollo, Archivio e Gestione Flussi Documentali Controllo di Gestione

Affari Legali, Contenzioso e Supporto Tecnico agliOrgani Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro

Studi ed Atti Normativi Servizi Informatici e per il Digitale

Relazioni con il Pubblico (U.R.P.) Struttura Stabile di Supporto Strategico agli Organi di Governo e di Supporto Tecnico e

ai Direttori delle Strutture di Ricerca e ai Responsabili Unici dei Procedimenti Servizi di Staff al Direttore Generale

Ufficio II:

Gestione Bilancio, Contratti ed Appalti

Dirigente: Dr.ssa L. PEDOTO

Amministrazione dellʼIstituto Nazionale di Astrofisica Schema Organizzativo della Direzione Generale

Servizi di Staff

Servizio Statistica del Personale e di Supporto della Contrattazione Collettiva Integrativa

Servizio Tecnico per il Trattamento Economico

Settore I: Bilancio

Servizio di Supporto Tecnico per la Predisposizione dei Capitolati Servizio di Supporto Tecnico per la Gestione del Patrimonio e dellʼ Inventario

Servizi di Staff

Settore II: Servizi di Ragioneria

Settore III: Appalti e Contratti di Rilevanza Nazionale

Settore IV: Gestione delle Forniture di Beni e Servizi per la Sede Centrale Settore I: Reclutamento del Personale

Settore II: Stato Giuridico del Personale

Settore III: Progressioni Economiche del Personale e altri Trattamenti Accessori

Settore IV: Gestione delle Forme Flessibili di Lavoro e degli Interventi Assistenziali e Sociali

Settore V: Gestione del Trattamento Fiscale

Settore VI: Gestione del Trattamento Previdenziale e Assistenziale del Personale

viale del Parco Mellini, 84 I – 00136 Roma

email: direzione.generale@inaf.it web: www.inaf.it

Direzione Generale

ALLEGATO 1

RELAZIONE DI ACCOMPAGNAMENTO AL

NUOVO "SCHEMA ORGANIZZATIVO" DELLA "DIREZIONE GENERALE"

Il nuovo "Schema Organizzativo" della "Direzione Generale" è stato definito tenendo conto:

1) del contesto normativo di riferimento di seguito richiamato e specificato.

A) Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, e successive modificazioni ed integrazioni, che contiene “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” ed, in particolare, gli articoli 1, 2, 4, 5, 6, 11, 12, 16 e 17.

Secondo quanto espressamente previsto dall'articolo 1, comma 1, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come modificato e integrato dall'articolo 21, comma 1, lettera a), della Legge 4 novembre 2010, numero 183, le disposizioni in esso contenute

"...disciplinano la organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, nel rispetto dell'articolo 97, comma primo, della Costituzione, al fine di:

a) accrescere la efficienza delle amministrazioni in relazione a quella dei corrispondenti uffici e servizi dei Paesi della Unione Europea, anche mediante il coordinato sviluppo di sistemi informativi pubblici;

b) razionalizzare il costo del lavoro pubblico, contenendo la spesa complessiva per il personale, diretta e indiretta, entro i vincoli di finanza pubblica;

c) realizzare la migliore utilizzazione delle risorse umane nelle pubbliche amministrazioni, assicurando la formazione e lo sviluppo professionale dei dipendenti, applicando condizioni uniformi rispetto a quelle del lavoro privato, garantendo pari opportunità alle lavoratrici ed ai lavoratori nonché l’assenza di qualunque forma di discriminazione e di violenza morale o psichica...".

L'articolo 2, comma 1, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, prevede, a sua volta, che le amministrazioni pubbliche:

· definiscono, secondo "...principi generali fissati da disposizioni di legge e sulla base dei medesimi e mediante atti organizzativi adottati secondo i rispettivi ordinamenti, le linee fondamentali di organizzazione degli uffici...";

· individuano "...gli uffici di maggiore rilevanza e i modi di conferimento della titolarità dei medesimi...";

· determinano "...le dotazioni organiche complessive...";

· ispirano "...la loro organizzazione ai seguenti criteri:

a) funzionalità rispetto ai compiti e ai programmi di attività, nel perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità e, a tal

2 fine, periodicamente e, comunque, all'atto della definizione dei programmi operativi e della assegnazione delle risorse, procedono a specifiche verifiche e ad eventuali revisioni;

b) ampia flessibilità, garantendo adeguati margini alle determinazioni operative e gestionali da assumere ai sensi del successivo articolo 5, comma 2;

c) collegamento delle attività degli uffici, adeguandosi al dovere di comunicazione, interna ed esterna, ed alla interconnessione mediante sistemi informatici e statistici pubblici;

d) garanzia della imparzialità e della trasparenza della azione amministrativa, anche attraverso la istituzione di apposite strutture per la informazione ai cittadini e attribuzione ad un unico ufficio, per ciascun procedimento, della responsabilità complessiva dello stesso; politico-amministrativo, definendo gli obiettivi ed i programmi da attuare ed

adottando gli altri atti rientranti nello svolgimento di tali funzioni, e verificano la rispondenza dei risultati della attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti...";

· agli organi di governo "...spettano, in particolare:

a) le decisioni in materia di atti normativi e l'adozione dei relativi atti di indirizzo interpretativo ed applicativo;

b) la definizione di obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per l'azione amministrativa e per la gestione;

c) la individuazione delle risorse umane, materiali ed economico-finanziarie da destinare alle diverse finalità e la loro ripartizione tra gli uffici di livello dirigenziale generale;

d) la definizione dei criteri generali in materia di ausili finanziari a terzi e di determinazione di tariffe, canoni e analoghi oneri a carico di terzi;

e) le nomine, le designazioni ed atti analoghi ad essi attribuiti da specifiche disposizioni;

f) le richieste di pareri alle Autorità Amministrative Indipendenti ed al Consiglio di Stato;

g) gli altri atti indicati dalla legge...";

· ai "...dirigenti spetta l'adozione degli atti e dei provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo...";

· i dirigenti "...sono responsabili in via esclusiva dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi risultati...".

L'articolo 5, comma 2, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come sostituito dall'articolo 34, comma 1, lettera a), del Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, numero 150, e successivamente modificato ed integrato dall'articolo 2, comma 17, del Decreto Legge 6 luglio 2012, numero 95, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7

3 agosto 2015, numero 135, dispone, altresì, che, nell'ambito "...delle leggi e degli atti organizzativi di cui al precedente articolo 2, comma 1, le determinazioni per la organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via esclusiva dagli organi preposti alla gestione con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro, fatti salvi la sola informazione ai sindacati per le determinazioni relative alla organizzazione degli uffici ovvero, limitatamente alle misure riguardanti i rapporti di lavoro, l’esame congiunto, ove previsti nei contratti collettivi nazionali di lavoro...".

L'articolo 6, comma 1, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come modificato dapprima dall'articolo 11, comma 1, del Decreto Legge 10 gennaio 2006, numero 4, convertito, con modificazioni, dalla Legge 9 marzo 2006, numero 80, e successivamente dall'articolo 2, comma 18, del Decreto Legge 6 luglio 2012, numero 95, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 2015, numero 135, dispone che, nelle

"...amministrazioni pubbliche, la organizzazione e la disciplina degli uffici, nonché la consistenza e la variazione delle dotazioni organiche, sono determinate in funzione delle finalità indicate nel precedente articolo 1, comma 1, previa verifica degli effettivi fabbisogni e previa informazione delle organizzazioni sindacali rappresentative, ove prevista nei contratti collettivi nazionali di lavoro...".

Inoltre, ai sensi dell'articolo 11 del Decreto Legislativo innanzi richiamato:

Ø le "...amministrazioni pubbliche, al fine di garantire la piena attuazione della Legge 7 agosto 1990, numero 241, e successive modificazioni ed integrazioni, individuano, nell'ambito della propria struttura, uffici per le relazioni con il pubblico...";

Ø gli "...uffici per le relazioni con il pubblico provvedono, anche mediante l'utilizzo di tecnologie informatiche:

a) al servizio alla utenza per garantire l'esercizio dei diritti di partecipazione di cui al Capo III della Legge 7 agosto 1990, numero 241, e successive modificazioni ed integrazioni;

b) alla informazione alla utenza relativa agli atti e allo stato dei procedimenti;

c) alla ricerca e alla analisi finalizzate alla formulazione di proposte alla propria amministrazione sugli aspetti organizzativi e logistici del rapporto con l'utenza...";

Ø agli "...uffici per le relazioni con il pubblico viene assegnato, nell'ambito delle dotazioni organiche delle singole amministrazioni, personale con idonea qualificazione e con elevata capacità di avere contatti con il pubblico, eventualmente assicurato da apposita formazione...";

Ø al fine di "...assicurare la conoscenza di normative, servizi e strutture, le amministrazioni pubbliche programmano ed attuano iniziative di comunicazione di pubblica utilità...";

Ø il "...Responsabile dell'Ufficio per le Relazioni con il Pubblico e il personale da lui indicato possono promuovere iniziative volte, anche con il supporto delle procedure informatiche, al miglioramento dei servizi per il pubblico, alla semplificazione e alla accelerazione delle procedure e all'incremento delle modalità di accesso informale alle informazioni in possesso della amministrazione e ai documenti amministrativi...",

mentre l'articolo 12 del medesimo Decreto Legislativo stabilisce che le "...amministrazioni pubbliche provvedono, nell'ambito dei rispettivi ordinamenti, ad organizzare la gestione del contenzioso del lavoro, anche creando appositi uffici, in modo da assicurare

4 l’efficace svolgimento di tutte le attività stragiudiziali e giudiziali inerenti alle relative controversie...", fermo restando che "...più amministrazioni omogenee o affini possono istituire, mediante convenzione che ne regoli le modalità di costituzione e di funzionamento, un unico ufficio per la gestione di tutto o parte del contenzioso comune...".

L'articolo 16 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come modificato e integrato dall'articolo 38 del Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, numero 150, dall'articolo 8, comma 10, del Decreto Legge 31 maggio 201, numero 78, convertito, con modificazioni, dalla Legge 30 luglio 2010, numero 122, e dall'articolo 1, comma 24, del Decreto Legge 6 luglio 2012, numero 95, convertito, con modificazioni, dalla Legge 7 agosto 2015, numero 135, prevede, inoltre, che i "...dirigenti di uffici dirigenziali generali, comunque denominati, esercitano, fra gli altri, i seguenti compiti e poteri:

a) formulano proposte ed esprimono pareri al Ministro, nelle materie di sua competenza;

a-bis) propongono le risorse e i profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell'ufficio cui sono preposti anche ai fine della elaborazione del documento di programmazione triennale del fabbisogno di personale;

b) curano l'attuazione dei piani, dei programmi e delle direttive generali definite dal Ministro e attribuiscono ai dirigenti gli incarichi e la responsabilità di specifici progetti e gestioni, definiscono gli obiettivi che i dirigenti devono perseguire e attribuiscono le conseguenti risorse umane, finanziarie e materiali;

c) adottano gli atti relativi alla organizzazione degli uffici di livello dirigenziale non generale;

d) adottano gli atti e i provvedimenti amministrativi ed esercitano i poteri di spesa e quelli di acquisizione delle entrate che rientrano nella competenza dei propri uffici, salvo quelli delegati ai dirigenti;

d-bis) adottano i provvedimenti previsti dall'articolo 17, comma 2, del Decreto Legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni;

e) dirigono, coordinano e controllano le attività dei dirigenti e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con potere sostitutivo in caso di inerzia, e propongono l'adozione, nei confronti dei dirigenti, delle misure previste dal successivo articolo 21 in materia di responsabilità dirigenziale;

f) promuovono e resistono alle liti ed hanno il potere di conciliare e di transigere, fermo restando quanto disposto dall'articolo 12, comma 1, della Legge 3 aprile 1979, n. 103;

g) richiedono direttamente pareri agli organi consultivi della amministrazione e rispondono ai rilievi degli organi di controllo sugli atti di loro competenza;

h) svolgono le attività di organizzazione e gestione del personale e di gestione dei rapporti sindacali e di lavoro;

i) decidono sui ricorsi gerarchici contro gli atti e i provvedimenti amministrativi non definitivi dei dirigenti;

l) curano i rapporti con gli uffici della Unione Europea e degli organismi internazionali nelle materie di loro competenza secondo le specifiche direttive dell'organo di direzione politica, sempreché tali rapporti non siano espressamente affidati ad apposito ufficio o organo;

5 l-bis) concorrono alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i

fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto da parte dei dipendenti dell'ufficio al quale sono preposti;

l-ter) forniscono le informazioni richieste dal soggetto competente per la individuazione delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione e formulano specifiche proposte volte alla prevenzione del rischio medesimo;

l-quater) provvedono al monitoraggio delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione svolte nell’ufficio al quale sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva...";

L’articolo 17, comma 1, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come modificato dall'articolo 39 del Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, numero 150, prevede che i “…dirigenti esercitano, fra gli altri, i seguenti compiti e poteri:

a) formulano proposte ed esprimono pareri ai dirigenti degli uffici dipendono e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con poteri sostitutivi in caso di inerzia;

d-bis) concorrono alla individuazione delle risorse e dei profili professionali necessari allo svolgimento dei compiti dell’ufficio cui sono preposti anche al fine della elaborazione del documento di programmazione triennale del fabbisogno di personale;

e) provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate ai propri uffici, anche ai sensi di quanto previsto dal precedente articolo 16, comma 1, lettera a-bis);

e-bis) effettuano la valutazione del personale assegnato ai propri uffici, nel rispetto del principio del merito, ai fini della progressione economica e tra le aree, nonché della corresponsione di indennità e premi incentivanti…”.

L’articolo 17, comma 1-bis, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, numero 165, come modificato e integrato dall'articolo 2 della Legge 15 luglio 2002, numero 145, dispone, a sua volta, che i “…dirigenti, per specifiche e comprovate ragioni di servizio, possono delegare per un periodo di tempo determinato, con atto scritto e motivato, alcune delle competenze comprese nelle funzioni di cui alle lettere b), d) ed e) del comma 1 a dipendenti che ricoprano le posizioni funzionali più elevate nell’ambito degli uffici ad essi affidati…” e che, in “…ogni caso, non si applica l’articolo 2103 del codice civile…”.

B) Legge 7 agosto 1990, numero 241, e successive modifiche ed integrazioni, che contiene "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di

6 accesso ai documenti amministrativi", ed, in particolare, gli articoli 4, 5, 6 e 22 e seguenti.

In particolare, l'articolo 4 della legge 7 agosto 1990, numero 241, stabilisce che:

· laddove "...non sia già direttamente stabilito per legge o per regolamento, le pubbliche amministrazioni sono tenute a determinare per ciascun tipo di procedimento relativo ad atti di loro competenza la unità organizzativa responsabile della istruttoria e di ogni altro adempimento procedimentale, nonché della adozione del provvedimento finale...";

· le disposizioni adottate a tal fine "...sono rese pubbliche secondo quanto previsto dai singoli ordinamenti...".

L'articolo 5 della Legge 7 agosto 1990, numero 241, dispone, a sua volta, che:

Ø il "...dirigente di ciascuna unità organizzativa provvede ad assegnare a sé o ad altro dipendente addetto alla medesima unità la responsabilità della istruttoria e di ogni altro adempimento inerente il singolo procedimento nonché, eventualmente, della adozione del provvedimento finale...";

Ø fino a quando non sia effettuata la predetta assegnazione "...è considerato responsabile del singolo procedimento il funzionario preposto alla competente unità organizzativa...", individuata con le modalità innanzi specificate;

Ø la "...unità organizzativa competente e il nominativo del responsabile del procedimento sono comunicati ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti diretti ed a quelli che, per legge, debbono intervenire nel relativo procedimento e, a richiesta, a chiunque vi abbia interesse...".

L'articolo 6 della Legge 7 agosto 1990, numero 241, come modificato ed integrato dall'articolo 4 della Legge 11 febbraio 2005, n. 15, prevede, altresì, che:

· il "...Responsabile del Procedimento:

a) valuta, ai fini istruttori, le condizioni di ammissibilità, i requisiti di legittimazione ed i presupposti che siano rilevanti per la emanazione del provvedimento;

b) accerta di ufficio i fatti, disponendo il compimento degli atti all’uopo necessari, adotta ogni misura per l’adeguato e sollecito svolgimento della istruttoria, può chiedere il rilascio di dichiarazioni e la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete, può esperire accertamenti tecnici ed ispezioni ed ordinare esibizioni documentali;

c) propone la indizione o, avendone la competenza, indice le conferenze di servizi;

d) cura le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni previste dalle leggi e dai regolamenti;

e) adotta, ove ne abbia la competenza, il provvedimento finale, ovvero trasmette gli atti all’organo competente per la sua adozione...";

· qualora "...l'organo competente per l'adozione del provvedimento finale sia diverso dal Responsabile del Procedimento, non può discostarsi dalle risultanze della istruttoria condotta dal predetto Responsabile se non indicandone la motivazione nel provvedimento finale...".

Infine, le disposizioni contenute negli articoli 22 e seguenti della Legge 7 agosto 1990, numero 241, e successive modifiche ed integrazioni, e nel Decreto del Presidente della

7 Repubblica 12 aprile 2006, numero 184, disciplinano l'istituto dello "accesso ai documenti amministrativi" (Allegato A).

Gli adempimenti previsti dalle vigenti disposizioni normative in materia di "accesso ai documenti amministrativi", oltre ad essere "complessi", sono anche particolarmente

"delicati", in quanto il "diritto di accesso" è soggetto ad una serie di "limiti" e di

"controlimiti" e deve essere necessariamente "bilanciato" con il "diritto alla riservatezza".

C) Legge 6 novembre 2012, numero 190, e successive modifiche ed integrazioni, che contiene le "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e della illegalità nella Pubblica Amministrazione", Decreto Legislativo 14 marzo 2013, numero 33, che disciplina gli "obblighi di informazione, trasparenza e pubblicità da parte delle pubbliche amministrazioni" e l'esercizio del "diritto di accesso civico", e Decreto Legislativo 25 maggio 2016, numero 97, che ha modificato e integrato, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 7 della Legge 7 agosto 2015, numero 124, in materia di "Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", le disposizioni contenute nella Legge 6 novembre 2012, numero 190, e nel Decreto Legislativo 14 marzo 2013, numero 33, ai fini della "Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza".

La Legge 6 novembre 2012, numero 190, ha dotato le Pubbliche Amministrazioni di numerosi e adeguati "strumenti" per la gestione della prevenzione della illegalità e della corruzione, tra i quali rientrano anche:

a) gli adempimenti in materia di trasparenza;

b) i codici di comportamento;

c) la rotazione del personale;

d) l'obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi;

e) la disciplina in materia di svolgimento di incarichi di ufficio e di attività ed incarichi

"extraistituzionali";

f) la disciplina in materia di conferimento di incarichi dirigenziali, nei casi in cui siano già stati svolti in precedenza particolari incarichi o attività;

g) le specifiche incompatibilità rispetto alle funzioni dirigenziali;

h) la disciplina in materia di formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali, nei casi di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione;

i) la disciplina in materia di svolgimento di attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro;

j) la disciplina in materia di tutela del dipendente che segnala fatti illeciti;

k) la formazione in materia di etica, integrità ed altre tematiche che attengono alla prevenzione della corruzione.

L'articolo 1 della Legge 6 novembre 2012, numero 190, prevede che tutte le amministrazioni pubbliche debbono procedere:

1) alla nomina del "Responsabile della Prevenzione della Corruzione";

2) alla predisposizione e alla adozione del "Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione";

3) alla mappatura delle aree e delle attività a "rischio di corruzione";

8 4) alla predisposizione e alla adozione del "Programma Triennale della Trasparenza

e della Integrità".

In particolare, il "Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione":

· rappresenta lo "strumento" attraverso il quale una pubblica amministrazione descrive il processo finalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno "corruttivo";

· contiene un programma di attività e di azioni operative, definito a seguito di una analisi preliminare della organizzazione della pubblica amministrazione, del suo ordinamento e delle sue modalità di funzionamento, dei principali processi e procedimenti amministrativi, in relazione, soprattutto, alla possibile esposizione al fenomeno "corruttivo";

· è il documento che, in sintesi, consente ad una pubblica amministrazione, attraverso un "processo ciclico" di "monitoraggio", "verifica", "modifica" e

"aggiornamento", di individuare e di definire nel tempo, con un grado di dettaglio sempre maggiore, il diverso livello di esposizione delle sue "articolazioni organizzative" al "rischio di corruzione" e gli interventi finalizzati a prevenire il medesimo "rischio".

Peraltro, nel rispetto delle "linee guida" definite dalla Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, sia le istituzioni universitarie che gli enti di ricerca debbono attualmente predisporre un unico documento programmatico, definito

"Piano Integrato".

Pertanto, il "Piano Integrato" deve prevedere al suo interno anche le misure per la

"prevenzione della corruzione".

Gli adempimenti in materia di "prevenzione della illegalità e della corruzione nelle pubbliche amministrazioni" sono "numerosi" e "complessi".

Oltre a quelli già indicati in precedenza, particolarmente significativi sono gli adempimenti previsti dal Decreto Legislativo 14 marzo 2013, numero 33, emanato in attuazione delle disposizioni contenute nella Legge 6 novembre 2012, numero 190, che disciplina gli

"obblighi di informazione, trasparenza e pubblicità da parte delle pubbliche amministrazioni" e l'esercizio del "diritto di accesso civico".

Il Decreto Legislativo 25 maggio 2016, numero 97, ha, peraltro, modificato e integrato, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 7 della Legge 7 agosto 2015, numero 124, in

Il Decreto Legislativo 25 maggio 2016, numero 97, ha, peraltro, modificato e integrato, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 7 della Legge 7 agosto 2015, numero 124, in

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