IL PROGETTO EDUCATIVO-PASTORALE SALESIANO
2. LE DIMENSIONI DEL PEPS
2.4 La dimensione dell’esperienza associativa
2.4.1 La sua specificità
Il cammino di educazione ed evangelizzazione della Pastorale Giovanile Salesiana ha nell‟esperienza associativa una delle sue intuizioni pedagogiche più importanti.
Il Sistema Preventivo richiede un intenso e luminoso ambiente di partecipazione e di relazioni amichevoli e fraterne; un modo comunitario di crescita umana e cristiana, vivificato dalla presenza amorosa e solidale, animatrice e attivante degli educatori; favorisce, quindi, tutte le forme costruttive di attività e di vita associativa, anche come concreta iniziazione all‟impegno comunitario, civile ed ecclesiale (Cost.35; Reg.8).
La dimensione associativa, espressione della dimensione sociale della persona, è una caratteristica fondamentale dell'educazione ed evangelizzazione salesiana; in essa il gruppo giovanile non è soltanto un mezzo per organizzare la massa dei giovani, ma soprattutto il luogo del rapporto educativo e pastorale dove educatori e giovani vivono la familiarità e fiducia che apre i cuori, l'ambiente dove si fa esperienza dei valori salesiani e si sviluppano gli itinerari educativi e di evangelizzazione, lo spazio dove si promuove il protagonismo degli stessi giovani nell'impegno per la loro formazione.
2.4.2 La sua finalità
Attraverso la proposta associativa intendiamo:
sviluppare la capacità di percepire e vivere in profondità il valore dell’altro e della comunità, come tessuto di rapporti interpersonali;
maturare nella disponibilità alla partecipazione e all‟intervento attivo nel proprio ambiente;
orientare all’impegno sociale, educando alla responsabilità del bene comune;
approfondire l’esperienza di Chiesa come comunione e servizio;
scoprire e maturare la propria decisione vocazionale nell‟insieme sociale ed ecclesiale.
2.4.3 Sfide alle quali vogliamo rispondere
I giovani ricercano il gruppo in cui soddisfare la loro voglia di comunicazione personale, la loro necessità di autonomia e partecipazione. Le analisi sociologiche rivelano l‟importanza della variabile associazionistica per comprendere più a fondo comportamenti e scelte dei giovani.
La nostra società complessa nei rapporti e nelle appartenenze, pluralista nelle concezioni e nelle scelte di vita, frammentata nei messaggi e nelle proposte di valori rende conto di alcune caratteristiche che assume il fenomeno associativo oggi, come ad esempio la molteplicità delle aggregazioni, il pluralismo anche contraddittorio di esse, l‟esposizione ad una possibile e frequente disgregazione e frammentazione; e dall‟altra spinge ancora una volta alla creazione di spazi vivibili dal giovane, quasi “mondi vitali”, nei quali possa ricuperare il senso della propria crescita, maturare l‟identità personale, sviluppare una esperienza cristiana ed ecclesiale significativa.
2.4.4 Scelte precise
Sviluppare questa dimensione nella situazione descritta implica di adoperare alcune scelte:
L'opzione per il gruppo
Il gruppo è la scelta qualificante della nostra proposta associativa come l'ambiente più efficace per la costruzione di sé, lo spazio più immediato per rispondere alle domande di senso e di ragioni di vita, il luogo di creatività e di apertura al mondo sociale e al territorio, la mediazione privilegiata di esperienza di Chiesa.
Questa scelta in termini operativi comporta:
- considerare il gruppo dove si svolge la vita del giovane come l'elemento più importante dell'esperienza associativa, e l'appartenenza a più ampi movimenti come supporto ai primi;
- dare ai gruppi la possibilità di gestire il proprio cammino, adeguandosi alla situazione dei soggetti che lo compongono ed al contesto sociale ed ecclesiale in cui vivono;
- valorizzare le qualità e gli apporti degli animatori che in essi sorgono;
- prestare un'attenzione speciale alle nuove forme di aggregazione giovanile, soprattutto il volontariato e l'obiezione di coscienza, come opzioni positive per la pace e il servizio agli altri.
Aperto a tutti i giovani che sono i veri protagonisti.
Questo criterio comporta:
- creare pluralità di proposte e ambienti di ampia accoglienza secondo i diversi interessi e livelli dei giovani;
- partire dalla situazione in cui i giovani si trovano e dalle aspirazioni che manifestano, rispettando il ritmo di sviluppo che è loro possibile;
- offrire ai più sensibili e impegnati proposte adeguate di maturazione nella fede e nell'impegno apostolico e sociale.
Con una finalità educativa
L‟educazione non è soltanto una delle dimensioni fondamentali del progetto, ma la modalità secondo cui si svolgono anche tutte le altre.
Questa scelta dell‟educazione comporta in termini operativi:
- proporre ai giovani gruppi per i diversi livelli di età, rispondenti ai bisogni specifici, e collegati attraverso programmi progressivi e continuati ( ragazzi, adolescenti, giovani);
- curare in modo particolare i gruppi di formazione e d’impegno cristiano, considerati come coronamento dell‟esperienza associativa;
- qualificare e formare continuamente gli educatori e gli animatori;
- offrire tempi intensi di convivenza ( ritiri, campeggi, giornate) come momenti riassuntivi e di rilancio della carica associativa e cristiana dei gruppi;
- fare oggetto di riflessione e di revisione nella comunità educativa il funzionamento, l‟efficacia educativa e gli interventi dei gruppi giovanili.
Con lo stile dell’animazione
All‟interno di questa finalità educativa scegliamo lo stile dell‟animazione che comporta:
- un modo di pensare la persona umana che per le sue risorse interiori è capace di essere committente e responsabile dei processi che la riguardano;
- un metodo che guarda il positivo, le ricchezze e le potenzialità che ogni giovane si porta dentro, evolvendo una azione di promozione;
- uno stile di camminare coi giovani, di suggerire, motivare, aiutare a crescere, centrato nella vita quotidiana, attraverso una relazione di tipo liberante, promozionale e autorevole;
- un obiettivo ultimo e globale di restituire ad ogni persona la gioia di vivere pienamente e il coraggio di sperare.
L‟animazione ha il volto concreto di una persona: l’animatore. Egli ha un ruolo preciso e indispensabile. Sebbene questo ruolo vari nelle attuazioni particolari a seconda del tipo di gruppo, possiamo esprimerlo così:
- incoraggia la formazione di gruppi e il progredire delle ricerche, attività e ideali;
- aiuta, mediante la sua competenza e la sua esperienza, a superare le crisi del gruppo e a intessere rapporti personali fra i componenti;
- cerca insieme ai giovani, nei momenti giusti, l‟apertura a nuove prospettive di riflessione e di azione;
- dà elementi di critica e approfondimento ai giovani, affinché giudichino le loro proposte, i loro desideri e le loro ricerche;
- favorisce la comunicazione fra i gruppi e, dunque, l‟apertura di ciascuno di essi agli altri;
- accompagna i singoli componenti nel loro processo di crescita umana e cristiana;
- apre nel gruppo costantemente la prospettiva di Cristo sui problemi e sulle proposte che i giovani presentano.
Collegati nel Movimento Giovanile Salesiano (MGS)
I giovani singolarmente, i gruppi e le associazioni giovanili che, pur mantenendo la loro autonomia organizzativa, si riconoscono nella spiritualità e nella pedagogia salesiana, formano in modo implicito o esplicito il MGS.
I gruppi operano e si collegano fra loro nella comunità educativa locale. In essa interagiscono per arricchirsi e per creare un clima culturalmente vivace e cristianamente impegnato. Questo primo livello avrà un più ampio respiro a livello ispettoriale e interispettoriale in cui vengono favoriti lo scambio e la comunicazione tra i gruppi, assicurando la loro incidenza nel territorio e il loro inserimento nella Chiesa locale ( CG23, 275-277).
Verso l’inserimento nel sociale e nella Chiesa
Il gruppo giovanile è una forma di aprirsi e di costruire una comunità educativa e/o cristiana inserita attivamente nella propria realtà. Favoriamo, dunque:
- la comunicazione e il collegamento tra i gruppi e tra i loro animatori nel seno del Movimento Giovanile Salesiano;
- la loro espressione e partecipazione all‟interno degli organismi della comunità educativa;
- la partecipazione degli adulti, in special modo l‟interessamento dei genitori, per contributi e scambi arricchenti;
Il gruppo giovanile deve guardare allo sbocco nell’inserimento sociale ed ecclesiale secondo la propria opzione vocazionale. L‟esperienza associativa salesiana deve promuovere:
- una preparazione ed accompagnamento che renda il giovane capace di partecipare alla vita della società, assumendo le proprie responsabilità morali, professionali e sociali, e cooperando con quanti costruiscono una società più degna dell‟uomo;
- un inserimento attivo nel civile attraverso la promozione di diverse associazioni al servizio del bene comune nella società democratica;
- un inserimento nella comunità ecclesiale, vivendo la vocazione che il cammino formativo ha aiutato ad individuare e accogliere;
- una definitiva scelta della spiritualità salesiana con la maturazione di una possibile vocazione “laicale, consacrata, sacerdotale a beneficio di tutta la Chiesa e della Famiglia Salesiana” (Cost.28).
3. CONCLUSIONE
L'insieme di queste quattro dimensioni costituisce la dinamica interna della Pastorale Giovanile Salesiana:
- dall' incontro educativo con i giovani nel punto in cui si trovano, l'educatore li stimola ed accompagna a sviluppare tutte le loro risorse umane fino aprirli al senso della vita e alla ricerca di Dio;
- li orienta verso l'incontro con Gesù Cristo e la trasformazione della loro vita secondo il Vangelo;
- matura in loro l'esperienza di gruppo fino a scoprire la Chiesa come comunione dei credenti in Cristo e mature una intensa appartenenza ecclesiale;
- li accompagna alla scoperta della propria vocazione nell'impegno di trasformazione del mondo secondo il progetto di Dio.
Per questo
sono inseparabili e si qualificano reciprocamente di modo che non si può sviluppare una senza un riferimento esplicito alle altre;
questa unità e correlazione deve esplicitarsi negli obiettivi e strategie dei PEPS di tutte le opere dell'Ispettoria, assicurando che i singoli passi e interventi s'inseriscono in un unico processo di crescita umana e cristiana;
una singola opera, secondo la sua identità e le necessità dei destinatari, può articolare gli obiettivi del suo PEPS attorno ad una dimensione centrale, per esempio la dimensione educativa per la scuola, o la dimensione di evangelizzazione nella parrocchia… ma in essa deve sempre tener conto dei contenuti essenziali delle altre.
Suggerimenti bibliografici per l'approfondimento
VECCHI J., Pastorale giovanile una sfida per la comunità ecclesiale, LDC Leumann, (Torino) 1992, Parte quarta: Le dimensioni fondamentali del Progetto educativo, capp. 1-7, pp. 201-314.
VECCHI J., - PRELLEZO J.M. (a cura di), Progetto educativo pastorale. Elementi modulari, LAS, ROMA 1984. In particolare, si suggerisce:
Parte Prima:
Cap.2: NANNI C. (ed.), Educazione, o.c., pp.26-37.
Cap.3: GROPPO G. (ed.), Evangelizzazione e educazione, o.c., pp.38-49.
Parte Terza:
Cap.20: VECCHI J., (ed.), Orientamento e pastorale vocazionale, o.c., pp.242-256.
ISTITUTO DI TEOLOGIA PASTORALE - UPS, Dizionario di Pastorale Giovanile, LDC, Leumann (Torino) 1989. Tra le voci tematiche, si suggerisce:
TONELLI R. (ed.), Associazionismo, o.c., pp.79-87.
TONELLI R. (ed.), Educazione/Pastorale, o.c., pp. 290-297.
TONELLI R. (ed.), Gruppo, o.c., pp. 415-418.
DE PIERI S., (ed.), Vocazione, o.c., pp. 1132-1144.
DICASTERO PER LA PASTORALE GIOVANILE SALESIANA, Il progetto educativo-pastorale delle ispettorie salesiane. Raccolta antologica di testi. Dossier PG. Esperienze a confronto 9, Roma 1995, pp. 11-158.
(disegno: PEPS - sintesi)
Capitolo 3