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La disclosure volontaria nell’attuale condizione di incertezza

CAPITOLO 3: L’IMPATTO DELLA CRISI SUI BISOGNI DI COMUNICAZIONE FINANZIARIA

3.2 La disclosure volontaria nell’attuale condizione di incertezza

Per analizzare come varia la disclosure volontaria nel contesto di crisi economica partiamo dapprima ad esaminare la comunicazione con riferimento ad un ambiente stabile. Come visto in precedenza le prime ricerche103 in tema di disclosure volontaria hanno sostenuto che per evitare problemi di selezione avversa i manager dovrebbero volontariamente comunicare al mercato tutte le informazioni rilevanti in loro possesso per ridurre l’asimmetria informativa e quindi il costo del capitale. Tali teorie non erano però descrittive della realtà in quanto esistono dei costi che limitano la

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 SCARDOVI C., GATTI S., op. cit., 2009, pag. 112. 

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comunicazione104. Questi costi, cosiddetti proprietari, derivano dal preparare, diffondere e controllare i dati oltre che dal fornire informazioni strategiche ai competitori. In condizione di ambiente certo i manager con informazioni favorevoli che portano ad aumentare il valore dell’impresa le comunicano, gli altri invece con notizie negative tendono a non esternarle. L’obiettivo dei manager è quello di massimizzare il valore corrente105 dell’impresa ed è per questo che essi, anche quando conoscono le perfomance economiche future, possono decidere di non comunicarle se questo può comportare una riduzione del valore dell’azienda stessa. A tal proposito però c’è da dire che anche il non comunicare le cattive notizie o viceversa la disclosure di quelle buone che si rilevano poi troppo ottimiste può comportare costi connessi alle azioni legali da parte degli investitori e diminuire quindi il valore. Il problema fino a qui affrontato e della maggior parte degli studi in letteratura si concentra sulle strategie di disclosure volontaria all’interno di un ambiente relativamente stabile. Interessante è vedere come invece cambia la comunicazione volontaria nell’attuale crisi economica, nel momento in cui l’ambiente competitivo diventa instabile e imprevedibile. È ipotizzabile che in tale contesto aumentino i costi proprietari sia per la maggiore difficoltà a produrre informazioni significative e anche per il maggior rischio che queste possono essere sfruttate dai competitori. L’aumento dell’imprevedibilità ambientale causa una maggiore incertezza negli investitori sull’effettivo valore corrente dell’impresa portando gli stessi, in assenza di comunicazione volontaria, a rivalutarla al ribasso. Questo anche nel caso in cui gli investitori abbiano un profilo di neutralità al rischio in quanto se la maggiore rischiosità dell’investimento fosse positivo il manager lo comunicherebbe. Tutto questo può portare le aziende a diminuire o comunque non aumentare la disclosure volontaria per non peggiorare l’immagine ed il valore aziendale agli investitori. L’attuale crisi economica ha, in genere, influenzato negativamente le perfomance delle imprese con un calo della redditività. Quest’ultima è da ritenersi un indicatore fondamentale della qualità dell’investimento e una delle più importanti

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 JENSEN M., MECKLING W., op. cit., 1976. 

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 Tra i motivi per cui i manager hanno come obiettivo la massimizzazione del valore corrente ci sono: il loro possesso di azioni, la valorizzazione del loro operato nel mercato, pressioni da parte di investitori istituzionali.

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informazioni che un impresa deve comunicare ai mercati finanziari. È stato osservato106 che all’aumento delle performance economiche corrisponde un maggiore livello di disclosure volontaria. Si riscontra inoltre che quando tale periodo di crescita finisce, il livello ritorna quello precedente. Tale risultato contraddice l’idea che le performance economiche negative o comunque decrescenti portino le aziende ad aumentare il livello di disclosure volontaria per evitare i costi connessi a possibili azioni legali. Si smentisce inoltre l’idea che le scelte di comunicazione volontaria abbiano una dipendenza temporale, ossia che le scelte operate in un periodo condizionano quelle operate nel periodo successivo. Questo quantomeno in presenza di una forte discontinuità a livello di perfomance economiche. È stato anche riscontrato che nella fase di crescita le aziende insistono sulla disclosure in merito alle perfomance economiche future, mentre nel momento in cui stanno arrivando periodi di forte recessione, le imprese concentrano la comunicazione sulle perfomance correnti, ancora positive, evitando così di comunicare l’imminente declino. Tale comportamento permette di continuare a soddisfare le richieste informative del mercato finanziario evitando problemi di selezione avversa ma anche possibili azioni legali dovute a una disclosure inadeguata o intempestiva. Tali considerazioni107 però non approfondiscono il cambiamento delle strategie di disclosure volontaria nel momento in cui si presenta un periodo di forte crisi e si focalizzano di più nei risultati negativi delle singole imprese. Un lavoro più recente108 ed esplicativo della variazione delle strategie di comunicazione volontaria di fronte ad un aumento dell’incertezza ambientale dimostra, a differenza degli studi di Miller, che al crescere dell’incertezza ambientale le strategie di disclosure sostanzialmente non variano. Nel caso in cui le aziende hanno scontato più negativamente l’aumento dell’incertezza ambientale dovuta alla crisi, evidenziando una variazione negativa a livello di redditività, variano le proprie strategie di comunicazione in modo significativamente diverso dalle altre, dedicando molto più spazio ad

106  MILLER G.S., Earnings Perfomance and Discretonary Disclosure, in “Journal of Accounting

Research”, n. 40, 1992.

107

 MILLER G.S., op. cit.,1992. 

108

 BAGNOLI C., L’evoluzione delle strategie di disclosure volontaria delle imprese quotate italiane in

un contesto di accresciuta incertezza ambientale, “Finanza, Marketing e Produzione”, n. 3, 2009, pag.

104 ss. L’autore indaga ed analizza la variazione delle strategie di disclosure volontaria a fronte di un aumento dell’incertezza ambientale avvenuta con la crisi del 2001.

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approfondire gli investimenti in R&D. Aumentando tali attività cercano di rassicurare gli investitori sulla capacità dell’impresa di superare la crisi. Viceversa, le imprese che non sembrano aver scontato gli effetti negativi riducono la comunicazione della R&D per compensare, almeno nella percezione degli investitori, la maggior rischiosità esterna con una minore interna.