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La European Connectivity Strategy for Asia

Nel caso dell’Unione Europea il concetto di connettività, che rimane molto comprensivo e vago, si basa principalmente sul lavoro svolto nell’ambito dell’Asia-Europe Meeting (ASEM). Questo concetto di connettività si propone di coprire i tre pilastri ASEM (sicurezza, economia, società/cultura), e dovrebbe includere sia la connettività materiale che immateriale. Le iniziative devono essere condotte in linea con gli standard internazionali e basate sulla massima trasparenza. Devono inoltre aiutare l’implementazione degli SDG dell’ONU. A questo proposito, nel 2016 l’Unione Europea ha pubblicato la Global Strategy, che può essere vista come un punto di partenza per una nuova strategia europea in termini di connettività nei confronti del continente asiatico. Due anni dopo, nel settembre del 2018, la European Connettivity Strategy for Asia, denominata “Connecting Europe and Asia – Building blocks for an EU Strategy”, ha infine mostrato le ambizioni europee nel voler portare avanti i propri interessi nelle economie asiatiche, andando ad approfondire la propria diplomazia economica basandosi sul suo concetto di connettività.146

Questa nuova strategia proposta dall’Unione Europea enfatizza una connettività che deve essere sostenibile sotto tutti gli aspetti: economico, fiscale, ambientale e sociale. Deve inoltre essere

145GAENS, op. cit., p.150.

146 GAENS, Bart, “The EU-Asia Connectivity Strategy and Its Impact on Asia-Europe Relations”, Panorama: Insights

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comprensiva, andando a coprire ampiamente i diversi settori interessati. Infine, deve necessariamente basarsi sui regolamenti internazionali e su un ambiente per gli investimenti che sia aperto e trasparente. Questo documento fornisce dunque un modello prettamente europeo per l’approccio alla questione della connettività nel continente asiatico, nel tentativo dell’Unione Europea di promuovere le proprie regole sul mercato globale offrendo così un’alternativa valida alla BRI a guida cinese. Un esempio di come l’Unione Europea possa fornire il proprio sostegno viene ben rappresentato dal caso studio proposto, che mostra come la cooperazione europea possa concentrarsi su progetti di connettività indirizzati a un miglioramento della qualità di vita inclusivo e rispettoso delle norme ambientali.

Cooperazione allo sviluppo con il Vietnam

L’Unione Europea, insieme ai suoi stati membri, rappresentano i più grandi donatori di assistenza allo sviluppo per il Vietnam, con 542 milioni di euro in APS nel 2014. Guardando ai donatori europei, le istituzioni europee sono al secondo posto, mentre i donatori maggiori tra gli stati membri sono Francia, Germania e Danimarca.147 Tra il 2007 e il 2016, le istituzioni europee da sole hanno fornito al governo vietnamita donazioni per un totale di 590 milioni di euro. Il settore che ha ricevuto il maggior numero di fondi durante questo periodo è stato quello della sanità, con versamenti pari a circa 141 milioni di euro. Anche i fondi destinati al sostegno di bilancio generale, pari a 94 milioni di euro, hanno indirettamente supportato il settore della sanità. Questo perché hanno contribuito a un incremento di budget sia a livello nazionale che provinciale, portando ad un conseguente miglioramento della qualità dei servizi sanitari nel paese. Altro settore su cui l’Unione Europea ha riservato particolare attenzione è l’assistenza relativa al commercio, oltre che ai settori di governance e della società civile e il settore energetico. In particolare, il Multiannual Indicative Programme for Vietnam 2014-2020 ha presentato due settori nello specifico su cui gli sforzi della politica di sviluppo europea si dovrebbero concentrare nel periodo: energia sostenibile e governance e stato di diritto.

147 VANDEWALLE, Laurence, MENDONCA, Susana, “Vietnam: Despite Human Rights Concerns, a Promising Partner for the EU in Asia”, European Parliament, Ottobre 2015, p.25.

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L’obiettivo generale è supportare il Vietnam nella sua transizione in una nazione ad alto-medio reddito.148 Inoltre, il Vietnam è il maggior beneficiario in Asia per capita degli investimenti della European Investment Bank. Sono stati infatti concessi più di 650 milioni di euro in prestiti agevolati tra il 2005 e il 2015.149

Stando all’Unione Europea, la sua politica di sviluppo ha supportato il Vietnam nel completamento degli MDG dell’ONU, nello sviluppo sostenibile e nell’inclusione sociale. Hanno semplificato i costi che il governo vietnamita ha dovuto affrontare per la transizione economica, l’espansione di infrastrutture, lo sviluppo della sanità pubblica e dell’educazione e per programmi contro la povertà e l’iniquità.150 A partire dal 2014, con il suo nuovo programma pluriennale, l’Unione ha identificato come cruciale il settore dell’energia sostenibile, in quanto la crescita della popolazione, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e i cambiamenti nel comportamento dei consumatori hanno avuto un impatto negativo sull’ambiente, soprattutto riguardo l’inquinamento di acqua ed aria nelle zone urbane.151

Il caso dell’assistenza allo sviluppo diretta al Vietnam rappresenta uno dei casi principali per denotare le limitazioni della condizionalità politica che l’Unione Europea vorrebbe legare alla sua politica di aiuti. La nazione ha infatti mantenuto una relazione con i suoi donatori improntata sulla diversità e sulla selettività. Questo è principalmente dovuto alla sua storia passata, dove ha combattuto lunghe guerre per riguadagnare la propria indipendenza e libertà. Ne risulta che il governo vietnamita pone sempre come priorità massima la propria sovranità nazionale nelle relazioni estere, rimanendo molto sensibile verso ogni forma di condizionalità politica legata agli aiuti ricevuti e mostrando una forte resistenza a qualunque richiesta di riforme politiche da parte dei suoi donatori. Inoltre, questa sua indipendenza dagli aiuti esteri, unita a un’impressionante crescita economica, ha concesso al Vietnam

148 DEVELOPMENTAID, op. cit.

149VANDEWALLE, MENDONCA, op. cit., p.46. 150Servizio Europeo per l’Azione Esterna, op. cit., p1. 151 Ibidem, p.3.

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una posizione molto forte in ambito di contrattazione. Per queste ragioni, l’Unione Europea ha preferito, nel caso del Vietnam, concentrarsi principalmente su un approccio basato sugli incentivi, piuttosto che su una condizionalità politica negativa. Nel caso dei problemi riguardanti i diritti umani nella nazione, l’Unione ha optato per istituire dei dialoghi ufficiali con il Vietnam. Il programma creato è stato denominato Vietnam-EU Dialogue Facility.152