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Capitolo 4. La gentrification contemporanea

1.1. La gentrification a Parig

A Parigi la gentrification appare come un processo più tardivo rispetto a Londra o New York. Per spiegare questo ritardo, Préteceille ha richiamato il fatto che la capitale francese è da lungo tempo un luogo di residenza delle classi dominanti e non ha mai cessato di esserlo: il cuore dell‟agglomerato parigino non ha conosciuto il white flight che abbiamo visto verificarsi nelle città del Nord America, quando le classi medie e superiori abbandonarono il centro della città negli anni Cinquanta e Sessanta in favore delle aree suburbane135. Solamente il quartiere del Marais ha conosciuto una dialettica di disinvestimento e reinvestimento da parte delle classi agiate, secondo il modello classico di

gentrification codificato dalla Ruth, e che successivamente si è

esteso, modificandosi, a quartieri come Belleville, secondo un modello di riqualificazione che non suppone una passata

135 Cfr. E. Préteicelle, Is gentrification a useful paradigm to analyse social changes in the Paris metropolis?, in «Environment and Planning A», vol. 39

occupazione (dunque un ritorno) dei ceti medi e medio-alti, ma una riscrittura di un passato sostanzialmente operaio e artigiano.

Dunque a partire dalla fine degli anni Sessanta, i quartieri centrali della rive gauche si traformano progressivamente, come ad esempio il quartiere della rue Daguerre, prolungando il

displacement delle classi popolari inziato già in epoca

haussmanniana. Sulla riva destra, a seguito del già ricordato caso del Marais, il movimento si prolunga negli anni Settanta e Ottanta verso l‟Est parigino, nelle zone attorno al faubourg Saint-Antoine e verso la collina di Belleville (che tuttavia aveva, come vedremo, una sua storia di poco precedente di progetti di rinnovamento), e infine verso il Nord della città, a partire dagli anni Novanta, seguendo il canal Saint-Martin.

Dunque, il primo dato riguarda la condizione del centro di Parigi, che non è mai stato abbandonato dai ceti medi e superiori e che, contrariamente ad esempio dalla City di Londra, aveva visto il suo patrimonio nella massima parte risparmiato dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale. E‟ solamente nel corso degli anni Novanta che gli interventi di demolizione del patrimonio antico nei quartieri degradati, come nel caso di Belleville, iniziano a lasciare il posto ad una cultura della riqualificazione. La gentrification fa così il suo tardivo esordio sulla scena metropolitana parigina: ma non tocca il suo centro, bensì le aree periferiche dell‟Est e del Nord.

di attori privati e nella prospettiva di riabilitazione di quartieri popolari: si tratta soprattutto di artisti e architetti alla ricerca di spazi professionali che investono sugli antichi spazi artigianali e industriali dell‟Est parigino a partire dalla fine degli anni Settanta. A volte, le prime spinte sono venute dagli artisti squat, il che ovviamente se ha escluso ogni logica di investimento, nondimeno ha avviato un processo di riqualificazione simbolica di quelle aree. Questa prima spinta ha generato a propria volta un movimento di ceti medi, la cui composizione offriva il dato di una più che significativa presenza di professioni culturali, a partire dagli insegnanti, che hanno iniziato ad acquistare e riqualificare alloggi in quartieri popolari, come appunto a Belleville136. Questo movimento è stato favorito dalle agenzie e dai promotori immobiliari, che si sono andate moltiplicando insieme al crescere dei prezzi, e dalle banche, che hanno applicato una politica di mutui a tassi bassi (anche a compensare la crescita dei prezzi). I promotori immobiliari sono intervenuti quando i prezzi in un quartiere sono diventati sufficientemente alti per collocare proficuamente soprattutto dei vasti insiemi artigianali o industriali dell‟Est parigino137.

Il movimento dei ceti medi che sostanzia la gentrification si spiega in base a diversi fattori strutturali. Il primo è la diminuzione

136Cfr. C. Bidou, Les Aventuriers du quotidien: essai sur les nouvelles classes moyennes, Paris, PUF, 1984.

137Cfr. A. Clerval, La gentrification à Paris intra-muros: dynamiques spatiales, rapports sociaux et politiques publiques, Thèse de doctorat en géographie,

del numero di impiegati nell‟industria nell‟Île-de-France e a Parigi dopo gli anni Sessanta. Essa si accompagna alla parallela diminuzione degli impiegati a bassa qualifica nel terziario, mentre il numero degli impiegati a più alta qualifica e delle professioni intellettuali superiori aumenta sensibilmente138. Questa trasformazione nella struttura degli impieghi si spiega a propria volta con la ricomposizione della divisione internazionale del lavoro, accelerata dalle politiche macroeconomiche neoliberali nel corso degli anni Ottanta: le deregolamentazione e l‟integrazione internazionale dell‟economia favoriscono la messa in concorrenza della forza lavoro operaia su scala mondiale e facilitano la globalizzazione della produzione industriale, spingendo verso la concentrazione nelle aree metropolitane degli impieghi qualificati. Questo primo fattore di trasformazione della struttura degli impieghi da solo tuttavia non sarebbe sufficiente a spiegare la selezione crescente che si è verificata nello spazio residenziale parigino. Le politiche, infatti, di costruzione massiccia di alloggi sociali nelle banlieues, negli anni Sessanta e Settanta, hanno provocato uno spostamento importante delle classi popolari parigine in periferia e un effetto di svuotamento dei quartieri popolari. Questi ultimi hanno visto l‟arrivo o di popolazione più precaria, specialmente gruppi immigrati, o di famiglie di

138C. Rhein, Changement sociaux et transformation de l’espace, in T. Saint-

Julien et R. Le Goix (dir.), La Métropole parisienne. Centralités, inégalités,

gentrifieurs: esattamente quello che è avvenuto a Belleville, anche

se qui con un percorso particolare che fa tutta la specificità del “caso” Belleville, già in quegli anni riconosciuta come area multietnica di accoglienza di migranti. A vederla con il modello di Smith, lo svuotamento parziale e il degrado del patrimonio abitativo sembrano aver creato un sufficiente differenziale di rendita fondiaria per avviare il processo di gentrification.

Le politiche pubbliche hanno anch‟esse giocato un ruolo importante nel processo. Nel trentennio dal Sessanta al Novanta, le operazioni di rinnovamento attraverso la demolizione e la ricostruzione hanno contribuito a destrutturate i quartieri popolari, ma hanno anche condotto alla costruzione di numerosi alloggi sociali. I primi gentrifieurs, proprio e soprattutto a partire da Belleville, si sono opposti all‟abbattimento dell‟abitato antico, svelando la distanza culturale fra i progetti urbanistici della mairie di Parigi e gli attori della gentrification. Questa opposizione ha lasciato il segno sul paesaggio urbano di Parigi: da un lato negli anni Settanta si procedeva al rinnovo dell‟area di Les Halles e alla costruzione del Pompidou e si compivano nell‟Est parigino altre operazioni da demolizione/ricostruzione; dall‟altro, a Belleville, il conflitto con i gentrifieurs imponeva un modello di riqualificazione diverso, che non metteva in discussione alcuna gerarchia sociale, ma piuttosto individuava un modello di convivenza e di qualità della vita proprio a partire dalla tutela dell‟antico, nel senso

materiale del patrimonio abitativo riqualificato e nel senso immateriale di una comunità immaginaria erede e reinterprete dell‟identità popolare e multietnica del quartiere.

Trovare un punto di equilibrio fra gentrification e preservazione dell‟abitato antico da un lato e rilancio della produzione di alloggi sociali dall‟altro, è apparso (e appare) così il punto nodale della storia politica e urbana della Parigi di questi ultimi anni.