Il primo conflitto mondiale vede la Germania uscire perdente dalla guerra. La situazione è critica e si contano circa un milione e ottocentomila vittime e oltre quattro milioni di feriti. Il clima è molto teso e questo deriva dal fatto che la popolazione soffre la fame e la sconfitta e che non è presente nessuna guida ideologica. Già a partire dal 1917 si intensificano le lamentele ricevute dal ministro Ritter von Brettreich dagli artigiani dell’epoca, che esprimevano tutto il loro disagio a causa delle difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e dei cali delle vendite.
La nazione è allo sbando e il popolo vuole punire coloro che han portato la Germania a questo risultato. I gruppi rivoluzionari hanno idee divergenti riguardanti il futuro della nazione: alcuni vorrebbero una democrazia di tipo parlamentare mentre altri un sistema politico ispirato alla Russia. La popolazione vorrebbe invece la nascita di una Repubblica e le dimissioni del Kaiser.
Il problema principale delle diverse correnti rivoluzionarie che nascono è il fatto che non sia presente nessun leader in grado di guidarle. La svolta si avrà il 30 settembre 1918 quando il cancelliere Hertlig, sempre più isolato all’interno del parlamento tedesco, rassegna le sue dimissioni con accettazione da parte del Kaiser. La sua carica viene ricoperta da Max Von Baden, un monarchico che sarà l’ultimo cancelliere dell’impero tedesco. Egli era favore sia alle riforme che al raggiungimento di un’intesa internazionale. Fu così che l’8 settembre, il neoeletto, chiede l’abdicazione dell’attuale imperatore. Negli stessi giorni gli operi scendono in piazza e i generali Groener e Hidenturg si uniscono alla causa del cancelliere. Il clima è sempre più teso e il 9 novembre 1918, dal balcone del Reichstag, viene proclamata la
repubblica da parte dei socialdemocratici Philipp Scheidemann e Friedrich Ebert20.
Il primo governo repubblicano, composto da 6 membri, ha però vita breve e durerà meno di due mesi. I pareri sulla nascita della repubblica sono diversi, alcuni sostengono prematura questo tipo di scelta, altri invece la definiscono come preventiva di un’eventuale repubblica sovietica. I sei membri del primo governo repubblicano erano divisi in 3 socialdemocratici e in 3 indipendenti. Quest’ultimi lasciano il governo il 27 dicembre e il governo provvisorio vede il suo scioglimento. Durante lo stesso periodo vengono a formarsi consigli di operai e soldati ispirati al modello sovietico e gli scioperi sono sempre più frequenti. I socialdemocratici non sanno come muoversi di fronte a questo clima di rivoluzione e alternano comportamenti volti al sostegno della causa a comportamenti di paura in quanto non sanno bene cosa potrebbe accadere.
Gli anni di opposizione si susseguono e il risultato è la creazione di una coalizione tra socialdemocratici ed estrema destra. Le due correnti prese singolarmente non erano in grado di sedare gli animi rivoluzionari ma insieme ci riusciranno più facilmente. Nello stesso periodo nasce anche il partito comunista guidato da Rosa Luxemburg, mirato ad una sollevazione della classe operaia.
Lo scopo del partito non verrà mai raggiunto nonostante gli innumerevoli scioperi che verranno soppressi dall’alleanza socialdemocratica e di estrema destra. In sole due settimane l’esercito entra in operatività e il 15 gennaio Rosa Luxembrug viene uccisa dai paramilitari; sarà l’inizio di una serie di scioperi da Brema alla Baviera tutti stroncati I primi saranno risolti qualche mese dal loro inizio dall’esercito, mentre i secondi si concluderanno il 28 febbraio con l’assassinio del governatore del lander Kurst Eisners21. Questo omicidio è l’inizio di una serie di violenze che colpiranno la Baviera e che
20 A. GIBELLI, La prima guerra mondiale, Torino, Loescher, 1987, p. 219-220.
porteranno all’instaurazione di una repubblica sovietica che avrà vita breve. Alla fine di maggio essa sarà già stata rovesciata dalle truppe governative; questi episodi segneranno il fallimento della rivoluzione, creeranno una frattura tra socialdemocratici e comunisti e getteranno le basi per l’ascesa dei nazisti.
8.1 La repubblica di Weimar
Nel gennaio del 1919 ha luogo la consultazione nazionale con il fine di eleggere i deputati per l’assemblea costituente che si trova a dover redigere la costituzione. Nonostante il tentativo di boicottaggio da parte dei comunisti, più di 30 milioni di tedeschi si recano alle urne. Il risultato è la vittoria da parte del partito socialdemocratico e il 9 febbraio 1919 si ha l’inaugurazione della neo eletta assemblea con una maggioranza di componenti facenti parte della democrazia borghese. L’11 febbraio si ha l’elezione del presidente Friedrich Ebert che a sua volta darà l’incarico di formare il governo a Philipp Scheidemann. La nascita del gabinetto vede schierarsi tre differenti partiti: i socialdemocratici, i cattolici di centro e i democratici che insieme formeranno la coalizione di Weimar. Durante lo stesso periodo una delegazione tedesca viene mandata a Versailles per tentare di migliorare le condizioni che erano state stabilite per la Germania. Le notizie che arrivano dalla non sono le migliori e così il 20 giugno il governo guidato da Scheidemann rassegna le dimissioni. Il giorno seguente verrà eletto Gustav Bauer che tenterà di modificare, senza successo, le clausole contenute all’interno del trattato riguardante lo stato tedesco.
Gli alleati decidono di non modificare quelle che sono le condizioni prestabilite e il 28 giugno la nuova delegazione, guidata questa volta da Hermann Muller, firma l’accordo. Il trattato di Versailles prevede pesanti condizioni di tipo economico e politico per la Germania. La zona dell’Alsazia e della Lorena viene restituita alla Francia stessa, la Prussia viene divisa e la parte occidentale viene affidata alla Polonia
assieme alla Slesia e alla Posuania. La Germania si ritrova così a perdere quelle che erano le sue colonie, rifiuta una possibile fusione con l’Austria e schiera le truppe sulla sponda sinistra del Reno. Gli alleati in risposta entrano nel bacino di Saar, prendendone possesso. I numeri dell’esercito tedesco vengono ridotti e si passa a 100000 mila, la marina passa a 16000 mila unità e l’aeronautica viene proibita. Il fattore che tocca di più il popolo tedesco è però l’onore perduto che trova giustificazione negli articoli del trattato stesso. Alcuni di essi toccano inoltre temi quali i criminali di guerra che devono essere consegnati, assieme all’imperatore, per essere processati con l’accusa di atrocità; nell’articolo 231 del trattato viene inoltre sottolineata la necessità che la Germania prenda coscienza dei danni che ha provocato agli alleati durante gli attacchi del primo conflitto mondiale. La clausola in questione viene subito soprannominata ‘’la clausola di colpa’’ e il popolo tedesco spera nell’abrogazione della stessa.
Nel 1921, dopo anni di conteggi, vengono stilate anche le riparazioni in denaro che ammontano a 269 miliardi di marchi/oro dilazionati in quarant’anni e successivamente rivisti e portati a 132 miliardi da versare in trent’anni22. L’anno di approvazione, dopo sei mesi di lavorazione, della Costituzione è il 1919: il 31 luglio viene approvata e l’11 agosto diventa legge. Il paese diventa così una repubblica federale. Il territorio è suddiviso in 17 regioni chiamate lander, prevede un Reichstag che detiene il potere legislativo, la possibilità di indire referendum e la possibilità di promuovere leggi ad iniziativa popolare. L’organo in questione è eletto mediante suffragio universale (possono votare coloro che han compiuto i vent’anni d’età) in base al sistema proporzionale. Il presidente del Reich viene invece eletto ogni 7 anni, sempre direttamente e li fanno capo il potere esecutivo, la guida dell’esercito e la nomina del cancelliere. I diritti e le istituzioni del
22 H. AUGUST WINKLER, La repubblica di Weimar: 1918-1933: storia della prima democrazia tedesca, Roma, Donzelli
modello politico che si è andato ad affermare in quegli anni verranno utilizzati successivamente dagli attuali paesi democratici. Il suffragio per l’elezione comprende anche le donne: è la prima volta che esse possono votare in Germania. Inoltre, i sindacati dell’epoca riescono ad ottenere migliori condizioni per i lavoratori tedeschi. Le basi per l’avvento di uno stato democratico ci sono tutte. Viene cambiata anche la bandiera di stato e si decide di utilizzare quella attiva nel 1848 colorata di nero, rosso ed oro. Uno dei punti di debolezza del nuovo modello affermato è però all’interno dell’articolo 48 della Costituzione stessa. Esso prevede che in casi di emergenza il presidente stesso può prendere dei provvedimenti con forza di legge. Nonostante l’avvento del nuovo Reichstag, le tensioni sociali non si placano.
La nobiltà accoglie la nuova repubblica anche se non convince fino in fondo mentre l’esercito inizia a coltivare idee di estrema destra, con relativa manovalanza volta a formare le persone. Un gruppo di squadre armate, chiamate ‘’FreiKorps’’ tenta il colpo di stato nel marzo del 1920. Essi erano composti da militanti di estrema destra che volevano vendicare lo scontento provocato dal trattato di Versailles. Questo avvenimento passa alla storia come ‘’Putsch di Kapp’’ ed avrà come conseguenza le dimissioni del cancelliere Gustav Bauer e la nomina di Hermann Muller, che riuscirà a mantenere la coalizione fino a giugno. Sempre nello stesso mese dell’anno 1920 si svolgono le elezioni per la nomina del Reichstag.
I partiti che ottengono i maggiori risultati sono quello tedesco- nazionale e quello tedesco-popolare guidato da Stresemann con un bacino di voti pari a diversi milioni che consento loro di guadagnare dozzine di seggi; il partito democratico vede invece scendere i suoi elettori di quasi due terzi, i socialisti acquistano più forza rispetto e il partito socialdemocratico raccoglie poco più di 5 milioni di voti. La coalizione di Weimar raccoglie dunque solo 11 milioni di voti e questo porta la perdita del controllo del Reichstag; saranno gli altri partiti che vinceranno le elezioni con oltre 14 milioni di voti. Le condizioni sociali
però non riescono a migliorare e il problema degli assassini politici è costante. Durante l’agosto del 1921 Matthias Erzberger, ministro delle finanze e responsabile della firma del trattato di Versailles, viene ucciso da un’organizzazione di estrema destra chiamata ‘’Consul’’. Nel 1922 viene assassinato anche Walther Rathenaus, colui che stava lavorando all’applicazione degli accordi raggiunti con l’armistizio. Gli anni compresi tra il 1919 e il 1922 contano 376 omicidi di politici commessi, per la maggior parte, dagli estremisti di destra23.