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La lotta per mantenere le ataviche dimore

La Prima guerra mondiale ebbe inevitabilmente un effetto psicologico traumatico sulle famiglie dei proprietari terrieri. Dato che la classe dei proprietari rappresentava una società isolata, ristretta e chiusa fu inevitabile essere pervasi da un grande senso di perdita. Quasi tutte le famiglie di proprietari vissero il dramma della perdita di un loro membro nell’esercito. Durante la Prima guerra mondiale erano 146 i membri delle famiglie dei proprietari, arruolati nell’esercito. Spesso si andava al fronte per entusiasmo, molti dei proprietari e i loro figli erano ufficiali dell’esercito e della marina, altri si trovarono involontariamente costretti in quella situazione. Vi è, comunque, qualche prova che ci suggerisce che alcuni proprietari irlandesi e i loro figli che andarono al fronte non ebbero motivazioni né politiche né tradizionali. Il caso di Charles Monck, erede di Charvelle, ucciso al fronte, il quale vedeva la Grande Guerra come un mezzo per fuggire dalla realtà del declino dei proprietari terrieri agli inizi del ventesimo secolo.

Su un totale di 215 pari o dei loro figli uccisi al fronte ventotto provenivano da famiglie di proprietari terrieri irlandesi. Le perdite sofferte da ogni singola famiglia furono notevoli. Dei sei figli del quarto barone De Freyne di Frenchpark che combatterono in guerra, tre vennero uccisi in azione e uno morì prigioniero di guerra. Dei cinque figli di Duc De Stacpoole, due furono uccisi e uno ritornò così brutalmente ferito che suo padre tempo dopo disse: “temo che non sarà più quello di prima”.

77 Quanto fu significativa l’incidenza di questo disastro per il declino delle grandi dimore in Irlanda o persino il declino delle dinastie familiari? Nella sua introduzione nella edizione del 1958 del Burke’s Landed Gentry

of Ireland, Mark Bence-Jones descrisse il 4 agosto 1914 come “l’ultimo

giorno del vecchio regime d’Irlanda” e disse che “questo non fu solo l’inizio della guerra ma la fine della nazione”.

Per molte famiglie la Grande Guerra fu l’ultimo capitolo della loro storia perché spesso in molte dimore dietro le alte mura di pietra alla fine del viale rimanevano solo un vecchio padre, una vecchia madre e delle figlie che stavano invecchiando.

Comunque, il declino di troppe grandi dimore è stato iperbolicamente legato anche alla morte di un erede durante la guerra offuscando il ruolo di un più potente, ma meno eroico, fattore economico. Quasi tre-quarti di coloro i quali delle 100 famiglie parteciparono alla guerra ritornarono. Pertanto, ciò aumenta la domanda se le perdite dei proprietari furono più psicologiche che tangibili.

Per alcuni l’idea della “perduta generazione” in guerra venne considerata, dunque, la spiegazione più plausibile e gloriosa del declino delle grandi dimore.

Tuttavia, per quanto siano rilevanti gli effetti psicologici non possono oscurare gli altri fattori, precedentemente discussi, che avevano già sminuito la posizione delle grandi dimore d’Irlanda prima del 1914.

In passato ci furono molti proprietari terrieri o i loro eredi che morirono senza essere sposati o senza figli, causando una grande rottura di continuità. Le dimore, di conseguenza, passarono ai fratelli, zii, nipoti, cugini e via dicendo. Tuttavia, non si può affermare che gli effetti di tali fattori sociali abbiano lasciato le grandi dimore senza futuro come invece accadde dopo la Grande Guerra. Un’ entità economica può sopravvivere

78 la perdita della sua struttura di gestione, ma la gestione non può sopravvivere alla bancarotta. Per concludere, da quanto detto sopra, si evince che il periodo che va dal 1903 al 1933 fu forse il più catalitico in termini di declino delle grandi dimore irlandesi. Come si è potuto osservare nei precedenti paragrafi, persino durante l’estesa depressione economica e la guerra fondiaria del 1880 e 1890 la maggior parte dei proprietari irlandesi fece in modo di trattenere per sé le loro grandi dimore, al costo di sacrificare alcuni beni, anche affettivi, in esse contenuti e le opere d’arte più importanti che nel corso degli anni avevano collezionato. Ridussero le spese, licenziando, per esempio, buona parte del personale domestico. Comunque, il capitale messo al sicuro dalla Riforma Agraria Wyndham, e la possibilità che esso permise ai proprietari terrieri di mantenere abbastanza terra per coltivare ,fu una tregua per le grandi dimore. In totale i proprietari terrieri irlandesi con le Riforme Agrarie del 1903 e del 1909 ricevettero quasi 86 milioni di sterline, tra novembre 1903 e marzo 1921. (Essi avevano già ricevuto quasi 25 milioni di sterline secondo i termini delle Riforme Agrarie dal 1870 al 1896). I Taylor fecero in modo di ritornare a Hedfort nel 1908 e vissero lì in maniera abbastanza confortevole fino alla grande depressione del 1920 e del 1930.

In definitiva, il crollo economico e la prolungata depressione agricola che seguì la Prima guerra mondiale , suonò il rintocco funebre per le grandi dimore irlandesi. Inoltre, quando a questo si aggiunse la rivoluzione politica, una campagna a favore dell’incendio delle grandi dimore, una rivoluzione sociale sotto forma di nuova guerra fondiaria, una Riforma Agraria e la mirata confisca incontrollata di tutte le terre sfitte e non, e l’aumento delle imposte e dei tassi, il declino delle grandi dimore diventò inevitabile.

79 Come abbiamo accennato la guerra non fu l’unica causa del grande disastro finanziario dei proprietari irlandesi; difatti la posizione dei piccoli proprietari che in sostanza erano fattori o che dipendevano dai guadagni degli affitti da parte di fattori fittavoli migliorò anche se di poco. Le perdite in percentuale tra le famiglie delle grandi dimore, soprattutto degli eredi, non furono così catastrofiche, (sebbene in proporzione maggiore rispetto alle altre classi sociali), da colpire le linee di successione, non più di quanto avesse fatto la Guerra boera all’inizio del secolo, o i fattori sociali, come eredi non sposati o senza figli. In altre parole la guerra rappresentò uno spartiacque nella vita delle grandi dimore. La guerra ebbe un effetto psicologico. Il senso della perdita che pervase il circolo terriero significava che c’era il panico per la maggior parte di godersi lo stesso tipo di vita sociale a cui erano stati abituati prima. Forse la guerra aveva cambiato più nel complesso la società per intero nel mondo occidentale. In Irlanda il loro potere politico era stato perduto, e i loro patrimoni erano stati venduti, ma socialmente ed economicamente costituivano ancora un gruppo potente. Gli anni della guerra li gettarono nella più totale confusione. Economicamente si stavano dibattendo nel mezzo della depressione economica ed il governo con le sue legislazioni stava facendo di tutto per acquisire i loro rimanenti acri. Socialmente parlando il loro mondo veniva stravolto man mano che si esponevano ad una virulenta forma di intimidazione che partiva da una comunità che loro avevano tenuto fuori dalle mura della loro proprietà. In Irlanda la loro posizione era detestata particolarmente perché la cultura che loro rappresentavano era l’unica che il nuovo ordine in Irlanda stava cercando di distruggere. Mentre il loro isolamento in passato era volontario, adesso era forzato. Una piccola minoranza di famiglie come i Leslie riuscirono a mantenere le loro ataviche dimore. E’ difficile generalizzare il perché tali famiglie ci

80 riuscirono, non c’era una ragione che motivasse tale sopravvivenza. Si può presumere che loro riuscirono ad investire meglio degli altri nonostante i debiti. In passato i latifondisti irlandesi si sposavano con donne possidenti per cui il matrimonio era un “affare” poiché la ricchezza passava dalla classe terriera alla comunità d’affari, era inevitabile che i latifondisti ricercassero le loro mogli tra i nuovi ricchi. Adesso diventava consueto ricercare le mogli tra le ricche ereditiere americane. Naturalmente non tutti ci riuscivano. Nel lontano 1922 l’Estate Gazette scriveva che il futuro delle grandi dimore dipendeva da ricavati esterni come ricchi matrimoni per sistemarsi.

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