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La necropoli tardoromana-altomedioevale di Na steni (Pri Sejmišču, Solkan, Id 29)

I siti: le schede archeologiche

3 L’evoluzione degli assetti territoriali della piana goriziana e della valle del Vipacco inferiore tra età romana e Alto Medioevo

3.4 Aree funerarie

3.4.1 La necropoli tardoromana-altomedioevale di Na steni (Pri Sejmišču, Solkan, Id 29)

L’area funeraria giace sul margine occidentale della piana di Salcano, a pochi metri dal bordo della scarpata di erosione dell’Isonzo. Attraverso due campagne di scavo (1980 e 2007-2008)175 sono state portate alla luce un totale di 56 tombe contenenti i resti di 52 inumati. L’apertura di una trincea durante la Prima Guerra Mondiale e i lavori agricoli succedutisi nel corso dei secoli hanno parzialmente sconvolto l’area del sito, cosicché si pensa che il numero originario delle sepolture dovesse essere maggiore. La necropoli non è stata ancora indagata nella sua interezza, poiché essa si estende certamente oltre i limiti dell’area scavata in direzione nord e nord-ovest176.

La necropoli presenta due fasi di utilizzo, una risalente alla tardaromanità (fine IV-V sec.) l’altra collocabile nell’Alto Medioevo (VII sec.)177. Considerando le tombe scoperte nel 2008, H. Bešter ha potuto identificare solo due corredi certamente riconducibili alla prima fase. Altre sette sepolture sono state ascritte alla stessa epoca grazie alla stratigrafia mentre tre solo in virtù del loro orientamento. Le stesse chiavi interpretative sono state utilizzate per l’individuazione delle tombe altomedievali: cinque sono risultati i casi databili sulla base degli oggetti rinvenuti, quindici secondo l’orientamento, due per il rispetto di entrambe le condizioni. Per una sepoltura non è stato possibile determinare la cronologia. Resta comunque evidente, come ammette l’autrice dello studio, che la datazione delle tombe solo sulla base dell’orientamento deve essere presa con una certa cautela e non si può escludere che alcune tombe risalgano invece al periodo precedente o successivo178.

Gli inumati risalenti all’Alto Medioevo erano disposti su brevi file o per piccoli gruppi, secondo un modello ben presente nelle necropoli di età longobarda tra Slovenia e il Friuli. Alcune fosse risalenti all’epoca tardoromana nonché la stragrande maggioranza di quelle appartenenti alla fase successiva erano delineate lateralmente da un rivestimento di ciottoli. Anche in questo caso si tratta di un’usanza già riscontrata in diverse necropoli della valle del Vipacco, dell’Isontino, del Friuli e dell’Istria179. I resti umani, spesso assai deteriorati, giacevano all’interno di fosse scavate nella base ghiaiosa posta al di sotto del primo strato terrigno. Quando le condizioni dello scheletro lo permettevano è stato accertato che il corpo era deposto in posizione supina, tranne in due casi in cui era appoggiato su un fianco. I corpi erano poi ricoperti dallo stesso materiale di scavo o in alcuni casi con lastre di pietra, il cui utilizzo è a sua volta noto da altri contesti funerari coevi della regione.

175 La necropoli fu scoperta in modo fortuito durante i lavori per la posa di un gasdotto nel 1979. I risultati degli scavi del 1980 sono stati pubblicati solo parzialmente da T. Knific, D. Svoljšak, Grobovi langobardskih vojščakov iz Solkana

(Nove Gorice)/Le tombe dei guerrieri longobardi di Solkan (Nova Gorica), in «Arh. Vest.», XXXV, 1984, pp. 277-292;

l’opera di riferimento per la campagna del 2008 è quella di H. Bešter, Poznorimsko in zgodnjesrednjeveško grobišče Na

steni v Solkanu pri Novi Gorici (Izkopavanja leta 2008), Diplomsko delo, Škofja Loka, 2012 (Non pubblicato,

conservato presso OHKFF, Knjižnica Oddelka za arheologijo, Ljubljana e ZRC SAZU, Knjižnica Inštituta za arheologijo, Ljubljana).

176 Bešter, Poznorimsko in zgodnjesrednjeveško grobišče cit., p. 83.

177 Eadem, p. 83.

178 Eadem, pp. 7, 84-85. Come osservato già da H. Blake, Sepolture, in «AMed», X, 1983, pp. 186-187, fornendo diversi esempi, non sempre le sepolture con orientamento ovest-est risalgono alla tradizione cristiana di epoca tardoromana, poiché lo stesso orientamento fu adottato anche dai Germani di IV-VI secolo: l’allineamento delle tombe può allora dipendere da altri fattori, come la presenza di una chiesa, il cui orientamento condiziona appunto quello delle tombe.

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L’analisi antropologica svolta su venticinque scheletri ha potuto accertarne il sesso solo in dodici casi: sette sono risultati gli individui di genere maschile, cinque quelli di genere femminile. Per quanto riguarda gli altri casi, lo stato di conservazione dei resti scheletrici ha permesso solo di ipotizzare la presenza di due individui di sesso maschile e sette di sesso femminile, un caso è rimasto indeterminato, tre i bambini per i quali non è stato possibile accertare il genere.

Gli unici corredi collegabili alla fase tardoromana della necropoli appartengono a due sepolture femminili. Tra gli oggetti rinvenuti si segnalano dei braccialetti in bronzo databili, sulla base di numerosi confronti, al tardo IV-inizi del V secolo180.

I corredi appartenenti alle sepolture altomedievali sono decisamente più ricchi e vari. Di particolare importanza risaultano alcune fibbie da cintura in bronzo (tombe 34, 46), due guarnizioni da cintura in bronzo c.d. a cinque pezzi (tombe 31, 39) e soprattutto una guarnizione da cintura in ferro a cinque pezzi con decorazione ageminata in argento e ottone a motivi geometrici nastriformi (tomba 51). Proprio quest’ultimo ritrovamento è stato datato, sulla base di un ricco campionario comparativo e considerando l’evoluzione tipologica, agli inizi dell’ultimo terzo del VII secolo. Un altro set di guarnizioni in ferro con decorazione ageminata tipo Civezzano in stile zoomorfo proveniente dalla tomba 18 (campagna di scavi 1980) è stato datato alla seconda metà del VII secolo181.

Tra gli oggetti più comuni scoperti nella necropoli di Na steni vi sono i coltelli in ferro (trentuno esemplari). Si tratta, come è noto, di un oggetto funzionale assai diffuso nelle sepolture maschili e femminili d’età altomedievale, ma a causa del perdurare dei modelli nel corso del tempo non è possibile fornire una datazione precisa dei vai esemplari182.

Tra gli oggetti di uso comune non mancano i pettini, del tipo a tre strati con due file di denti e rinforzo trasversale, fabbricati in corno di cervo: essi provengono da nove tombe183, sia maschili che femminili. Anche in questo caso si tratta di un oggetto assai diffuso nelle necropoli tardoromane e altomedievali di tutto il territorio dell’attuale Slovenia e oltre, ma soprattutto in quelle del periodo della migrazione dei popoli184.

Per quel che riguarda le ceramiche, a parere dello scrivente sono degni di nota i sedici frammenti appartenenti a un’anfora da trasporto di produzione mediterraneo-orientale e più precisamente egea (LRA 3, tomba 51)185. Anche se tale tipologia di contenitore è difficilmente databile se non all’interno di un’ampia forchetta estesa dalla fine del IV agli inizi del VII secolo, in questo caso la sua collocazione temporale può essere definita con maggior precisione per la contemporanea presenza, nella medesima sepoltura, della guarnizione da cintura a cinque pezzi con decorazione ageminata. Questa coincidenza potrebbe suggerire come l’insediamento di Siliganum, di cui la necropoli di Na steni è l’espressione, partecipasse, in una misura certamente non valutabile, ai

180 Eadem, p. 21 e ss.

181 Knific, Svoljšak, Grobovi langobardskih vojščakov cit., pp. 282-283 (= p. 288); cfr. C. Giostra, Le guarnizioni

ageminate del secondo quarto del sec. VII e il problema della produzione metallurgica altomedievale, in «AMed»,

XXV, 1998, pp. 40-41, 44.

182 Bešter, Poznorimsko in zgodnjesrednjeveško grobišče cit., p. 66, sedici sono gli esemplari individuati dalla campagna 2008, quindici da quella del 1980.

183 Tre sono gli esemplari individuati dalla campagna 2008, sei da quella del 1980.

184 Eadem, p. 73 e ss.; G. Tica, Glavniki iz obdobja preseljevanja ljudstev na Slovenskem, Diplomska naloga, Ljubljana, 1993, pp. 24, 29, 55, carte 1/4, 4, tt. 4/12, 5/13 (Non pubblicato, conservato presso OHKFF, Knjižnica Oddelka za arheologijo, Ljubljana).

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traffici commerciali a lunga distanza e nella fattispecie all’importazione di manufatti ceramici dal Mediterraneo orientale ancora nel VII secolo.

Altrettanto significativi sono i corredi d’armi. Tra gli oggetti rinvenuti, si segnala uno scramasax in ferro databile al VII sec.186 a cui vanno aggiunti i tre scramasax scoperti nel 1980. La scoperta di due punte di freccia in ferro a forma triangolare trova invece pochissimi riscontri presso le necropoli longobarde in Italia, dove compaiono nelle sepolture di uomini di status semi-libero o comunque di guerrieri di rango inferiore, o presso tombe di uomini di rango elevato insieme all’equipaggiamento da cavaliere, anche se in questo caso si pensa che arco e frecce fossero utilizzate per la caccia e non in combattimento187. Alle due punte di freccia trovate nel 2008 se ne devono aggiungere le quattro già individuate nel 1980188.

Il rinvenimento dello scramasax, del set di guarnizioni da cintura con decorazione ageminata e di una serie di ribattini in bronzo appartenenti al fodero di un coltello da combattimento o di una spada, ha portato a tre il numero delle sepolture con corredo d’armi rinvenute nelle indagini del 2008 (tombe 28, 51 e 39)189. A queste vanno aggiunte le due tombe già individuate nel 1980 (tombe 12 e 18, complete rispettivamente di scramasax e di spatha) e i tre scramasax, la spatha e la punta di lancia provenienti dalle tombe distrutte durante i lavori per lo scavo del gasdotto190. Quindi, considerando l’area della necropoli finora indagata si può presumere che fosse nove il numero delle sepolture con corredo d’armi a cui vanno aggiunte le tre tombe per le quali si deve presumere la presenza di arco e frecce191. Considerando l’ambito regionale, questo dato colloca la necropoli di Na steni tra quelle in cui il rapporto tra sepolture con armi e sepolture con corredo neutro o femminile è più elevato192. Il fatto che non tutto il tradizionale equipaggiamento militare di età longobarda sia presente nelle sepolture di Salcano potrebbe essere il riflesso del progressivo abbandono della pratica di deposizione di questo tipo di corredi nel corso del VII secolo193.

Le due epoche di utilizzo della necropoli (seconda metà del IV-inizi del V/VII sec.) ci permettono di parlare di continuità spaziale di sepoltura, ma non di continuità temporale, secondo un modello già registrato per altri siti del territorio sloveno e italiano194. Il fatto che in età longobarda la comunità presente sulla piana di Salcano scegliesse il medesimo spazio funerario in uso in epoca tardoromana, rappresenta un fatto interessante. L’assenza di sovrapposizioni (a eccezione di tre casi) nelle sepolture tra le seconda e la prima fase della necropoli indica che le tombe più antiche dovevano possedere un tumulo o qualche segnacolo che ne permettesse l’identificazione. Tuttavia, l’analisi dei corredi ha collocato la fase tardoromana del cimitero alla fine del IV-inizi del V secolo,

186 Eadem, p. 62 e ss.

187 Eadem, p. 71.

188 Eadem, p. 87.

189 Eadem, pp. 85-86.

190 Knific, Svoljšak, Grobovi langobardskih vojščakov cit., p. 277 e ss. (= p. 285 e ss); cfr. Knific, Na stičišču treh

svetov cit., pp. 15-17.

191 Bešter, Poznorimsko in zgodnjesrednjeveško grobišče cit., p. 87.

192 Nelle necropoli prese a campione da I. Barbiera per il suo studio, quelle di S. Stefano di Cividale, Romans d’isonzo e Kranj - non a caso tra i siti meglio documentati della regione - il numero delle tombe con armi è decisamente esiguo, non raggiungendo il 10% del totale (3 tombe su 43 a S. Stefano, 13 su 246 a Romans e 16 su 647 a Kranj), I. Barbiera,

La morte del guerriero e la rappresentazione delle identità funerarie in Friuli tra VI e VII secolo d.C., in Archeologia e società tra Tardo Antico e Alto Medioevo, 12° Seminario sul Tardo Antico e l’Alto Medioevo, Padova, 29 settembre - 1

ottobre 2005, a cura di Gian Piero Brogiolo, Alexandra Chavarria Arnau, Mantova, 2007 (Documenti di archeologia, 44), pp. 346-348.

193 Bešter, Poznorimsko in zgodnjesrednjeveško grobišče cit., p. 87.

194 Eadem, p. 83. Un vicino esempio è dato dalla probabile area funeraria di via B. Kalina a Salcano (Id 32), da dove provengono alcune urne cinerarie d’età romana e un orecchino tipo Buzet appartenente alla fase altomedievale del sito.

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quella altomedievale alla seconda metà del VII secolo. Se l’interpretazione dei dati è corretta, saremmo in presenza di una lunghissima fase di abbandono del sito – più di duecento anni – fatto di per sé poco credibile195. Immaginare il riconoscimento di un’area funeraria dopo un così prolungato periodo di inutilizzo risulta difficile. Anche se si ammettese questa possibilità, resta il fatto che la decisione di optare per il medesimo luogo di sepoltura non costituiva una scelta di per sé scontata. Il problema potrebbe essere risolto ipotizzando il restringimento o anche l’annullamento dello iato temporale tra le due fasi. A tal fine, o si presuppone un’interpretazione in parte errata dei dati disponibili, cosa per altro sempre possibile, ma non al momento dimostrabile, o si ammette la possibilità che le sepolture di V-VI secolo non siano ancora state individuate perché senza corredo o perché collocate nella parte della necropoli ancora non indagata. Queste ultime opzioni mi sembrano al momento le più verosimili.

Se il numero delle sepolture risalenti alla prima fase della necropoli è corretto, ciò testimonierebbe inequivocabilmente l’esistenza nelle vicinanze di un insediamento accentrato già nel IV secolo196. Forse, dopo un periodo di instabilità e lo spostamento dell’abitato nel più sicuro centro fortificato di Sv. Katarina, un nuovo villaggio sorse nel medesimo luogo del precedente. Il carattere militare della necropoli – certamente presente anche se non esclusivo – sembrerebbe confermare il valore strategico detenuto da quest’area almeno fino alla fine del VII secolo, come d’altra parte suggerito dalla stessa posizione del sito, a poca distanza dal passaggio all’Isonzo lungo la via pedemontana

orientale e dunque in posizione ottimale per presidiare la frontiera orientale del Ducato197.