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La nuova organizzazione proprietaria, l’Opa Schemaventotto

Nel 1999, la composizione delle cordate per l’acquisizione fu piuttosto complicata. All’inizio era presente un’unica cordata interessata all’operazione, composta da Interbanca, Antonveneta ed Edizione Holding. Quest’ultima, inizialmente interessata ad acquistare il 5% di Autostrade, era la società finanziaria della famiglia Benetton, e a luglio 1997 aveva una capitalizzazione di borsa di 2,4 miliardi di euro, salita a 5,5 miliardi nel 1998. A causa del notevole incremento del titolo, alcuni investitori non vollero proseguire l’operazione, così Edizione restò alla guida della cordata e a privatizzazione conclusa raggiunse il 18% del capitale. Il capitale investito da Edizione aumentò in modo considerevole, poiché passò dagli iniziali 100 milioni di euro previsti a circa 1,5 miliardi di euro. Per far fronte a questo fabbisogno di liquidità furono cedute le partecipazioni in GS ed il team di Formula Uno165.

52 L’operazione di privatizzazione si concluse il 9 marzo del 2000, giorno in cui terminò l’istruttoria promossa dall’Antitrust in merito alla legittimità del raggruppamento di Autostrade ed Autogrill sotto il controllo di Edizione.

La finanziaria della famiglia Benetton per la sua quota di competenza, il 18% della società, versò nelle casse di Schemaventotto 796 milioni di euro.

La cordata guidata da Edizione Holding era affiancata da investitori finanziari quali Fondazione CRT, Unicredito, INA, nonché da due partner tecnici, Acesa e Brisa166. Una delle prime operazioni fu la nomina di Vito Gamberale alla carica di amministratore delegato della Società e la conferma di Giancarlo Elia Valori alla presidenza. Brunetti e Bortoluzzi affermano che “si conferma, quindi, la tendenza a indirizzare e a controllare l’operato delle partecipate attribuendo le posizioni giudicate critiche a persona dalla professionalità riconosciuta e, in questo caso, già abituate a frequentare e collaborare con la holding”167.

L’assetto azionario di Autostrade a marzo 2000

166 Acesa, concessionaria autostradale spagnola. Brisa, concessionaria autostradale portoghese. 167 Bortoluzzi, Brunetti, Benetton. Da United Colors a Edizione Holding, cit., p. 185.

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Nel luglio del 2000 fu presentato un piano industriale che illustrava gli obiettivi da perseguire per il recupero dell’efficienza e il rilancio dello sviluppo attraverso una grande diffusione di sistemi automatici di riscossione del pedaggio, una diversa tempificazione degli interventi di manutenzione e la razionalizzazione della forza occupazionale. Brunetti e Bortoluzzi sostengono che la “ strategia di crescita riprende e rafforza le linee d’azione già intraprese sotto la guida dell’IRI, ossia l’ampliamento del sistema d’offerta e l’estensione del perimetro competitivo di riferimento oltre i confini nazionali”168

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Nel 2003 ci fu una riorganizzazione del Gruppo Autostrade: infatti fino a quel momento la società era controllata solo per il 30% dalla Schemaventotto e, secondo le opinioni dei vertici della società, questa era esposta a possibili OPA169. La stessa banca d’affari Merril Lynch scrisse che Autostrade “era scalabile interamente a debito, in quanto la Società poteva sostenere un debito superiore alla sua stessa capitalizzazione”170. A seguito di questi timori il C.d.a di Schemaventotto promosse, attraverso la Newco28 S.p.A171, un’OPA sulle azioni non ancora possedute dalla società ad un prezzo di 9,5 euro per azione. L’efficacia dell’operazione era subordinata all’acquisizione di almeno il 66,7 % del capitale della società. Il periodo di validità dell’OPA fu fissato tra il 20 gennaio ed il 21 febbraio 2003 e l’11 febbraio il C.d.a di Schemaventotto innalzò il prezzo dell’Offerta a 10 euro per azione.

Al termine dell’operazione, che si concluse il 28 febbraio con il pagamento del corrispettivo (6.549 milioni di euro) agli aderenti (645,9 milioni di azioni), Edizione e alleati portarono il controllo all’83,8% di Autostrade172

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Contemporaneamente all’Opa, a fine 2002, fu avviato il Progetto Mediterraneo concluso poi il 1º luglio 2003. In sostanza, la Autostrade S.p.A fu trasformata in holding,

168 Ivi, p.186.

169 Opa, s’intende ogni offerta, invito a offrire o messaggio promozionale finalizzato all’acquisto di

prodotti finanziari.

170 Autostrade per l’Italia, Autostrade a 7 anni dalla privatizzazione. Fatti, numeri e risultati, www.autostrade.it/pdf/Autostrade-a-7-anni.pdf , 03/2007.

171 Newco 28 S.p.A, società controllata al 100% da Schemaventotto.

54 conferendo il ramo d’azienda riguardante le attività autostradali alla neocostituita Autostrade per l’Italia S.p.a (Aspi)173

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L’assetto azionario di Autostrade al termine dell’OPA (marzo 2003)

All’operazione di acquisto seguì una ristrutturazione del gruppo, per cui Newco28 incorporò Autostrade S.p.A e ne acquisì la denominazione. L’intera attività nel settore autostradale venne quindi conferita alla neocostituita Autostrade per L’Italia S.p.A, controllata al 100%; il conferimento del ramo d’azienda evidenziò una plusvalenza di 6,3 miliardi. Al termine di queste operazioni la Holding restava quindi per il 62% di proprietà di Schemaventotto174, mentre il restante 38% era flottante in Borsa, per lo più in mano ad investitori istituzionali. Ragazzi sostiene che l’Opa fu finanziata dalla Newco28 interamente a debito175 e, attraverso la fusione, i debiti furono interamente imputati alla vecchia Autostrade. L’autore sottolinea che “ciò fu possibile grazie al

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Ivi, p.90.

174 Al 31 dicembre 2003 Schemaventotto era per il 60% di proprietà di Edizione Participation, controllata

dalla famiglia Benetton. Altri azionisti erano la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (13,33%), una società controllata dal gruppo Abertis (12,83%), Unicredito Italiano S.p.A e Assicurazioni Generali (entrambe col 6,67%).

55 consenso del governo che avrebbe potuto invece opporsi, con buone ragioni, a un’operazione che trasferiva la concessione ad altro soggetto giuridico e finiva per far gravare una tale montagna di debito su una concessionaria che doveva ancora effettuare il 90% degli investimenti previsti nella convenzione del 1997”176

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Autostrade in risposta nel suo documento sottolinea che “nel 2003 l’OPA di Autostrade ha garantito la continuità del controllo e il rafforzamento di un nucleo stabile di azionisti, riallineando la struttura societaria e patrimoniale del Gruppo agli standard internazionali”177

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