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Un breve quadro delle Politiche Struttural

1.2 La programmazione della politica regionale

I Fondi strutturali sono stati chiamati in questo modo perché istituiti a servizio delle politiche strutturali, quali quelli riguardanti le strutture agricole, quella

sociale e dell’occupazione e quella regionale. Tuttavia il Trattato di Roma ha considerato solo alcuni strumenti per la promozione dello sviluppo. Da un lato, come già accennato nel paragrafo precedente, viene creato il Fondo sociale europeo (FSE), designato al miglioramento dell’occupazione e del la circolazione dei lavoratori sul territorio comunitario. Dall’altro nasce la Banca europea degli investimenti (BEI), che opera con prestiti agli Stati contribuendo al finanziamento di opere infrastrutturali nelle aree meno sviluppate della Comunità dell’Italia e della Francia meridionali. Nel 1962, in occasione dell’accordo sulla Politica agricola comune, la Comunità viene istituito il FEOGA, che continua ancora oggi a finanziarie e incentivare la produzione agricola nella Comunità. Nel 1964 il FEOGA viene suddiviso in due sezioni: «garanzia» e «orientamento». La sezione «orientamento» contribuisce alle spese per la riforma strutturale dell’agricoltura e per l’adozione di un altro tipo di sviluppo rurale.

I primi dubbi circa la possibilità di ottenere la convergenza delle economie nazionali e regionali deboli con quelle forti, nel breve o medio periodo, comincia intorno alla metà degli anni ’60, da cui emerge la convinzione di un impegno più attivo delle istituzioni europee. In seguito all’adesione nel 1973 del Regno Unito, dell’Irlanda e della Danimarca, nel 1975 nasce il FESR che mantiene il carattere di strumento di intervento a supporto delle politiche statali e inserisce, per la prima volta, seppur in maniera indiretta, la verifica sull’intervento stesso. Il FESR ha contribuito in un primo tempo alla riconversione delle regioni in declino industriale del Regno Unito e a compensare gli scarsi vantaggi che questo Stato membro traeva dalla PAC. Dopo l’adesione della Grecia, poi della Spagna e del Portogallo, le prerogative di questo fondo si sono progressivamente estese a tutte le regioni in ritardo di sviluppo.

Nel 1986 con l’Atto unico europeo (AUE) si introduce per la prima volta un titolo specifico nel concetto di coesione economica e sociale e si gettano le basi per la Politica regionale solidale. Il pacchetto finanziario approvato nel 1988 – Delors I – consente di raddoppiare le spese strutturali nel periodo 1988-1999, facendole passare al 31% delle spese comunitarie.

L’impegno finanziario fu accompagnato dalla Riforma dei Fondi strutturali della Comunità che era stata prevista e voluta dall’AUE. Tale riforma si propone di modificare le regole di funzionamento dei Fondi a finalità strutturale per razionalizzarne le funzioni e coordinarle con quelle degli strumenti finanziari esistenti.

Alle regioni in ritardo di sviluppo (Obiettivo 1), il cui PIL pro-capite era inferiore al 75% della media comunitaria, viene data la priorità assoluta. Queste regioni hanno ricevuto il 69,6% delle risorse del Delors I mentre nelle aree in fase di deindustrializzazione (Obiettivo 2) il 9,7% dei finanziamenti. La quota rimenente viene destinata alla disoccupazione strutturale, cioè quela di lungo termine (Obiettivo 3), alla disoccupazione giovanile (Obiettivo 4) a cui si è destinato il 10,6%, alla ristrutturazione delle produzioni agricole e la pesca (Obiettivo 5a) e allo sviluppo di zone rurali arretrate (Obiettivo 5b) per il rimanente 10,1%.

Come sottolineato in precedenza, il trattato di Maastricht sull’Unione europea ha fatto della coesione economica e sociale un Obiettivo prioritario della Comunità, parallelamente all’Unione economica e monetaria e al Mercato unico. La convinzione che le forze di mercato da sole potessero ottenere questo risultato era stato superato e la Comunità puntava su un percorso di politiche d’intervento coerenti che aiutassero il processo di convergenza dell’economie al suo interno. Questo trattato ha imposto soprattutto il controllo del disavanzo pubblico, condizione fondamentale della convergenza economica e finanziaria per gli Stati membri. Ma per i paesi meno prosperi, questo ha comportato l’attuazione di una rigorosa politica finanziaria e l’aumento degli investimenti nel settore delle infrastrutture per accelerare lo sviluppo. Per la Spagna, la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo un simile sforzo è stato possibile solo con l’appoggio dell’Unione. Per questo motivo la Comunità ha costituito un Fondo speciale di solidarietà, il Fondo di coesione destinato ai quattro Stati membri più poveri: la Spagna, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia, con il fine di aiutare tali paesi ad entrare nell’Unione Monetaria Europea (UME).

Nel 1992 con il Consiglio europeo di Edimburgo si decide un nuovo aumento del 40% degli stanziamenti destinati alle azioni strutturali per il periodo 1994-1999. Inoltre, lo strumento finanziario di orientamento alla pesca (SFOP) viene creato l’anno successivo come causa della crisi del settore della pesca.

Nel giugno 1997 il trattato di Amsterdam ha confermato l’importanza strategica della coesione e il 1° luglio dello stesso anno il Presidente della Commissione, Jacques Santer, ha presentato una proposta di bilancio – il Santer I – all’interno della novità rappresentata dal documento comunitario di programmazione conosciuto come Agenda 2000. Documento che rappresenta una novità e si prefigge una duplice sfida: migliorare l’efficacia degli strumenti della politica strutturale per conseguire l’Obiettivo della coesione economica e sociale; e garantire la continuità della politica strutturale nel quadro dei futuri ampliamenti ai paesi dell’Europa centrale e orientale. Inoltre, questo trattato tratta un titolo specifico sull’occupazione al fine di mettere in primo piano la necessità di agire a livello europeo per diminuire il tasso di disoccupazione.

In occasione del Consiglio europeo di Berlino del marzo 1999, i capi di stato e di governo hanno concluso un accordo politico sull’Agenda 2000, un programma d’azione i cui obiettivi principali consistevano nel rafforzare le politiche comunitarie e nel fornire all’Unione europea un nuovo quadro finanziario per il periodo 2000-2006 che tenesse conto della prospettiva dell’ampliamento. In questo contesto, Agenda 2000 ha presentato anche la riforma dei fondi a finalità strutturale.

Agenda 2000, documento adottato dalla Commissione nel luglio 1997 (i regolamenti attuativi sono stati approvati nel 1999, a due anni distanza), contiene insieme con le questioni dell’ampliamento dell’Unione, del nuovo quadro finanziario e della riforma della politica agricola comune, la riforma dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006. Questa riforma si aggiunge a quelle precedenti del 1988 e del 1993. La Commissione ha confermato la priorità politica per la coesione economica e sociale, resa ancora più pressante dall’esigenza di ridurre il divario tra i Paesi membri.

Le priorità comunitarie delle Politiche strutturali hanno riguardato principalmente lo sviluppo economico sostenibile; una maggior competitività, innovazione e sostegno alle PMI; l’occupazione e lo sviluppo delle risorse umane; l’ambiente e sviluppo sostenibile; le pari opportunità.