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La tipografia per il web

CAPITOLO 2: La SEO giapponese

2.4. I layout giappones

2.4.2. La tipografia per il web

La tipografia per il web è un elemento di fondamentale importanza nei siti giapponesi, in quanto in essi viene fatto un largo uso di elementi grafici contenenti testo, come ad esempio i banner. In virtù di ciò, riteniamo si tratti di un argomento degno di approfondimento.

La tipografia nel design giapponese risulta complicata dal sistema di scrittura. Infatti, come è stato evidenziato,493 non sono disponibili gratuitamente molti font dotati di un aspetto particolarmente distintivo, a causa della complessità della loro creazione.494

I termini più moderni possono essere rappresentati in caratteri latini, in katakana o attraverso l’accostamento di caratteri latini a quelli giapponesi.495 Un esempio può essere costituito dal termine “web marketing”, che è possibile scrivere come Web marketing, ウェブマーケティング o Web マーケティング.496 Esiste anche l’alternativa di scrivere questi termini in inglese, il che, come rileva Mirocco, in Giappone viene percepito come una scelta esotica ed esteticamente attraente.497

490 F. CRISTALDI, A Quick Look at Website Designs Around the World, Studio Culture, 30/04/2015, in https://studio-

culture.com.au/konichiwa-mate-a-quick-look-at-website-designs-around-the-world/ consultato il 05/04/2018.

491 S. MAIER, Insights from the Far East – Western Web Design VS Japanese Web Design, Smooster, 04/12/2013, in

https://www.smooster.com/en/blog/western-vs-japanese-web-design.html consultato il 15/05/2018.

492 S. CARIN, How different Japanese Web Design to Western Standard Web Design, CEBU Pripress Center,

18/04/2016, in http://cebupripress.com/blog/en/how-different-japanese-web-design-to-western-standard-web-design/ consultato il 06/03/2018.

493 V. paragrafo 2.4.1.

494 M. STRIBLEY, Graphic Design from Around the World: Japanese Design, Canva, 2018, in

https://www.canva.com/learn/japanese-design/ consultato il 24/05/2018.

495 NAGASE E., Seven rules for perfect Japanese typography, Aqworks, 20/09/2916, in

http://aqworks.com/en/blog/2016/09/20/perfect-japanese-typography/ consultato il 10/04/2018.

496 R. MIROCCO, Big in Japan: Web Design in the Land of the rising Sun, Tutsplus, 16/02/2015, in

https://webdesign.tutsplus.com/articles/big-in-japan-web-design-in-the-land-of-the-rising-sun--cms-23290 consultato il 23/04/2018.

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Come nel caso delle lingue occidentali, nel giapponese è preferibile andare a capo fra le parole e non spezzarle andando a capo e inserendo il trattino, in quanto verrebbe a crearsi un effetto visivo più sgradevole. Inoltre, se si usa una particella bisogna andare a capo dopo di essa perché, così facendo, si segue il ritmo naturale del parlato giapponese e si permette al lettore di mantenere il filo del discorso più naturalmente man mano che legge la frase.498

I designer che utilizzano caratteri latini mirano ad ottenere testi che appaiano di un colore grigio pulito, che conferisce un effetto bilanciato ed è indice di buona tipografia. Si tratta di un colore percepito quando i testi vengono visti da una certa distanza: un effetto quasi impossibile da ottenere nel caso della lingua giapponese, a causa delle differenze che sussistono nel numero di tratti dei

kanji. Poiché, nonostante queste differenze, ogni kanji occupa la medesima quantità di spazio, i

caratteri dotati di più tratti sono più fitti e appaiono, dunque, di un nero più carico invece che di un grigio piatto. Dunque le caratteristiche della scrittura giapponese limitano le possibilità a livello tipografico ma, nel caso di un testo breve, è possibile intervenire sulla spaziatura prima e dopo dei singoli kanji. In questo modo è possibile aumentare lo spazio bianco tra questi caratteri, rendendo meno faticosa per la vista la loro lettura e conferendo così equilibrio all’aspetto del testo. Mentre nelle lingue dotate di caratteri latini la maggior parte delle parole è composta da più lettere, con un numero medio di cinque per parola, in giapponese invece, se si scrive in kanji, la maggior parte delle parole è composta solo da due caratteri. Questo a livello di lettura implica che, quando si adopera la lingua giapponese, si possano inserire più informazioni nello stesso spazio.499

Katakana e hiragana, in quanto dotati di un numero limitato e più costante di tratti, consentono una

lettura meno faticosa, ma i kanji avranno bisogno di modifiche. Sarà dunque necessario crenare i caratteri, ossia ridurre lo spazio in eccesso fra coppie di essi, uno alla volta. Un’altra opzione consiste nell’adoperare font P giapponesi, in cui la lettera P sta per “proportional” (“proporzionale”), font che offrono una spaziatura fra le lettere più gradevole alla vista.500

Si possono dividere i tipi di font più diffusi in Giappone in due principali famiglie: Gothic e Mincho. I primi posseggono le caratteristiche estetiche e funzionali dei caratteri latini del Sans serif e sono, dunque, adatti a titoli e, in generale, a parole che devono risaltare, mentre quelli di tipo Mincho condividono le caratteristiche dei font Serif. Risultano dunque indicati per testi lunghi, perché l’intensità dei tratti e l’aspetto visivo nel loro complesso li rendono idonei a essere letti da una lunga distanza. I caratteri di tipo Mincho si prestano molto anche alle stampe e possono essere utilizzati

498 N. HOERNIG, Using Japanese Typography in Design, Humblebunny, 19/03/2012,

http://www.humblebunny.com/using-japanese-typography-in-design/ consultato il 10/05/2018.

499 N. HOERNIG, Designing For Japanese Audiences - Part 1, Humblebunny, 16/04/2012, in

http://www.humblebunny.com/designing-for-japanese-audiences-part-one/ consultato il 05/05/2018.

500 N. HOERNIG, Using Japanese Typography in Design, Humblebunny, 19/03/2012,

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per aggiungere contrasto.501 Nel caso si scrivano testi in cui compaiano caratteri sia giapponesi che latini, sarà possibile creare composizioni più armoniose associando fra loro le tipologie giuste di font. Bisognerà adoperare font di tipo Sans serif per i caratteri latini insieme a font di tipo Gothic per i caratteri giapponesi mentre invece font Serif andranno utilizzati insieme a quelli Mincho.502 In alternativa, è possibile utilizzare il grassetto o le parentesi per creare equilibrio nei testi in giapponese, come si farebbe col corsivo, assente in questa lingua.

Un altro aspetto a cui prestare attenzione è la riduzione delle dimensioni del font del 10 o del 15%. Infatti le fattezze squadrate e l’altezza dei caratteri giapponesi li fanno apparire più grandi di quelli latini: tale differenza può essere compensata riducendo le dimensioni del corpo testo. È consigliabile mantenere la lunghezza delle righe fra i 15 e i 35 caratteri, poiché i caratteri giapponesi risultano più leggibili in frasi che non superino una certa lunghezza. A causa delle caratteristiche grafiche dei caratteri giapponesi è inoltre necessario inserire un maggiore spazio fra le righe per rendere il testo più facile da leggere, incrementando l’altezza di riga di circa il 10 o il 15%. Incrementi dell’altezza delle righe devono essere tuttavia bilanciati da una riduzione delle dimensioni del font.503

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