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La zona dolomitica: quadro storico-geografico

4. LE ALTE VIE DELLE DOLOMIT

4.1 La zona dolomitica: quadro storico-geografico

Con il termine Dolomiti si intende quell’insieme di gruppi montuosi, che si ergono a formare una serie di guglie, che il grande architetto Le Corbusier definì “i più impressionanti edifici del mondo”.

Situate fra l’Europa continentale e il mare Adriatico, le Dolomiti comprendono un territorio delimitato a nord dalla Rienza e dalla Val Pusteria, a ovest dall'Isarco e dall'Adige, a sud dal fiume Brenta da cui si stacca la Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal fiume Piave e dal Cadore.

Il nome di queste montagne proviene dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750- 1801), che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante in questa regione. Nel 1792 egli si rese conto che questi monti si diversificavano dal resto delle Alpi in quanto antichi fondali emersi dal mare, formati da coralli e conchiglie. Il tipo di roccia che caratterizzava queste montagne era costituito da un minerale nuovo fin allora sconosciuto (carbonato doppio di calcio e magnesio), che in suo onore venne battezzato dolomia29. A seguito di questa scoperta geologi, interessati a vedere dal vivo questo tipo di roccia, e in seguito naturalisti, alla ricerca di nuove piante e animali, cominciarono a recarsi in queste zone. Sulla loro scia giunsero poi i viaggiatori, che ne descrissero le bellezze nei loro diari; ed infine fu la volta degli esploratori, che ne raggiunsero le vette, e degli alpinisti, che le elessero a palcoscenico di spettacolari imprese. Oggi le Dolomiti sono diventate meta turistica per molti escursionisti e villeggianti, che si recano in queste zone per vivere un’esperienza unica a contatto con la natura.

La macroarea dolomitica comprende dei territori che fanno parte di tre diverse Regioni italiane (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige), per questo uno dei problemi principali riguarda la creazione di un sistema di informazione di qualità senza frontiere. A fronte dei continui mutamenti dei mercati turistici sempre più imprevedibili, garantire un’adeguata informazione ai turisti ed ai visitatori diventa uno degli aspetti più importanti per la competitività di una destinazione turistica come la zona dolomitica. È in quest’ambito che è nato il progetto europeo “DolomInfoQuality-sviluppo e monitoraggio transfrontaliero della qualità dell’informazione turistica”; un’iniziativa finanziata nell’ambito del programma

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La genesi di questo tipo di roccia carbonatica iniziò attraverso accumuli di conchiglie, coralli e alghe calcaree in ambiente marino e tropicale. Sul fondo del mare si accumularono centinaia di metri di sedimento che, sotto il loro stesso peso e perdendo i fluidi interni, si trasformarono in roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare.

Interreg IV Italia-Austria30, che coinvolge i territori delle province di Belluno, dell’alta Val Pusteria e del Ostirol.

Gli obiettivi di questo progetto sono:

• Lo sviluppo di metodologie e strumenti comuni e condivisi a livello transfrontaliero per l’erogazione dell’informazione turistica;

• Il trasferimento e l’adattamento, a livello transfrontaliero, di specifici strumenti per il monitoraggio della qualità del servizio di informazione;

• L’incremento della professionalità degli addetti dell’informazione turistica attraverso percorsi di formazione e momenti di scambio tra le strutture coinvolte nell’area transfrontaliera, anche con il supporto di nuove tecnologie.

Attraverso un lavoro lungo e complesso si è riusciti tramite questo progetto a valorizzare e promuovere l’area dolomitica, caratterizzata da una spiccata vocazione turistica, grazie soprattutto all’eccezionale patrimonio naturalistico presente.

Inoltre per tutelare i valori geologico, geomorfologico e paesaggistico, nel 2009 le Dolomiti sono state dichiarate dall’ UNESCO31 Patrimonio Naturale dell’ Umanità.

L’idea di riconoscere le Dolomiti come un sito UNESCO nacque già negli anni 90, anche se la candidatura venne resa ufficiale solo nel 2005.

Il territorio che rientra a far parte del Patrimonio dell’Umanità è relativamente ristretto, ma comprende ben cinque province con ordinamenti diversi, dove si parlano quattro lingue (italiano, tedesco, ladino e friulano).

30 Si tratta di un programma Operativo di cooperazione transfrontaliera Italia-Austria dell’Obiettivo

“cooperazione territoriale europea” 2007-2013-www.interreg.net

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L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, fu fondata nel 1946 a Parigi, dopo che una ventina di stati avevano accettato l’Atto costitutivo, redatto l’anno prima a Londra. Attualmente l’UNESCO è formato da 195 Stati membri ed è organizzato in tre organi: la Conferenza Generale, il Consiglio Esecutivo e la Segreteria. La missione dell’UNESCO è quella di contribuire alla costruzione della pace, all’eliminazione della povertà, allo sviluppo sostenibile e al dialogo interculturale, reso possibile dall’educazione, la cultura, le scienze, la comunicazione e l’informazione.

Uno degli obiettivi principali dell’ UNESCO è quello di mantenere una lista di patrimoni dell’umanità, ossia dei siti di importanza culturale o dal punto di vista naturalistico, la cui conservazione e sicurezza è ritenuta importante per la comunità mondiale.

Dal momento in cui sono entrate a far parte del Patrimonio dell’Umanità, i Paesi inclusi nel territorio dolomitico devono impegnarsi nella protezione, nella pianificazione strategica e nella salvaguardia del bene in questione, come riportato dalla Convenzione Internazionale per l’identificazione e la protezione del patrimonio naturale e culturale, adottata dall’UNESCO nel 1972.

L’iter di candidatura per la zona dolomitica si è svolto in due fasi:

1. Tra il 2006 e il 2007 sono stati proposti 27 siti (poi accorpati in 13) che rispettavano tutti e quattro i criteri previsti per i beni naturali, con un totale di 130.000 ettari di aree cuore e 103.000 ettari di aree cuscinetto. Questa prima proposta venne però deferita dagli ispettori della IUCN32, con la richiesta di riproporla solo secondo i criteri di eccezionale bellezza naturale ed eccezionale valore geologico e geomorfologico.

2. Tra il 2008 e il 2009 i siti proposti sono ridotti a 9, per un totale di 142.000 ettari di aree cuore e 89.000 di aree cuscinetto. Questa proposta venne accettata il 26 giugno 2009 a Siviglia.

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La IUCN o International Union for Conservation of Nature, fondata nel 1948, è la prima organizzazione che si occupa delle problematiche ambientali di tutto il pianeta. Anche se possiede ben 45 uffici sparsi in Europa, Africa, America e Asia, la sede principale è in Svizzera.

Fig. 4.1 SITI ISCRITTI NELLA LISTA UNESCO

Fonte: www.dolomitiproject.it

Per entrare a far parte del Patrimonio dell’Umanità un determinato sito deve soddisfare almeno uno dei criteri stabiliti dall’UNESCO33. Nel caso delle Dolomiti due sono i criteri che vengono rispettati:

• Il Criterio VII, relativo alla spettacolarità e alla drammaticità dei valori scenografici, che hanno reso questo gruppo montuoso un punto di riferimento nella cultura occidentale per l’estetica del sublime34.

• Il Criterio VIII, relativo all’importanza geologica e geomorfologica, che fa delle Dolomiti una specie di Museo d’alta quota a cielo aperto e che permette di interpretare e di studiare l’evoluzione della Terra (Furlanis et al., 2009).

33 I criteri Fino alla fine del 2004 per essere inserito nella lista doveva rispondere, oltre al criterio di autenticità,

ad uno o più criteri scelti da un elenco di 6 criteri per i siti culturali e di 4 criteri per i siti naturali. Con l’adozione delle Linee Guida operative dal 2005, esiste un unico elenco di criteri.

34 Caratteristiche distintive ne sono il contrasto di colori e forme, e la fisionomia particolare, caratterizzata da

Rientrare a far parte del Patrimonio Mondiale è il risultato di una severa selezione in cui l’affermazione dell’unicità e dell’eccezionale valore universale degli aspetti geologici- geomorfologici ed estetico-paesaggistici delle Dolomiti corrisponde al riconoscimento che tali valori sono adeguatamente rappresentati e protetti. Il valore aggiunto di maggior rilievo che un territorio può ricevere dal riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità è l’assunzione di responsabilità collettiva che, se ben gestita, può essere trasformata in una maggior consapevolezza e sollecitazione progettuale.

La responsabilità e l’impegno da parte delle amministrazioni a garantire questi valori universali nel tempo, che con il riconoscimento non sono più solo rivolti ai propri territori ma al mondo intero, avranno come conseguenza una diversa consapevolezza della propria posizione nel contesto globale e forniranno lo stimolo a ragionare sui temi della montagna (specificità culturale, paesaggio e patrimonio geologico, sviluppo sostenibile e turismo) secondo un'ottica di apertura e di confronto.

Una volta ricevuta l’investitura, gli Stati che fanno parte della Commissione dovranno fare rapporto alla Fondazione “Dolomiti-Dolomiten-Dolomites-Dolomitis Unesco35”, che ha il compito di tenere sotto controllo la legittimità delle azioni in relazione ai beni, e di capire se i valori che hanno fatto rientrare questi beni tra il Patrimoni dell’Umanità, sussistano ancora. La Fondazione costituisce quindi l’organo fondamentale per lo sviluppo del progetto UNESCO e funge da interfaccia con la quale i singoli cittadini possono rivolgersi, per ricevere informazioni riguardo alle opportunità che questo riconoscimento introduce, e per essere coordinati in modo efficace nelle iniziative mirate alla realizzazione dello stesso.

Grazie all’aiuto di associazioni ambientaliste, delle amministrazioni locali, delle istituzioni e grazie al contributo della Comunità Internazionale, sono stati definiti dei programmi di sviluppo e di gestione del territorio dolomitico e delle sue risorse36. Da non dimenticare è anche la collaborazione della popolazione locale, che non solo funge da custode naturale di

35 La Fondazione Dolomiti - Dolomiten - Dolomites - Dolomitis UNESCO ha sede legale e fiscale presso la

Provincia di Belluno ed è dotata di cinque sedi operative collocate presso ciascuna delle Province fondatrici, in modo da assicurare un sistema gestionale efficiente e integrato. La presidenza della Fondazione è passata il 12 giugno 2013 alla provincia di Bolzano. La sede amministrativa della Fondazione Dolomiti - Dolomiten - Dolomites - Dolomitis UNESCO attualmente è sita a Cortina d'Ampezzo, provincia di Belluno, nel cuore delle Dolomiti Settentrionali. Gli uffici sono ospitati da marzo 2011 nello storico e prestigioso palazzo del "Comun Vecio".

36 Come ad esempio il Tourism Program promosso dalla World Heritage Sities che prevede tre livelli di

intervento: l’aumento della capacità di pianificare e gestire il settore turistico; la costituzione di una partnership strategica per un turismo sostenibile come strumento di conservazione nei siti; l’impegno dell’industria turistica nel rivolgere l’attenzione ai benefici derivati da programmi di tutela.

questi territori ma, attraverso le attività e l’informazione, è in grado di conservare e valorizzare nella maniera corretta il bene in questione.

Con il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità le Dolomiti hanno saputo da un lato promuovere ulteriormente la zona montana a livello turistico, dall’altro attraverso quest’attività adeguatamente monitorata, sono riusciti a ridar vita all’economia di questi luoghi.

Ciò che si cerca di promuovere quindi in queste zone, anche attraverso il marchio UNESCO, è una tipologia di turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, che da un lato costringa non solo il locale ma anche il turista ad agire da persona consapevole; e dall’altro sia in grado di valorizzare i rapporti tra esseri umani e ambiente, insieme con gli aspetti culturali, le espressioni artistiche e le tradizioni di una comunità. Attraverso lo sviluppo di quest’attività sarà possibile mantenere intatta la condizione dei siti presi in considerazione.