3. Analisi
3.2. Le riviste scientifiche
3.2.2. The Lancet
Nel periodo considerato, dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2015, sono stati conteggiati soltanto 18 editoriali, di cui un terzo dedicato alle politiche europee in tema di salute. Un grosso peso viene dato al problema della povertà nell’infanzia e nell’adolescenza, cui seguono la salute mentale e le dipendenze, da sostanze stupefacenti o da fumo. Vi sono poi due articoli focalizzati sul problema della mancanza di nuovi antibiotici e sull’asma. Infine, un editoriale si sofferma sull’invecchiamento della popolazione e i problemi che pone alla società, soprattutto in termini di costi sanitari e assistenza.
Grafico 12. Suddivisione degli editoriali per argomento e quantità
Come si accennava all’inizio, Lancet non attua la politica di presa di posizione sulle tematiche dei determinanti sociali della salute, ma non si astiene comunque dal porre l’accento sul tema della povertà infantile. In un breve editoriale di mezza pagina, dal titolo Europe – The great divide la rivista pone una domanda: “Che cosa sta facendo l’Europa, le sue istituzioni, i Primi ministri dei diversi paesi?”
“In tutte le discussioni su bond, bailout, uscita dall’eurozona, i politici europei hanno perso di vista il disastro nel campo della salute e a livello umanitario che si sta svolgendo in tutta la regione. Con i loro magri sforzi hanno fatto veramente poco per la vita dei cittadini europei, inclusi i 150.000 immigrati che ora in Spagna non possono accedere alle cure per i tagli dovuti alle misure di austerity. Certamente non hanno
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65 aiutato il pensionato greco di 77 anni che si è ucciso con un colpo di pistola davanti al Parlamento in aprile. Oppure per le altre persone – giovani e anziane - che si sono tragicamente tolte la vita in Grecia, Irlanda e Italia per il senso di disperazione verso il proprio futuro. […] Save the Children ha pubblicato un report che documenta lo stato di povertà per tre milioni e mezzo di bambini nel Regno Unito, una cifra destinata ad aumentare di 400.000 unità per il 2015. Il report denuncia che i ragazzi escono di casa senza un indumento pesante che li protegga dal freddo o delle scarpe nuove. Tra i bambini poveri, uno su otto non riesce a mangiare un pasto caldo al giorno e i genitori mangiano di meno perché i propri figli non soffrano la fame. Si dovrebbero procurare letture sagge per la coalizione di governo che ha dichiarato come suo obiettivo l’eradicazione della povertà”.28
In un editoriale del 2013 The Lancet critica il rapporto dell’Onu sui determinanti sociali della salute nell’adolescenza. Il punto di partenza è un dato preoccupante: ogni anno, nei Paesi sviluppati, 7,3 milioni di ragazze mettono al mondo un bambino. Sul tema, la rivista ritiene che i fattori individuati dal rapporto Onu siano limitati o scontati, mentre andrebbero meglio approfonditi due fattori: l’ambiente nel quale queste ragazze sono cresciute e, inoltre, anticipare l’età di analisi dei determinanti sociali della salute a prima dei 14-15 anni, età da cui parte in genere la scienza statistica per valutare i dati legati allo stato di salute degli adolescenti. The Lancet annuncia di voler istituire una propria commissione di studio che tenga conto anche di questi fattori.
Un altro determinante sociale che viene preso in analisi è la salute mentale. Si parte dalla protesta di cittadini davanti all’Associazione americana degli psichiatri (APA). Siamo nel 2012, il casus belli è la decisione che dovrà essere presa dalla Corte Suprema sull’approvazione o meno del DSM-V, il nuovo Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. Lancet è convinta che l’APA
“nel formulare le sue politiche, debba raddoppiare gli sforzi per coinvolgere i pazienti, ascoltando la loro esperienza e le loro idee su come i servizi dedicati al disagio mentale debbano essere strutturati, allo scopo di venire incontro ai loro bisogni. La voce dei pazienti deve essere presente, preferibilmente in contesto di rilievo al prossimo meeting dell’APA e non fuori in mezzo alla strada”.29
Anche se il numero degli editoriali dedicato ai determinanti è esiguo, Lancet dà voce a chi vive in condizioni di disagio, economico, mentale, fisico. La rivista è un caposaldo della libertà nell’accesso alle cure: perché al centro dell’assistenza
28 Europe—the great divide, The Lancet, Vol 380 September 15, 2012
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sanitaria c’è il paziente, che non deve essere soggetto passivo o pretesto per lotte ideologiche tra diverse correnti di pensiero o lobby di potere. Lancet pone l’accento sull’incapacità dei politici europei e invoca la necessità per l’Europa di una vera leadership “simile a quella della Bill & Melinda Gates Foundation, che sia perciò in grado di tenere tutti quanti assieme”30. La necessità della voce
eterogenea di tutti i paesi del mondo nell'affrontare temi come quello del diritto alla salute non dovrebbe però aprire le porte di istituzioni come l'OMS a persone come Bill e Melinda Gates che fanno della filantropia una strategia di marketing. In un editoriale di Lancet dedicato agli adolescenti31 si cita un rapporto delle
Nazioni Unite, dove infatti nel maggio 2014, pochi mesi dopo questo editoriale, Melinda Gates ha presieduto al discorso inugurale. Come sottolinea Angelo Stefanini nell’Appendice 3, questo fatto ha sancito il venir meno della pluralità di voci e delle istanze di tutti i Paesi del mondo nella più grande assemblea che li dovrebbe rappresentare.