CASA MELANDR
1.4.2 Lavori condotti sulla torre nel corso dei secol
I lavori più importanti condotti nel passato all’interno della Torre riguardano le murature a sostegno della copertura, la copertura stessa ed il castello di sostegno delle campane.
Ne rendono testimonianza proprio i documenti dell’Archivio storico comunale di Ravenna.
• Nel 1542 furono riparati la copertura ed il castello delle campane;
• Nel 1560 vennero condotti altri lavori sul castello delle campane;
• Nel 1590 fu restaurata la porta di accesso, probabilmente quella attuale, posta sul lato orientale;
• Nel 1634 sono attestati lavori di manutenzione ai solai ed ai finestroni;
• Nel 1792 si pensò di rialzare le pareti per l’altezza di una settantina di centimetri circa con un muro di tre teste in modo da portare la copertura alla quota necessaria affinché la campana non vi urtasse;
• Nel 1807 fu restaurata nuovamente la copertura, come si legge nel documento stilato a Ravenna in data 16 Luglio dall’ingegnere del Comune Josafat Nuti. Nella perizia l’ingegnere avanza l’ipotesi di demolire l’attuale copertura a quattro spioventi per eliminare la spinta esercita tata dalle travi d’angolo sugli spigoli della torre; la perizia propone la costruzione di una copertura piana con la giusta inclinazione per lo smaltimento delle acque piovane.
• Nel 1851, su richiesta dal campanaro, fu scavata al piano terreno una fossa all’interno della torre; nella stessa perizia venne proposto di rivestire le pareti interne dell’ambiente stesso con mattoni ad una testa per una superficie di quattordici metri quadrati. Durante i lavori si scoprì che i muri sotto la quota del piano di calpestio avevano lo spessore di 4.38 mt.
• Agli anni 1857-59 risalgono due progetti di cui il primo, rimasto incompiuto, per un nuovo castello che avrebbe dovuto ridurre le oscillazioni delle campane, ritenute dannose per la Torre.
Solo in seguito al crollo del campanile di San Marco a Venezia nel 1902, vennero condotte misure per appurare le condizioni statiche dei più importanti campanili ravennati e quindi anche della Torre Civica.
Le indagini sulla torre presero avvio nel 1905 (dopo il crollo del campanile di S. Marco a Venezia), durante i primi restauri condotti sull’attuale Casa Melandri (XV secolo) a causa di nuove lesioni sui pilastri delle arcate del portico antistante, presumibilmente imputabili all’inclinazione della torre stessa. L’Ufficio Tecnico del Comune iniziò pertanto i rilievi della torre per verificare se questa era ancora soggetta a movimento, dai rilievi dell’inclinazione, condotti ininterrottamente dal 1905 al 1918, risultò che la pendenza in direzione nord-ovest dell’asse verticale della torre era al 1905 di 2.14 m sull’altezza della torre di 38.40 m e che questo spostamento progrediva mediamente di 3 mm l’anno. Restavano ignote le ragioni che avevano causato il fuori piombo.
Contemporaneamente ai rilievi geometrici, nel settembre dello stesso anno, fu effettuato uno scavo rasente la muratura della torre, su via Ponte Marino. Dallo scavo, ad un profondità di tre metri rispetto al piano stradale, emerse che la muratura della fondazione si allarga di appena 0.52 m per ogni parte. Dai sondaggi eseguiti con spranghe di ferro, pare che la torre poggi sopra una palificata in legno “probabilmente
costituita da palizzate e zatterone, profonda oltre 2.50 m, ossia circa 5.50 m sotto al piano stradale”.
Nell’Ottobre dello stesso anno la commissione nominata dal Ministero della Pubblica Istruzione, formata dagli architetti Camillo Boito e Alfredo D’Andrade, venne a Ravenna per effettuare i sopralluoghi, oltre che sulla torre, anche sul campanile del Duomo. In risposta ad un’accesa polemica sorta fra alcuni cittadini per paura di un crollo della Torre, Boito e D’Andrade, ribadendo di non aver rilevato alcun indizio di reale pericolo, invitarono a “non distruggere un monumento sotto ogni aspetto sicuro e
ragguardevole”.
Nel Marzo del 1906 venne posto in opera il sistema di rilevamento costituito da un filo a piombo di acciaio grosso 4,00 mm ancorato con una piccola carrucola agganciata ad una trave di ferro a doppio T alta 10,0 cm incastrata nella muratura e disposta lungo la direzione perpendicolare alla bisettrice dell’angolo formato dai lati di levante e di mezzogiorno. L’estremità superiore del filo era ancorata a 1.15 m sotto la sommità della Torre. All’altra estremità del filo, lungo 36.47 m, fu legato il piombo di ferro nichelato di forma cilindrica a punta conica del peso di 6.0 kg.
Nel punto di incontro delle diagonali della base della Torre, dieci centimetri sotto il pavimento, il 16 marzo 1906 fu murato un quadrato di marmo di Carrara di 20 cm di
lato in mezzo al quale fu infisso un piccolo cilindro metallico con punta conica rivolta verso l’alto.
Dai documenti rinvenuti presso l’Archivio Comunale risulta che il fuori piombo bella direzione Nord-Ovest progredì fino al 1930 quando raggiunse l’intensità di 2.199 m, registrando un aumento di 59 mm rispetto al rilievo del 1905.
Durante la Seconda Guerra Mondiale le truppe tedesche, avendo l’intenzione di far saltare la Torre, asportarono il caposaldo.
Il monitoraggio riprese nel 1949 e fu rilevato un nuovo centro individuato nell’incontro delle diagonali dei perimetri esterno ed interno del piano terra, senza che vi fosse alcuna prova che questo centro coincidesse con quello del 1906. Rispetto al nuovo centro, il fuori piombo misurava verso nord 1.410 m e verso ovest 1.810 m con componente pari a 2.286 m.
Nuovi rilievi furono condotti negli anni Settanta.
Nel 1991 è stato attivato un nuovo sistema di monitoraggio. La campagna di indagini ha prodotto un rilievo accurato della Torre, realizzato con strumenti topografici, all’esterno, e con strumenti semplici, all’interno.
Sono state indagate le fondazioni ed il terreno sottostante con opportuni sondaggi. Inoltre sono state effettuate analisi sia sullo stato tensionale delle murature mediante martinetti piatti, sia sulla composizione e sullo stato di degrado delle strutture murarie attraverso sia il rilievo del quadro fessurativo sia con carotaggi ed analisi chimico fisiche del materiale prelevato.
Dopo dieci anni di studi il nuovo gruppo di progettisti è pervenuto, insieme alle autorità cittadine e statali, alla decisione di smontare la parte superiore della Torre, per procedere cosi al progetto di consolidamento definitivo che concluda quello provvisorio (costituito da una controparete in cemento armato per una altezza di una decina di metri circa a cui son stati ancorati tiranti passanti attraverso le buche pontaie esistenti e ancorati esternamente a cerchiature metalliche) messo in opera nel 1993-94, al quale si farà largo riferimento nei successivi capitoli.
Il progetto prevedeva inoltre che le porzioni di muratura smontate, una volta conclusi i lavori di consolidamento, venissero poi ricomposte.