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CAPITOLO 3 EUROPA A CONFRONTO

3.2 L’accesso ai finanziamenti

3.2.3 Le aspettative

Continua l’ottimismo per il futuro circa l’offerta di fonti interne ed esterne di finanziamento sebbene meno pronunciate per quest’ultime. Per i sei mesi oggetto del prossimo sondaggio ovvero da ottobre 2016 a marzo 2017 le pmi dell’area euro attendono un continuo miglioramento circa la disponibilità di fonti esterne e interne di finanziamento, un incremento netto quello relativo alle fonti esterne tuttavia più piccolo rispetto al periodo precedente.

In prospettiva le pmi dell’area euro attendono miglioramenti sebben piccoli circa disponibilità delle banche di concedere prestiti, pari al 7 % rispetto al 11 % riferito al

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periodo precedente da aprile a settembre 2016. Nonostante il modesto miglioramento delle disponibilità attese di fonti interne (16 % dal 15 %) le previsioni rimangono meno pronunciate rispetto agli scoperti di conto corrente (10 % dal 6 %) leasing (13 % dal 14 %) credito commerciale (8 % dal 9 %) e altri prestiti (13 % dal 14 %). L’ottimismo espresso è meno pronunciato per le fonti esterne per le tutte le categorie dimensionali di imprese. Per i prestiti e gli scoperti le attese permangono positive sebbene basse: per le microimprese pari al 1 % e 2 % rispettivamente (dal 5 e 7 %), dalle piccole imprese del 10 % e 7 % (dal 14 e 12 %) e delle medie imprese del 12 e 10 % (dal 18 e 15 %).

L’ottimismo aumenta all’aumentare delle dimensioni dell’impresa tant’è che le grandi imprese hanno espresso maggior ottimismo rispetto alle piccole e medie imprese ma varia da Paese a Paese, in alcuni, la previsione è significativamente più bassa ma comunque positiva in altri rimane con segno negativo. Relativamente alla disponibilità di prestiti bancari segnaliamo un modesto miglioramento in Spagna (22 %, dal 28 %), Slovacchia (19 %, dal 38 %), Irlanda (16 %, dal 30 %), Italia (11 %, dal 17 %), Germania (3 %, dal 13 %) e Portogallo (1 %, dal 11 %). D'altra parte, sono continuate attese di riduzioni della disponibilità dei prestiti bancari, ma in misura minore rispetto alla precedente rilevazione, da parte delle pmi in Grecia (-22%, da -24%), Austria (-3%, da -10%) e in Francia (-2%, da -4%). Le aspettative sono rimasti invariati nei Paesi Bassi (13%) e in Finlandia (8%).

Nel complesso, tra i paesi dell'area dell'euro, le imprese in Spagna, Italia, Germania, Irlanda e Slovacchia hanno continuato a riferire, in termini netti, le aspettative positive circa la disponibilità della maggior parte delle fonti di finanziamento esterno, ma a un livello inferiore. Le prospettive per le pmi in Francia è rimasta negativa per il credito commerciale e scoperti di conto corrente, ma è tornato positivo per altri prestiti e diventare ancora più positivo per i fondi interni e leasing rispetto alla precedente rilevazione. PMI in Grecia hanno continuato a segnalare le aspettative pessimistiche per quanto riguarda la disponibilità delle più fonti di finanziamento anche se leggermente meno negativa in questa indagine, eccetto il leasing per il quale sono state positive.

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CONCLUSIONI

L’argomento centrale di questa tesi è stata la regolamentazione di Basilea 3 e i possibili effetti sull’attività creditizia delle banche.

Basilea 3 prende il merito di aver risposto all’esigenza di una revisione della regolamentazione e risanamento delle finanze pubbliche a seguito della crisi economica finanziaria ma porta con se anche incertezze e intrinseche debolezze con l’annesso rischio di passare da una situazione di deregulation ad un eccesso di regolamentazione. Regole troppo complesse non fanno altro che aumentare l’incertezza e l’instabilità che viene fronteggiata senza dubbio in maniera diversa dalle grandi banche rispetto alle piccole.

Il rischio della restrizione creditizia intrinseco nel framework di Basilea, accertato nei primi anni della regolamentazione, in cui veniva richiesto il maggiore accantonamento di capitale per adeguamento alle regole, è andato leggermente attenuandosi negli ultimi anni mantenendo tuttavia uno svantaggio in termini territoriali tra i diversi Paesi dell’Unione Europea e in termini dimensionali tra gli Istituto di credito, soprattutto per quelli locali che risentono anche dello svantaggio in termini di onere della regolamentazione.

Non si può concludere se non facendo riferimento alla nuova regolamentazione di Basilea 4. Una regolamentazione per il momento solo rinviata, il cui potenziale rischio è quello di una perdita di competitività del mercato europeo rispetto a quello americano e ancor di più delle banche italiane rispetto al resto d’Europa. Aggravante della situazione è il fatto che le misure oggetto di analisi si inseriscono in un quadro sempre più complesso e in evoluzione e ciò rende maggiormente incerto il rischio; un quadro privo di un coordinamento complessivo, complicato dall’azione di molteplici Authority.

Il settore bancario ha sofferto molto in Borsa nel 2016 in Italia così come in Europa, Il Sole 24 ore ha dichiarato una perdita del 43 % per l’Italia e del 21 % per l’Europa da inizio anno. Il problema è la redditività e poiché la solidità delle banche la

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premessa per lo sviluppo del Paese essendo il settore maggiormente interconnesso con i vari cicli produttivi, questa rimane una delle principali sfide della ripresa.

Una sfida però che non dovrebbe ripercuotersi sulle imprese ed il loro accesso al credito poiché alla base della ripresa vi sono anche gli investimenti e le fonti di finanziamento per gli investimenti sono ancora oggi prevalentemente i prestiti bancari. Nonostante lo sguardo sia rivolto agli strumenti di debito del mercato, le prospettive nel breve medio termine non permettono di trovare sul mercato la compensazione all’eventuale carenza di credito bancario. Il ricorso agli strumenti alternativi è auspicabile per un abbattimento dei costi di provvista, differenziazione delle fonti di finanziamento, per la stabilità del sistema e per rendere l’economia meno strettamente correlata al settore bancario ma rimane una soluzione ad oggi marginale per le asimmetrie informative che caratterizzano le pmi, per l’importante numero di micro imprese che caratterizzano il territorio nazionale e le forme giuridiche interessate.

Per il momento sarebbe sufficiente non aggravare i requisiti richiesti alle banche o almeno permettere loro con strumenti di mitigazione del rischio di svolgere la propria funzione imprescindibile per la ripresa e sviluppo dell’economia.

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RINGRAZIAMENTI

Giunta al termine del mio corso di studi, desidero esprime la mia riconoscenza, innanzitutto verso la Prof.ssa Elena Bruno per i preziosi suggerimenti e per il sostegno dato durante la redazione della tesi ma altresì per gli importanti insegnamenti tenuti durante il corso di studio insieme agli altri Professori.

Vorrei ringraziare in particolar modo Michele e Gioele a suo modo, per il sostegno e l’incoraggiamento che non sono mai mancati durante gli ultimi tempi.

Un grazie immenso ai miei genitori, Liliana e Antonio, che mi hanno permesso di proseguire gli studi e aiutato a riconoscere, credere e saper meglio sfruttare quelle che sono le mie capacità.

Ringrazio i miei fratelli Nicola, Andrea, Alessio, Matteo e mia sorella Irene, che sono parte importante della mia vita.

Un grazie anche a Marica che non è mancata nella presenza e dimostrazione d’affetto.

Desidero ringraziare calorosamente anche Marisa e Giovanni, i miei compagni di studio che hanno reso questi anni memorabili e infine, non per ordine di importanza le mie amiche sempre presenti e grandi sostenitrici.

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