• Non ci sono risultati.

Le bevande alcoliche e il contesto famigliare

Consumatori binge drinking

3.4 Le bevande alcoliche e il contesto famigliare

Attualmente si stima che in Europa tra i 5 ed i 9 milioni di bambini vivano in famiglie con problemi legati alle abitudini alcoliche dei famigliari conviventi229.

Molteplici studi evidenziano che l’alcol ha ricadute significative su molteplici aspetti della vita famigliare:

- può influenzare l'ambiente in cui il bambino cresce attraverso difficoltà finanziarie, conflitti coniugali e la proposta di modelli di comportamento negativi del ruolo degli adulti significativi230;

- un gran numero di studi ha riportato che i figli dei “forti bevitori” presentano disturbi mentali e comportamentali più diffusi rispetto a quelli riscontrabili nei figli dei “bevitori moderati”231;

- il rischio di abusi sui minori è più alto nelle famiglie con “consumi pesanti” di alcol - si stima che il 16% dei casi di abuso su minori siano causati dall’alcol232,233-;

- l’alcol assunto durante la gravidanza danneggia il feto causando danni cospicui ed irreversibili.

Il consumo di alcol influisce in maniera negativa sullo sviluppo neurobiologico e neuro comportamentale degli esseri umani nella fase prenatale, in quella dell’infanzia e in quella dell’adolescenza234.

Già da tempo esistono evidenze su come le abitudini alcoliche famigliari influiscono sui comportamenti alcolici dei figli. Molte ricerche correlano positivamente le abitudini alcoliche, siano esse di uso che di abuso, del contesto famigliare con un aggravarsi dei fattori di rischio genetici ed ambientali i quali possono portare ad un aumento delle circostanze che inducono un minore ad approcciare, usare ed abusare delle bevande alcoliche235,236,237,238.

Già dai primi anni di età i bambini attribuiscono alle bevande alcoliche un ruolo mediato dai genitori. Uno studio condotto su bambini dai 2 ai 6 anni, a cui era stato chiesto tramite un gioco di ruolo di scegliere tra una gamma di 73 prodotti con il compito di organizzare una festa tra adulti, ha messo in evidenza che i bambini sceglievano mediamente 17 prodotti, tra questi il 28,3% ha scelto di acquistare sigarette e il 61,7% delle bevande alcoliche. I bambini erano più propensi ad acquistare le sigarette se i loro genitori fumavano e le bevande alcoliche se i loro genitori le avevano consumate nel corso dell’ultimo mese239.

Uno studio ha scelto in base alla storia alcolica famigliare una coorte di bambini in età prescolare ai quali è stato proposto sotto forma di gioco di riconoscere degli odori tra cui la birra. I bambini che provenivano da situazioni famigliari in cui i genitori utilizzavano le bevande alcoliche per “evadere” erano significativamente più propensi a non gradire la bottiglia proposta rispetto a quelli che provenivano da contesti famigliari in cui i genitori non bevevano per “evadere”240.

Questi risultati ci fanno comprendere come anche i bambini molto piccoli attribuiscano un valore alle bevande alcoliche già dalla più tenera età; avviene infatti un apprendimento precoce che si basa su esperienze sensoriali ancorate ad esperienze emotive percepite in famiglia.

A tal proposito è utile riportare come in letteratura venga da più studi evidenziata un’attribuzione di giudizio ambivalente verso le bevande alcoliche, queste infatti vengono viste negativamente nei primi anni dell’infanzia e con il procedere dell’età le caratteristiche negative in parte vengono abbandonate, con il risultato che nella maggior parte dei casi persistono e sono associate a quelle positive che per contro via via si sviluppano con l’aumentare dell’età241.

L’attribuzione di significato, sia esso negativo o positivo, viene mediata in maniera determinante dalle abitudini alcoliche famigliari che, come si èvisto, sono riscontrabili già in bambini molto piccoli242 , 243 ,244. Inoltre, la famiglia incide sulle abitudini alcoliche dei futuri adolescenti anche tramite i propri stili educativi negativi245,246. Le bevande alcoliche assumono caratteristiche positive in particolare verso la terza e quarta elementare perciò gli interventi di prevenzione dovrebbero precedere questa età247.

Sulla socializzazione alle bevande alcoliche esistono ancora pareri discordanti, alcuni sottolineano che abitare in una famiglia bevitrice sia un fattore di rischio in quanto i figli emulano il comportamento dei genitori aumentando il rischio legato al consumo di alcol.

L'aspetto della socializzazione all'alcol, quindi, rappresenta un tema che necessita sicuramente uno studio più approfondito, sul quale ancora non esistono pareri unanimi. Infatti, l'esposizione al bere dei genitori, per molta parte della letteratura, rappresenterebbe un fattore negativo, in quanto i figli emulerebbero il comportamento alcolico dei genitori, aumentando il rischio di consumo precoce248,249,250. Al contrario, altrettanti studi affermano che l'esposizione al modello del bere familiare, quando si tratta di bere moderato, e l’iniziazione all’alcol da parte della famiglia sono un fattore protettivo251,252,253.

Secondo Franca Beccaria il contesto famigliare in una “cultura bagnata” come quella italiana dovrebbe tenere in considerazione il ruolo educativo della famiglia, la quale è responsabile del processo di socializzazione all’alcol193.

A questo proposito uno studio condotto in Italia nel 2003 metteva in evidenza che i giovani con consumi moderati avevano iniziato a bere in famiglia, mentre coloro che avevano consumi più elevati di alcol avevano approcciato alle bevande alcoliche nel gruppo dei pari254.

In Italia il primo approccio alle bevande alcoliche viene fatto in famiglia (73%)255 e la maggior parte dei bevitori moderati ha assaggiato le bevande alcoliche per la prima volta nel contesto famigliare, mentre i consumatori non moderati hanno prevalentemente assaggiato gli alcolici all'interno del gruppo dei pari256.

Franca Beccaria a partire da questi risultati ritiene opportuno sottolineare che la corretta socializzazione alle bevande alcoliche da parte delle figure parentali adulte dovrebbe mantenere uno stile permissivo-protettivo146, in cui i genitori conducono i figlinell’approccio alle bevande alcoliche mantenendo un ruolo protettivo educando i giovani ad un consumo moderato. L’atteggiamento opposto può rappresentare un rischio se questo avvicinamento alle bevande alcoliche viene relegato al gruppo dei pari al di fuori dei contesti dove gli adulti svolgono un ruolo protettivo.

Sempre secondo Franca Beccaria139 l’eccessivo allarmismo rivolto ai comportamenti alcolici giovanili sta facendo abbandonare alle famiglie il ruolo educativo nei confronti delle bevande alcoliche. In questa situazione le famiglie scelgono delle azioni più proibizioniste la cui conseguenza è quella di relegare al mondo dei pari le esperienze legate a questa sostanza che viene vista anche come fonte di trasgressione. In Italia, anche se i consumi sono cambiati, si mantiene l’idea di un bere conviviale e alimentare che se tramandato alle nuove generazioni può costituire un importante fattore di prevenzione all’abuso di alcol da parte dei giovani257.

Alla luce di queste considerazioni si comprende che la lettura del fenomeno è alquanto complessa e i dati devono essere contestualizzati per essere adeguatamente interpretati. Inoltre è comprensibile come la famiglia abbia un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella promozione delle bevande alcoliche in quanto è la prima agenzia educativa che medierà i complessi e alle volte discordanti significati legati all’assunzione alcolici.

Pertanto bisogna considerare di investire nella “formazione” di una genitorialità critica e responsabile, capace di educare i propri figli al corretto uso delle bevande alcoliche contestualmente a quella che è la cultura mediterranea.